domenica 26 giugno 2011

PdL, in arrivo la legge blocca-Ruby?


La maggioranza accelera sulle riforme della giustizia. E non solo per ‘colpa’ dell’inchiesta sulla P4. Ci sono alcune ‘emergenze processuali’ ancora da risolvere, fanno notare alcuni berlusconiani.
TESTIMONI COME SE PIOVESSE -E così il centrodestra, oltre al provvedimento sulle intercettazioni che ne dovrebbe di fatto limitare la diffusione sui media (‘soprattutto di quelle irrilevanti’), ora sembra che punti anche all’approvazione in tempi rapidi del ddl Lussana: quello che originariamente prevedeva l’inapplicabilita’ del rito abbreviato per i delitti puniti con l’ergastolo e che adesso da’ la possibilità ai difensori di ottenere la convocazione di tutti i testimoni che vuole, allungando a dismisura i tempi del processo. Unico limite: non potranno essere ammesse le prove vietate dalla legge e quelle manifestamente non pertinenti. In questo provvedimento, di cui la commissione Giustizia del Senato ha concluso l’esame il 9 aprile scorso e che ora e’ pronto per l’Aula, il Pdl e’ da tempo che pensa di inserire un’ altra norma, quella che l’opposizione ha ribattezzato subito come la ‘blocca-Ruby’. Obiettivo: sospendere il processo per tutto il tempo in cui viene sollevato conflitto di attribuzione.
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Inchiesta P4: Pd, vicenda inquietante, governo riferisca in aula

Roma, 26 giu. - (Adnkronos) - ''Desta grande inquietudine e preoccupazione per la vita politico-istituzionale del nostro Paese il coinvolgimento del capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi, ipotizzato dai pubblici ministeri che stanno seguendo la vicenda della cosiddetta P4". lo dichiara Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd, che aggiunge: "Manterremo ferma -aggiunge- la bussola della nostra cultura garantista ma questo ulteriore coinvolgimento di un cosi' autorevole alto ufficiale che, secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbe fornito al Bisignani notizie coperte dal segreto istruttorio riguardanti inchieste in atto, desta comunque grande preoccupazione".

Inchiesta P4, Milanese si dimette da consigliere di Tremonti

Roma, 26 giu. (Ign) - Marco Milanese si è dimesso da consigliere politico del ministro Giulio Tremonti. L'annuncio arriva dallo stesso deputato del Pdl, ed ex ufficiale della Guardia di Finanza, coinvolto nell'inchiesta napoletana sulla P4. Secondo gli ultimi sviluppi sarebe stata la testimonianza di Milanese a coinvolgere il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi, accusato di essere la ‘talpa’ che informò Luigi Bisignani dell’esistenza di un’indagine a suo carico.
''In considerazione delle ultime vicende che vedono coinvolti altissimi ufficiali della Guardia di Finanza in un'indagine della Procura della Repubblica di Napoli - si legge nella nota di Milanese - e che mi vedono interessato quale persona informata sui fatti - scrive nella nota Milanese - ritengo opportuno rassegnare le dimissioni da Consigliere Politico del Ministro dell'Economia e delle Finanze, al fine di salvaguardare l'importante ufficio dalle polemiche sollevate da una doverosa testimonianza, in un momento cosi' delicato per la stabilita' economica e politica del Paese''.


Conti, Crosetto all'attacco di Tremonti: ''Una Manovra da psichiatra''

