Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 9 luglio 2011
Iran: test missili lunga gittata in Oceano Indiano
Accordo antidroga tra governo Usa e Italia
Dopo aver constatato le identita' di vedute e le affinita' di intenti anche a livello internazionale sulle politiche antidroga dei due paesi, lunedi' 11 luglio, presso la sede del Dipartimento Antidroga della Casa Bianca (Ondcp) sara' siglato un accordo di collaborazione scientifica tra il Governo italiano, rappresentato dal Senatore Carlo Giovanardi e i rappresentanti governativi del Dipartimento antidroga americano. Lo riferisce una nota del Dipartimento politiche antidroga spiegando che la giornata, avra' inizio alle ore 9:00 con il ricevimento della delegazione italiana, con a capo il Senatore Giovanardi che, sara' accolta da una rappresentanza del governo americano nelle sale del Dipartimento Antidroga d'Oltreoceano, dove alle 10:30 sara' ufficialmente siglato l'accordo.
'Si tratta di un momento molto importante per l'Italia, - ha commentato Giovanardi - perche' per la prima volta, attraverso questo protocollo di intesa, verranno condivise e create le basi per rafforzare ed implementare la collaborazione bilaterale in materia di prevenzione, ricerca nel campo delle neuroscienze e riabilitazione delle persone dipendenti da droghe nonche' delle politiche/strategie generali di azione'.
Grazie a questo accordo tutta la rete di ricerca e di assistenza italiana potra' avvalersi per il futuro delle piu' autorevoli ricerche americane nel campo, 'con indubbio vantaggio per tutte le persone malate e per le loro famiglie'.
'Stiamo costruendo una grande opportunita' di collaborazione per il nostro Paese - hanno dichiarato Giovanni Serpelloni capo del Dipartimento Politiche Antidroga ed Elisabetta Simeoni (responsabile rapporti internazionali del DPA) - e per tutte le strutture pubbliche e del privato sociale, nonche' delle regioni, che operano nel campo della lotta alla droga. Dopo la stipula di questo accordo, seguiranno a breve una serie di altri accordi con i principali istituti di ricerca degli Stati Uniti (NIDA e SAMSHA)'.
La giornata, proseguira' con la presentazione di programmi di prevenzione e trattamento quali il 'Demand Reduction program'. Nel pomeriggio, e' previsto inoltre un dibattito sulla priorita' delle politiche Antidroga negli Stati Uniti dove prenderanno parte le piu' alte cariche statunitensi in materia di contrasto alla droga.
'Si tratta di un momento molto importante per l'Italia, - ha commentato Giovanardi - perche' per la prima volta, attraverso questo protocollo di intesa, verranno condivise e create le basi per rafforzare ed implementare la collaborazione bilaterale in materia di prevenzione, ricerca nel campo delle neuroscienze e riabilitazione delle persone dipendenti da droghe nonche' delle politiche/strategie generali di azione'.
Grazie a questo accordo tutta la rete di ricerca e di assistenza italiana potra' avvalersi per il futuro delle piu' autorevoli ricerche americane nel campo, 'con indubbio vantaggio per tutte le persone malate e per le loro famiglie'.
'Stiamo costruendo una grande opportunita' di collaborazione per il nostro Paese - hanno dichiarato Giovanni Serpelloni capo del Dipartimento Politiche Antidroga ed Elisabetta Simeoni (responsabile rapporti internazionali del DPA) - e per tutte le strutture pubbliche e del privato sociale, nonche' delle regioni, che operano nel campo della lotta alla droga. Dopo la stipula di questo accordo, seguiranno a breve una serie di altri accordi con i principali istituti di ricerca degli Stati Uniti (NIDA e SAMSHA)'.
La giornata, proseguira' con la presentazione di programmi di prevenzione e trattamento quali il 'Demand Reduction program'. Nel pomeriggio, e' previsto inoltre un dibattito sulla priorita' delle politiche Antidroga negli Stati Uniti dove prenderanno parte le piu' alte cariche statunitensi in materia di contrasto alla droga.
Cosa hanno in comune Usa, Russia e Cina? Centrali nucleari a rischio!
