giovedì 2 febbraio 2012

Cupola d'acqua dolce sull'Artico minaccia il clima: può fermare la corrente del Golfo


I dati dei satelliti disegnano uno scenario simile a quello del film «The Day After Tomorrow» 

MILANO - C’è una grande area dell’Oceano Artico occidentale che si sta gonfiando senza sosta da dieci anni generando serie preoccupazioni per le possibili conseguenze ambientali e climatiche sull’intera Europa. Dal 2002 la sua superficie si è alzata di 15 centimetri e la crescita continua.
LA CUPOLA - Lo hanno scoperto i ricercatori del Centre for Polar Observation and Modelling dell’University College di Londra assieme ai colleghi del National Oceanography Centre britannico combinando i dati raccolti dai satelliti Envisat e Ers-2 dell’Agenzia spaziale europea Esa a partire dal 1995. Il risultato è che si sta creando una sorta di cupola sotto la quale si sono concentrati finora ottomila chilometri cubi di gelida acqua dolce. Il fenomeno è inaspettato e senza spiegazioni precise. Secondo gli scienziati l’accumulo sarebbe determinato dai forti venti artici che avrebbero accelerato una grande circolazione oceanica nota come Beaufort Gyre.
Una scena dal film Una scena dal film
LA CORRENTE DEL GOLFO- L’acqua dolce è sempre stata presente in Artico riversata dai fiumi euroasiatici. Ma mai si era misurata in così grande quantità e con una crescita progressiva tanto rilevante. Oltre il 10 per cento di tutta l’acqua dolce dell’Oceano Artico si è concentrato sotto l’immensa cupola. Un cambiamento nella direzione dei venti come è avvenuta anche in passato - spiegano gli scienziati - potrebbe causare il deflusso della massa d’acqua accumulata nell’Oceano Atlantico rallentando la corrente del Golfo che garantisce un clima mite all’Europa rispetto ad altre regioni alle stesse latitudini.
EFFETTI DEVASTANTI - L’effetto, quindi, sarebbe devastante e accadrebbe quanto era stato raccontato nel film del 2004, The Day After Tomorrow di Roland Emmerich. «Di anno in anno ci siamo resi conto di un fenomeno che non trovava sempre spiegazione con i venti -afferma Katharine Gile, prima firmataria dello studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience - Un’idea è che il ghiaccio marino formi una barriera tra l’atmosfera e l’Oceano. E se il ghiaccio si modifica anche l’effetto del vento può cambiare». Ma si tratta solo di un’ipotesi alla quale gli scienziati lavorano indagando soprattutto il comportamento dei ghiacci dal quale trarre conferme o smentite.
OCCHIO DAL CIELO - Per questo Envisat, il più grande satellite per l’osservazione della Terra mai costruito e in orbita da dieci anni, si concentrerà ora sul fenomeno. Nel frattempo si scaverà ancora più a fondo nei dati trasmessi in vent’anni da Ers-2 e attivo sino al luglio scorso. Ma decisivi potrebbero essere soprattutto le osservazioni del satellite Cryosat, sempre dell’Esa, specializzato nel rilevamento dei ghiacci. Le elaborazioni sulle variazioni stagionali sono attese entro l’anno.
Giovanni Caprara

Gelo continua a uccidere in Europa

(ANSA) - BELGRADO - L'Europa resta nella morsa del gelo e della neve, che in una settimana ha provocato quasi 130 morti, in massima parte senzatetto o abitanti in case precarie e prive di riscaldamento. I piu' colpiti dall'emergenza sono i Paesi dell'Europa centrorientale e dei Balcani, in primo luogo Ucraina, Polonia, Serbia, Bulgaria, Romania, nei quali si registra la quasi totalita' delle vittime. Difficile la situazione anche in Germania e Austria. Abbondanti nevicate con decine di morti anche in Giappone.

POSTO FISSO E' MONOTONIA


CHE DISTRATTI QUESTI POLITICI!


