martedì 5 aprile 2011

Le mirabolanti promesse di Silvio B. e il nostro nuovo medioevo

Le mirabolanti promesse di Silvio B. e il nostro nuovo medioevo

Promesse mai mantenute e aperte menzogne come quelle di Berlusconi, che avrebbero portato alla conclusione, nel ridicolo, della carriera di qualunque uomo politico del passato, sono perfette per far parlare di sé, e ancor di più per distogliere l’attenzione dalle proprie colpe, insufficienze ed incapacità, nell’età dell’intrattenimento e della distrazione di massa.

Il campo di golf e il casinò (ricordarsi di mettere l’accento) a Lampedusa? Dev’essere davvero poco in forma, il Capo, angustiato dai suoi problemi personali e giudiziari. In passato ha promesso molto di più (e di meno realizzabile) ai propri fedelissimi: lacura del cancro, il rimboschimento dell’Italia con cento milioni d’alberi (il Duce voleva riempire l’Appennino d’abeti; pensava portassero neve e gelo e che con questi si sarebbe rinforzata la deboluccia italica schiatta: persistenze dell’immaginario autoritario) e, cosa ancora più irrealizzabile dato il nostro indebitamento l’abbassamento delle tasse. La promessa più fantasiosa? Ma quella che sta al cuore del suo messaggio; quella costantemente ripetuta di fermare chi non c’è o è ormai irrilevante nella politica e nella società italiane: i pericolosissimi, onnipresenti, potentissimi, comunisti.

Promesse e menzogne, stanno alla base della comunicazione del Presidente del Consiglio; menzogne tanto numerose e continue da non poter neppure essere enumerate. Una? La più infantile, forse: quella sul numero dei suoi processi. Sono ventisette, fin qui, ci comunica san Travaglio; sono novanta e più, cento e più, si vanta Berlusconi, quasi le imputazioni fossero medaglie al valore, per il giubilo delle sue truppe.

Promesse mai mantenute e scoperte menzogne, quelle di Berlusconi, che avrebbero portato alla conclusione, nel ridicolo, della carriera di qualunque uomo politico del passato, ma perfette per far parlare di sé, e ancor di più per distogliere l’attenzione dalle proprie colpe, insufficienze ed incapacità, nell’età dell’intrattenimento e della distrazione di massa.

E’ guardando oltre i confini italiani che il berlusconismo diventa comprensibile, e meno vergognoso; è la nostra declinazione di un generale imbarbarimento dell’occidente, iniziato un secolo fa, che proprio in questi decenni sta giungendo a compimento.

Continua ...

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