Confermate le anticipazioni di Repubblica: il coordinatore Pdl e il senatore rischiano il processo per un sodalizio "volto a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali". Nicola Cosentino è accusato di diffamazione e violenza privata ai danni dell'attuale governatore campano Stefano Caldoro. Decade l'accusa di corrusione per il governatore sardo Ugo Cappellacci: contestato solo l'abuso di ufficio
ROMA - Come anticipato da Repubblica 1, la Procura di Roma ha concluso l'indagine sulla cosiddetta "P3". L'atto di chiusura dell'inchiesta conferma per il coordinatore del Pdl Denis Verdini e per il senatore del Pdl Marcello dell'Utri il rischio, già paventato nell'articolo di Repubblica, del processo per associazione segreta. Un'associazione, si legge nel documento della Procura, "volta a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali".Ma Verdini e Dell'Utri non sono i soli sulla graticola dell'indagine condotta dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto Rodolfo Sabelli. Nell'atto di chiusura dell'indagine si conferma anche la presenza degli altri nomi eccellenti entrati nei mesi scorsi sul taccuino degli inquirenti.
A cominciare da Nicola Cosentino. Per l'ex sottosegretario all'Economia e coordinatore Pdl per la Campania, il rischio è concreto il processo di un processo per diffamazione e violenza privata ai danni dell'attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, attuata prima che Caldoro fosse scelto come candidato del Pdl alle regionali. Cosentino, avrebbe agito assieme al faccendiere Flavio Carboni, ad Arcangelo Martino, ex assessore comunale di Napoli, e all'ex giudice tributarista Pasquale Lombardi, attraverso la diffusione "a mezzo internet di false notizie di contenuto diffamatorio" nei confronti di Caldoro. "In particolare - si legge nella ricostruzione agli atti - facevano pubblicare un articolo su un blog che riferiva della frequentazione di transessuali da parte dell'attuale presidente della Regione Campania".
Al governatore della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, la Procura di Roma contesta l'abuso d'ufficio in merito alla nomina di Ignazio Farris all'Agenzia regionale per l'ambiente della Sardegna. Decade, invece, a carico di Cappellacci l'accusa di corruzione. Nell'atto di chiusura indagine i pm scrivono che il governatore sardo "nella sua qualità di presidente della giunta regionale deliberava su istigazione di Flavio Carboni e Denis Verdini, i quali a loro volta agivano previo accordo e in concorso con dell'Utri e con Farris, per la nomina di quest'ultimo a direttore generale dell'Arpa Sardegna". Tutto ciò in violazione della stessa legge della Regione Sardegna che prevede per questa nomina una procedura "ad evidenza pubblica".
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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/08/08/news/p3_chiuse_indagini-20194702/