In seguito ai fatti di Fukushima, pressoché tutti i Paesi che ricorrono all'energia nucleare sono corsi ai ripari. La Germania ha annunciato la chiusura delle centrali entro il 2022; la Svizzera farà lo stesso. La maggior parte, invece, ha deciso di proseguire su questa strada, mettendo però sotto osservazione i propri impianti.
E non mancano le sorprese. Gli Stati dove gli impianti evidenziano le maggiori preoccupazioni sono proprio quelli economicamente e geopoliticamente più influenti: Stati Uniti, Russia e Cina.
E non mancano le sorprese. Gli Stati dove gli impianti evidenziano le maggiori preoccupazioni sono proprio quelli economicamente e geopoliticamente più influenti: Stati Uniti, Russia e Cina.
Stati uniti. È qui che si registrano i maggiori allarmi. Un'inchiesta elaborata da Associated Press in collaborazione con la Nuclear Regulatory Commission esprime serie apprensioni sullo stato di salute delle centrali, definite “vecchie e insicure”[1].
L’indagine prende in esame gli impianti sotto il profilo della sicurezza e dell’invecchiamento delle strutture svelando tutta la fragilità dell’industria nucleare civile americana. In 48 siti su 65 c’è una perdita di trizio radioattivo dovuta alla corrosione delle tubature. Sotto le vecchie centrali costruite negli anni ‘60 e ’70 ci sono, infatti, chilometri di tubazioni che stanno letteralmente andando in pezzi. In almeno 37 centrali sarebbe confermata la perdita di trizio in quantità centinaia di volte superiori ai limiti federali. Nella maggior parte dei casi, le perdite sarebbero circoscritte alle aree degli impianti, ma in alcuni casi sono state rinvenute tracce ben oltre il perimetro delle centrali. Il rapporto rivela che le fughe, a volte, possono rimanere nascoste per anni. Alla base della gran parte delle perdite, più dell’inadeguatezza dei materiali impiegati, c'è la corrosione causata da decenni di impiego. Fra il 2000 e il 2010, si sono contate 38 perdite di trizio, circa i due terzi delle quali negli ultimi 5 anni. In un complesso dell’Alabama, ad esempio, nell’aprile dello scorso anno il terreno ha subito la contaminazione a causa di una tanica che conteneva circa 4000 litri di acqua inquinata con 2 milioni di picocurie (unità di misura della radioattività) per litro. Nelle acque potabili questo avrebbe potuto significare un superamento di 100 volte dello standard di salute stabilito dalla U.S. Environmental Protection Agency (EPA).
In nessun caso, stando al rapporto, si sarebbe comunque verificata una contaminazione delle falde acquifere. Ma nella storia dell’industria americana, ricordano gli attivisti dello Union of Concerned Scientists, sono state più di 400 le perdite radioattive registrate.
In nessun caso, stando al rapporto, si sarebbe comunque verificata una contaminazione delle falde acquifere. Ma nella storia dell’industria americana, ricordano gli attivisti dello Union of Concerned Scientists, sono state più di 400 le perdite radioattive registrate.
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Inchieste P3 e P4, la rivincita di de Magistris
Sul suo blog, con orgoglio, il neosindaco di napoli parla delle inchieste da lui condotte e che gli furono sottratte, nelle quali aveva gia’ individuato alcuni di quei personaggi indagati
Prima che politico nelle file dell’Idv, Luigi de Magistris è stato un Magistrato. E che Magistrato. I nomi degli indagati nelle inchieste relative alle nuove Logge massoniche P3 e P4, sono gli stessi da lui individuati tra il 2005 e il 2007 nelle inchieste Poseidone e Why not. Quest’ultima è attualmente oggetto di un processo a Salerno, dove lo stesso neo Sindaco di Napoli è perfino parte offesa, ma di cui poco si sente parlare.
I SOLITI NOTI – Nel suo Blog, de Magistris parla con orgoglio delle sue inchieste e di come quei personaggi siano rispuntati negli attuali processi.
