domenica 11 settembre 2011

Anno scolastico 2011/2012: tutte le novità

Dai nuovi licei alle borse di studio, passando per i libri digitali

Sono complessivamente quasi 8milioni gli studenti iscritti per l’anno scolastico 2011/2012. Le iscrizioni, spiega una nota del ministero dell’Istruzione, tendono a diminuire nel Nord-Est, nel Sud e nelle Isole; aumentano invece nel Nord-Ovest e nel Centro. Il numero di studenti per classe rientra nella media Ocse. Dal numero degli alunni ai libri digitali, ecco i numeri e le novita’ del ritorno sui banchi:

ISCRIZIONI - Tutti i nuovi Licei introdotti dalla Riforma registrano una crescita delle iscrizioni. Aumentano gli iscritti agli Istituti tecnici, mentre diminuiscono quelle ai professionali.

TEMPO PIENO – Prosegue anche l’incremento del tempo pieno: dall’anno scolastico 2003/04, 270mila alunni e 7mila classi in piu’. Per l’anno scolastico 2011/2012, il Miur ha avviato l’immissione in ruolo di 30.300 docenti e di 36mila Ata

FONDAZIONE PER IL MERITO – Dal prossimo anno scolastico gli studenti che hanno sostenuto l’esame di Stato avranno la possibilita’ di affrontare un ulteriore test nazionale che mettera’ in palio borse di studio da 10mila euro, per un totale di 30milioni. La partecipazione alle prove sara’ volontaria, ma potranno essere sostenute solo dagli studenti che conseguiranno alla maturita’ un punteggio di almeno 80/100. I test saranno elaborati dall’Invalsi e non valuteranno la preparazione strettamente scolastica degli studenti ma le competenze di base, dalla comprensione del testo alla logica. SPERIMENTAZIONE TEST INVALSI A ESAMI DI STATO – Con il prossimo anno scolastico partira’ la sperimentazione dei test Invalsi all’Esame di Stato. I test si svolgeranno in scuole campione, su base volontaria. L’Invalsi inoltre rivedra’, a campione, anche i temi d’italiano della esame di Stato.

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Tav: confermati arresti attiviste fermate in Valsusa

Torino, 11 set. - (Adnkronos) - Restano in carcere le due cittadine italiane, una 38enne residente a Chiomonte e una ventenne di Rovereto, arrestate dalla digos e dai carabinieri venerdi' notte a seguito dei disordini verifitisi nei pressi del cantiere dell'alta velocita' della Maddalena, in Val di Susa. Il tribunale ha infatti convalidato l'arresto.

Fini: "Ci saranno mesi difficili, il Terzo Polo si candida alla guida del Paese"

Mirabello (Ferrara), 11 set. (Adnkronos) - "Sappiamo che ci saranno mesi difficili, come lo sono stati quelli precedenti, ma è proprio nei momenti difficili che dobbiamo raddoppiare gli sforzi". Così il leader di Futuro e Libertà Gianfranco Fini nel suo intervento dal palco di Mirabello per la conclusione della Festa tricolore. Fini ha sottolineato che Fli "non è un'espressione virtuale e sta mettendo radici". Per Fini il Terzo Polo deve allora rompere gli indugi: "Dobbiamo candidarci alla guida del Paese, altrimenti non faremo breccia".

Gianfranco Fini
Uno scrosciante applauso accoglie a Mirabello il presidente della Camera quando ringrazia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "per il suo modo di concepire le istituzioni" un modo non strumentale rispetto "ad altri obiettivi non sempre nobili e necessari". Fini sottolinea che Napolitano "si è confermato un punto di riferimento per gli italiani che si sono ritrovati uniti attorno alla bandiera" nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Ed è stato merito del capo dello Stato quello di rispondere a tono "alle provocazioni anche volgari di chi invocava inesistenti entita' culturali", ha detto Fini riferendosi implicitamente alla Padania. Ma il Nord, ha proseguito "non ha bisogno di ampolle, di riti, di camice verdi ma di un governo che governi".

Poi Fini guarda all'anno trascorso dalla rottura con Berlusconi: "Non siamo pentiti di quel dito puntato" perché l'aver lasciato il Pdl non è stato un sabotaggio nei suoi confronti ma un atto d'amore nei confronti dell'Italia". Noi aggiunge dobbiamo andare avanti: "Non avere esitazioni, andare avanti con maggiore determinazione" rispetto alla linea di opposizione nei confronti dell'attuale governo.

Un governo, ha sottolineato, che vede la situazione inedita di considerare "la legalità un impaccio" mentre alla sua testa c'è chi mostra di disprezzare l'Italia "cosa che nessun predecessore si sarebbe mai sognato di fare".

