Dall'eurotassa ai doppi stipendi, la stangata non scalfisce la classe politica. Nessuno stop per chi ha più di una carica. E le Province si organizzano per salvare gli uffici.
Lacrime, sudore, sangue. Lo chiese Winston Churchill agli inglesi di fronte alla guerra mondiale. L’ha chiesto nel 2011 Giulio Tremontiagli italiani, di fronte alla crisi economica. Ma, a differenza del primo ministro britannico, ha dimenticato di dire che lui e il suo esercito di parlamentari in battaglia non sarebbero mai scesi. I tagli previsti nella manovra non toccheranno infatti la Casta, se non marginalmente.
SOLIDARIETÀ Gli onorevoli possono dormire tranquilli: il contributo di solidarietà a loro richiesto è sì il doppio di quello dei cittadini, cioè il 10% per i redditi sopra i 90 mila euro e il 20% per quelli sopra i 150, ma l’articolo 13 della manovra, dal titolo “riduzione dei costi degli apparati istituzionali”, specifica che “a seguito di tale riduzione il trattamento economico non può essere comunque inferiore a 90 mila euro lordi l’anno”.
INCOMPATIBILITÀ Il comma b3 dello stesso articolo introduce anche l’incompatibilità della carica parlamentare con qualsiasi altra carica pubblica elettiva. Quindi sindaci, presidenti di Provincia e Regione, ma anche consiglieri. Perderanno allora il doppio incarico gli 86 deputati e senatori che mantengono più poltrone? Assolutamente no. Per non agitare nessuno l’incompatibilità si applicherà “a decorrere dalla prima legislatura successiva all’entrata in vigore del presente decreto”.
DOPPIO LAVORO Sarà allora impedito di fare un doppio lavoro mentre si siede in Parlamento? Assolutamente no. Sempre l’articolo 13 stabilisce che “l’indennità parlamentare è ridotta del 50 per cento per i parlamentari che svolgano qualsiasi attività lavorativa per la quale sia percepito un reddito uguale o superiore al 15 per cento dell’indennità medesima”. Ci si aspetta quindi un taglio di circa 7 mila euro, la metà dello stipendio di un parlamentare. Ma non è così: l’indennità non è l’intero stipendio (formato anche da rimborsi per collaboratori, viaggi, spese telefoniche, ecc.) ma per i deputati ammonta a 5 mila 486 euro. La “stangata” per i 446 doppiolavoristi ammonta quindi a 2743 euro netti. Che a fronte di redditi da 100 mila euro in su, sono briciole. Ma dai diretti interessati, nessun commento.
RISTORANTE Anche gli onorevoli stomaci non hanno risentito della manovra. Ad agosto, convocati d’urgenza a Roma per discutere le misure economiche, i senatori hanno trovato il ristorante di Palazzo Madama aperto e pronto a saziarli. Naturalmente allo stesso prezzo di prima delle vacanze, e senza cenno in merito all’interno delle 38 pagine “lacrime e sangue”. I primi piatti restano a 1,60 euro, i secondi tra 2,60 e 5, 23 euro (per filetto di carne o di pesce, prezzo massimo), e i dolci al carrello valgono ben 70 centesimi.
PROVINCE E COMUNI L’annuncio del ministro dell’Economia era quello dell’eliminazione di 36 province (quelle sotto i 300mila abitanti) e l’accorpamento di un migliaio di piccoli comuni (quelli sotto i 100 abitanti). Naturalmente il processo inizierà dopo le prossime amministrative e previo censimento da cominciare nell’autunno 2011. Ma non potrà andare come annunciato da Tremonti: le province a rischio si stanno già organizzando per accorpamenti con le attigue, per mantenere gli uffici già presenti nelle due località. Per farlo basterà superare i 500mila abitanti. Sarà eliminata solo qualche poltrona, anche se province più grandi consentiranno una moltiplicazione degli incarichi. Per quanto riguarda i Comuni la guerra interna alla maggioranza è appena cominciata: ieri il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha dichiarato che sarà in piazza con i piccoli Comuni il 29 agosto perché “non sono contrario all’accorpamento delle funzioni ma questo non ha nulla a che vedere con la cancellazione dei comuni stessi”.
Continua ...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/24/lacrime-sudore-sangue-lo-chiese-winston/153179/
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