Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 15 marzo 2011
Libia, avanzano le truppe del raìs: bandiera verde libica sventola da Tobruk a Sallum
Marcello Pamio a Radio Italia dell'IRIB: obiettivo di case farmaceutiche non e' curare ma accumulare soldi
'Scontro' Assange-Gillard
Quegli strani intrecci tra la Lega e i gruppi dell’estrema destra europea
Come nascono e si evolvono i contatti. Sempre con la regia e la supervisione del senatùr Umberto Bossi. Famiglia, gay e immigrati gli obiettivi comuni. Una strana coppia, sicuramente, ma non una coppia strana, visto le posizioni politiche: lei si chiama Marine Le Pen, lui Mario Borghezio. Lei è leader dell’estrema destra francese, candidata – per giunta tra i favoriti – alle prossime elezioni presidenziali in Francia, lui è un eurodeputato della Lega nord con posizioni che vanno ben oltre l’estrema destra.
I due si sono presentati oggi, tra proteste e sit in, al centro di prima accoglienza a Lampedusa. Molto cauti, in realtà Le Pen e Borghezio una loro idea di frontiera ce l’hanno. Netta e radicale. E si riassume facilmente in una sola parola: muro. Ma come nascono i rapporti tra Borghezio, la Lega e l’estrema destra europea? Non è storia recente. Le prime convergenze risalgono alla fine degli anni Novanta, più precisamente tra la fine del 1997 e i primissimi mesi del 1998. Tutto ha inizio quando il movimento guidato da Umberto Bossi iniziò con Borghezio e i funzionari del Carroccio come Giorgio Mussa e il defunto Archimede Bontempi, uomo con un passato in “Servire il Popolo”, a stringere rapporti e alleanze con movimenti politici e culturali vicini al mondo neonazista.
I primissimi contatti fuori dalla Padania sono con il Vlaams Blok fiammingo (oggi diventato Vlaams Belang dopo che un giudice ne ha sciolto il vecchio partito per incitamento all’odio razziale) invitato in alcuni congressi della Lega a partire dal 1998. Poi ci fu un’infatuazione per l’Fpoe di Joerg Haider, in Austria, Carinzia in particolare, i cui contatti iniziarono tra il 1997 ed il 1998 e furono sanciti con accordi a Venezia nel 1999 e visite ufficiali di Haider a Vicenza. Non mancarono, sempre in quegli anni, contatti del Fronte Nazionale francese di Jean Marie Le Pen ed il Club dell’Horloge di Parigi, fucina intellettuale dell’estrema destra d’oltralpe.
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Rischio nucleare in Giappone: in Italia si minimizza. Associazioni ambientaliste chiedono dimissioni dell’Agenzia Nucleare Italiana
Dopo il sisma giapponese e gli incidenti alle centrali nucleari nipponiche, il mondo inizia ad interrogarsi seriamente sul nucleare e a temerne i rischi, ad eccezione del governo italiano, che insieme alle lobby di settore, continua a rassicurare gli italiani sulla sicurezza delle centrali, nel penoso tentativo di coprire l’evidente realtà e gli effettivi rischi del nucleare.
Con questa consapevolezza, le associazioni ambientaliste italiane GreenpeaceItalia,Legambiente e il WWF, si sono unite per chiedere all’unanimità le dimissioni dei responsabili dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, che tenta di spacciare per sicuro ciò che sicuro non è.
Dopo la pessima figura con la trovata pubblicitaria della partita a scacchi lanciata dal Forum Italiano Nucleare (bollata nelle scorse settimana come ingannevole) i sostenitori del nuclearenon si arrendono e continuano imperterriti a sostenere l’opportunità di questa scelta. Ma a quanto pare, i porta voce dell’Agenzia del nucleare non fanno in tempo a rassicurare gli italiani che dall’estero arriva subito una nuova notizia che smentisce i loro dati.
“Se le lobby nucleariste e politiche italiane ci vogliono far credere che la realtà sul rischio nucleare in Giappone è lontana – fa sapere il WWF in una nota - e non paragonabile alla tecnologia a nostra disposizione, c’è il mondo intero, e l’Europa in particolare, che in queste ore si sta domandando se la scelta nucleare sia ancora sicura e conveniente. Dalla Francia alla Germania, dall’Austria alla Svizzera i politici stanno agendo non sull’onda emotiva, ma razionale della revisione dei propri piani alla luce dell’evidente insicurezza degli impianti nucleari. Quello che sta accadendo in queste ore è drammatico : se le notizie sono confermate, le barre di uranio della centrale di Fukushima sarebbero già parzialmente fuse, ovvero, sta accadendo quello che tutti noi speravamo (e speriamo ancora) non accadesse mai”.
