ECONOMIA SELVAGGIA
L’inchiesta ‘armi e droga’ condotta dal giudice Carlo Palermo che fornisce spunto all’articolo di Luigi Cipriani riportato di seguito, finì come noto travolta dalle assoluzioni generalizzate per tutti gli inquisiti, descritte in calce all’articolo con altre brevi notizie e indicazioni bibliografiche per chi non avesse seguito la vicenda sulla stampa.
Luigi Cipriani, Armi e droga nell'inchiesta del giudice Palermo, in Democrazia proletaria maggio 1985.
Il traffico di eroina pura e morfina base scoperto dal giudice Carlo Palermo agli inizi del 1980, proveniente dai luoghi di produzione in Turchia, arrivava in Italia passando dall'Austria o dalla Jugoslavia. La droga veniva rilavorata in Italia e distribuita in tutto l'Occidente dalla grande mafia siculo-statunitense. Molto spesso la droga veniva scambiata con armamenti, in connessione con servizi segreti, industrie belliche, finanzieri, partiti e governi.
I capi della mafia turca Abuzer Ugurlu e Bekir Celenk (entrambi padrini dell'attentatore del papa, Ali Agca) dirigevano i loro traffici dalla capitale bulgara Sofia.
Entrambi, per poter agire in tranquillità, fungevano da informatori per i servizi segreti dell'est e dell'ovest, erano cioè agenti doppi. Ciò spiega anche le molte perplessità manifestate dalla Cia quando, in Italia, il giudice Martella si mise a seguire la pista bulgara in merito all'attentato al papa.
Al trasporto della 'merce' via terra provvedevano Karafa Mehmet Alì (con una dozzina di autotrasportatori jugoslavi, raggiungeva le piazze di Trento, Verona e Milano) e un dirigente della narcotici turca, su auto della polizia. Al trasporto via mare, che raggiungeva gli Usa, provvedeva l'armatore Mehemet Cantas con la società panamense Sutas. Del trasporto di eroina negli Usa via mare si occupava anche l'altro capomafia turco Cil Huseyn. L'armatore Mehemet Cantas, per gestire meglio i propri traffici, si era trasferito a Los Angeles, dove era in contatto con la mafia siciliana. Interrogato dal giudice Palermo, dichiarò di avere venduto navi sia a Bekir Celenk che al grande trafficante Henry Harsan.
In Germania agiva il trafficante d'armi turco Tegmen Herten, agente della Dea (agenzia antidroga Usa) residente a Monaco di Baviera: trattava ogni tipo di armamenti in stretto rapporto coi servizi tedeschi e la Nato. In Germania veniva anche riciclato il denaro sporco, Francesco Coll e Rodolfo Corti trasportavano la valuta da Bolzano verso la Dresdmer Bank di Monaco di Baviera, il cui direttore Kriske è stato arrestato. A Zurigo trafficava in armi, in collegamento con agenti dei servizi italiani, il finanziere Hans Kunz, che fu tra gli organizzatori dell'ultimo viaggio di Roberto Calvi.
Nell'area mediorientale, sotto la copertura della società svizzera Petrocom, trafficava il fratello del presidente siriano, Hassad Rifaat, assieme ad alcuni agenti dei servizi siriani. Trafficante di armi e di droga sull'asse Berlino-Varsavia era il turco-siriano Derki Badi, anch'egli legato al trafficante milanese Arsan.
L'Italia centro del traffico mondiale di armi e di droga
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