Pochi mesi fa, il racconto delle inchieste di Roma, Firenze e Perugia sulla P3. Nella cronaca recente, i magistrati di Salerno – che indagavano sugli eventuali illeciti da me commessi quando ero pm a Catanzaro e poi, invece, hanno accertato che nulla avevo fatto- hanno scoperto recentemente la nuova P2, di cui anche io mi ero occupato. Questi personaggi adesso noti – i Bisignani, i Papa, i Miller, esponenti dei vertici della Guardia di Finanza da Paoletti ad Adinolfi- erano negli atti delle mie inchieste, le stesse che mi furono sottratte, che mi hanno causato il trasferimento, che mi sono costate le funzioni di pm (…) In quel periodo, però, rimasi isolato. Quelli che oggi si meravigliano del coinvolgimento di Papa sono gli stessi che sapevano cosa egli facesse, che ne erano a conoscenza almeno dal 2006, 2007 e 2008, cioè quando denunciai ciò che accadeva e quando i magistrati di Salerno iniziarono ad indagare, pagando poi quelle indagini con il trasferimento.
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Rifiuti,Caldoro firma l’ordinanza tra polemiche e ricorsi
Giunge l'OK di Liguria ed Emilia Romagna.
NAPOLI - Firmata l’ordinanza per il conferimento dei rifiuti negli impianti di Avellino, Benevento e Caserta, da parte del Governatore della Campania Caldoro, mentre Liguria ed Emilia Romagna fanno giungere le loro adesioni ad accogliere l’ immondizia della nostra Regione. I rifiuti di Napoli e della sua provincia, in attesa dell'avvio dei trasferimenti fuori regione, finiranno nelle discariche di San Tammaro, Savignano Irpino e Sant'Arcangelo Trimonte, così da consentire lo svuotamento degli stir napoletani. Un ulteriore sforzo era stato già chiesto dalla Regione alle Province attraverso un dispositivo 'rafforzato' che aumentasse i quantitativi di immondizia da portare altrove. Il sentiero dell'ordinanza siglata dal numero uno di palazzo Santa Lucia porterà negli impianti di Avellino, Benevento e Caserta circa 1500 tonnellate al giorno. Soddisfatto si reputa il sindaco di Napoli Luigi de Magistris per il provvedimento che consentirà alla città di tornare alle condizioni di normalità. De Magistris e il vicesindaco Tommaso Sodano avevano insistito sull’ ordinanza, sottolineando che nelle discariche di Avellino e Caserta "vi esiste ancora una disponibilità ad accogliere 100mila tonnellate".Su tutte le furie il presidente della provincia di Caserta Zinzi che ha già dato mandato ad un legale di presentare un ricorso d'urgenza al Tar contro questa decisione ingiusta ed inaccettabile. Nella discarica di San Tammaro non può arrivare la spazzatura di Napoli”.
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Scalia, Ronchi e Urso (Fli), altri tre convertiti sulla via del Pdl
ROMA - Quando si dice la forza della persuasione... Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Pippo Scalia, tutti e tre esponenti di Fli, hanno abbandonato il loro partito, per ora spostandosi nel Gruppo Misto della Camera dei Deputati. Nella loro nota, i tre spiegano che sono stati convinti dalla proposta avanzata da Angelino Alfano nei giorni scorsi, di creare "una costituente popolare per realizzare in Italia un soggetto politico che si ispiri ai valori e ai programmi del Ppe" (che è quello che Berlusconi dice da 15 anni almeno, ndr). E poi si aggiunge: "La proposta di Angelino Alfano di una costituente popolare per realizzare in Italia un soggetto politico che si ispiri ai valori e ai programmi del Ppe e la decisione di Berlusconi di non ricandidarsi nel 2013 (già smentita da almeno tre diverse dichiarazioni del premier e di una di ALfano nella sola giornata di ieri, ndr), con la scelta delle primarie quale strumento di rinnovamento e di partecipazione popolare, aprono nuovi scenari per il centrodestra italiano. Da subito quindi intendiamo lavorare, in piena autonomia e senza vincoli di partito, per costruire la nuova casa dei moderati".
Insomma, la campagna acquisti di Berlusconi continua ad ottenere risultati. A quando l'entrata dei tre (o almeno di Ronchi ed Urso) nel governo?
Insomma, la campagna acquisti di Berlusconi continua ad ottenere risultati. A quando l'entrata dei tre (o almeno di Ronchi ed Urso) nel governo?
