Islamabad: il mondo ci aiuti contro il terrorismo. Rasmussen: «Blitz giustificato»
MILANO - La morte di Osama Bin Laden non cambia la missione della Nato in Afghanistan. «Le ragioni per restare nel Paese sono molto chiare. E la strategia della Nato non cambia», ha detto il segretario generale dell organizzazione per la difesa Anders Fogh Rasmussen in una conferenza stampa a Bruxelles. «Il terrorismo internazionale continua a rappresentare una minaccia diretta per la sicurezza del nostro Paese e per la stabilità nel mondo. Quindi bisogna restare in Afghanistan il tempo necessario per compiere la nostra missione, per il tempo necessario al processo di transizione». Rasmussen ha definito il blitz durante il quale è stato ucciso il leader terrorista «un'operazione giustificata». «La questione - ha detto Rasmussen - è che qui si tratta del fondatore di Al Qaeda, la formazione responsabile della morte di migliaia di persone innocenti. E io spero che quest'operazione porti a un indebolimento di una delle più pericolose organizzazioni criminali internazionali».
STEMPERATE LE TENSIONI CON IL PAKISTAN - Rasmussen ha anche auspicato un rafforzamento dei rapporto con Islamabad dopo la cautela mostrata da alcuni esponenti del Congresso di Washington sulle relazioni con il Pakistan. Da Parigi, il primo ministro pachistano Yousuf Gilani aveva lanciato un appello perché il mondo intero aiuti a combattere il terrorismo, «problema numero uno» del suo Paese, chiedendo agli occidentali di «astenersi dal diffondere messaggi negativi» sul Pakistan. Il luogo in cui si nascondeva Bin Laden è testimonianza del fallimento dei servizi di intelligence di tutto il mondo, compresi quelli americani, e non solo di quelli del Pakistan, ha sostenuto Gilani. «C'è un fallimento dei servizi di intelligence del mondo intero, compresi quelli americani»
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