Fini ha quindi rivendicato la scelta effettuata un anno fa sottolineando che è stata fatta anche per tenere alti "i valori del vero centrodestra". E alla luce degli sviluppi della situazione politica ed economica dell'ultimo anno per Fini non ci sono dubbi: "I fatti ci hanno dato ragione", mentre quello presieduto da Silvio Berlusconi è un esecutivo che "non ha fatto nulla per rafforzare la coesione sociale, anzi favorendo gli egoismi geografici e gli interessi particolari rischia di trasformare l'Italia in un paese dove tutti sono contro tutti".

Nel mirino del presidente della Camera la manovra. Che viene criticata in quanto iniqua e incerta. "Perché il Governo non è in grado di fare il proprio lavoro, con un presidente che pensa a tutto tranne che al bene del Paese".

Niente ribaltone, però, avverte Fini. Serve un atto di coraggio da parte dei membri del Pdl. Serve una svolta politica con un nuovo presidente del Consiglio,: "In tanti in privato criticano il Governo, ma poi fanno finta di non salutarci per non inimicarsi il Cavaliere". "Il Pdl ha il diritto di governare perché votato dagli italiani, ma vediamo già voci contrarie anche nel Popolo della Libertà, come quella di Pisanu", dice ancora Fini.

"Noi siamo pronti", per far sì che dopo Berlusconi "ci sia la seria possibilità per un'Italia onesta, pulita e laboriosa che crede nel lavoro e nella giustizia", dice ancora ,concludendo la festa tra i militanti che applaudono.

E Silvio risparmiò 300 milioni di tasse

Gli atti dell'inchiesta svelano le trame, a tutti i livelli, per evitare la super-causa fiscale sulla Mondadori. Dal presidente della Cassazione al sottosegretario Caliendo, ecco chi si è mosso per salvare il premier dalla maxi-multa.
Il capo degli ispettori Arcibaldo Miller che si vanta dei suoi "rapporti personali" con il vertice del Pdl, Silvio Berlusconi incluso. Il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo che cerca notizie sulla causa fiscale da 300 milioni di euro che pende sulla Mondadori "perché poteva avere conseguenze gravi sulla parte privata". L'avvocato generale dello Stato Oscar Fiumara che riceve Niccolò Ghedini "con il quale ci diamo del tu" e subito si adegua alla sua linea sulla questione Mondadori. Il primo presidente della Cassazione Vincenzo Carbone che accoglie l'istanza dell'azienda berlusconiana e così il procedimento - aperto da 15 anni - viene rinviato di un altro anno. E nel frattempo una leggina permette alla Mondadori di sanare il tutto con soli 8 milioni e mezzo di euro. O gli interventi sull'allora presidente del Tribunale dei ministri Giovanni Fargnoli, spesso al tavolo degli arrestati, per far archiviare l'istruttoria sui voli di Stato con cui il Cavaliere portava amiche e ballerine in Sardegna a spese dei contribuenti. Solo una parte delle decine di magistrati che venivano avvicinati dagli emissari della P3: ricevevano richieste di favori, piccoli o grandi, e offerte di gratificazioni, sponsorizzazioni per la carriera o incarichi ben remunerati per parenti e amici. Una rete di contatti che secondo l'accusa aveva referenti alti e alcuni ostinati peones, come il geometra irpino Pasqualino Lombardi, tanto folcloristico nello storpiare i nomi quanto caparbio nell'infilarsi nelle stanze del potere. Gli atti della grande inchiesta romana condotta da Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli hanno radiografato questo sistema di relazioni, considerato pericoloso e illecito come una loggia segreta. E pronto ad attivarsi negli uffici giudiziari di tutta Italia per esaudire i desideri del premier: il loro imperatore per questo chiamato "Cesare". LE TENTAZIONI DELL'ISPETTORE Arcibaldo Miller, pm napoletano di lungo corso, ha l'incarico più delicato di tutta l'amministrazione della Giustizia: vigilare sull'opera dei magistrati. In questi giorni, ad esempio, deve pronunciarsi sull'ispezione nella procura di Bari: dalle intercettazioni del caso Tarantini-Lavitola è emerso il sospetto che l'indagine sulle escort del Cavaliere sia stata insabbiata per evitare la diffusione di documenti imbarazzanti per il premier. Nella sua testimonianza Miller dichiara di conoscere "Denis Verdini personalmente, alla pari di molti esponenti di rilievo del Pdl incluso Berlusconi". L'interrogatorio ruota intorno a una riunione del settembre 2009 a casa di Verdini dove c'erano anche il sottosegretario Caliendo, il senatore Dell'Utri, il faccendiere Flavio Carboni, l'avvocato generale della Cassazione Antonio Martone e Lombardi.
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11 settembre 2001, dieci anni dopo: verita' nascoste (video con narrazione in italiano)

11 settembre 2001, dieci anni dopo: verita' nascoste (video con narrazione in italiano)