Brunetta e Titti sposi a Ravello, non ci saranno Berlusconi e Tremonti
Amalfitano, fedele collaboratore del ministro, risponde così, escludendo un'anticipazione di 24 ore del matrimonio, a un'ipotesi avanzata su alcuni siti di informazione per i timori di una 'calata' dei precari che, nei giorni scorsi, via web si sono dati la voce per rovinare la festa al ministro,protagonista di una recente uscita poco felice nei confronti dei precari della pubblica amministrazione.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Brunetta-e-Titti-sposi-a-Ravello-non-ci-saranno-Berlusconi-e-Tremonti_312223198730.html
Weekend 'rovente' da Nord a Sud Lunedì bollino rosso in sei città
Roma, 9 lug. (Adnkronos) - Un weekend all'insegna del caldo è quello che emerge dai bollettini di vigilanza meteo della Protezione Civile. Oggi le temperature sono alte specialmente a Bolzano, Bologna, Messina, Perugia, Pescara, Rieti dove è previsto il livello 2, mentre rimangono Viterbo, Torino, Reggio Calabria, Napoli, Genova, Frosinone, Catania e Cagliari le città più fresche d'Italia.
Domani le temperature aumenteranno ancora e Perugia supererà il livello d'allarme raggiungendo temperature oltre i 35 gradi. Giornata a rischio invece lunedì 11 quando si supererà il 'livello 3', quello più alto, in 6 città italiane (Bolzano, Bologna, Messina, Perugia, Pescara e Rieti) dove per i prossimi giorni si manterrà una condizione di caldo con picchi superiori ai 40 gradi.
La protezione Civile consiglia di non uscire nelle ore più calde, dalle 12 alle 18, soprattutto ad anziani, bambini molto piccoli, persone non autosufficienti o convalescenti e invita a mangiare molta frutta ed evitare bevande alcoliche e caffeina.
Mafia: gip Palermo concede domiciliari a Ciancimino
Palermo, 9 lug. - (Adnkronos) - Arresti domiciliari per Massimo Ciancimino. Il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, in carcere da aprile per calunnia ai danni dell'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, e per detenzione di esplosivo, lascia il carcere.
Nei conti Fininvest un paracadute d'oro
A fine 2009 nel portafoglio di via Paleocapa c'erano 701 milioni di euro. Quanto resta dei 2 miliardi incassati nel 2005 con il collocamento in Borsa del 16,6% di Mediaset. Un tesoretto che ha consentito alla cassaforte del premier di non accantonare fondi a bilancio in vista di una sentenza negativa sul lodo di Segrate. Ma il colpo resta pesante
di ETTORE LIVINIIl colpo finanziario resta comunque pesante. Anche perché in casa Berlusconi, in questo 2011 non proprio brillantissimo, piove sul bagnato. La tegola Mondadori è infatti solo l'ultimo atto di un anno finanziariamente tutto in salita. Il titolo Mediaset ha perso da gennaio il 30% circa bruciando quasi 800 milioni di valore dalla quota in portafoglio alla Fininvest. Endemol, la società di produzione de Il Grande Fratello partecipata da Telecinco, naviga in acque agitate, schiacciata da 2 miliardi di debiti. E l'unica vera soddisfazione degli ultimi mesi è arrivata per assurdo dalla pecora (rosso) nera - finanziariamente parlando - di famiglia: quel Milan che dopo aver perso per anni a bocca di barile (Berlusconi ha staccato nel tempo assegni per 500 milioni per il club) è riuscito almeno a regalare al Cavaliere lo scudetto.
Tanti guai, insomma, ma nessuna crisi. Il bilancio 2010 della Fininvest è andato in archivio malgrado tutto con un utile di 160 milioni. Anche se i soci di Arcore, il premier e i cinque figli, hanno deciso alla luce del periodo di vacche magre di non staccare quest'anno nessun dividendo. Fieno in cascina comunque ce n'è visto che dal 2005 avevano incassato cedole per un miliardo.
