martedì 19 luglio 2011

Alitalia: Fantozzi, in polemica con il governo, si dimette da commissario


L'amministratore della bad company ritiene che sia venuta meno la fiducia nei suoi confronti

Augusto Fantozzi (Imagoeconomica)
Augusto Fantozzi (Imagoeconomica)
MILANO - Il Commissario Straordinario di Alitalia (della parte della compagnia aerea ora in amministrazione controllata) Augusto Fantozzi si dimette.
LA NOTA - Questo perchè - si legge in una nota pubblicata sul sito - «ha ritenuto che sia venuta meno la fiducia del Governo nei suoi confronti ed ha rassegnato le proprie dimissioni nelle mani del Signor Presidente del Consiglio e del Signor Ministro per lo Sviluppo Economico. La stessa cosa hanno fatto tutti i componenti dell'Ufficio del Commissario». La decisione fa seguito all'approvazione della manovra che contiene misure che riguardano proprio le procedure di amministrazione straordinaria delle imprese. La decisione è stata presa in particolare dopo l'introduzione in manovra di una norma che consente all'esecutivo di integrare con due ulteriori commissari gli organi commissariali monocratici delle imprese in amministrazione straordinaria che si trovino nella fase di liquidazione e nelle quali sia avvenuta la dismissione dei compendi aziendali.
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Siringhe molecolari per trasferire geni

(ANSA) - ROMA - Minuscole 'siringhe molecolari' potrebbero rendere molto più facile iniettare farmaci o trasferire geni all'intero delle cellule malate. Ne è convinto un gruppo di ricerca dell'università di Bologna che spiega come utilizzare i tubi più piccoli mai costruiti in laboratorio in uno studio in via di pubblicazione sulla rivista Biomaterials. I nanotubi di carbonio potrebbero essere usati come potenziali aghi per fare iniezioni a livello microscopico. 

Milanese: ''Camera autorizzi acquisizione tabulati e apertura cassette di sicurezza''

Marco Milanese
Roma, 19 lug. (Adnkronos) - L'ex consigliere politico di Tremonti, Marco Milanese, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, ha depositato in Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio una lettera con la quale la sua difesa ha chiesto che la Camera dia il via libera all'acquisizione dei tabulati telefonici che lo riguardano e l'apertura delle cassette di sicurezza a lui intestate.

Istruzione, scatta la manovra migliaia di scuole senza presidi


Duemila istituti minori non avranno più un dirigente, molti dovranno trasferirsi. Ma già ora, per effetto dei tagli, sono oltre 2500 le sedi gestite contemporaneamente dallo stesso dirigente. E la didattica va in affannodi SALVO INTRAVAIA

Il governo colpisce il vertice dell'istruzione pubblica mettendone a rischio la governabilità. Per effetto della manovra, sulle presidenze di tutta Italia sta per abbattersi un vero e proprio ciclone. Quasi 2 mila piccoli istituti rimarranno per sempre senza un preside titolare e migliaia di dirigenti scolastici saranno costretti a fare la spola fra due scuole. Centinaia di colleghi, per effetto della norma taglia-dirigenze, dovranno fare le valigie e cercarsi in fretta e furia un'altra sede e migliaia di scuole non potranno più avere il vicario con l'esonero o il semiesonero dall'insegnamento per affiancare il preside nella gestione della scuola.

L'Andis, l'Associazione nazionale dirigenti scolastici, "rileva la preoccupante situazione di criticità che viene a determinarsi nella gestione delle istituzioni scolastiche". E "pur nella consapevolezza che il problema del debito pubblico è serio  -  prosegue il comunicato sulla manovra dell'ufficio di presidenza dell'Andis  -  auspicando analoga riflessione anche sui costi della politica, l'Andis ritiene indispensabile il coinvolgimento dei dirigenti scolastici in tutte le sedi decisionali, nazionali e regionali, per limitare i possibili danni derivanti da scelte improvvisate e meramente ragionieristiche, che danneggerebbero irrimediabilmente il sistema scolastico nazionale di istruzione".

