A trent'anni dalla prima vittima e in vista della Conferenza mondiale di Roma (17-20 luglio), le principali associazioni fanno il punto della situazione e lanciano l'allarme: "Settemila nuovi contagi al giorno, il governo deve riprendere la strada degli aiuti"
di MARIAPAOLA SALMIROMA - Azzerati i finanziamenti al Global Found, il rischio è la totale scomparsa dell'Italia dalla cooperazione mondiale nella lotta all'Aids. E' così che il nostro paese si prepara ad accogliere la VI Conferenza mondiale IAS, in programma a Roma dal 17 al 20 luglio prossimi. Secondo i rappresentanti delle 13 principali associazioni italiane che oggi all'Istituto superiore di sanità hanno promosso il Forum della società civile Hiv/Aids, è invece necessario riprendere la strada degli aiuti a favore della ricerca per la salute globale e degli interventi nazionali per raggiungere entro il 2015 almeno una delle priorità ribadite lo scorso giugno dall'assemblea generale delle Nazioni Unite: stabilizzare, se non azzerare, le infezioni da Hiv.
A trent'anni dal primo caso conclamato di Aids, i sieropositivi nel mondo sono più di 34 milioni, con 7mila nuovi casi di infezione ogni giorno. "Le donne e i bambini sono i soggetti più vulnerabili - ha detto Stefania Burdo dell'Osservatorio italiano sull'azione globale contro l'Aids - specie nell'Africa sub-sahariana dove grazie ai finanziamenti internazionali per la prima volta nel 2009 i servizi di prevenzione hanno raggiunto una donna su due; è appena iniziata la stabilizzazione che non è affatto consolidata soprattutto nei paesi privi di servizi santari".
Da sempre l'Italia ha trainato il Global Fund fino alla battuta d'arresto del 2008. "Allo stato attuale il governo italiano non ha ancora comunicato un piano di rientro per i finanziamenti 2009 e 2010, pari a 260 milioni di euro, e dei 30 milioni di dollari addizionali promessi nel 2009 al G8 dell'Aquila", ha affermato Marco Simonelli di Actionaid durante i lavori del Forum. Eppure gli aiuti italiani potrebbero da soli contribuire a pagare le terapie antiretrovirali a oltre 100mila persone, a fornire terapie salvavita contro la Tbc per 284 mila malati e fornire più di 8 mila zanzariere impregnate di insetticida contro la malaria.
Invece, denunciano le associazioni, mentre non c'è ancora una cura per l'Aids, le disparità nell'accesso alle terapie anche sul territorio nazionale sono evidenti, esistono discriminazioni nei luoghi di lavoro e violazioni della privacy. Il Forum della società civile Italiana Hiv/Aids ha redatto così la "Dichiarazione di Roma", un documento diretto al governo nel quale vengono ribadite le azioni più urgenti: in primo luogo rinnovare l'impegno finanziario del paese a favore del Global Found; investire in ricerca per rendere disponibili nuovi farmaci capaci di attaccare il virus Hiv nei cosiddetti "santuari" dove resiste alle terapie antiretrovirali; favorire l'accesso alle cure dei soggetti fragili; rafforzare l'informazione e la prevenzione; adeguare i servizi sanitari regionali alle linee guida elaborate dalla Commissione nazionale Aids.
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