venerdì 21 gennaio 2011

Sul caso Ruby la Procura di Milano va avanti

Milano, 21 gen. (TMNews) - La Procura di Milano, dopo aver letto la breve comunicazione in cui i difensori di Silvio Berlusconi spiegano che il premier non si presenterà all'interrogatorio perché l'autorità giudiziaria di Milano è ritenuta incompetente, decide di proseguire nell'indagine in vista della richiesta di processo con rito immediato, come era stato ipotizzato già nell'invito a comparire notificato al presidente del Consiglio il 14 gennaio scorso. Lo si apprende da fonti giudiziarie. La questione della competenza era già stata valutata dalla Procura prima di spedire l'avviso al premier. Nelle poche righe del fax mandato dai difensori di Berlusconi alla Procura, una sorta di atto di cortesia, si sostiene che il reato ipotizzato sia di tipo ministeriale. Intanto, la Procura attraverso l'analisi dei tabulati sta cercando di verificare la rispondenza al vero delle affermazioni fatte in televisione dalla escort Nadia Macrì, che sostiene di essere stata ad Arcore il 24 aprile dell'anno scorso.

Sfrattate le Berlusconette. La Minetti rischia il posto

E il telefono di Berlusconi diventa rovente. L'amministrazione del complesso dove si trovano gli appartamenti delle mantenute di Berlusconi ha intimato loro lo sfratto. Troppo il disagio per gli altri inquilini, scioglimento del contratto e sfratto immediato per lesione al decoro del condominio. Hanno solo otto giorni per lasciare gli appartamenti, non dovrebbero comunque finire in mezzo a una strada. Come non dovrebbe finire in mezzo a una strada Nicole Minetti (nella foto*), che vede minacciato il suo posto, e la sua retribuzione da consigliere regionale della Lombardia. Anche i suoi compagni di coalizione sono in imbarazzo nello spiegare agli elettori il senso di retribuire con denaro pubblico una persona che si è scoperta impegnata a tempo pieno nella gestione dell'harem sopra ricordato. Per non parlare delle firme false sulla sua candidatura e altri dettagli. Come al solito l'ira degli indignati si abbatte come una furia sulle figure di secondo piano, i capri espiatori sacrificati al posto del caprone, che sta facendo l'impossibile per sfuggire al suo tristo destino. La disgrazia che si abbatte sulle sue compagne di giochi rende però molto difficile il lavoro di chi sta cercando di difendere il caprone, da una parte con sottili distinguo sulle competenze e dall'altra negando assolutamente qualsiasi ipotesi di puttaneggiamento. Diventa difficile quando le ragazze sono scacciate dalle loro dimore perché ne offendono il decoro o si devono dimettere dagli incarichi pubblici perché giudicate indegne e troppo compromesse dagli stessi compagni di partito. Una posizione poco compatibile con l'immagine di un vorticoso giro di denaro destinato a beneficiare un gruppo di giovincelle bisognose, che è la versione che stanno cercando di promuovere Berlusconi e i suoi associati. Così com'è impensabile che gli inquilini senza cuore caccino un gruppo di giovincelle bisognose, assistite da un milionario dal cuore d'oro, adducendo un danno al decoro. Evidentemente, nonostante gli sforzi fin qui profusi e il solito sacrificio di molti che si sono lanciati ben oltre il ridicolo per fare scudo a Berlusconi, non se la beve nessuno che le signorine siano qualcosa di diverso da quello scoperto dai magistrati. Una realtà inconfutabile emersa già dalla parte di atti trasmessi al Parlamento, nei quali c'è di tutto, ma manca proprio la minima traccia di relazioni edificanti. E non si tratta nemmeno di tutte le prove già acquisite nell'inchiesta, ma "solo" di quelle ritenute necessarie per giustificare la perquisizione dell'ufficio del ragioniere di Berlusconi, quello che pagava questo gruppo di ragazze, che non è nemmeno l'unico bacino dal quale attingevano le serate bunga-bunga. Su questa ipotesi s'intravede un abbozzo di Piano B, che cerca di dipingere Berlusconi come vittima di ragazze scafatissime aizzate da famiglie avide e da presunti amici impegnati a truffarlo. Quadro forse più realistico, ma comunque una plateale ammissione d'inadeguatezza a ricoprire un ruolo come quello di Presidente del Consiglio. Presdelcons che in questo preciso momento sta subendo svariati atti di bullismo telefonico, dopo che il suo numero è divenuto pubblico insieme a quelli di tutti gli altri protagonisti della vicenda. Sono già molti quelli che riferiscono di aver telefonato o (i più numerosi) inviato SMS poco cordiali. L'antica saggezza popolare cinese imporrebbe a questo punto di bastonare il cane che affoga, ma la vicenda non si svolge in Cina e così per ora al cane annaspa e sopravvive. Intanto l'opinione pubblica nel suo complesso fatica ad indignarsi, un po' perché è abituata da anni a questo livello di trivialità e un po' perché fatica a prendere sul serio la cosa in mezzo a tanto sghignazzare e all'enormità delle notizie che circolano. * Chissà se Bossi Jr. (aka Il Trota), rivedendo la foto, penserà a quando la sua ex-fidanzata andava ai bunga-bunga con la Minetti e Berlusconi.