E la recente mozione della Struttura nazionale dei dirigenti scolastici della Flc Cgil chiede addirittura "la cancellazione dalla manovra finanziaria delle misure che riguardano la scuola", facendo "appello a tutti i soggetti interessati alla qualità e al futuro della scuola pubblica statale affinché cessino gli attacchi continui e siano ripristinate le condizioni necessarie a garantire la sua esistenza". Per comprendere la levata di scudi delle associazioni dei dirigenti scolastici contro il provvedimento approvato qualche giorno fa dall'esecutivo occorre esaminare il testo della manovra che riguarda la scuola.
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http://www.repubblica.it/scuola/2011/07/19/news/caos_presidi-19327465/

L’onorevole PdL e la truffa da 45 milioni



Giuseppe Ciarrapico: le sue società portavano a casa i contributi per l’editoria senza averne diritto
Giuseppe Ciarrapico è di nuovo nei guai. Dopo le frasi antisemite su Fini, però, adesso ad arrabbiarsi è la guardia di finanza. Che ieri gli ha contestato una truffa ai danni del dipartimento dell’editoria presso la presidenza del Consiglio dell’importo di 45 milioni di euro, acquisiti tra il 2000 e il 2007 che non la truffa. Scrive Carlo Bonini su Repubblica:
Pietro Saviotti, ha contestualmente chiesto il suo rinvio a giudizio (accusa su cui il gup dovrà pronunciarsi nei prossimi mesi). Trova dunque una sua compiuta ricostruzione la vicenda per la quale, ai primi di maggio dello scorso anno, la Procura di Roma sequestrò a Ciarrapico beni per 20 milioni di euro (quote societarie, conti correnti, uno yacht nel porto di Gaeta), notificandogli, insieme al figlio Tullio, un avviso di garanzia per «truffa aggravata nel conseguimento di erogazioni pubbliche». L’indagine, condotta dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma, aveva documentato come Ciarrapico avesse utilizzato nel tempo il Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio come un bancomat cui attingere annualmente denaro pubblico destinato ad alimentare i propri conti correnti.
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La prigione dei primi ministri



Si trova in India, nella periferia di Nuova Delhi. E’ il carcere dove finiscono politici e uomini d’affari
In India, nei pressi di Nuova Delhi, c’è il carcere dei primi ministri, dei parlamentari, dei ricchi uomini d’affari. Per due volte almeno un leader del governo del paese asiatico vi è stato rinchiuso. Altre tre volte le alte mura del penitenziario hanno accolto un membro del parlamento. Come loro sono finiti nelle stesse celle un burocrate e uno degli uomini più ricchi d’India.
ILLUSTRI DETENUTI - Non si tratta certamente di un hotel a 5 stelle, come quelli che alcuni degli “inquilini” del carcere sono abituati a frequentare. Gli alloggi del penitenziario Tihar, costruito su 400 acri nel quartiere operaio sul confine occidentale di Nuova Delhi, sono spartani. Non c’è aria condizionata. Ma, rispetto agli altri istituti, le condizioni di vita sono diverse: ci sono ogni giorno corsi di yoga e meditazione. C’è anche una sorta di servizio in camera. I pasti caldi arrivano tre volte al giorno. Nelle mura del carcere Tihar è rinchiuso A. Raja, ministro delle telecomunicazioni. Occupa la cella 1. Poco distante, alla 4, c’è Suresh Kalmadi, esponente del Congresso Nazionale Indiano, il partito al potere, accusato di essere responsabile della scadente preparazione ai Giochi del Commonwealth dello scorso anno e di aver intascato diversi milioni in tangenti. Alla 3 c’è un illustre rappresentante del mondo delle telecomunicazioni, Shahid Usman Balwa, accusato di corruzione. Non mancano le donne. Come la Kaminozi, membro della camera alta del parlamento e figlia di una delle figure politiche più potenti nel sud dell’India, anche lei coivolta nello scandalo telecomunicazioni. E’ in manette dal maggio di quest’anno.
NESSUNO SCONTO AI VIP – Nel paese protagonista del boom economico asiatico, dove la crescita del pil viaggia su percentuali a due cifre, la corruzione dei politici ha raggiunto livelli alti, così come l’indignazione della gente allo scoppio degli scandali che sgominano le cricche. In India, dove col denaro o col potere politico, è possibile ottenere qualsiasi cosa, gli accusati di crimini contro il fisco pubblico – giurano gli ufficiali del carcere – non ottengono nessun beneficio particolare. Ma lo chiedono. I detenuti vip chiedono condizionatori in cella, cibo da casa, qualcuno addirittura pare sia andato in tribunale per chiedere di poter utilizzare l’iPad. Tutte richieste negate, fanno sapere dal carcere.
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La dittatura costa meno della Casta


