MILANO - Si infittisce quello che sarà ricordato, probabilmente come il mistero del secolo. I massimi vertici dell'amministrazione Usa non hanno trovato una linea comune, per usare un eufemismo, su almeno due punti chiave nella operazione che si è conclusa con le sepoltura in mare di Osama Bin Laden. Non si tratta di particolari che fanno parte del blitz, probabilmente destinati a restare oscuri, anche perché i testimoni diretti dell'operazione sono tenuti alla segretezza assoluta. Si tratta di fatti di grande rilevanza avvenuti al di fuori della villa-fortezza di Abbottabad, e per questo sotto i riflettori dell'attenzione mediatica internazionale: il ruolo del Pakistan nell'operazione e la decisione di gettare in mare la salma di Osama. Su questi due punti la comunicazione ufficiale americana è entrata in corto circuito. Nel pomeriggio di lunedì 2 maggio, attorno alle 18 ora italiana, escono le prime dichiarazioni del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, che parla chiaramente di un contributo pachistano per il successo della missione. «La collaborazione con il Pakistan ha aiutato gli americani a trovare il covo dove si nascondeva Bin Laden». La Clinton conclude dicendo che gli Stati Uniti continueranno a cercare la cooperazione contro il terrorismo con le altre nazioni, tra cui il Pakistan.
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