WikiLeaks/ Per Assange ultimo giorno di battaglia giudiziaria


WikiLeaks/ Per Assange ultimo giorno di battaglia giudiziaria
LONDRA-Gli avvocati che rappresentano la Svezia nella causa contro Julian Assange sono tornati alla carica oggi davanti alla Corte suprema di Londra per sostenere la regolarità della richiesta di estradizione. Si tratta dell'ultima battaglia giudiziaria nel Regno Unito per il fondatore di WikiLeaks, nel tentativo di sfuggire al mandato d'arresto spiccato nei suoi confronti dalle autorità Stoccolma. Se perde non ci saranno altre possibilità di ricorso. Se vince, la procedura stessa del mandato d'arresto europeo finirà per essere rivista, per lo meno nel Regno Unito. Tutta la linea di difesa di Assange - che la giustizia svedese vuole sentire su un caso di stupro e molestie sessuali - si fonda infatti sulla contestazione della regolarità della stessa procedura. Dinah Rose, il super-avvocato difensore che oggi ha affrontato per quattro ore di fila i giudici ha riassunto la sua tesi in questo modo: "Il caso è molto semplice: un pm svedese va considerato come autorità giudiziaria capace di spiccare un mandato di arresto europeo e quindi chiedere l'estradizione?", ha chiesto in apertura del processo. Secondo lei, un procuratore che agisce in nome di uno Stato non offre alcuna garanzia di "indipendenza e imparzialità" e mette quindi "gravemente a rischio la libertà individuale". Clare Montgomery, l'altro avvocato star che rappresenta le autorità svedesi, ha cercato di contrastare questo argomento nella seconda e ultima giornata di udienza. Stando alla sua versione, un pm è un'autorità perfettamente in grado di emettere un mandato d'arresto europeo e una simile iniziativa non richiede l'intervento di alcun giudice terzo a garanzia dei diritti dell'imputato. Per sapere come la pensano i sette giudici della Corte suprema, massima giurisdizione britannica, sarà necessario attendere "diverse settimane". Decine di persone si sono presentate, come sempre, davanti al tribunale per mostrare il loro sostegno al quarantenne australiano. E' ormai più di un anno che al fondatore di WikiLeaks, il sito di hacker che ha messo a repentaglio per diversi mesi la diplomazia mondiale, è stata assegnata la residenza nel Regno Unito, nell'attesa di una decisione sull'ammissibilità o meno della richiesta d'estradizione.

Egitto: 79 morti e 1000 feriti, sale bilancio scontri a stadio Port Said


Egitto: 79 morti e 1000 feriti, sale bilancio scontri a stadio Port Said
IL CAIRO – Mentre oggi gli egiziani si sono riuniti in diverse città per protestare contro la palese carenza di precauzioni da parte delle forze dell’ordine che ha causato ieri una tragedia allo stadio di Port Said, il bilancio delle vittime continua a salire: 79 morti, 5 più di giovedì mattina mentre sono circa un migliaio i feriti.