Dopo due finanziarie pesantissime, con la disoccupazione giovanile al 30% e una situazione economica critica per quasi tutti il clima anti Casta è la cosa più comprensibile, e ovvia, del mondo. Il governo e la maggioranza del Pdl hanno mostrato tutti i loro limiti non tagliando praticamente nessun costo della politica. Il pasticcio del Pd sulle Province ha fatto il resto, e SpiderTruman è diventato in due giorni il Julian Assange all’amatriciana.
Alcuni commenti che si leggono sulla sua pagina Facebok sono però terrificanti. C’è perfino chi è riuscito a scrivere che la casta dei politici italiani sia peggio dei nazisti. L’esasperazione è comprensibile, però paragonare il genocidio di un popolo alla telefonate a tariffa agevola, cosa che hanno molti dipendenti aziendali di fascia medio alta, è tanto assurdo quanto sbagliato.
La dittatura sicuramente costa meno della democrazia, che in Italia presenta più di una degenerazione. Mai i privilegi dei parlamentari non sono neanche gli aspetti peggiori di un Paese dove la criminalità organizzata controlla buona fetta dell’economia, per fare un esempio tanto facile quanto negativo. Il vuoto creato dalla distruzione dei partiti tradizionali, avvenuta ai tempi di Tangentopoli, è stato colmata da movimenti personali di satrapi affamati che certo non hanno migliorato la situazione. Dopo Craxi è arrivato Berlusconi, e pensando che i problemi dell’Italia siano solo i troppi e talvolta inaccettabili privilegi dei parlamentari il dopo Silvio potrà essere un incubo peggiore della tragica realtà che già stiamo vivendo.

“Onorevoli gay, faccio i nomi”


Il presidente di Equality minaccia di elencare i parlamentari omosessuali. Già altre volte tirati in ballo
La minaccia per promuovere la difesa dei propri diritti. A metterla in scena è il presidente diEquality Italia. Se la legge contro l’omofobia non verrà approvata – ha fatto sapere Aurelio Mancuso -, la comunità gay reagirà con forza, “smascherando tutti quegli omosessuali invisibili, politici, preti, uomini e donne di potere, che per nascondersi si accaniscono pubblicamente contro le libertà e i diritti delle persone lgbt”.
EQUALITY VS PDL, LEGA E UDC - Oggi pomeriggio Equality Italia, insieme a tante associazioni, parteciperà al sit-in davanti a Montecitorio organizzato in vista della discussione della legge. Il primo scoglio saranno le pregiudiziali di costituzionalità presentate da LegaPdl eUdc. “Ciò che c’è scritto in quelle orribili pregiudiziali – commenta Mancuso – è offensivo della dignità di milioni di cittadine e cittadini italiani, che a differenza di tutto il resto d’Europa, in Italia sono trattati come dei pericolosi pervertiti”. “Non è più sopportabile – aggiunge – dopo quarant’anni di battaglie continuare ad essere pazienti e corretti, mentre ogni giorno si viene aggrediti e discriminati. Se saranno approvate le pregiudiziali di costituzionalità, è pronta una campagna che tenendo conto delle leggi in vigore, attuerà una forma intelligente di outing per far comprendere all’opinione pubblica quanta violenta ipocrisia sia presente nella classe dirigente italiana. L’operazione non sarà promossa nè gestita da Equality Italia, rete trasversale per i diritti civili, ma da siti gay indipendenti”, conclude.
OMOSESSUALI AL GOVERNO - Non è la prima volta che l’omosessualità dei politici viene tirata in ballo nel dibattito pubblico. Nell’affrontare i temi che interessano da vicino la comunità gay spesso ci si chiede se deputati e senatori si riconoscano per davvero nelle posizioni che sono chiamati ad assumere per ordine di partito. “Non si dichiarano perché sono ipocriti – faceva sapere Nichi Vendola lo scorso anno –, sono sepolcri imbiancati, tra l’altro sono anche ricattabili. Mi dispiace per chi vive in clandestinità la propria condizione. Uno che fa il parlamentare dovrebbe avere il coraggio di dirlo”. Sarà ancora il leader di Sel, qualche mese più tardi, rispondendo alle domande delle Iene ad affermare che l’Italia ha già avuto un presidente del Consiglio in Italia gay. Il tutto mentre il presidente onorario di Arcigay Franco Grillini annunciava in un’intervista al Giornale la presenza alla Camera e al Senato di circa cento perlamentari omosessuali, più o meno egualmente distribuiti tra centrodestra e centrosinistra, di tre ministri omosessuali nella attuale compagine di governo, e di tre ministri omosessuali nel governo Prodi. E la curiosità dilaga.