Ahmadinejad: 11/9 un pretesto per occupare Afghanistan e Iraq

Ahmadinejad: 11/9 un pretesto per occupare Afghanistan e Iraq

TEHERAN - L'11 settembre e' stato utilizzato dagli Stati Uniti come un pretesto per attaccare l'Afghanistan e l'Iraq. L'ha detto il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad intervenuto oggi a Teheran alla cerimonia di apertura della quinta assemblea mondiale islamica Ahl al-Bayt. "L'evento dell'11 settembre e' stato un gioco complicato, programmato per colpire le emozioni della nazioni, aprendo la strada all'occupazione prima dell'Afghanistan e poi dell'Iraq. Una tragedia che fino ad ora ha causato la morte di oltre un milione di persone. Gli Usa hanno lanciato queste due guerre per risolvere i propri problemi economici", ha aggiunto Ahmadinejad citato dall'agenzia di stampa Mehr News.

Grecia, nuova stretta economica per oltre due miliardi e mezzo di euro

Le nuove misure supplementari includono le tasse sulla proprietà, sui depositi con sede in banche straniere e imposte addizionali su sigarette e alcol

ATENE - La Grecia è pronta ad annunciare nuove misure di austerità per 2,5 miliardi di euro, al fine di raggiungere gli obiettivi di deficit concordati con Unione europea, Fondo monetario internazionale (Fmi) e Banca centrale europea. a conferma arriva dal primo ministro greco George Papandreou, che ha presieduto una riunione di gabinetto nella città portuale di Salonicco. Ieri, Papandreou aveva promesso di salvare il Paese dalla bancarotta, introducendo le necessarie riforme, nonostante la recessione. Il governo socialista, sotto la guida di Papandreou, ha dovuto tagliare i salari e le pensioni come parte di una ondata di austerità e dolorose misure per assicurare i prestiti internazionali per un valore complessivo di 220 miliardi di euro. Questi sforzi hanno suscitato grande malcontento pubblico. Le nuove misure supplementari includono le tasse sulla proprietà, sui depositi con sede in banche straniere e imposte addizionali su sigarette e alcol. Il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos, circa la tassa sugli immobili, ha precisato che si tratterà di un provvedimento che andrà in vigore a partire dal 2012, con durata di 2 anni. L'imposta dovrebbe essere di 4 euro per metro quadrato e dovrebbe riguardare tutti gli immobili di proprietà.

Lepore, no ipotesi Berlusconi indagato

(ANSA) - NAPOLI - Da vittima a indagato per corruzione nel caso Tarantini: quello che per il premier Silvio Berlusconi, secondo indiscrezioni di stampa, sembra essere un timore, per il procuratore di Napoli, Lepore, "non sembra un'ipotesi". Lepore, sull'eventualità che il premier, al momento parte lesa, possa essere indagato, risponde con un "mah" e aggiunge: ''Dipende da quello che dirà e se ce lo dirà, non e' che noi ci svegliamo la mattina e decidiamo di mettere sotto processo questa o quell'altra persona".

Egitto: a processo 25 ex ufficiali che organizzarono la 'Battaglia del cammello'

Cairo, 11 set. - (Adnkronos/Dpa) - E' cominciato oggi al Cairo il processo ai 25 ex ufficiali del regime di Hosni Mubarak, che organizzarono lo scorso febbraio la cosiddetta 'Battaglia del cammello'', ordinando a gang di criminali di travolgere appunto cavalcando cavalli e cammeli i manifestanti accampati in piazza Tahrir a Cairo. Tra gli imputati gli ex speaker delle due camere del parlamento egiziano Safwat al-Sherif and Ahmed Fathi Sorour. Tutti e 25 gli ex ufficiali alla sbarra hanno respinto ogni accusa.

11/9, l'America ricorda l'attacco. Obama e Bush a Ground Zero

Joe Biden - Vicepresidente Usa
New York, 11 set. (Adnkronos) - Un minuto di silenzio in memoria delle 2.977 vittime, nell'ora esatta in cui il primo aereo si schiantò su una delle torri gemelle, alle 08.46, ha segnato a Ground Zero l'inizio delle cerimonie nel decimo anniversario degli attenatti dell'11 settembre.

Sul luogo dell'attentato il presidente americano Barack Obama e il suo predecessore George W. Bush, accompagnati dalle mogli Michelle e Laura. I due non erano mai apparsi prima d'ora assieme a Ground Zero. Bush aveva rifiutato l'invito di Obama di recarsi assieme a lui sul luogo dell'attentato alle Torri gemelle, subito l'uccisione di Osam bin Laden.

Dopo il minuti di silenzio è iniziata la lettura dei nomi di tutte le 2.977 vittime degli attentati, affidata a coppie di familiari dei defunti che hanno aggiunto un piccolo messaggio quando hanno nominato la persona a loro cara. Tra questi anche la madre di una ragazza italiana morta nel crollo delle Torri. "Laura ti voglio tanto bene, sei sempre nel mio cuore",ha detto in italiano.