Grecia: il terzo mondo dietro l'angolo


Grecia: il terzo mondo dietro l'angolo
La Grecia precipita nel terzo mondo: i suoi bambini restano con lo stomaco vuoto, mentre i turisti che visitano il paese possono godersi a basso prezzo i souvlaki e le insalate greche al suono dei bouzouki.
Le politiche di Papandreou, Papadimos e della troika hanno fatto si che migliaia di bambini delle scuole elementari di Atene si ritrovano a stare in classe senza poter mangiare niente. In centinaia poi sarebbero costretti a restano a volte fino alla fine dell'orario prolungato, alle quattro di pomeriggio, con lo stomaco vuoto.
 Dopo le pressioni dei presidi delle scuole, delle associazioni di genitori e dei media, il ministero della Pubblica istruzione ha riconosciuto i casi di bambini malnutriti e ha annunciato ieri che dalla settimana prossima comincerà la distribuzione di «piccoli pasti» a 18 istituti che hanno sede nei quartieri più disagiati di Atene e nel suo hinterland. Il programma si estenderà in seguito ad altri quartieri abitati storicamente da operai e popolazione con bassi redditi, immigrati e zingari. I bambini vanno alle elementari dalle 8 fino alle 13 o alle 14. Ma possono fermarsi fino alle 16 su richiesta dei genitori. Solo che non sono previsti servizi di mensa. I bambini sono costretti così a portarsi il pranzo da casa.
Ogni pasto costerà al ministero tra 1 e 2 euro, mentre i ministeri della Sanità e della Pubblica Istruzione stanno tardivamente pensando di assistere direttamente le famiglie disagiate che lamentano problemi di malnutrizione per i loro bambini. La ministra della Pubblica istruzione ed ex Commissaria Europea Anna Diamantopoulou aveva negato ripetutamente che in Grecia potessero esserci bambini malnutriti, però i presidi di tante scuole hanno smentito l'esponente socialista, chiedendo l'intervento delle autorità pubbliche.
Intanto, l'ondata di freddo che in questi giorni sta colpendo anche la Grecia, ha costretto molte scuole prive di riscaldamento a chiudere i battenti e a lasciare i bambini a casa. Tre senzatetto e un immigrato sono morti assiderati nelle strade. L'aeronautica militare ha mandato ieri delle coperte ai senzatetto di Atene. Nel frattempo gli speculatori sono tornati nelle borse, aspettando la conclusione delle trattative per il taglio del debito greco. O, meglio, del salvataggio delle banche. La borsa di Atene ha guadagnato ieri il 6,13%, grazie alle banche che hanno guadagnato il 17,25%.

Palestina: Gaza, Ban Ki Moon accolto con lancio di scarpe


Palestina: Gaza, Ban Ki Moon accolto con lancio di scarpe
VALICO DI EREZ – Sta facendo il giro di tutto il mondo la protesta dei palestinesi contro la visita nella Striscia di Gaza di Ban Ki Moon, accolto, al suo ingresso nella Striscia, con il lancio di pietre, scarpe e cartelloni con su la scritta “Ban Ki-moon, enough bias to Israel” (Ban Ki Moon, basta sostegno a Israele). Secondo Press TV, i dimostranti erano coloro che avevano famigliari nelle prigioni israeliane e portavano con se anche le foto dei propri cari tenuti in prigione. La dura protesta che non ha precedenti ha una precisa motivazione: nella sua visita a Gaza, Ban Ki Moon ha rifiutato l’incontro con il rappresentante della famiglie dei palestinesi detenuti in Israele.

Forconi, da lunedì niente carburante fuori dalla Sicilia


Il movimento attuerà presidi davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'esportazione della benzina. Previste manifestazioni


CATANIA. Da lunedì prossimo il Movimento dei forconi attuerà presidi davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'imbarco di carburante che viene esportato fuori dalla Sicilia. Manifestazioni di protesta sono in programma anche davanti alle sedi di Serit e Agenzia delle entrate.
Le iniziative sono state annunciate dal presidente del movimento, Mariano Ferro all'assemblea dei Forconi a Catania."Non torneremo a fare i blocchi stradali in Sicilia - ha confermato - ma vogliamo portare avanti la nostra protesta". Per i Forconi "l'obiettivo da raggiungere è l'applicazione dello Statuto Siciliano che prevede la defiscalizzazione della benzina". Ferro non ha escluso che il movimento possa costituire un partito e negato l'ipotesi di infiltrazioni mafiose nel movimento.
Al movimento Forza d'urto e ai Forconi che protestano in Sicilia si sono aggiunti i pescatori dell'Isola, che hanno annunciato la loro partecipazione, il prossimo 7 febbraio a Roma, alla manifestazione nazionale in programma davanti Montecitorio con i loro colleghi di tutta Italia. "Blocchemo i porti siciliani - ha annunciato il presidente dell'associazione regionale dei pescatori siciliani Fabio Micalizzi - a Catania, Palermo, Siracusa, Messina e  Termini Imerese".