Asperamundi, il nuovo precario anti-Casta



Promette: “Tra 48 ore sarà attivo il server off e pubblicherò documenti riservati con nomi e cognomi”. Ma per adesso…
Una pagina Facebook, of course. E un blog all’indirizzo asperamundi.blogspot.com. Ma soprattutto, una promessa: “Tra 48 ore sarà attivo il server off e allora pubblicherò filmati e documenti riservati con nomi e cognomi. Stay tuned…”. Comincia così, con molte somiglianze con la storia precedente, la seconda “operazione anti-Casta”, dopo “I segreti della Casta di Montecitorio”. Ma anche con alcune differenze: “Sono un impiegato, con incarico di segreteria per un onorevole della Camera dei Deputati( al secondo mandato). Il mio stipendio è, in media, di 2.400 euro il mese”, racconta di sé Asperamundi,e in un commento sul blog parla anche di alcune perplessità sul suo “concorrente” o ispiratore che dir si voglia:
Francesco, pubblicare notizie, già pubbliche o meno, sui privilegi, i malaffari di quella che è definita Casta è meritevole e quindi beng vengano spidertruman e altri anche se da anni, sul web, vi sono blog e siti di informazione indipendente che denunciano fatti e misfatti di una classe politica delegittimata. Quello che non mi convince di spidertruman sono alcuni fatti contradditori e anche la corsa la banner pubblicitario che sicuramente gli oprterò qualche soldino in tasca.
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http://www.giornalettismo.com/archives/134263/asperamundi-il-nuovo-precario-anti-casta/

Cina, a morte due funzionari corrotti

(ANSA) - PECHINO - Due alti funzionari governativi condannati a morte per corruzione sono stati messi a morte oggi in Cina, secondo i mezzi d'informazione cinesi. Xu Maiyong, ex vicesindaco di Hanzhou, era stato giudicato colpevole di aver ricevuto mazzette per oltre 15 milioni di euro da un'impresa statale di costruzioni; Jiang Renjie, ex vicesindaco di Suzhou, di aver ricavato 11 milioni di yuan dalle sue attività illegali.

Il mistero dei 400 missili spariti dalla Maddalena


Portati via dalla base con un intero arsenale.

La base di Santo Stefano alla Maddalena
La base di Santo Stefano alla Maddalena
TEMPIO PAUSANIA - Missili, razzi anticarro e katiuscia, kalashnikov e munizioni: ne erano piene le gallerie-bunker della Marina militare scavate nell'isola di Santo Stefano, arcipelago della Maddalena. Tanti da armare un esercito. Partite dall'ex Unione Sovietica, destinazione i Balcani in guerra, nel 1994 le armi furono intercettate su una nave nel Canale d'Otranto e sequestrate. Devono essere distrutte, aveva ordinato il tribunale di Torino. Invece due mesi fa missili, razzi e kalashnikov sono stati portati via dal bunker, consegnati dalla Marina all'Esercito, sbarcati nel Lazio, spariti nel nulla. E la magistratura di Tempio, che aveva cominciato a squarciare il mistero - finiti in Libia e in Afghanistan? - è da qualche giorno davanti al muro del segreto di Stato: la presidenza del Consiglio ha imposto l'alt a ogni accertamento sulla destinazione finale delle armi.
INTRIGO INTERNAZIONALE - Fin dall'inizio un intrigo internazionale: trame da 007 fra Ucraina e Croazia, «soffiate» ai servizi di sicurezza di Gran Bretagna e Italia, i fili del traffico manovrati da una rete di uomini d'affari dei Paesi dell'Est, in carcere anche uno degli oligarchi della nuova Russia, Alexander Borisovich Zhukov. Ora è «giallo»: 4 container, scortati da mezzi dell'Esercito, sono stati imbarcati su un traghetto della compagnia Saremar dalla Maddalena a Palau e da Olbia su una nave della Tirrenia (con 600 passeggeri a bordo) per Civitavecchia. Quante armi sono state portate via dal bunker? Era il primo viaggio o l'ultimo? Missili nelle navi con passeggeri, un rischio: perché?
OGIVE NUCLEARI - L'isola di Santo Stefano per 36 anni è stata base Usa di sommergibili nucleari, gli americani sono andati via nel 2008. Vicino all'ormeggio della nave-officina dei sottomarini si apre una galleria nella roccia, deposito (si diceva, mai però una conferma) anche di missili con ogive nucleari. Lì era custodito l'arsenale sequestrato nell'Adriatico: 400 missili Fagot con 50 postazioni di tiro, 30 mila mitragliatori AK-47, 5 mila razzi katiuscia, 11 mila razzi anticarro, 32 milioni di proiettili per i mitragliatori. Contenuti in casse, accatastate su più file, inventariate in un lungo elenco, l'originale al tribunale di Torino, le copie presso i comandi militari.
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Genova: Amnesty, impunita' intollerabile