Caso Milanese, svolta nell'inchiesta scoperto il manuale delle nomine
La mappa delle spartizioni nelle aziende pubbliche
Borgogni (Finmeccanica): decidevano tre ministeri
ROMA - Alla fine è saltato il tappo, a Roma come a Napoli. All’indomani della richiesta di arresto per il parlamentare Pdl, Marco Milanese, la procura di Napoli cala le carte, quasi tutte. E rivela a sostegno delle accuse contro l’ormai ex consulente del Tesoro le dichiarazioni di imprenditori e i manager di Stato. Alcuni nauseati dal sistema, altri terrorizzati dall’idea di spostarsi dalle poltrone dei loro uffici alle panche delle aule giudiziarie. Tutti hanno disegnato lo stesso sistema di spartizione, con gli stessi attori e con le medesime bassezze. Così l’inchiesta sulla presunta corruzione di Marco Milanese si è mescolata con quella sulle nomine pilotate in Enav; e poi con l’altra, sulla presunta loggia P4 di Luigi Bisignani. Per diventare un unico grande calderone giudiziario in cui si racconta come i vertici delle aziende di Stato, da Finmeccanica a Trenitalia, dall’Eni fino alle consociate, sia «roba loro». Cioè della fame di politici e ministri, che indicano nomi e cognomi - anche senza requisiti - di chi deve accomodarsi nei consigli di amministrazione e persino nei collegi sindacali, in un calderone in cui i secondi, che dovrebbero verificare l’attività dei primi, in realtà sono espressione degli stessi referenti politici.
Lo schema Finmeccanica. A far comprendere ai magistrati napoletani quanto la presunta illegalità delle operazioni di lobbing di Luigi Bisignani fosse poca cosa di fronte a quello che poteva mettere in campo Marco Milanese, è stato un appunto sequestrato nel computer di Lorenzo Borgogni, potente capo delle Relazione Esterne di Finmeccanica e tra i principali collaboratori del presidente Guarguaglini. E’ intitolato ”membri esterni controllate per Milanese.doc»; e indica uno per uno i nomi dei membri dei cda e dei collegi sindacali delle principali società controllate dal colosso di piazza Montegrappa. C’è Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare, Oto Melara, Elsag Datamat, Selex Sema, Selex Galileo e Wass. Accanto ai soggetti da nominare i politici di riferimento, talvolta indicati per nome, altre volte per partito.
La collaborazione del manager. E’ un emotivo, Lorenzo Borgogni. Ha la parlata del toscanaccio, ma non l’impertinenza dei suoi compaesani. Ci mette un attimo a capire che dopo la perquisizione del Ros nei suoi uffici, è arrivato il momento di parlare, almeno di quello che succede nelle circa duecento società controllate da Finmeccanica, distinguendole tra quelle di primo, secondo e terzo livello, in ordine di importanza. Quindi snocciola nomi e padrini politici, con una premessa: «Per quanto riguarda le società di primo livello, che saranno una quindicina, io preparo un prospetto con le cariche in scadenza e lo mando ai tre ministeri, Tesoro, Difesa e Sviluppo Economico, a Palazzo Chigi e agli altri consiglieri di amministrazione espressione della politica».
I referenti politici. Borgogni racconta cosa è accaduto negli ultimi tre anni: «In questo periodo, Squillace è espressione del ministro della difesa La Russa, il consigliere Galli per la Lega mentre per lo Sviluppo Economico (Scajola) il riferimento è stato il consigliere Alberti, anche se formalmente espressione dell’azionista Mediobanca».
Lo schema Finmeccanica. A far comprendere ai magistrati napoletani quanto la presunta illegalità delle operazioni di lobbing di Luigi Bisignani fosse poca cosa di fronte a quello che poteva mettere in campo Marco Milanese, è stato un appunto sequestrato nel computer di Lorenzo Borgogni, potente capo delle Relazione Esterne di Finmeccanica e tra i principali collaboratori del presidente Guarguaglini. E’ intitolato ”membri esterni controllate per Milanese.doc»; e indica uno per uno i nomi dei membri dei cda e dei collegi sindacali delle principali società controllate dal colosso di piazza Montegrappa. C’è Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare, Oto Melara, Elsag Datamat, Selex Sema, Selex Galileo e Wass. Accanto ai soggetti da nominare i politici di riferimento, talvolta indicati per nome, altre volte per partito.