Il ministro Giulio Tremonti (Adnkronos)
Roma, 26 giu. - (Adnkronos) - "Una manovra da psichiatra? No so su quali elementi abbia basato il suo giudizio Guido Crosetto. Certo, anch'io spero che non ci siano tagli lineari, ma questo è un momento in cui Giulio Tremonti, che ha un compito difficile, va sostenuto". Lo dice all'Adnkronos Mario Baccini, leader dei Cristiano popolari nel Pdl e componente della commissione Bilancio della Camera, commentando le critiche del sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. "Io ho solo le notizie che leggo sui giornali, in commissione -ricorda- ancora non ci sono documenti ufficiali".
"Mi pare che la priorita' in questo momento -aggiunge- sia quella di combattere gli sprechi. E quindi i costi della politica vanno sforbiciati, cosi' come quelli della burocrazia, delle aziende parallele allo Stato. Parliamo anche della riduzione del numero dei parlamentari: quello attuale aveva senso nel dopoguerra quando si trattava di avere una rappresentanza territoriale diffusa. Oggi con i mezzi di comunicazione disponibili non e' piu' cosi'".

Gheddafi non parteciperà ai negoziati per mettere fine alla guerra in Libia

Il Raiss non dà le dimissioni ma accetta un passo indietro al tavolo 

con i Paesi africani

ROMA
Il leader libico Muammar Gheddafi ha accettato di non partecipare a eventuali negoziati sulla Libia. Lo hanno riferito oggi capi di stato africani che stanno portando avanti la mediazione dell’Unione Africana per avviare trattative e porre fine al conflitto che va avanti da quattro mesi.

Il comitato di mediazione dell’Unione Africana sulla crisi libica, formata da cinque capi di stato, «saluta con favore la decisione del colonnello Gheddafi di non far parte del processo negoziale», si legge senza ulteriori precisazioni in un comunicato diffuso dopo una riunione dei mediatori a Pretoria.

I ribelli, che rilanciano la necessità di arrestare il Colonnello, hanno letto la decisione di sfilarsi come un passo indietro, nonostante il regime di Tripoli abbia fatto sapere che il Raiss «non si dimetterà».
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Ustica e quei quattro aerei nascosti


I relitti del Dc9 Itavia esploso la sera del 27 giugno 1980
I relitti del Dc9 Itavia esploso la sera del 27 giugno 1980
La vera «bomba» della strage di Ustica sono le tracce radar di quattro aerei militari ancora formalmente «sconosciuti» - due/tre caccia e un Awacs - su cui la Nato, dopo una rogatoria avanzata un anno fa dalla Procura della Repubblica di Roma (con il sostegno operativo ma silenzioso dell'ufficio del consigliere giuridico del capo dello Stato), sta decidendo in questi giorni se apporre le bandierine d'identificazione. Tutti gli indizi portano allo stormo dell'Armée de l'air che nel 1980 operava dalla base corsa di Solenzara. Lo stesso contro cui puntò il dito pubblicamente (poi anche a verbale) Francesco Cossiga. Forse dopo aver saputo che i caccia francesi avevano lasciato le loro impronte su un tabulato del centro radar di Poggio Ballone (Grosseto), miracolosamente non risucchiato dal buco nero che dalla sera dell'esplosione del DC9 Itavia aveva ingoiato nastri, registri e persino la memoria di tanti testimoni.

La questione non è più militare ma sostanzialmente politica. E non solo perché la risposta ai magistrati italiani deve prima ottenere il benestare dei 28 paesi membri dell'Alleanza, nessuno escluso. Il fatto è che, come in un surreale gioco dell'oca, dopo trentun anni gli attori tirati in ballo nella strage (Italia, Francia, Stati Uniti) si ritrovano insieme alla casella di partenza. Alleati in una guerra (stavolta dichiarata) a Gheddafi, vittima designata oggi come allora, e al solito con posizioni tutt'altro che sovrapponibili. In più l'identificazione certa dei caccia francesi non sarebbe cosa facile da digerire nei rapporti bilaterali, visto che Parigi ha sempre negato che il 27 giugno 1980 i suoi aerei fossero in volo nel cielo di Ustica e, persino contro l'evidenza delle prove raccolte dalla magistratura italiana, ha sostenuto che nella base di Solenzara le luci furono spente alle cinque e mezza del pomeriggio. Il 2 ottobre del 1997, il segretario generale della Nato Javier Solana graziò Parigi consegnando al nostro governo la relazione di sei pagine di un team di specialisti dell'Alleanza atlantica che aveva incrociato tutte le tracce radar sopravvissute al buco nero, identificando in una tabella dodici caccia in volo quella sera (americani e britannici) ma evitando di apporre la bandierina su una portaerei e quattro aerei la cui presenza nella zona e all'ora della strage non veniva comunque messa in discussione. Un lavoro ripetuto più e più volte con i sistemi informatici in dotazione alla Difesa aerea dell'Alleanza e definito dagli stessi specialisti Nato senza alcuna possibilità di errore. Però reticente su un unico punto, cruciale: l'identificazione dei caccia francesi.
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Rifiuti: Caldoro, non ci sto a pagare colpe di altri