Per il suo breve discorso, il presidente americano Barack Obama si è affidato alla Bibbia, leggendo alcuni passaggi del salmo 46, dove parla di Dio "nostro rifugio". Mentre l'ex presidente George Bush ha citato Abramo Lincoln.

Dopo le minacce di un nuovo attentato terroristico in occasione dell'anniversario, l'area di Ground Zero è sottoposta a stretta sorveglianza da parte delle forze di sicurezza. L'accesso è stato permesso soltanto agli invitati alla cerimonia, fra cui molti parenti delle quasi 3mila vittime degli attentati. Severi controlli di sicurezza sono stati imposti all'ingresso con metal dector, perquisizione delle borse e impiego dei cani.

Dopo Ground Zero, alle 09.37 è scattato un minuto di silenzio anche davanti al Pentagono, dove si schiantò il terzo aereo. La cerimonia è presieduta dal vice presidente Joe Biden e dal segretario alla Difesa Leon Panetta, con la partecipazione dei familiari delle 187 vittime.

Un minuto di silenzio è stato osservato anche a Shanksville, in Pennsylvania, nel campo dove si è schiantato il volo Pan Am 93, quarto aereo dirottato dai terroristi di al Qaeda. Sul posto parenti e amici dei 40 passeggeri e membri dell'equipaggio, che si ribellarono ai dirottatori impendendo loro di raggiungere Washington.

Si sposa la figlia del senatore PdL: seduta sulla manovra sospesa al Senato

Gioacchino Alfano offre la festa: tutti a Napoli a festeggiare

La campana suona a mezzogiorno, come all’Ok Corral. Il sole è a picco, la sfida per il paese è come un duello con i mercati. Il sudore scende dalla fronte dei protagonisti, è il momento decisivo. Per andare a festeggiare la figlia del senatore che si sposa, ovviamente. Che credevate?

A mezzogiorno preciso di ieri, col mondo che casca, i deputati hanno riposto faldoni e tabelle contabili, statistiche e grafici, proiezioni e dati sui conti correnti e hanno chiuso i battenti. Si sospende l’esame dei provvedimenti. Arrivederci a lunedì. Panico tra ministri e sottosegretari. Giustificazione da parte del capogruppo Pdl in Commissione: si sposa mia figlia e nessuno vuole rinunciare all’invito, ergo se non sospendiamo la seduta, la maggioranza non ha i numeri. Alla faccia del Paese e dei suoi problemi: si sposa la figlia giovanissima di Gioacchino Alfano e si va tutti a Napoli a festeggiare.

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Anche la Polverini vuole cacciare Silvio

11 settembre 2011

“Il premier ha perso credibilità e reputazione”

Il presidente del Consiglio ‘ha perso credibilita’ e reputazione’. Lo afferma al Messaggero il governatore del Lazio, Renata Polverini, che invita ‘le persone illuminate del Pdl, se ce ne sono, a dire in faccia al premier che esiste una soluzione alternativa’, ma precisa: ‘Sia chiaro che fintanto che ha i numeri in Parlamento solo Berlusconi puo’ decidere di fare un passo indietro’.

IL GRANDE CENTRO – ‘In un momento come questo – aggiunge Polverini – certamente c’e’ bisogno di lavorare tutti insieme ma che i tempi siano maturi per un governo di larghe intese mi sembra improbabile. Sarebbe pero’ un grande gesto per tutti gli italiani che ci osservano se le forze politiche riuscissero a dare una risposta univoca’. Sull’ipotesi di Angelino Alfano a Palazzo Chigi e Gianni Letta al Quirinale, Polverini osserva: ‘Ho grande stima per entrambi ma naturalmente questo lo decideranno da un lato il Pdl e la coalizione che andra’ alle elezioni, dall’altro il Parlamento’.

“Uno sfregio comunista a Padre Pio”

Antonio Socci su Libero si arrabbia per i mosaici del cittadino di San Giovanni Rotondo

Sulla prima pagina di Libero di oggi campeggia il pericolo comunista. Ancora una volta, gli orridi rossi passano all’attacco sfregiando una delle icone del cristianesimo mondiale: Padre Pio di Pietrelcina. Per fortuna che c’è Antonio Socci a salvarci:

Sono milioni ogni anno i pellegrini che si recano a San Giovanni Rotondo. E negli ultimi tempi si trovano davanti a sorprese che lasciano sconcertati, nel nuovo edificio di Renzo Piano dove è stato portato il corpo di san Pio. Per esempio i mosaici (che a me non piacciono) realizzati da Marko Rupnik proprio per il sepolcro del Padre. In tutto il ciclo delle raffigurazioni c’è una testata giornalistica italiana che viene mostrata e di conseguenza viene – per così dire – pubblicizzata. Una sola: l’Unità. È davvero molto sorprendente perché nel mosaico si vede padre Pio che addirittura benedice una tizia che ha inmano appunto«l’or – gano del Partito comunista italiano». Il messaggio inequivocabile è quello di una benedizione alla stessa Unità e all’appartenenza comunista.

