martedì 19 luglio 2011

La prigione dei primi ministri



Si trova in India, nella periferia di Nuova Delhi. E’ il carcere dove finiscono politici e uomini d’affari
In India, nei pressi di Nuova Delhi, c’è il carcere dei primi ministri, dei parlamentari, dei ricchi uomini d’affari. Per due volte almeno un leader del governo del paese asiatico vi è stato rinchiuso. Altre tre volte le alte mura del penitenziario hanno accolto un membro del parlamento. Come loro sono finiti nelle stesse celle un burocrate e uno degli uomini più ricchi d’India.
ILLUSTRI DETENUTI - Non si tratta certamente di un hotel a 5 stelle, come quelli che alcuni degli “inquilini” del carcere sono abituati a frequentare. Gli alloggi del penitenziario Tihar, costruito su 400 acri nel quartiere operaio sul confine occidentale di Nuova Delhi, sono spartani. Non c’è aria condizionata. Ma, rispetto agli altri istituti, le condizioni di vita sono diverse: ci sono ogni giorno corsi di yoga e meditazione. C’è anche una sorta di servizio in camera. I pasti caldi arrivano tre volte al giorno. Nelle mura del carcere Tihar è rinchiuso A. Raja, ministro delle telecomunicazioni. Occupa la cella 1. Poco distante, alla 4, c’è Suresh Kalmadi, esponente del Congresso Nazionale Indiano, il partito al potere, accusato di essere responsabile della scadente preparazione ai Giochi del Commonwealth dello scorso anno e di aver intascato diversi milioni in tangenti. Alla 3 c’è un illustre rappresentante del mondo delle telecomunicazioni, Shahid Usman Balwa, accusato di corruzione. Non mancano le donne. Come la Kaminozi, membro della camera alta del parlamento e figlia di una delle figure politiche più potenti nel sud dell’India, anche lei coivolta nello scandalo telecomunicazioni. E’ in manette dal maggio di quest’anno.
NESSUNO SCONTO AI VIP – Nel paese protagonista del boom economico asiatico, dove la crescita del pil viaggia su percentuali a due cifre, la corruzione dei politici ha raggiunto livelli alti, così come l’indignazione della gente allo scoppio degli scandali che sgominano le cricche. In India, dove col denaro o col potere politico, è possibile ottenere qualsiasi cosa, gli accusati di crimini contro il fisco pubblico – giurano gli ufficiali del carcere – non ottengono nessun beneficio particolare. Ma lo chiedono. I detenuti vip chiedono condizionatori in cella, cibo da casa, qualcuno addirittura pare sia andato in tribunale per chiedere di poter utilizzare l’iPad. Tutte richieste negate, fanno sapere dal carcere.
Continua ...

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