Napoli, 26 giu. - (Adnkronos) - ''Non ci sto a pagare le colpe di 15 anni di inadempienze e responsabilita' dei Comuni, responsabilita' anche perduranti ancora oggi". Lo ha detto il presidente della Campania Stefano Caldoro, in una conferenza stampa sul tema dei rifiuti.

Le due ragazze del Bunga Bunga contro Silvio


Chiara Danese e Ambra Battilana si costituiscono parte civile nel processo Ruby
Una delle due ragazze aveva raccontato della statua di Priapo regalata dai commensali al premier durante la festa, con la richiesta di baciarne il fallo. L’altra aveva confermato il particolare. Oggi Chiara Danese ed Ambra Battilana si costituiscono parte civile nel processo a Silvio Berlusconi aperto a Milano per il caso Ruby. E, scrive Piero Colaprico su Repubblica, questo potrebbe influire sul procedimento:
Ambra e Chiara – questa la ricostruzione cronologica – avevano partecipato ad una festa a luci rosse ad Arcore il 22 agosto 2010, restando «sbigottite». Erano state invitate da Emilio Fede a Villa San Martino e, felici e speranzose, tutto immaginavano meno di trovarsi in una situazione così hard. All’uscita avevano taciuto – giovani, di famiglia umile, con il sogno di entrare nel mondo dello spettacolo – e s’erano confidate con poche persone sino all’aprile 2011. Finché erano emerse le ricostruzioni dei rapporti poco cristallini tra la minorenne Ruby Rubacuori e il premier Silvio Berlusconi e Ambra e Chiara s’erano ritrovate «oggetto di ammiccamenti, di battute pesanti, di insulti che creano enorme vergogna». Per tutelarsi avevano presentato alla procura di Milano una memoria, di dieci pagine fitte fitte. Erano state chiamate subito per l’interrogatorio. I loro ricordi – con le invitate alle «cene eleganti» che si spogliano, ballano e cantano «Meno male che Silvio c’è» mentre la statua del Priapo «gira» tra le disinibite commensali – sono di quelli che restano. E così si arriva a oggi, quando Battilana e Danese, entrambe nate nel 1992, lo stesso anno di Karima El Mahroug detta Ruby, diventano le prime ragazze a voler entrare direttamente nei processi, e con il ruolo di vittime.
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 http://www.giornalettismo.com/archives/131030/le-due-ragazze-del-bunga-bunga-contro-silvio/

Udine, i cittadini segnalano i problemi un clic da casa e la strada si aggiusta


Dopo otto mesi di sperimentazione la soddisfazione è altissima tra i residenti. Il Comune ha messo il web al servizio dei cittadini che seguono i lavori fino alla finedal nostro inviato CINZIA SASSO

UDINE - Il massaggio che arriva dai cittadini di Udine è preciso: "Sarebbe opportuno rendere più visibile l'attraversamento pedonale posto alla fine di via Leonardo da Vinci". Ed è anche argomentato: "Essendo distaccato dal semaforo spesso viene ignorato dalle auto in transito che vanno di fretta". Propositivo: "Una soluzione potrebbe essere quella di rendere le strisce a sfondo rosso ruvido, che sono più visibili e meno scivolose anche in presenza di pioggia". Detto - anzi, scritto sulla tastiera del pc - e fatto. La segnalazione del disservizio partita sul web arriva in tempo reale all'attenzione dell'ufficio competente; viene valutata e approvata; nel giro di pochi giorni una squadra interviene sul campo e risolve il problema. E tutto, dal giorno della segnalazione, fino al momento della soluzione, viene segnalato sul sito.

