WASHINGTON - Gli Stati Uniti sono sotto pressione della lobby ebraica per non restituire all'Iraq un insieme di documenti storici. La preziosa collezione è stata scoperta in una cantina sperduta a Baghdad che veniva utilizzata dalla polizia segreta di Saddam Hussein durante la guerra del 2003 contro la coalizione guidata dagli Usa. I documenti sono stati successivamente trasferiti negli Stati Uniti per custodia e conservazione. La collezione comprende vari documenti stampati a Baghdad, Varsavia e Venezia, fra cui un testo religioso di origine giudaica pubblicato nel 1568 e 50 libri per bambini in lingua araba ed ebraica. Ma dopo quasi otto anni, sembra che gli Stati Uniti non siano disposti a restituire il tesoro al governo iracheno. "Gli americani non sembrano intenzionati a fissare una data precisa per tornare indietro l'archivio," ha detto il vice ministro della Cultura iracheno, Taher al-Naser Hmood, citato dalla PressTv. Le autorita' americane, dal canto loro, negano di voler ritardare la pratica di restituzione sostenendo che solo di recente hanno ricevuto circa 3 milioni di dollari necessari per restaurare il tesoro. E' opinione diffusa che la lobby ebraica stanno facendo pressioni su Washington per non restituire i documenti all'Iraq, perche' renderebbe molto difficle l'accesso degli studiosi israeliani ai file storici dato che l'Iraq non ha relazioni diplomatiche con Tel Aviv. "Ci sono organizzazioni ebraiche che stanno facendo il possibile per impedire il ritorno dell'archivio in Iraq sostenendo che non ci sono piu' ebrei in Iraq", ha aggiunto Hmood. Gli Stati Uniti sono stati più volte criticati per non aver impedito il saccheggio dei tesori arabi e islamici durante l'invasione dell'Iraq.
Nessun commento:
Posta un commento