MONZA - Niente arresto per Filippo Penati, perchè non c'è più il rischio di inquinamento delle prove. Questa la decisione del Tribunale di Monza che ha respinto la richiesta del Pm che aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia. Secondo quanto c'è scritto nelle motivazioni, il giudice ha ritenuto che non ci sia il pericolo di inquinamento delle prove, in quanto le tangenti sono del periodo 2001-2002 o precedenti e quindi la prescrizione è scattata o sta per scattare.
Gli arresti sono stati concessi per alcuni coimputati (l'attuale sindaco di Sesto San Giovanni Giorgio Oldrini, Pasqualino Di Leva e l'architetto Marco Magni) per una faccenda che riguarda il periodo tra il 2006 e il 2008. In questo caso per Penati non c'erano sufficienti prove. L'unica è un assegno di 2 milioni per una caparra, concessa dall'imprenditore Bruno Binasco al collega Piero Di Caterina e poi lasciata scadere. Secondo i Pm si tratta di un finanziamento illecito per il Pd, ma secondo il giudice questa interpretazione non è sufficientemente supportata da altre prove.
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