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Radiazioni da Fukushima a Tokyo, l'ambasciatore: Italiani via
I tecnici hanno dovuto abbandonare la control room del reattore 4 a causa delle radiazioni.
NUCLEARE: GERMANIA CHIUDE 7 CENTRALI, IN RUSSIA ANALISI SU IMPIANTI
“Se il Pm bara il reato decade”: l’ennesima legge ad personam?
Se l’emendamento della maggioranza fosse approvato, si potrebbero far sparire tutti i processi adducendo “il dolo o la colpa” del magistrato.
Facile. Molto facile. La proposta della maggioranza salverebbe molte situazioni. Una, in particolare. Si tratta di una vera e propria tenaglia, quella che i Responsabili – ma potrebbeessere stato chiunque altro – hanno in mente, questa volta. Una minestra che si compone di vari ingredienti. Ad esempio la viscerale e ultradecennale campagna del centrodestra contro la magistratura inquirente, accusata di avercela con il premier – o, di volta in volta, con molti altri – in maniera intenzionale e personale: come intendano sfruttare la situazione, lo vedremo fra un attimo.
LA NUOVA NORMA – Senza dimenticare la necessità di proteggere a tutti i costi il capo, il premier, Silvio Berlusconi. Evitando che lui possa rispondere prima di tutto in tribunale delle sue azioni, provvedendo a far decadere i reati, o ad allontanarlo in ogni modo dalle aule di Tribunale. Si mettano insieme questi due elementi e si arriverà, vicini ma non troppo, a quanto hanno proposto i responsabili alla Camera dei Deputati. Facile, dicevamo: se riesci a provare che il Pm ce l’ha con te, il reato per cui sei imputato semplicemente decade.
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Quasi maggiorenne? “Ruby si è prostituita con Silvio a 16 anni”
L’avviso di conclusione delle indagini a carico di Emilio Fede,Lele Mora e Nicole Minetti fa emergere una serie di nuove rivelazioni.
“Appena minorenne”; “maggiorenne meno qualcosa”; “sembrava un’adulta”: questo è tanto altro è stato detto di Ruby Rubacuori, ovvero Karima El Marough, pietra dello scandalo del caso che sta affollando di faldoni la procura di Milano. Imputati, di pregio, Silvio Berlusconi con il reato di favoreggiamento della prostituzione minorile e concussione; e Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede per i soli reati collegati alla prostituzione minorile.
SEDICENNE – Proprio dal deposito dell’avviso di chiusura delle indagini a carico di Lele Mora, Fede e Nicole Minetti, la cui posizione è stata stralciata da quella di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, emergono nuove verità sull’età della ragazza. Il punto è presto detto: i pubblici ministeri di Milano ritengono che la ragazza non si sia prostituita a “18 anni meno qualcosa”, come era stato finora raccontato, ma ben prima: nel settembre 2009. Data in cui Ruby aveva addirittura 16 anni.
La procura di Milano contesta la prostituzione minorile a partire dal settembre 2009. Secondo i Pm milanesi dunque Ruby sarebbe stata ad Arcore la prima volta quando ancora aveva 16 anni e non 17 come era stato supposto quando si era parlato del suo arrivo a Villa San Martino a partire dal febbraio 2010. Per quanto riguarda invece le accuse di induzione e favoreggiamento della prostituzione, i fatti, sempre secondo l’accusa, si riferirebbero al periodo tra l’inizio del 2009 e il gennaio del 2010.
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Fukushima: reattore nucleare spaccato, la radioattività arriva a Tokyo
Le elezioni amministrative rimandate di 6 mesi.
Caso Ruby: indagini chiuse per Minetti, Fede e Mora
Giappone: negli Usa corsa all'acquisto di pasticche di iodio
Partorire in manette? Succede in Israele
Questo accade alle donne palestinesi detenute nelle carceri, alle quali vengono negate assistenza legale e cure mediche. In più vivono in condizioni igieniche spaventose e dividono la cella con i topi.
Il Comitato per i Diritti Umani Femminili delle Nazioni Unitedenuncia la situazione di degrado in cui vengono costrette a vivere le donne palestinesi nelle carceri di Israele. Dal 1967 più di 700.000 palestinesi sono stati nelle prigioni e nei centri di detenzione israeliani. Di questi prigionieri almeno 10.000 sono donne. Attualmente i prigionieri – quasi tutti membri del Consiglio Legislativo Palestinese – sono 7.500, di cui 37 sono donne.