Diritti con la data di scadenza, come lo yogurt

Ai diritti dei lavoratori precari è stata data una scadenza, come per lo yogurt. Si tratta del prossimo 23 gennaio. Dopo quel giorno decade ogni possibilità di impugnare un contratto di lavoro illegittimo. Quando tutto viene considerato merce di scambio, dalle auto al sesso, dalle scarpe al lavoro, anche i diritti vengono considerati tali. Una merce, quest’ultima, che come tale non è data per sempre, ma a seconda delle necessità di un profitto, sia esso politico o economico. Nel caso dei diritti dei lavoratori precari, si tratta di entrambi i casi e si tratta di una merce prodotta negli operosi palazzi politici, dove più che rappresentanti dei cittadini sembra siedano capitani d’industria e loro vassalli, a giudicare dai provvedimenti che ne vengono fuori. E’ in questa condizione che i diritti mercificati devono essere ben digeriti da coloro che amano riempircisi la bocca, inghiottirli e poi rilasciare puzzolenti escrementi dove i lavoratori rischiano di affogare. Sarà per questo che ai diritti dei lavoratori precari, serviti alle tavole padronali, è stata data una scadenza, breve come fosse un yogurt. Si sta parlando del termine stabilito nella legge 8 novembre 2010 n. 183, il cosiddetto “collegato lavoro” approvato dal governo Berlusconi, entro il quale i lavoratori precari hanno possibilità di impugnare un contratto a tempo determinato di dubbia legittimità. Un termine che non esisteva fino allo scorso 24 novembre, giorno dell’entrata in vigore del “collegato lavoro”, e pertanto prima che quel provvedimento fosse approvato, un lavoratore aveva la possibilità di fare causa per un contratto illegittimo, anche a distanza di anni dalla sua conclusione. La ragione era evidente quanto giusta: non porre la parte debole dei contraenti (il lavoratore) nella condizione di dover scegliere se vedersi riconosciuto un diritto o coltivare la speranza di essere riassunto, magari con un nuovo contratto a termine. Tutto cambia, appunto, con l’entrata in vigore del “collegato lavoro”, che lascia al lavoratore 60 giorni di tempo dalla scadenza del contratto, per impugnarlo e solo 270 giorni dalla data di impugnazione per ricorrere in tribunale. Poiché l’efficacia di questo odioso provvedimento è retroattivo, tutti i contratti scaduti prima del 24 novembre 2010 possono essere impugnati entro e non oltre il prossimo 23 gennaio. Per farlo ed avere poi 270 giorni di tempo per eventualmente rivolgersi ad un giudice, occorre inviare una raccomandata ai datori di lavoro presso i quali si è lavorato con contratto a termine, contenente l’impugnazione della risoluzione del loro contratto di lavoro. È il solo modo per vedersi riconosciuti, in base ai singoli casi, un risarcimento o anche l’assunzione a tempo indeterminato. E’ il solo modo, se agito in maniera diffusa, per evitare l’efficacia di quello che di fatto risulta essere un condono per quei datori di lavoro, pubblici e privati, che hanno abusato dei contratti a termine ed approfittato delle condizioni di precarietà dei lavoratori.

Caso Ruby: Bondi, la sinistra e' la maledizione dell'Italia

Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Conosco bene le tecniche di disinformazione e di manipolazione della realta' di cui e' capace la sinistra italiana, ma di fronte a quello che sta accadendo in questi giorni c'e' da restare allibiti e sconvolti. Questi signori sono pronti a mandare tutto in malora, sono pronti a sfasciare tutto pur di destabilizzare il quadro politico, nell'illusione di poter poi conquistare il potere. La vera maledizione per questo nostro Paese e' questa sinistra, disposta a tutto, pronta a mettere in gioco gli interessi di tutti gli italiani, pur di raggiungere i propri fini". Lo ha dichiarato il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi.

Caso Ruby: termina dopo 5 ore interrogatorio Nadia Macri'

Milano, 21 gen. (Adnkronos) - E' terminato dopo 5 ore l'interrogatorio di Nadia Macri' davanti ai magistrati milanesi che indagano sul caso Ruby. La ex escort ha lasciato gli uffici di piazzetta Umanitaria a bordo dell'auto guidata dall'amico Francesco Chiesa Soprani, ex agente di Noemi Letizia, e si e' allontanata senza rilasciare dichiarazioni.

Mafia: in attesa di sentenza Cassazione Cuffaro prega in chiesa

Palermo, 21 gen. (Adnkronos) - L'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro e' andato in chiesa a pregare in attesa di conoscere il verdetto dei giudici della Corte di Cassazione nell'ambito del processo per le cosiddette 'talpe' della Dda di Palermo. Questa mattina, al termine della requisitoria il procuratore generale aveva chiesto ai giudici della Cassazione di ridurre la pena inflitta in secondo grado, a 7 anni di reclusione. Secondo il pg non ci sarebbero le prove che il senatore del Pid abbia voluto agevolare Cosa nostra.