Il Comune di Udine, pioniere in Italia, ha deciso di mettere il web 2.0 a servizio dei cittadini e i risultati sono eccellenti. Dopo otto mesi di sperimentazione, la prima rilevazione sul grado di soddisfazione del servizio ha dato un risultato bulgaro: il 77 per cento degli abitanti promuove a pieni voti ePart, il sistema informatico che la città friulana ha implementato. Solo il 2 per cento resta attaccato al passato e dice che continuerà a segnalare i problemi al telefono.
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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/06/26/news/udine_2_0-18236695/

Ehm: cosa cazzo ci fa ancora in Parlamento?



Faceva parte di un sistema finalizzato alla gestione di notizie riservate da usare come arma di ricatto per l'ottenimento di appalti e nomine.

Era manovrato dal faccendiere e massone Luigi Bisignani, pregiudicato per corruzione, radiato dall'ordine dei giornalisti, anch'egli coinvolto nell'inchiesta.

Da magistrato violava il segreto istruttorio, acquisiva informazioni riservate e le passava alla rete di "amici", aggiornandoli sui procedimenti penali in corso e spifferando loro le modalità migliori per eludere tali indagini.

Si adoperava per raccogliere "notizie ed informazioni su dati sensibili riguardanti esponenti delle istituzioni ed alte cariche dello Stato, allo scopo di infangare e ricattare".

Sfruttava la sua rete di gole profonde all'interno delle forze dell'ordine (e non solo) per acquisire notizie relative ad indagini in corso, promettendo agli indagati "aiuto e protezione. Ma in cambio pretendeva soldi e costosi regali per le sue amanti. Le ricompensava con una casa, una Jaguar a disposizione, Rolex e altri gioielli. Ma le preferite ottenevano un impiego o una consulenza negli Enti pubblici".

Proprio per questa sua spregiudicatezza e per questi suoi favori - aiutò personaggi del calibro di Letta, Masi e Verdini - venne inserito nelle liste elettorali del Pdl. E nel 2008 divenne Parlamentare della Repubblica.

Era particolarmente legato a personaggi come Previti, Pollari e Pio Pompa.

Frequenta prostitute e transessuali, garantendo loro soldi e regali di lusso. Ad una di queste prostitute "riconosce" un vitalizio di 700 euro al mese, mette a disposizione abitazioniInserisci linkdi prestigio, regala vestiti di marca, cellulari, persino auto di lusso. Bollo e assicurazione, tutto compreso.

La stessa prostituta ha dichiarato ai Pm: "L'onorevole in questione mi ha fornito una tessera di riconoscimento emessa dalla Camera dei Deputati per poter accedere a Montecitorio (!!!, ndr). È stato lui che mi ha portata a Montecitorio e me l'ha fatta fare. In effetti mi sono telefonicamente rallegrata che non l'avessi con me quando sono stata fermata dalla polizia, non facevo una bella figura che una persona che poteva accedere a Montecitorio si facesse le canne".

Il suo pusher di orologi e gioielli - stando alle fotografie e alle intercettazioni in mano alla Procura - è un noto ricettatore che opera nel napoletano. L'Onorevole è un patito di beni di lusso, ne acquista molti e ne regala altrettanti, in particolare Rolex, ma li dona senza confenzione e garanzia. Questi oggetti vengono dal mercato nero e sono stati quasi sicuramente rubati.