(ANSA) - ROMA - L'impunita' per le violazioni commesse durante il G8 di Genova del 2001 dalle forze di polizia e' una 'macchia intollerabile' nella storia dei diritti umani in Italia: nel 10/o anniversario dei fatti di Genova, Amnesty International chiede all'Italia un'assunzione di responsabilita' e le scuse alle vittime. Oggi, nel decennale, l'organizzazione si rammarica per il fatto che l'Italia non abbia condotto un'inchiesta approfondita e che non abbia garantito i processi contro gli agenti sospettati.

Omicidio Rea, arrestato Salvatore Parolisi "Sul corpo ha inflitto colpi post mortem"

Ascoli Piceno, 19 lug. - (Adnkronos) - Salvatore Parolisi è stato arrestato questa mattina per l'omicidio della moglie Melania Rea.
Il caporal maggiore dell'Esercito, che è stato portato nel carcere di Marino del Tronto, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà. La richiesta di ordinanza di custodia cautelare in carcere, avanzata dai pm Umberto Monti ed Ettore Picardi, è stata accolta dal gip di Ascoli Piceno, Carlo Calvaresi.
Nel frattempo gli atti dell'inchiesta, come deciso dal Gip, sono stati trasferiti a Teramo: il luogo in cui è stato trovato il cadavere di Melania, Ripe di Civitella, si trova infatti nel teramano.
"Melania Rea era già morta quando Salvatore Parolisi ne ha denunciato la scomparsa", ha affermato - citando la relazione del medico legale Adriano Tagliabracci - il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, colonnello Alessandro Patrizio, durante una conferenza stampa tenuta dopo l'arresto. E ha ricordato che "Parolisi denunciò la scomparsa di Melania alle 15.30. Ma secondo gli accertamenti del medico legale l'uccisione della vittima, avvenuta per dissanguamento dopo un'agonia di 10 minuti, è avvenuta non oltre le 15.30 del 18 aprile". "La morte di Melania, secondo la perizia, è da collocarsi due ore dopo l'ingerimento dell'ultimo pasto e un'ora dopo l'assunzione di caffeina - spiega Patrizio - entrambi i riferimenti temporali indicati dal medico legale combaciano con le 15.30". Inoltre, aggiunge, "viste le copiose macchie ematiche trovate, il medico legale ritiene che l'omicidio sia iniziato e si sia concluso a Ripe di Civitella".
Inoltre "sul corpo di Melania Parolisi ha inflitto anche colpi post mortem". "Noi siamo convinti - ha proseguito Patrizio - che Parolisi abbia agito in autonomia". Il comandante, che in questi mesi ha condotto le indagini sul giallo di Ripe di Civitella, tuttavia non esclude l'ipotesi che il marito della vittima possa essere stato aiutato da qualcuno. "Non possiamo escludere che Parolisi abbia goduto di una collaborazione esterna nell'omicidio o nelle ferite post mortem inflitte con un'altra arma", ha sottolineato, confermando che al momento non risultano però altre persone iscritte nel registro degli indagati.
Parolisi è comunque "apparso tranquillo, non ha proferito parola, sembrava quasi rassegnato" al momento dell'arresto.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Omicidio-Rea-arrestato-Salvatore-Parolisi-Sul-corpo-ha-inflitto-colpi-post-mortem_312257869283.html

Inchiesta P4: Lega, Bossi detta linea, terremo atteggiamento consono

Roma, 19 lug. - (Adnkronos) - La Lega non ha ancora sciolto la riserva sul caso di Alfonso Papa in vista del voto di domani in Aula, a Montecitorio. ''Solo una cosa e' certa, non chiederemo il voto segreto'', assicura Marco Reguzzoni, capogruppo del Carroccio alla Camera, che rinvia tutto ''all'ultimo momento'', quando Umberto Bossi ''dara' la linea ai suoi''.

San Raffaele: fissata per domani mattina autopsia su Mario Cal

Milano, 19 lug. - (Adnkronos) - E' stata fissata per domani mattina alle 8.30, all'Istituto di Medicina Legale di Milano, l'autopsia sul corpo di Mario Cal, l'ex vicepresidente del San Raffaele che si e' tolto la vita con un colpo di pistola. Intanto procedono gli accertamenti scientifici, come le impronte sul manico della pistola, disposti dal pm maurizio Ascione che indaga per induzione al suicidio.