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Test per l'Hiv: dopo quanto si può esser certi di un risultato negativo?

Con i test di quarta generazione, tre mesi sono sufficienti per affermare che l'infezione non è avvenuta.

Questa estate sono stato imprudente e adesso sono spaventatissimo all’idea di aver contratto l’Hiv. Naturalmente intendo sottopormi al test e, ovviamente, vorrei mettermi il più presto possibile il cuore in pace. Ma qui sorgono altri dubbi: dopo quanto tempo "dall’episodio" posso fare il test ed essere certo che il risultato sia davvero "definitivo"? C’è chi mi dice che dovrò aspettare addirittura un anno prima di essere sicuro di non essere stato infettato. C’è chi parla, invece, di sei mesi, chi di tre mesi, chi di due soltanto. Qual è la verità, a chi devo credere?

Risponde Massimo Galli Responsabile III Divisione Malattie Infettive Ospedale Sacco, Milano

Test per l'Hiv: tre mesi sono sufficienti
Test per l'Hiv: tre mesi sono sufficienti
Utilizzando i test sierologici di quarta generazione, un risultato negativo a 3 mesi da un'esposizione probabile o presunta al virus Hiv, consente di affermare con ampio margine di sicurezza che l'infezione non è avvenuta. I test di quarta generazione consentono l'identificazione sia degli anticorpi sia dell'antigene p24, un "sottoprodotto" della replicazione del virus che, in caso di infezione, compare nel sangue tra la seconda e la quarta settimana dall’esposizione (e poi sparisce, per ricomparire dopo mesi o anni). Gli anticorpi invece compaiono dalla quarta settimana e rimangono presenti indefinitamente. Questi intervalli di tempo non sono però immutabili: ci sono variazioni, di regola non molto ampie, che dipendono da fattori individuali, dalla quantità di virus a cui si è stati esposti e dalle modalità di esposizione. È per questo che ci si concede un margine di sicurezza, considerando chiusa la "pratica" se il risultato del test è negativo a tre mesi.
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Svezia, 4 arresti per allarme terrorismo Sono accusati di preparare un attacco. Evacuate 400 persone dal centro delle arti di Gotoborg

Il centro Roda Sten evacuato nella notte (Ap)
MILANO- Quattro persone sono state arrestate a Goteborg, in Svezia, con l'accusa di preparare un attacco terroristico. Lo ha riferito la polizia svedese.

IL CENTRO- Gli arresti sono avvenuti dopo che attorno a mezzanotte la polizia di Goteborg ha ordinato l'evacuazione del centro per le arti Roda Sten a causa di una minaccia terroristica. A quel momento nel centro si trovavano circa 400 persone che stavano partecipando all'inaugurazione di un festival di arte contemporanea. L'evacuazione si è resa necessaria «alla minaccia di un grave pericolo per la vita e la salute delle persone, così come della completa distruzione dell'edificio». Polizia svedese non ha al momento voluto diffondere dettagli sulla vicenda, ma una portavoce ha precisato che vi sono «forti sospetti» contro i quattro arrestati.

Attacco a base Nato: 2 morti e 77 feriti

Controlli a Herat subito dopo gli attentati (Epa)

Autobomba è esplosa nell'anniversario dell'11 settembre. Altri ordigni esplodono su strade uccidendo 10 civili.

MILANO- Nel decennale dell'11 settembre, in Afghanistan scorre il sangue. Ci sono stati attacchi in diverse parti del Paese. Il più grave si è verificato davanti a una base Nato a causa di un'autobomba, nella provincia di Wardak. Quasi 80 soldati americani sono rimasti feriti, due persone uccise, tra cui una bambina di tre anni. E non è finita qui: alcuni ordigni sono esplosi sulle strade: almeno 10 le vittime, tutti civili.

L'ALLARME- Gli attenti sono stati tutti rivendicati dai talebani. In particolare quello alle forze dell'Alleanza. Secondo una prima ricostruzione un kamikaze si è fatto saltare in aria su un camion proprio davanti alla base. Intanto a Herat sono stati arrestati tre uomini, sospettati di essere legati agli attentati.