La collaborazione del manager. E’ un emotivo, Lorenzo Borgogni. Ha la parlata del toscanaccio, ma non l’impertinenza dei suoi compaesani. Ci mette un attimo a capire che dopo la perquisizione del Ros nei suoi uffici, è arrivato il momento di parlare, almeno di quello che succede nelle circa duecento società controllate da Finmeccanica, distinguendole tra quelle di primo, secondo e terzo livello, in ordine di importanza. Quindi snocciola nomi e padrini politici, con una premessa: «Per quanto riguarda le società di primo livello, che saranno una quindicina, io preparo un prospetto con le cariche in scadenza e lo mando ai tre ministeri, Tesoro, Difesa e Sviluppo Economico, a Palazzo Chigi e agli altri consiglieri di amministrazione espressione della politica».
I referenti politici. Borgogni racconta cosa è accaduto negli ultimi tre anni: «In questo periodo, Squillace è espressione del ministro della difesa La Russa, il consigliere Galli per la Lega mentre per lo Sviluppo Economico (Scajola) il riferimento è stato il consigliere Alberti, anche se formalmente espressione dell’azionista Mediobanca».
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Fininvest, la holding del Cavaliere
Conti, partecipazioni e struttura di controllo della Finanziaria della famiglia Berlusconi
MILANO - Fininvest è la holding che raggruppa le proprietà della famiglia Berlusconi, ha un patrimonio di 2,5 miliardi e ha registrato utili nel 2010 per 87,1 milioni decidendo però di non versare alcun dividendo ai soci. Solo l'anno prima aveva distribuito cedole per 200 milioni di euro e così la decisione è stata collegata dagli osservatori all'imminente decisione sul Lodo Mondadori: anche dieci giorni fa, approvando i dati di bilancio, la finanziaria aveva però ribadito la convinzione che non ci fosse proprio alcun danno da risarcire, decidendo di non accantonare alcuna cifra per la vicenda.
L'intero gruppo che fa capo a Fininvest conta su ricavi per ben 5,8 miliardi e utili per 160,1 milioni. A fine anno aveva un indebitamento netto di 1,3 miliardi. La holding controlla il 39% di Mediaset, il 50% di Mondadori, il 36% di Mediolanum, oltre al Milan (100%) e al Teatro Manzoni (100%). Fa capo alla finanziaria anche la quota del 2% di Mediobanca, il 'salotto buono' della finanza milanese: l'1% è conferito al patto di sindacato, e per la famiglia partecipa il presidente Fininvest Marina Berlusconi, consigliere anche dell'istituto di Piazzetta Cuccia. Fininvest ha poi una quasi il 24% di Molmed, lo spin off quotato del San Raffaele attivo nella ricerca oncologica, e il 2,06% di Aedes.
La famiglia Berlusconi controlla Fininvest tramite otto finanziarie, denominate tutte Holding Italiana, ma con diversa numerazione. Inizialmente queste 'scatole' erano ben 22, ridotte a otto dopo l'ultimo riassetto del 2004. Il controllo fa sempre capo a Berlusconi con il 63% del capitale (tramite la Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava). I figli del primo matrimonio Marina (è anche presidente Mondadori) e Piersilvio (vice presidente Mediaset) hanno una quota del 7,65% a testa (rispettivamente attraverso le holding Quarta e Quinta).
Nell'estate del 2005 anche i figli di secondo letto, Barbara, Eleonora e Luigi, hanno ricevuto una quota del patrimonio e hanno attualmente il 21,4% di Fininvest (attraverso la holding Quattordicesima). Tra le vicende famigliari, resta intanto ancora aperta la causa di separazione tra Berlusconi e Veronica Lario, e con essa ogni eventuale impatto sul patrimonio di famiglia.
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http://www.repubblica.it/economia/2011/07/09/news/fininvest_la_holding_del_cavaliere-18883786/
Inchiesta P4: Di Pietro, e' peggio di Tangentopoli
Roma, 9 lug. (Adnkronos) - ''Qui e' peggio che nel periodo di Tangentopoli". Antonio Di Pietro, ai microfondi di Skytg24, parla dell'inchiesta P4 a Napoli e sui risvolti che hanno coinvolto alcuni deputati del Pdl. ''Dobbiamo inserire subito delle regole", dice l'ex pm, perche' chi e' rinviato a giudizio, ''non puo' essere candidato ne' a livello locale ne' a livello centrale''.