In Sicilia i "Forconi" tornano all'attacco: da lunedì lasceremo i benzinai a secco

Sciopero dei tir (foto archivio)
ROMA - Da lunedì prossimo il Movimento dei forconi attuerà presidi davanti alle raffinerie e davanti ai pontili degli impianti per non permettere l'imbarco di carburante che viene esportato fuori dalla Sicilia. Manifestazioni di protesta sono in programma anche davanti alle sedi di Serit e Agenzia delle entrate. Le iniziative sono state annunciate dal presidente del movimento, Mariano Ferro all'assemblea dei Forconi a Catania. «Non torneremo a fare i blocchi stradali in Sicilia - ha confermato - ma vogliamo portare avanti la nostra protesta». 

L'ipotesi di un partito dei Forconi. Per i Forconi «l'obiettivo da raggiungere è l'applicazione dello Statuto Siciliano che prevede la defiscalizzazione della benzina». Ferro non ha escluso che il movimento possa costituire un partito e negato l'ipotesi di infiltrazioni mafiose nel movimento. «Non so dirvi quando termineranno i presidi: fino a quando non porteremo a casa i primi risultati non ci muoveremo dalle strade e non sospenderemo la protesta - ha aggiunto -. Vogliano che a decidere sul futuro dei nostri figli sia chi come noi paga le tasse e se non vedremo fatti concreti non crederemo alle promesse. Quindi subito i tavoli tecnici con noi e se i politici non ce la fanno, allora si dimettano, a Palermo e a Roma, e vadano tutti a casa».

Morta a 90 anni Margaret, moglie dello scrittore Carlos Castaneda


Margaret Runyan Castaneda in gioventù
GLENDALE, STATI UNITI – Margaret Runyan Castaneda, la poco conosciuta moglie americana dello scrittore dei misteri sciamanici, Carlos Castaneda, e’ morta a 90 anni passati di infarto: a renderlo noto e’ l’unico sopravvissuto della famiglia, C.J. Castaneda, figlio biologico di Margaret, adottato successivamente da Carlos.
Bella e anch’ella appassionata di misteri tra il misticismo e la metafisica, Margaret visse brevemente accanto al marito e di lei si sa poco.
Incontratisi a meta’ degli anni Cinquanta a Los Angeles, Margaret e Carlos formarono una coppia a prima vista improbabile – peruviano lui, ragazza del West Virginia lei – ma unita da una gran passione per il misticismo e la metafisica. Ma il matrimonio tra i due, celabrato nel 1960, duro’ solo 6 mesi, perche’ Carlos spariva nei fine settimana dicendo che andava a trovare lo sciamano.
A detta di Margaret, il famoso Don Juan, il mitico stregone messicano che avrebbe iniziato l’autore ai misteriosi poteri della mente attraverso viaggi allucinogeni alla mescalina, il protagonista di tutti i libri di Castaneda a partire dal famosissimo “A scuola dello stregone”, era in realta’ pura invenzione di fantasia.
In un volume pubblicato dopo il divorzio dal titolo “Un Viaggio magico con Carlos”, Margaret ha scritto che gran parte del fascino esercitato da Castaneda “e’ dovuto al semplice fatto che nemmeno le persone piu’ vicine a lui sanno chi sia veramente Carlos”. Della morte dell’ex marito avvenuta nel 1997, Margaret venne a conoscenza solo nel 1998, a funerali avvenuti. Quasi a coronare una vita di misteri e di realta’ parallele, il certificato di morte dichiarava infatti che Castaneda non era mai stato sposato.

