Sono 35.000 i cable che in queste ore Wikileaks sta mettendo in rete, questa volta tutti insieme e senza che siano accompagnati da accordi con qualche testata che ne contestualizzi il contenuto. Si tratta di messaggi proveninti dalle ambasciate di: Taiwan, Libia, Cina, Israele, Russia, Venezuela, Indonesia, Siria, Somalia, Bahrein, Sudafrica, Yemen, Cuba, Germania, Iran, Afghanistan, Polonia, Francia, Turchia, Romania e Ruanda. Una massa di dati grezzi da esplorare ed interpretare (4000 da Israele, 5000 da Taiwan, 3000 dalla Cina per esempio), messi a disposizione di chiunque voglia cimentarsi, giornalista o semplice curioso, nel tentativo di capire e vedere la diplomazia statunitense all'opera "dal vero" e senza veli. Nel mucchio c'è anche il messaggio di congratulazioni di Gheddafi per l'elezione di Obama, profetico dove afferma: "Il punto principale e che i Neri non devono avere un complesso d'inferiorità e imitare gli Yankee". Chissà se ora il Rais non si sia pentito della gioia espressa "dal profondo del cuore" per l'elezione del presidente che, imitando i suoi bellicosi predecessori, ha determinato la fine della sua lunga dittatura sulla Libia.
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