La procura di Napoli ha chiesto di poter arrestare quest'uomo. Il Parlamento non lo permetterà.

Ecco, questo è l'onorevole Alfonso Papa, ex magistrato, ora deputato Pdl. Ora, non sarà una "cancro della democrazia" come i Pubblici Ministeri milanesi che indagano sul Cavaliere, okei che da Berlusconi in poi ogni riferimento all'etica pubblica (articolo 54? Pfuà) è inevitabilmente saltato ... ma per Dio ... non credete sia il caso che questo figuro venga immediatamente accompagnato alla porta, e messo fuori dai vertici istituzionali di questo Paese? Ma il Presidente del Consiglio, cosa dice? E vabbé, guardateli lì.



[In questa foto Papi e Papa in Parlamento, l'altro giorno, a scandalo scoppiato - Foto sopra: scatto di Papa agli atti dell'indagine P4]

Che ingenui, questi europei ...


Parlamentari italiani pagati più del doppio di quelli tedeschi e inglesi, il triplo dei francesi, quasi quattro volte la media europea, siamo primi. Benefit come se piovesse, rimborsi, diarie, vitalizi e contributi che non vi dico. Annoi non ci frega nessuno. Oggi ne scrivono quelli de La Stampa, tra grafici e dossier, sentite qua:
A raccontarlo agli amici può esser preso per uno scherzo, nei Palazzi della politica suonerebbe come una provocazione: un distinto lord inglese che abbia scelto di fare il deputato nella prestigiosa House of Commons, ha diritto al rimborso-spese per i pasti solo quando le sedute si protraggono oltre le 19,30, e per i taxi quando i lavori terminano dopo le 23. Altrimenti per andare in Parlamento può chiedere il rimborso dell'autobus o della metropolitana. Anche se arriva dalla stazione o dall’aeroporto, dopo aver viaggiato, of course, solo in classe economica. I nostri onorevoli invece godono sempre e comunque di rimborsi di 1.300 euro mensili per i trasferimenti casa-aeroporto-Montecitorio (...)

Rifiuti, il viaggio sospetto dalla Campania a Messina


Ogni giorno 200 tonnellate sbarcano in Sicilia: ma non si sa perché

Arrabbiati e incappucciati stanno incendiando Napoli. E non solo con i roghi dei rifiuti. Sono loro, gli incappucciati, quelli manovrati da una regia di interessi criminali, per dirla con il sindaco De Magistris. Una regia composita, con dentro la camorra, il disagio sociale che vive ai confini, border line, con i clan della città.
Il sindaco De Magistris, dunque, batte il chiodo della regia camorrista dietro i roghi. L’uomo che sa tutto getta il sasso nello stagno: «Chissà perché ogni giorno continuano a partire per la Sicilia 200 tonnellate di rifiuti, senza che sia stato sottoscritto un accordo tra la Regione Campania e la Regione Sicilia. E questo, appunto, nonostante sia in vigore la delibera del Tar Lazio che vieta i trasferimenti di rifiuti da regione a regione, in assenza di un accordo tra le due istituzioni. Sono solo 200 rispetto alle 500, 600 tonnellate, sempre al giorno, che da gennaio fino alla sentenza del Tar Lazio, venivano portate in Sicilia e in Puglia».
Scava e scava e la risposta ai dubbi sul traffico siciliano potrebbe essere ancora più inquietante. I rifiuti vanno in Sicilia grazie a un accordo tra la Sapna, la Società della Provincia di Napoli che si occupa appunto di rifiuti, e che ha rapporti chiacchierati con imprese e imprenditori legati al presidente della Provincia, Luigi Cesaro, Pdl e un’ Associazione temporanea di impresa la cui capofila è l’azienda di Vincenzo D’Angelo, fresco fresco di una condanna a sette mesi per trattamento illecitodi rifiuti, che ha due discariche, a Messina e ad Alcamo. E quella di Messina per motivi di giustizia non sarebbe oggi disponibile.