Lodo Mondadori, risarcimento da 560 mln a Cir. Marina Berlusconi: ''Aggressione contro mio padre''
La sentenza è stata depositata questa mattina. In primo grado Fininvest era stata condannata a versare 750mln alla Cir.
Caraffe filtranti, primi indagati «Peggiorano la qualità dell'acqua»
Accuse della Procura di Roma. I produttori: nessun rischio. Problema del deterioramento del filtro
L'iniziativa del pm Mario Dovinola è supportata da una perizia eseguita dal nucleo antisofisticazione dei carabinieri il cui contenuto resta al momento segreto. La decisione assieme all'annuncio che per il momento non ci sono altri provvedimenti annunciati «non abbiamo previsto sequestro») si annuncia tuttavia controversa. Sia perché i produttori del filtro potrebbero essere più d'uno (quanti?) e non solo la tedesca Brita leader del settore ma anche perché tra i reati ipotizzati inizialmente - commercio di sostanze dannose alla salute, violazione della normativa sullo smaltimento dei rifiuti, frode in commercio - quella di violazione delle norme sugli alimenti sembrava solo una fra le tante e neppure, forse, la più probabile. Esempio: dalla perizia commissionata qualche mese fa dal pm torinese Raffaele Guariniello risulterebbe altro. Che cioè il filtro delle caraffe non migliorerebbe la qualità dell'acqua di per sé potabile. Al contrario la impoverirebbe di calcio (ad esempio) e altri sali ai quali siamo abituati o che ci sono necessari. Dalle prove effettuate fra settembre e novembre 2010 dai ricercatori dell'università La Sapienza di Roma, affiorava poi il problema del deterioramento progressivo del filtro. Inutile o addirittura dannoso? Inefficace o veicolo di colture batteriologiche? Insomma la questione è complessa.
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Israele, 124 arresti filo-palestinesi
(ANSA) - TEL AVIV - Sono complessivamente 124 gli attivisti filo-palestinesi bloccati ieri all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per impedire loro di inscenare manifestazioni anti-israeliane. Una fonte carceraria israeliana ha precisato che si tratta di 76 donne e di 48 uomini che hanno trascorso la notte in due carceri.
“Quelli del PdL sfruttano Lucio Battisti”
La vedova del musicista: “Li querelo”
In effetti sembrava un po’ troppa, l’attrazione per la festa del PdL a Mirabello (con ospite, tra gli altri, il direttore del telegiornale di Rai Uno Augusto Minzolini, tv pagata dal nostro canone) per fare un dispetto ai finiani, e l’uso continuo delle canzoni di Lucio Battisti per lo stesso motivo. Ora però c’è chi si arrabbia: la vedova del musicista, Grazia Letizia Veronese, si sfoga con Repubblica:
Continua ...Al telefono è furibonda la vedova di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese. «Devono lasciare stare mio marito che non si può difendere. Nessuno lo può usare, tanto meno un partito. Sono io la titolare dei diritti e della persona. L’ho anche detto al ministro La Russa ma vedo che la festa è cominciata e si chiama “Il nostro canto libero”. Signora, è comunque un omaggio a Lucio Battisti, alla sua musica. «Ma stiamo scherzando? Chi lo decide? Loro? Se le scriva La Russa le canzoni e poi può anche usarle per le sue manifestazioni». Gli ha parlato? «Ho parlato con tutti, con lui e con il senatore Balboni che è l’organizzatore. Mi hanno rassicurata. Poi mi arrivano notizie che queste giornate sono tutte all’insegna della musica di mio marito» . E’ vero. Ogni giorno il titolo di una canzone. Ieri Un’avventura, oggi Emozioni. «Ecco, appunto. Non possono farlo. Si meritano una querela». (a.lo.)
http://www.giornalettismo.com/archives/132910/quelli-del-pdl-sfruttano-lucio-battisti/
Silvio è rovinato: deve 560 milioni a De Benedetti per la Mondadori
La sentenza d’appello conferma la condanna e sconta un quarto della pena pecuniaria
Condannato, tanto per cambiare. E con 560 milioni di euro da pagare a De Benedetti. La Corte civile d’appello ha regalato alla FIninvest un’altra condanna, e ha scontato soltanto un quarto rispetto a quella del giudice Mesiano, che aveva calcolato in 750 milioni l’importo dei danni.
