mercoledì 15 ottobre 2008

Commissione vigilanza Rai. Lo sfascio delle istituzioni. Dopo Pannella ripartiamo dall'abolizione dell'odioso canone/imposta

Sesto giorno di sciopero della sete. Nono giorno di occupazione della sede della commissione di vigilanza. 520 parlamentari (piu' del 50% del Parlamento italiano) che chiedono che il Parlamento ottemperi ai propri obblighi istituzionali, convocandosi ad oltranza per l’elezione del Giudice della Consulta e per l’insediamento della Commissione di Vigilanza Rai.Scandiamo, perche' forse per i piu' -cioe' quelli che non hanno uno scranno in Parlamento o in altro luogo in cui siano sistemati per decisione dei partiti- si tratta di una cosa talmente assurda che anche solo pensarci fa sorridere. “Per l'insediamento della Commissione di Vigilanza Rai”, l'organismo che dovrebbe verificare che radio e tv di Stato svolgano servizio pubblico di informazione. Ci rendiamo conto che in un servizio pubblico molto basato su pubblicita' commerciale e spettacoli di intrattenimento e sport, gli interessi della sopravvivenza di se stessi possano travalicare la missione pubblica, ma arrivare a si' tanta sfrontatezza preoccupa molto.Come spesso accade, Marco Pannella, andando alla radice dei problemi, “mette a nudo il re”, ma questa volta, oltre alla coscienza critica dell'italiano medio, anche piu' di 500 parlamentari si sono sentiti toccati nel vivo (“anche loro hanno una coscienza”... verrebbe da urlare con gioia) e stanno sostenendo la sua azione. E ancora non accade nulla. La salute di Marco Pannella e' una questione di salute pubblica e se lui sta male -dicendocelo- siamo tutti preoccupati perche' e' altamente probabile che il suo male corrisponda al male di tutti noi, ed e' drammaticamente cosi' anche questa volta.Ma noi intendiamo andare ancor piu' alla radice dello star male di Pannella, la Rai.
Continua ...
http://www.aduc.it/dyn/rai/comu.php?id=236358

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