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http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/408777/

Freedom Flottilla II verso Gaza: partita nave francese


Freedom Flottilla II verso Gaza: partita nave francese
PARIGI - È partita la nave francese che farà parte della Freedom Flottilla II e nei prossimi giorni accompagnerà una decina di navi cariche di aiuti umanitarie dirette a Gaza, per rompere l'assedio illegale israeliano contro Gaza imposta dal 2007 contro i civili innocenti. L'anno scorso fu una strage: le motovedette israeliane circondarono le tre navi e due elicotteri israeliane calarono sulle navi una pattuglia di soldati che uccisero almeno 9 pacifisti e sequestrarono le navi. Le quali furono svuotate e il loro contenuto, anzichè essere mandato a Gaza, fu diviso in due parti: la parte utile (cemento, cibo, ecc.) fu utilizzato dai sionisti. Il resto fu buttato in una discarica vicino al Negev.Quest'anno le cose sono però profondamente diverse. Innanzitutto il confine di Rafah, l'unico valico di confine che porta a Gaza senza passare dal territori occupati da Israele, è meno sprangato di quanto non lo fosse l'anno scorso. In secondo luogo, la flotta è più numerosa. E se i pacifisti decidessero di avanzare in ordine sparso, costringerebbero gli israeliani ad uno spiegamento di forze non indifferente per invadere, conquistare e dirottare tutte le navi. Insomma, azioni di pirateria in piena regola. In terzo luogo, quest'anno c'è una grande copertura mediatica. Sulle navi infatti ci saranno anche giornalisti, e persino qualche deputato (Ci sono volontari dalla Tuchia e dalla Germania). Sulla nave Stefano Chiarini, che è l'unica nave italiana, ci saranno il vignettista satirico Vauro Senesi ed un giornalista del Fatto Quotidiano.
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http://italian.irib.ir/notizie/palestina-news/item/93664-freedom-flottilla-ii-verso-gaza-partita-nave-francese

De Magistris Sindaco: una rivoluzione contro le forze oscure


De Magistris Sindaco: una rivoluzione contro le forze oscure
ROMA - Il governo ancora in stand by sui rifiuti: la Lega si oppone all'ipotesi di trasferirli al nord mentre il Pd e il presidente della conferenza delle regioni Vasco Errani chiedono la proclamazione dello stato d'emergenza, in modo che nessuno possa sottrarsi. Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris intanto punta il dito contro quella che considera una vera regia delle rivolte contro i rifiuti a Napoli con roghi e blocchi della circolazione stradale. Il sindaco ha inoltre ribadito che si sta "effettuando una rivoluzione" contro le "forze oscure". Lo riferisce la TMnews. Mentre la procura di Napoli indaga per epidemia colposa e omissione di atti d'ufficio, la politica si interroga e divide sul destino dei rifiuti campani. Il Pd chiede al governo di "proclamare subito lo stato emergenza" e definisce "inaccettabili i vaghi annunci" di esecutivo, Provincia di Napoli e Regione, per "la paura della Lega".

Saldi in Sicilia si parte il 2 luglio


Saldi in Sicilia si parte il 2 luglio

Sconti estivi dalla prossima settimana fino al 15 luglio. L’assessore Venturi: "La decisione è stata adottata dopo aver sentito le associazioni di categoria dei commercianti, dei lavoratori dipendenti e dei consumatori"


PALERMO. I saldi estivi in Sicilia si svolgeranno dal 2 luglio al 15 settembre. Lo prevede il decreto dell'assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi, firmato questa mattina. "La decisione è stata adottata - spiega Venturi - dopo aver sentito le associazioni di categoria dei commercianti, dei lavoratori dipendenti e dei consumatori".
L'istanza di anticipo era stata formulata nei giorni scorsi da Confcommercio e Confesercenti. "I saldi sarebbero dovuti partire a metà luglio. Ho deciso l'anticipo - conclude Venturi - insieme agli operatori del settore, per scoraggiare il malcostume, adottato da alcuni, delle svendite sotto banco prima dell'inizio formale degli sconti". La decisione è stata approvata all'unanimità delle associazioni ed organizzazioni di categoria.