Italia al gelo: scuole chiuse a Roma, treni in tilt, blackout in Toscana


Neve a Milano (Foto LaPresse)
ROMA – Tutta Italia al gelo e sotto la neve, immobilizzata dall’inverno, con treni fermi, cancellati o in ritardo e aeroporti chiusi o voli cancellati. La RegionePiemonte non pagherà a Trenitalia la quota dovuta per il servizio di questa settimana sulle linee regionali, oltre 200 mila euro. La RegioneLiguria ha denunciato Rfi e Trenitalia alla Procura della Repubblica di Genova per i disservizi del trasporto ferroviario e i disagi che gli utenti hanno subito ieri in Liguria. Secondo l’assessore ai Trasporti, Enrico Vesco, non sono state in grado di gestire la “preannunciata” emergenza maltempo.
In Piemonte circa 330 treni saranno soppressi  a causa del gelo: lo ha previsto Trenitalia, che ha alzato il livello di emergenza al ‘livello 2′ e ha deciso di fermare il 35% dei convogli che di solito circola in Piemonte. La decisione e’ stata presa per evitare che i treni subiscano danni a causa della neve e del freddo.
La Protezione civile dell’Emilia Romagna ha attivato lo stato di preallarme per neve e gelo per i comuni della provincia di Rimini e ha confermato lo stesso stato di preallarme, già emesso ieri, per quelli della provincia di Forlì-Cesena. Le previsioni dicono che la neve continuerà a scendere fino a sabato, con quantitativi ulteriori fino a 20-30 cm nelle aree di pianura e fino a 30-40 cm nelle aree collinari-montane. Le temperature si potranno abbassare fino a -8. Tre autobus del trasporto pubblico Atcm sono usciti di strada nel Modenese in mattinata a causa delle strade innevate e ghiacciate. Non ci sono stati feriti. A Bologna è stata prorogata fino alle 18 la sospensione degli arrivi all’aeroporto Marconi. Lo scalo resta aperto solo ai voli in partenza. In mattinata sono due gli aerei riusciti a decollare, uno il British Airways, partito alle 11.06 per Londra. Sono sette quelli in coda, con in corso lunghe operazioni di de-icing (rimozione di ghiaccio e neve dalle ali). Venticinque, secondo il sito del Marconi, i voli cancellati in giornata.
Venti forti e onde alte fino a 3 metri stanno flagellando il litorale delleMarche. Particolarmente colpite i tratti costieri ascolani di San Benedetto del Tronto e di Grottammare, dove le mareggiate hanno divorato un ampia fascia di spiaggia vicina alla pista ciclabile, quello maceratese di Porto Potenza Picena (Lidobello) e Porto Recanati. Qui sono state danneggiate alcune strutture balneari e turistiche. Anche sulla costa adriatica delle Marche, dopo l’entroterra, è previsto l’arrivo della neve nelle prossime ore.
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Moltiplicatori di soldi ai partiti: 1° Berlusconi, 2° D’Alema, 3° Amato


rimborsi elettorali
Lapresse
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di Alessandro Camilli

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ROMA – Quanto incassano i partiti in “rimborsi elettorali”? Molto più di quello che realmente spendono, e sono soldi pubblici, nostri. Dopo il referendum del 1993 c’è stata una corsa rigorosamente bipartisan a ribattezzare il finanziamento pubblico abolito per volontà popolare in rimborsi stabiliti per volontà parlamentare. E a via via rimpolpare quei rimborsi, dalle originali 1.600 lire per ogni italiano del 1993 ai cinque euro a testa del 2002. Ha cominciato Amato già nello stesso ’93, ha continuato D’Alema, non si è sottratto Prodi e ha concluso Berlusconi con una splendida doppietta. La storia del tesoriere della Margherita che ha candidamente sottratto 13 milioni di euro dalle casse del partito senza che nessuno se ne accorgesse, è la prova che i partiti, di soldi, ne hanno così tanti da non saperli contare.
Era appena passata Tangentopoli quando nel lontano 1993 gli italiani, attraverso un referendum, abolirono il finanziamento pubblico dei partiti. La decisione fu certamente emotiva, la cancellazione tout court dei fondi per le forze politiche lasciava oggettivamente delle questioni irrisolte ma, da allora, è partita una maratona che più che tentare di risolvere le suddette questioni ha di fatto puntato ad aggirare il referendum regalando ai partiti fiumi di denaro.
A dare il “la” è il governo Amato che, nell’aprile del 1993, introduce il “contributo per le spese elettorali”. All’epoca, 1600 lire per ogni italiano che risultava al censimento, compresi quelli che non avevano diritto al voto. Con questa norma le politiche dell’anno seguente, il 1994, portano nelle casse dei partiti 46,9 milioni di euro di oggi, e altri 23,4 arrivano con le europee che seguono di lì a poche settimane.
Passano 3 anni e Prodi, nel 1997, introduce la possibilità di destinare il 4 per mille a favore dei partiti, con uno stanziamento di 56,8 milioni l’anno. Ma una norma transitoria valida solo per il primo anno alza lo stanziamento a 82,6 milioni di euro nonostante le scarsissime adesioni dei contribuenti.
Ancora due anni e tocca a D’Alema che, nel 1999, definisce 5 fondi per il rimborso delle spese elettorali (elezioni di Camera, Senato, Parlamento europeo, consigli regionali e referendum). A questo aggiunge la modifica della quota “procapite” che passa da 1600 a 4000 mila lire. Più che raddoppiata ma, almeno, la base di calcolo viene ridotta e giustificata: non si tiene più conto dell’intera popolazione nazionale, ma solo degli iscritti alle liste elettorali della Camera. Con queste norme in caso di legislatura piena ogni anno vengono erogati ai partiti ben 193,7 milioni di euro. Ovviamente, stabilisce l’allora governo, è previsto che in caso di interruzione anticipata della legislatura il fiume di denaro venga sospeso. Le europee del 1999 costano alle casse pubbliche 86,5 milioni di euro; 85,9 le regionali del 2000; e 476,4 milioni di euro le politiche dell’anno seguente.
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Casta a Statuto Speciale: dalla Sicilia al Friuli, vitalizi e privilegi