La scuola dei tagli a rischio "implosione"

La cura Tremonti-Gelmini, l'esercito di precari in attesa di un posto, istituti accorpati e risorse all'osso: il sistema è vicino al collasso

MICHELE BRAMBILLA

Domani le insegnanti della scuola elementare Aristide Gabelli di Torino riceveranno un testo di Roberto Benigni. S'intitola «Amare il proprio lavoro». è il regalo di primo giorno di scuola della loro direttrice, Nunzia Del Vento, che spiega: «L'ho scelto perché noi insegnanti possiamo continuare solo se c'è quello: l'amore per il nostro lavoro. Non ci rimane altro». L'anno scolastico che sta per partire è il primo dopo la serie di cure - qualcuna da cavallo - somministrate da almeno tre ministri - Moratti, Fioroni e Gelmini - con l'ausilio di uno specialista, il dottor Tremonti. Tagli e ristrutturazioni: tutto per far quadrare i conti che non tornano. «La cura è finita e la scuola è depressa», dice Nunzia Del Vento, che oltre che dirigere la Gabelli e altre tre scuole è vicepresidente dell'Asapi, l'associazione delle scuole autonome della sua regione. «In Piemonte», dice tanto per fare un esempio, «mancano 182 dirigenti su 650 scuole». è l'effetto della manovra economica di luglio: sono stati decisi gli accorpamenti di molte scuole, così parecchi direttori o presidi ne avranno più di una da gestire. Classi ridotte Se ci mettiamo a spiegare nel dettaglio provvedimenti e interventi delle varie riforme che ora arrivano tutte a regime, non ne usciamo più. Troppo complicato: roba da specialisti. La sintesi è che molto è stato tagliato, per cui per forza di cose il «prodotto» offerto dalla scuola non può essere migliorato. Anzi. «Lei mi chiede quali sono i motivi di sofferenza che ci si presentano quest'anno?», dice il professor Roberto Pellegatta, presidente nazionale DiSal (dirigenti scuole autonome e libere). «Ma il suo giornale non basterebbe a contenerli tutti!». E comincia il cahiers de doléances: «I tagli sono stati fatti in modo indiscriminato: come se un giardiniere tagliasse tutto alla stessa altezza, senza tenere conto che oltre all'erba ci sono le rose e i gerani. Hanno ridotto le ore di lezione. Hanno aumentato il numero di alunni per classe per ridurre il numero delle classi. Hanno ridotto il numero dei dirigenti: un terzo delle scuole italiane non avrà un preside a tempo pieno. Tutto questo cambierà le relazioni interne alle scuole, che da comunità educative diventeranno apparati burocratici. La didattica ne risentirà».

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http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/419623/

Lampedusa, Gheddafi dietro gli sbarchi la procura antimafia apre un'inchiesta

Il pubblico ministero Teresi: "I migranti costretti a partire dall'esercito del raìs". Il procuratore aggiunto in visita alla base Loran dell'isola: "Andrebbe chiusa"

di ROMINA MARCECAAmmassati in migliaia sui barconi. I loro corpi incastrati come tessere di un puzzle. Assetati, piangenti, senza più identità e costretti a forza da un'organizzazione di militari libici fedeli a Gheddafi ad una spedizione per invadere le coste siciliane camuffata da "viaggio della speranza". I più riottosi, i rivoltosi, vengono buttati in mare. Non si guarda in faccia a nessuno. In acqua finiscono anche mamme e bambini. Legati mani e piedi. I loro corpi si disperdono tra le onde. Di loro non si sa più nulla. Per chi riesce ad arrivare vivo a Lampedusa, comincia un'altra trafila infernale. Quella legata alla permanenza all'interno dei centri di accoglienza e ad altri viaggi, organizzati da altri trafficanti per lasciare l'Italia. Su questi viaggi infernali la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha aperto un'inchiesta. In dieci sono già sotto inchiesta. Sono libici. Tra loro ci sono anche degli scafisti. Il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ha voluto vedere con i suoi occhi cosa accade a Lampedusa, dipinta come la terra dell'approdo per chi fugge dalla guerra. Da anni il magistrato si occupa di reati legati al fenomeno dell'immigrazione. "L'inferno inizia lì, ma il dramma - spiega il magistrato - ha origine molto prima dell'imbarco. Gli immigrati scappano dalla Libia, dalle zone subsahariane, dove c'è la guerra, e finiscono nelle mani dei trafficanti. Non vengono informati su ciò che li aspetta. Consegnano i loro documenti, spogliandosi dell'identità. Hanno un'unica assicurazione: l'arrivo a Lampedusa". L'inchiesta della Procura si concentra su tre sbarchi drammatici tra il primo e il sei agosto. I clandestini erano provenienti tutti dalla Libia. In uno dei tre sbarchi in 25 sono arrivati cadavere sulle coste di Lampedusa. I soccorritori hanno trovato i corpi dentro una stiva, accanto alla sala motori. L'ipotesi che la Procura adesso sta vagliando è che quegli uomini siano stati costretti ad entrare in quel locale. "Il sospetto è che i viaggi della speranza - spiega il procuratore aggiunto Teresi - siano in realtà l'espressione della politica di Gheddafi di invadere le nostre coste, in risposta all'intervento militare in Libia. Alcuni migranti hanno raccontato che non volevano partire - continua Teresi - e che sono stati minacciati da un'organizzazione che opera nei porti libici. I viaggi sono gratis e hanno lo scopo di riunire un'enorme quantità di persone. La navigazione avviene in condizioni disumane. Sui barconi salgono anche in 500". Le indagini sono iniziate da pochissimi giorni. Ai primi di settembre il procuratore aggiunto Teresi è arrivato a Lampedusa. Ha visitato la base Loran, che ospita i minori. È andato al Cie. Ha raccolto voci, racconti pieni di dolore. "Non potevamo rimanere fermi davanti a tanta sofferenza. C'è terrore nei loro occhi - racconta il magistrato - perché non sapevano di finire in uno scoglio in mezzo al mare. Loro hanno paura dell'acqua. I ragazzini, poi, hanno le braccia piene di punture di insetti. In un paese civile la base Loran dovrebbe essere chiusa". A Lampedusa l'emergenza non si ferma. Ieri, sono arrivati altri sei barconi, con circa 400 migranti a bordo. Il centro di accoglienza, che già ospitava 568 persone, è nuovamente in difficoltà.