Guasto al traghetto Palermo-Napoli, bloccati 400 passeggeri per 7 ore


Guasto al traghetto Palermo-Napoli, bloccati 400 passeggeri

La nave Bithia della Tirrenia è rimasta ferma al porto da ieri sera: la partenza era prevista per le 20,15. I viaggiatori: "Non funzionava l'aria condizionata e il bar era chiuso"


ROMA. Quattrocento persone bloccate con gravi disagi a bordo del traghetto Bithia della Tirrenia, ormeggiato nel porto di Palermo per un guasto. Lo ha riferito all'ANSA per telefono uno dei passeggeri bloccati, la giornalista di Rainews Ida Baldi. La Bithia doveva salpare alle 20,15 da Palermo alla volta di Napoli. La nave è partita con sette ore di ritardo a causa di un guasto a due gruppi elettrogeni, quando ormai aveva caricato passeggeri e veicoli. A bordo non funzionava più l'aria condizionata e il bar è rimasto chiuso.
"La gente era infuriata - racconta Baldi -. C'è chi strillava, chi aveva paura. Non abbiamo ricevuto nessuna assistenza. Il comandante dicono che è chiuso nella sua cabina".

Anm: Basta strumentalizzare, priorità è P4 non le intercettazioni



Avviate procedure per espellere Papa. Ma Pdl va avanti: va fermata pubblicazione, toghe pensino a incriminare chi la consente.

Roma, 25 giu. (TMNews) - Basta con le strumentalizzazioni che si stanno facendo sull'inchiesta P4 perchè è "inaccettabile" sostenere che un intervento sulla disciplina delle intercettazioni sia "la priorità". Ed è "singolare" che di quanto sta emergendo dell'inchiesta dei pm napoletani "ci si preoccupi della pagliuzza anziché guardare la trave", perché "i fatti che stanno emergendo sono gravi". L'Associazione Nazionale Magistrati, che ha riunito oggi il proprio parlamentino interno per avviare le procedure di espulsione del parlamentare Pdl Alfonso Papa per cui sono stati richiesti gli arresti nell'inchiesta sulla cosidetta P4, ha messo in guardia da ogni intervento che possa limitare il ricorso alle intercettazioni nelle inchieste giudiziarie.

La "valutazione e rilevanza" delle intercettazioni, ha detto il presidente dell'Anm Luca Palamara rispondendo indirettamente al Guardasigilli Angelino Alfano "deve essere stabilita da un giudice e non dalla politica o da un ministro". Quanto al coinvolgimento di Papa e, più in generale, di magistrati nell'inchiesta, Palamara ha confermato la linea dura del sindacato delle toghe. "Ci sono fatti - ha detto - che ci riguardano da vicino che ci troviamo costretti ad affrontare ancora una volta, a distanza di un anno. Fatti e comportamenti di fronte ai quali non si possono mostrare indugi e tentennamenti, vanno affrontati senza sé e senza ma. Occorre una posizione netta perché la credibilità della magistratura passa attraverso la credibilità dei comportamenti di tutti i magistrati". Ai probiviri è stato dato mandato "in tempi brevi" di verificare, "la compatibilità con l'appartenenza all'Anm viste le condotte a carico dell'onorevole Papa".