ROMA – Un tour organizzato nelle fortunate regioni a Statuto Speciale è istruttivo perché rivela l’avanguardia, il non plus ultra della deriva di “casta”, il privilegio e lo spreco quali medaglie distintive di amministrazioni “diverse” costituzionalmente. Accompagnati dal Fatto Quotidiano, tour operator della gita, partiamo dal nord Italia della Valle d’Aosta sotto il regno di Augusto Rollandin, passando per le valli e i monti del Trentino Alto Adige con i sui 333 sindaci e il Friuli Venezia Giulia che di tagli non ne vuol sapere, prima di atterrare nella Sardegna che sponsorizza il Cagliari calcio e Mascalzone Latino e giungere infine nella Sicilia di Lombardo dove ogni siciliano spende cinque volte più di un lombardo vero per finanziare l’Assemblea più ricca del mondo.
E’ un fatto che, se la media della spesa per abitante per le Regioni è di 4.115 euro pro capite, ci sono record come quello della Valle d’Aosta (11.758 euro la spesa finale per abitante), le province autonome di Trento (9.082 euro) e Bolzano (7.486). Non è questione di Nord-Sud o di amministrazione rosse, bianche, verdi o blu. Perché in coda fra le Regioni che hanno un minore costo pro capite c’è il Veneto, settentrionale e leghista (3.067 euro la spesa finale regionalizzata per abitante), la rossa Emilia Romagna (3.158) e le Marche “rosa” (3.253).
Valle d’Aosta. L’attuale presidente Augusto Rollandin è soprannominato “l’Empereur”, qui regna incontrastata l’Union Valdotaine. Il Consiglio regionale conta 35 membri, 74 consigli comunali, 8 comunità montane, , 10 aziende pubbliche di promozione turistica, un consorzio Bim (bacini imbriferi, raccolta di acque piovane), una Compagnia valdostana acque, un Consorzio permanente degli Enti Locali, con un braccio operativo che riunisce i 74 sindaci, va da sé quasi tutti dell’Union Valdotaine, più un numero considerevole di partecipate. 1300 dipendenti, al netto di portaborse e collaboratori, su 128 mila abitanti. Un consigliere regionale si porta a casa 10 mila euro al mese. Privilegio esteso anche ai non eletti: l’assessore “tecnico” prende il 75% dell’indennità da consigliere, lo stipendio di assessore. due terzi della diaria, rimborso viaggi, per un totale di quasi 12 mila euro al mese.  L’eccezione linguistica? Il francese lo parla lo 0,9% della popolazione.
Trentino Alto Adige. Qui ci sono i presidenti di Provincia più pagati d’Italia. A Trento Dellai guadagna 21 mila euro al mese, meno comunque dell’omologo Durnwalder a Bolzano, in  testa con 25.620 euro. I due organi provinciali (35 membri a testa) compongono anche l’Assemblea regionale, la presidenza è a staffetta. Durnwalder prende più di Obama, ma non se ne cura: “Avessi io i cuochi, i sarti, due aerei privati e 4 miliardi per la campagna elettorale…” Alla Provincia di Trento hanno inventato il sistema delle “porte girevoli”: “Ai 7 consiglieri che diventano assessori subentrano i primi non eletti creando così una spesa aggiuntiva di circa 1,5 milioni l’anno” spiega un deputato dell’Idv. Stranezze: per i 70 anni di Durnwalder alcuni comuni hanno deciso di donare 10 centesimi per ogni abitante,  un contributo per le popolazioni affamate dell’Africa. La Corte dei Conti sta cercando di stabilire se i soldi raccolti provengano dai consiglieri e dagli assessori o siano stati attinti direttamente dalle casse comunali.
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Mossa dei pm contro la prescrizione in vista del processo Berlusconi-Mills


