Milano, 5 apr. (Adnkronos/Ign) - Un bagno di folla per un'udienza lampo. Centinaia di giornalisti accreditati, make up di parte del Palazzo di Giustizia, gabbie degli imputati coperte da enormi teli bianchi, forze dell'ordine allertate e perimetro del Tribunale letteralmente invaso dalle fly televisive per un avvio di procedimento che, al massimo, segnerà la fissazione della prima vera udienza probabilmente a fine maggio e che, al di là delle aspettative da 'mondo visione', non vedrà la presenza né di Ruby-Karima, né di Silvio Berlusconi e neppure dei suoi difensori, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, entrambi deputati e impegnati oggi a Roma.
E' in uno scenario kafkiano che si aprirà domani mattina il processo sul caso Ruby che vede imputato il Presidente del Consiglio per concussione e prostituzione minorile. In aula, a meno di sorprese dell'ultimo minuto, non succederà proprio nulla. Il collegio presieduto dal giudice Giulia Turri, insieme ai giudici Carmen D'Elia e Orsolina De Cristofaro, si limiterà a 'smistarlo' ad altra data e a rinviarlo, quindi, di diverse settimane. In aula ci sarà l'accusa: oltre al sostituto procuratore Antonio Sangermano, titolare del fascicolo, con ogni probabilità siederà il procuratore aggiunto Ilda Boccassini che con un altro aggiunto, Pietro Forno, ha coordinato l'inchiesta.
Per la difesa non ci sarà che un sostituto processuale dei difensori del Premier. E poi ci sarà il legale di Ruby, l'avvocato Paola Boccardo che potrebbe annunciare già domani che la giovane marocchina indicata dalla procura come parte offesa ha deciso all'ultimo minuto di costituirsi parte civile contro Berlusconi, sempre che i tempi strettissimi dello smistamento consentano di affrontare già il capitolo della costituzione delle parti.
Sono centotrentadue i testimoni chiamati dall’accusa, tra questi la stessa Ruby e altre 32 ragazze che avrebbero partecipato ai presunti festini di Arcore. Mentre la difesa del premier ha risposto con i suoi 78 testimoni, in cui compare sempre Karima El Marough, l'attore George Clooney e alcuni nomi eccellenti della politica italiana (compresi 4 ministri: Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Franco Frattini e Giancarlo Galan).
Un’udienza dunque che non dovrebbe riservare sorprese. Nemmeno la decisione della Camera, che ha deciso di sollevare davanti alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione nei confronti dei magistrati di Milano, inciderà per ora sul programma. Prima è necessario che la stessa Consulta valuti se il ricorso è ammissibile e solo dopo il Tribunale e le parti si porranno il problema se sospendere i lavori in attesa del giudizio della Corte Costituzionale.
Nella cittadella giudiziaria è intanto tutto pronto per 'accogliere' il 'processo dell'anno' come ormai viene ribattezzato. E le misure adottate hanno dell'incredibile. Gli imbianchini hanno già finito di imbiancare gli ingressi in muratura dell'aula che ospiterà la causa, quella più grande del Palazzo di Giustizia, dove sono state processate le Brigate Rosse, dove Antonio Di Pietro, allora pm simbolo di Mani Pulite, si tolse la toga al termine del processo Enimont. Le gabbie sono state tutte 'oscurate' da grandi teli bianchi.
Fuori, nell'androne centrale, sono già pronte le transenne per incanalare e controllare tutti coloro, e non solo reporter, che vorranno 'curiosare'. E l'afflusso previsto, tra pubblico, 'fiocchi azzurri' dei supporter del Premier e simpatizzanti dell'Italia dei Valori e del Pd, sarà un 'record'. Tutto, però, si svolgerà velocemente e, almeno per questa prima udienza, senza telecamere e fotografi. Su questo punto la Procura Generale, per motivi di sicurezza, è stata irremovibile.
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