La replica del Pdl all'Anm è stata immediata. "Le intercettazioni - ha affermato Maurizio Paniz, membro della consulta giustizia del Pdl e capogruppo in giunta per le autorizzazioni a procedere-sono un indispensabile strumento investigativo ma aver consentito la diffusione del loro contenuto, vieppiù se totalmente privo di rilevanza penale, è indegno di un paese civile e merita una ricerca, senza se e senza ma, dei colpevoli di tale esecrabile comportamento, quale sia il loro livello istituzionale: su questa strada sarebbe bene si mettessero anche Palamara e Cascini".
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VENEZUELA: CHAVEZ ROMPE SILENZIO E FA SAPERE CHE STA BENE

(AGI) Caracas - Dopo due settimane di silenzio, il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha fatto sapere su Twitter che gode di buona salute. Ieri un quotidiano di Miami, El nuevo Herald, aveva scritto di un peggioramento delle condizioni di salute del capo di Stato latinoamericano, che, oggi, sul social network ha voluto comunicare la gioia per la visita dei propri familiari nell'ospedale cubano in cui il leader e' ricoverato.

La Ripa di Meana rovescia su Sgarbi la “sua” pipì d’artista

25 giugno 2011
Al Festival di Spoleto il critico d’arte costretto a cambiarsi dopo aver ricevuto il”dono”: “Spero fosse acqua”
Fuoriprogramma al Festival di Spoleto: Marina Ripa di Meana rovescia addosso a Vittorio Sgarbi un liquido contenuto in un barattolo di vetro con sopra l’etichetta ‘Piscio d’artista’. Lo racconta Sgarbi, che aggiunge: ‘Spero fosse acqua’. ‘E’ stata una performance molto riuscita’, controbatte Marina, spiegando che il motivo della sua iniziativa e’ stata una ‘vera e propria operazione di censura’ da parte del critico d’arte.

ATTACCO -
 Sgarbi stava presentando a Spoleto il Padiglione Italia della Biennale di Venezia con gli artisti umbri, ma – racconta raggiunto poco dopo dall’ANSA – ‘mi sono dovuto cambiare camicia e pantaloni. Marina Ripa di Meana era arrivata alla mostra di Spoleto che stavo inaugurando e, per far vedere che esisteva, mi ha portato un barattolo che invece di ‘merda di artista’ (celeberrima opera di Piero Manzoni,ndr.) conteneva, secondo lei, ‘piscio d’artista’. Me l’ha versato addosso, spero fosse acqua. L’ho mandata al diavolo. Evidentemente non riesce piu’ a fare nulla di originale, è stato un gesto per fare la spiritosa’. Sgarbi racconta che la Ripa di Meana ‘voleva essere anche lei una presentatrice alla biennale. Sono stato gentilissimo con lei e con il marito, questa e’ la ricompensa’. E conclude: ‘Il mio compatimento nei suoi confronti e’ stato immediato. E’ stata una forma di infantilismo senile’.
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La Carfagna dice sì, testimone Berlusconi


Mezzo governo al matrimonio blindato 

con Marco Mezzaroma al 

Castello di Torrinpietra



ROMA - E' arrivato puntuale Silvio Berlusconi al castello di Torreinpietra, dove era atteso alle 18.30 per il matrimonio tra il ministro Mara Carfagna e Marco Mezzaroma, fidanzati da 4 anni fa a Capri. La cerimonia nella piccola cappella del castello, addobbata di rose bianche all'esterno e all'interno, è stata officiata da padre Alfonso Santoriello, padre spirituale del ministro. Il ministro delle pari opportunità è stata accompagnata all'altare dal padre, ha detto sì poco dopo le 19. Radiosa e emozionata, come tradizione vuole. Nel castello a 30 chilometri dalla capitale il via vai degli invitati, era già cominciato dal pomeriggio in un clima di meticoloso controllo da parte del servizio di accoglienza e sicurezza che presidia il perimetro dell'antico borgo e distribuisce le auto degli invitati nei vari parcheggi che circondano l'antico complesso rurale. Di fronte ai vari accessi stazionano auto e blindati della polizia e dei carabinieri. Matrimonio inaccessibile, dunque, interdetto alla stampa, ai fotografi e ai cineoperatori delle varie tv che si devono accontentare delle immagini degli arrivi.
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