Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 14 dicembre 2013
Equo compenso: da gennaio smartphone, tablet & C. potrebbero costare di più
Per via di un emendamento della Legge di stabilità rischia di aumentare la "tassa" Siae che grava su tutti i dispositivi dotati di memoria. "Sono soldi sottratti all'industria dell'elettronica e quindi alle tasche dei consumatori"
di ALESSANDRO LONGO
DA GENNAIO smartphone, tablet, computer, hard disk e altri dispositivi elettronici potrebbero costare una manciata di euro in più per via di un emendamento inserito nella Legge di Stabilità, in discussione alla Camera e che quasi certamente tornerà al Senato. L'emendamento prevede infatti di aumentare la "tassa" Siae che grava su tutti i dispositivi dotati di memoria. Tecnicamente si chiama "equo compenso" ed è inteso come un modo per compensare i detentori di copyright per eventuali usi illeciti che gli utenti possono fare con quei dispositivi (cioè download di musica o film pirata). L'equo compenso va infatti alla Siae e, secondo le prime stime, "l'aumento ora deciso sarà del 70 per cento, quindi Siae ne ricaverà 210 milioni di euro all'anno invece dei soliti 80 milioni euro. Sono soldi sottratti all'industria dell'elettronica e quindi alle tasche dei consumatori", spiega Guido Scorza, avvocato esperto della materia. "Significa che un iPhone 16 GB costerà circa 4 euro in più, poiché la componente dell'equo compenso passerà, con questo aumento, dagli attuali 90 centesimi a 5,20 euro. Per i tablet si passa dai 3,20 ai 5,20 euro, per i computer da 3,20 a 6 euro", aggiunge.
L'aumento - se l'emendamento alla fine dell'iter della legge resterà così com'è - è giustificato con l'idea di portare l'equo compenso al livello della media europea, calcolata però in modo assai singolare: escludendo cioè quei Paesi dove questa tassa non è presente (Regno Unito e Spagna). Insomma, la media tiene conto solo dei valori nei Paesi dove è in vigore l'equo compenso. Lo scopo è promuovere le attività culturali, come ha dichiarato ieri Francesco Ribaudo (PD), primo firmatario dell'emendamento. Infatti, "il 50 per cento delle somme raccolte attraverso l'adeguamento dei parametri dell'equo compenso sarà destinato dalla Siae al sostegno delle attività previste dallo statuto della stessa società degli autori ed editori. E in particolare serviranno per erogare borse di studio, finanziamenti ed altri benefici in favore dei nuovi talenti nei campi della musica, del cinema, del teatro e della letteratura", dice. Una volta approvata la legge di Stabilità, sarà un decreto un decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ad aggiornare i compensi previsti per ciascun dispositivo.
A far discutere è la logica con cui si tolgono soldi all'industria innovativa per favorire quella culturale. "Dobbiamo subito ribadire che nuovi aggiuntivi balzelli non farebbero che penalizzare ulteriormente l'innovazione tecnologica", dice Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, l'Associazione Nazionale Industrie Informatica. "Se implementata, questa richiesta si trasformerebbe, di fatto, in un costo aggiuntivo che graverebbe sui consumatori e sulle famiglie, generando il concreto rischio di allargare il digital divide italiano".
Ma come si è arrivati a questo emendamento? Un mese fa il presidente Siae Gino Paoli aveva scritto al ministro dei Beni e delle Attività Culturali Massimo Bray di aumentare l'equo compenso. A questo scopo, proponeva di attivare un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con tutte le rappresentanze di categoria interessate. Non solo con la Siae, quindi, ma anche con associazioni tecnologiche e dei consumatori. L'emendamento però va oltre persino la stessa richiesta di Paoli, introducendo subito l'aumento, senza bisogno di tavoli tecnici e soprattutto senza sentire le altre campane.
Per altro, l'emendamento arriva negli stessi giorni della delibera Agcom contro la pirateria sul web: un'altra misura che, con un impatto sui canali digitali, favorisce l'industria del copyright. La stessa Legge di Stabilità contiene inoltre una misura che comincia a far discutere perché è pensata solo a favore dei libri cartacei, escludendo gli e-book. "Per favorire una maggiore diffusione della lettura dei libri cartacei è riconosciuta una detrazione fiscale del 19% sulle spese sostenute nel corso dell'anno solare per l'acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di € 2000, di cui € 1000 per i libri scolastici ed universitari ed € 1000 per tutte le altre pubblicazioni", si legge in una nota di Palazzo Chigi. Dal punto di vista del supporto all'innovazione, insomma, la Legge di Stabilità 2014 si presenta altalenante: da una parte prevede incentivi fiscali e un voucher a fondo perduto per gli investimenti tecnologici delle Pmi; dall'altra, misure che rischiano di penalizzare la diffusione di tecnologie tra i consumatori.
Iscriviti a:
Post (Atom)