Sollevata una questione di incostituzionalità della normativa italiana. Ma non si farà in tempo

MILANO - I pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro hanno chiesto alla quarta sezione del Tribunale di Milano di sollevare una questione di incostituzionalità della normativa italiana sulla prescrizione (legge ex Cirielli) per incompatibilità con gli strumenti europei fatti propri dalla Carta costituzionale, a partire dalla convenzione Ocse sulla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri.
IL PROCESSO PER TANGENTI - L'eccezione è svolta in un processo per ipotizzate tangenti pagata dalla Saipem in Nigeria, di cui è in discussione la prescrizione collocabile l'altro ieri, ma la palese intenzione della Procura era che l'eventuale accoglimento dell'eccezione (con sospensione del processo in attesa della Consulta) potesse essere poi «speso» nel processo Berlusconi-Mills che è prossimo a prescrizione a metà mese. Tuttavia questo scenario non appare più realistico in quanto il Tribunale ha rinviato all'8 marzo già solo per le controdeduzioni delle difese, riservandosi una decisione in data ancora successiva.

Monti: «Il posto fisso non può essere a vita». E poi incita i giovani ad accettare le sfide della flessibilità


MILANO - «I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E' bello cambiare e accettare delle sfide». Così il presidente del Consiglio, Mario Monti intervenendo a Matrix su Canale 5 sui temi del lavoro e dei giovani. «La riforma sulla quale il ministro Fornero e tutto il governo adesso è impegnato - ha spiegato- ha la finalità principale di ridurre il terribile apartheid che esiste nel mercato del lavoro tra chi per caso o per età è già dentro e chi giovane fa terribile fatica ad entrare o entra in condizioni precarie». E poi è tornato sull'articolo 18. «Non si può sintetizzare la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociale in si cambia l'articolo 18 o no. L'articolo 18 non è un tabù ma può essere pernicioso per lo sviluppo dell'Italia e per il lavoro dei giovani in alcuni contesti, può essere più accettabile in altri contesti».
PERIMETRO DEL GOVERNO - E poi ha indicato il perimetro di attività dell'esecutivo. «Questo governo ha compiti limitati e difficilissimi: rendere l'Italia migliore e più attraente a tutti -ha spiegato Monti- svolgiamo questi compiti osservando una distanza di rispetto dai partiti perchè ci sono temi importanti che non sono il cuore del mandato ricevuto». Quindi ha tenuto a precisare: «io ho opinioni personali ma non le considero parti della missione di governo. La cittadinanza, la bioetica, la legge elettorale, i regolamenti parlamentari, sono questioni che devono essere sciolte e dipanate dalle forze politiche». Monti ha concluso: «se, per soddisfare le coscienze dei membri del governo, entrassimo nell'agone del dibattito renderemmo più difficile l'appoggio di larga parte del Parlamento ai nostri sforzi».
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