L'arte della fuga

di CONCITA DE GREGORIONON può ricevere i pm a palazzo Chigi, perché deve andare a Strasburgo. È stata una ricerca frenetica, venerdì sera, a Palazzo Grazioli: tutti lì a cercare fra la posta già buttata le mail cancellate gli inviti nemmeno aperti. Ci sarà pure un invito istituzionale, no? Trovatelo, guardate anche nel cestino. Eccolo presidente, ci sarebbero Barroso e Van Rompuy disponibili. Chi? Van Rompuy, il presidente del Consiglio europeo. Va bene, funziona. Prendete appuntamento con questo. Preparatemi una scheda personale. "Van Rompuy, fiammingo, cultore di poesia ed esperto di Haiku giapponesi, amante dell'ornitologia, nel tempo libero solito ritirarsi in preghiera in un'abbazia benedettina". Sarebbe bello assistere al colloquio riservato, sì. Caldamente sconsigliate battute ornitologiche. Meglio, nel caso, la zia suora. Meglio improvvisare un haiku piuttosto che spiegare ai due magistrati napoletani perché tiene a libro paga due ceffi del calibro di Lavitola e Tarantini. Parte offesa, certo. In questo caso Silvio B. è la vittima: ricattato, si suppone. Ma la figura del ricattato in giurisprudenza, glielo avrà spiegato Ghedini, è diversa da quella del concusso. È una tipologia precisa e di confine. Un ricatto si esercita su qualcuno che sa di essere ricattabile: si chiede a chi si sa che dovrà dare, per qualche motivo noto ad entrambi. Infatti il ricattato dà: paga. In caso contrario, se non ha niente da temere, denuncia il tentativo e fa arrestare i malfattori proclamando la sua estraneità al motivo del ricatto. Questo non è avvenuto, assolutamente no. Al contrario: i due stipendiati avevano con lui un filo diretto, accesso continuo al suo numero di telefono privato del resto in possesso di moltitudini di transessuali brasiliane e giovani bisognose di aiuto di varie nazionalità. Al contrario, all'impressionante direttore dell'Avanti! già visto in azione nel reperimento di carte sul conto di Fini e assai spesso in viaggio di lavoro per conto della vittima del ricatto medesimo, ha detto proprio al telefono: "Resta dove sei". Non tornare in Italia, ti stanno per arrestare, non hai letto Panorama? Te lo dico io: resta lì, lontano da questo "Paese di merda". Il telefono, che dannazione. Si convochi subito una riunione a Palazzo per scrivere questa maledetta legge bavaglio. Presto, Verdini. Presto Lupi, Alfano, che vi ho nominati a fare? Vogliamo smetterla di leggere sui giornali quel che dico? Sono due anni che ve lo chiedo, e allora? Perché vedete, se uno è parte lesa - vittima di un ricatto, appunto - non rischia nulla in teoria ma c'è sempre la possibilità che cada in contraddizione durante il racconto, che so?, che non sappia spiegare bene perché Marinella dava i soldi a quel tipo o perché gli ha detto di non tornare, appunto, se era vittima di un sopruso. E allora, in flagranza di reato, ti arrestano. Scoprono che menti, e non ci sono immunità che tengano. E' automatico, proprio. Meglio non rischiare. Meglio gli uccelli di Van Rompuy.
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La trasferta-rifugio che imbarazza la Ue "Io quei giudici non li voglio vedere"