LA CAUSA – La causa, per cui e’ previsto il verdetto di secondo grado, non e’ altro che la conseguenza, in sede civile, di un processo penale finito nel 2007 con le condanne definitive, per corruzione in atti giudiziari, del giudice Vittorio Metta e degli avvocati Cesare Previti, Giovanni Acampora e Attilio Pacifico. La Cassazione, che aveva cristallizzato l’ipotesi della Procura milanese, aveva confermato che la sentenza del 1991 della Corte d’Appello di Roma sfavorevole a Carlo De Benedetti nello scontro con Silvio Berlusconi per assicurarsi il controllo della casa editrice fu ‘comprata’ corrompendo il giudice Metta con almeno 400 milioni di lire provenienti dai conti esteri di Fininvest. Il premier venne prosciolto per prescrizione in modo irrevocabile nel novembre 2001.
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Sbarcati a Lampedusa oltre 1.000 profughi. Salta la visita di Berlusconi sull'isola
Alle operazioni di soccorso, che si sono concluse poco dopo le 6.30, hanno partecipato due motovedette della Guardia Costiera e due della Guardia di Finanza. Il primo sbarco è avvenuto alle 23.30 con 158 profughi, tra i quali 28 donne e 12 bambini. Il secondo sbarco è avvenuto alle 4.45 con 340 profughi a bordo, tra cui 30 donne e 11 bambini. Alle 5.30 il terzo sbarco con 303 migranti, tra cui 42 donne e quattro minori. Le operazioni si sono svolte regolarmente.
La prescrizione breve e il malcontento generale
In un articolo sul quotidiano "La Repubblica" il giornalista Alexander Stille, sulla tanto discussa legge sulla "prescrizione breve", attualmente all'esame del Parlamento italiano, ha sostenuto che il vero scandalo di tale provvedimento è semplicemente il fatto che la prescrizione può scattare a processo già iniziato. Egli scrive: "La prescrizione esiste per i reati minori in tutti i sistemi per un buon motivo: impedire ai procuratori di pescare nel passato lontano per colpire un avversario. Ma una volta iniziato il processo non ci può più essere la prescrizione: così funziona in USA, in Gran Bretagna, in Olanda e così via. Altrimenti si cercano degli incentivi perversi per allungare i processi".
In altre parole, sostiene Stille, questa anomalia tutta italiana incoraggerebbe strategie di dilazione tramite mille cavilli che farebbero finire i processi in un modo che non ha niente a che fare con la giustizia.
Non si vuole qui criticare l'articolo, né tanto meno entrare nel merito del problema sostenendo una tesi piuttosto che l'altra, tanto più che la legge, come detto, dovrà ancora essere approvata dal Parlamento. Si vuole però attirare l'attenzione sui numerosi commenti che hanno accompagnato l'articolo e che dimostrano quanto il problema sia sentito dagli italiani.
Sono quasi tutti dello stesso tenore e colpiscono soprattutto frasi di questo genere: "E' una democrazia l'Italia? Mi vuole prendere per i fondelli? Spiace tanto per gli italiani onesti, ma questo Paese è lo schifo più grande che esiste al mondo". E ancora: "Sarebbe un'offesa per gli Africani paragonare l'Italia all'Africa. Non esiste proprio paragone se non con Hitler e Mussolini". Altre frasi sconcertanti: "Io me ne andrò da questa feccia, state pure con un criminale abituale malato di mente! Addio ad un Paese che ora fa solo schifo, schifo, schifo...". Oppure: "La parodia della democrazia è peggio della tirannia. Oggi appenderò alla finestra un Tricolore con nastro nero, a lutto. Spero che lo facciano anche altri, molti".
Continua ...
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