martedì 12 luglio 2011

Finanza, i nomi delle talpe nelle telefonate di Milanese


Marco Milanese
di Valentina Errante
ROMA - Comincia dalla Camera dei deputati la caccia della procura di Napoli alle talpe della Guardia di Finanza che consentivano a Marco Milanese di conoscere i dettagli investigativi che poi cedeva a pagamento ai diretti interessati. Perché solo la Giunta per le autorizzazioni a procedere può consegnare agli investigatori il passe-partout per entrare nella sua agenda di contatti privilegiati. E soprattutto, per ricostruire i suoi contatti telefonici con le persone che gli avrebbero consegnato notizie coperte da segreto per sette anni, dal 2004 al 2010. Perché Milanese non disponeva soltanto di notizie, che barattava con soldi e regali di lusso, ma anche di atti che avrebbero dovuto rimanere riservati. A cominciare dalle intercettazioni telefoniche disposte dalla procura e sbattute in faccia all’indagato Paolo Viscione.

Accadde nel 2010, quando Viscione, esasperato dalle continue richieste di Milanese e sapendo di essere intercettato, cominciò a parlare al telefono di un fantomatico orologio destinato al ministro Tremonti, il quale ha poi smentito qualsiasi regalia del genere. Viscione aveva capito di essere intercettato. E sapendo che Milanese veniva informato delle sue conversazioni, cercava di tenere alta la sua attenzione sui problemi giudiziari che il parlamentare aveva promesso di risolvergli.

Ad ammetterlo fu lo lo stesso Viscione, davanti al pm Piscitelli: «Mi caccia fuori un foglio di carta con le intercettazioni telefoniche, e mi dice: e tu perché hai fatto questo?». Il magistrato domanda: «Lui le mostra le intercettazioni?». E Viscione conferma: «Sì. Dove io dico di Milanese e l’orologio di Tremonti; lui si metteva paura soltanto che poteva essere interrogato Tremonti. Allora mi mostra questa intercettazione: due, tre fogli di carta. Glieli ha dati la Finanza; a questo punto succede che mi dice: perché non mi hai chiamato e non mi hai detto: pezzo di m...? e mi scuso per il linguaggio, ma è il linguaggio che ha usato lui per se stesso, invece di metterti a parlare così per telefono, dove io ho fatto pure capire che sapevo che ero intercettato, non so se si è capito, però io l’ho fatto capire proprio - spiega Viscione - oh, allora, a questo punto io gli ho risposto: sì, perché volevo che tu ti interessassi della questione perché è una questione che ti deve stare a cuore da oggi in poi, punto e basta»
Continua ...

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