Il Cavaliere tentato di inviare un memoriale invece di farsi interrogare. Il "patto" di fine legislatura offerto da Casini alletta i big del Pdl. "È il momento di offrirgli il Quirinale, Silvio dovrebbe convincersi"

di FRANCESCO BEI SONO i pubblici ministeri di Napoli, non l'attacco all'euro, lo scontro interno alla Bce o la paura per il debito italiano ad avere indotto palazzo Chigi a comporre il numero del presidente della Commissione europea. A dare certezza ai dubbi sollevati dall'imprevisto tour del Cavaliere tra Bruxelles e Strasburgo sono le voci che arrivano proprio dalla capitale comunitaria, dove gli uffici di Barroso confermano che è stato Berlusconi a richiedere l'incontro. Di più lo staff del presidente della Commissione Ue non rivela. Ma ci vuol poco a scoprire che la telefonata è partita da Roma mercoledì scorso, proprio lo stesso giorno in cui i legali del premier e la procura di Napoli avevano fissato (per martedì prossimo, appunto) l'interrogatorio di Berlusconi a palazzo Chigi. Una coincidenza. E tuttavia basta riavvolgere il nastro della settimana scorsa per rendersi conto che mercoledì 7 settembre, il giorno in cui palazzo Chigi fa "pressante" richiesta a Barroso per una visita lampo per discutere della crisi finanziaria e della manovra, sui mercati internazionali non accade nulla che possa giustificare tanta fretta. Anzi. Le dimissioni dell'arcigno Juergen Stark dal board della Bce sono ancora di là da venire e saranno rese note dalla Reuters solo due giorni dopo. L'Italia, al contrario, ha faticosamente varato la sua manovra e, per una volta tanto, i risparmiatori possono tirare un sospiro di sollievo. La Borsa di Milano quel giorno addirittura svetta fra le piazze europee e arriva a chiudere con un sonoro +4,24%. Persino lo spread fra Btp e Bund manda a dormire tranquilli gli uomini del Tesoro, con una discesa a 330 punti, una cinquantina in meno rispetto al giorno prima. E dunque perché questa maratona a sorpresa fra Strasburgo e Bruxelles in un solo giorno, con il faccia a faccia con il presidente permanente del consiglio Ue, Herman Van Rompuy e poi, nel pomeriggio a Strasburgo, con il presidente della commissione Barroso e persino con il presidente del Parlamento Buzek? Tanta sollecitudine per evitare l'incontro con i pm di Napoli oltretutto ha rischiato di ficcare il premier in un serio caso internazionale, visto che il galateo comunitario impone ai capi di governo in visita a Strasburgo di presentarsi davanti al Parlamento riunito in seduta plenaria. Un'audizione in piena regola insomma, che avrebbe tuttavia messo il premier di fronte a personaggi poco duttili, come il capogruppo dei socialisti Martin Schulz. Da qui l'affannosa ricerca di una via d'uscita diplomatica per salvare la forma e la faccia del premier, che alla fine incontrerà soltanto "in visita privata di cortesia" il presidente dell'Assemblea Jerzy Buzek. Tante capriole e forzature sono imposte dall'angoscia con cui il capo del governo sta vivendo il possibile incontro-scontro de visu con gli uomini della procura di Napoli. "Dovete trovare voi il modo di non farmeli vedere" ha ingiunto a Ghedini e Longo. A qualsiasi costo. L'ultima idea è quella di spedire un memoriale ai pm, senza presentarsi. E se la procura obietterà, Berlusconi contesterà l'obiezione. A qualsiasi costo, appunto pur di "guadagnare tempo e cercare un'altra via d'uscita". Ma la tenaglia giudiziaria che, da Napoli a Bari, lo stringe alla gola minaccia di avere conseguenze catastrofiche anche sulla tenuta del governo. Ai capi del Pdl, convocati ieri a palazzo Grazioli per discutere dei prossimi congressi locali del partito, il Cavaliere si è mostrato determinato a resistere. E ha lasciato intendere di voler vendere cara la pelle: "Non vi preoccupate, ci vogliono buttare gambe all'aria ma io sto lavorando ad allargare la maggioranza. Presto saprete... Ci saranno nuovi ingressi". L'aver risentito il tormentone dell'allargamento della maggioranza, mentre fuori "Roma brucia", ha contribuito tuttavia a deprimere ulteriormente i presenti. I più sono infatti convinti che soltanto l'arrivo di Casini nel centrodestra possa ormai salvare la situazione. Tanto che alcuni uomini di punta del Pdl hanno preso accordi con il leader centrista per un incontro segreto, da tenersi lunedì, per cercare di capire cosa davvero abbia in mente Casini. Le parole pronunciate ieri in chiusura della festa Udc di Chianciano fanno sperare i big di via dell'Umiltà. Che stanno cercando di convincere in tutti i modi il premier a imbarcare Casini, con un'offerta che il leader centrista farebbe fatica a rifiutare: il Quirinale. "Il Pdl, il partito più grande, non può rinunciare a candidare un suo uomo a palazzo Chigi - argomenta un ministro del Pdl - e poi la Lega non accetterebbe la leadership di Casini. Invece, per il Quirinale, Pier sarebbe perfetto".