CONVENZIONE DI GINEVRA – Fabrizia Falcione, membro del Comitato , spiega come sia assolutamente urgente affrontare la questione relativa ai diritti di queste detenute. “La situazione delle donne e dei minori di origine palestinese nelle carceri israeliani è davvero pessima. In termini di numeri, le donne sono poche rispetto agli uomini palestinesi ospiti delle prigioni di Israele, ma la loro condizione è peggiore. Le loro esigenze sono neglette, i loro diritti costantemente violati. Le donne si trovano nelle prigioni di Hasharon and Damon, entrambe site fuori dal territorio palestinese occupato, in aperta violazione dell’Articolo 76 della Quarta Convenzione di Ginevra.”
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http://www.giornalettismo.com/archives/117747/partorire-in-manette-succede-in-israele/
Gheddafi : “Potrei allearmi con Al Qaeda”
Governo: anche Giovanardi minaccia di lasciare
Giappone: esplosione e fusione del nocciolo a Fukushima
A rischio anche i reattori 5 e 6.
FUKUSHIMA (GIAPPONE) - Peggiora di ora in ora la situazione della centrale nucleare di Fukushima 1. Verso le 6 ora italiana (le 14 in Giappone) una nuova esplosione si è sentita dall'interno della centrale. A quanto si è appreso, è dipeso dal fatto che è finito il gasolio per alimentare i gruppi elettrogeni. Così l'energia è mancata e le pompe che stavano inondando il reattore di acqua di mare si sono fermate. L'altissima temperatura del nucleo radioattivo ha fatto evaporare gran parte di quello presente e provocato l'esplosione, seguita da un incendio, che sta liberando in atmosfera iodio e cesio radioattivi e molto inquinanti. Un altro incendio ha riguardato anche il reattore 4, dove l'altissima temperatura (anche qui il nocciolo non è refrigerato nella maniera adeguata) ha provocato un incendio del materiale nucleare. Si tratta dello stesso tipo di incidente successo a Chernobyl: allora bruciò la grafite, qui brucia direttamente il materiale radioattivo. E anche in questo caso c'è il rilascio di grandi quantità di materiale radioattivo tra i fumi della centrale. E che ci sia una grande quantità si materiale radioattivo nell'atmosfera non è solo una opinione. Sono ormai 17 i marines della portaerei Ronald Reagan contaminati, al punto che la portaerei stessa si è allontanata dalla zona, andandosi a mettere sopravvento. Non solo: a Maebashi, città a 150 Km. dalla centrale di Fukushima, si registra un aumento notevole della radioattività, anche se siamo entro limiti ragionevoli; ma anche a Tokyo, 250 Km. dalla centrale nucleare i contatori geiger stanno cominciando a registrare un aumento della radioattività dell'atmosfera. Al punto che il governo, secondo quanto riferisce Repubblica, sta studiando un piano per evacuare l'intera capitale, se fosse necessario. L'unica buona notizia è il ritrovamento di 1300 persone, date per disperse, sull'isola di Oshima, nella prefettura di Miyagi. Nonostante il terremoto e lo tsunami, sono riuscite a sopravvivere alla distruzione avvenuta intorno a loro
Giappone: radioattivita' verso oceano
Giappone, nuova scossa di 6.2 gradi Fukushima, esplosi altri due reattori
Il premier Kan annuncia nuove restrizioni, coprifuoco nei 30 km da Fukushima. «Combustibile in ebollizione».
L'AREA DI SICUREZZA - Nel frattempo, il livello delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare giapponese di Fukushima, gravemente danneggiata dal terremoto di quatto giorni fa, è «considerevolmente aumentato» e per questo motivo la popolazione entro un raggio di 30 chilometri dall'impianto deve rimanere nelle proprie abitazioni: lo ha annunciato il premier nipponico, Naoto Kan, assicurando che il governo sta predisponendo tutti i necessari piani per l'assistenza della popolazione. I circa 200mila residenti nel raggio di 20 chilometri dall'impianto sono stati sgomberati mentre per quelli della fascia immediatamente successiva è stato imposto un vero e proprio coprifuoco per motivi precauzionali, anche se pure per i residenti in quest'area non viene esclusa l'opzione dell'allontanamento. Successivamente alcuni rappresentanti del governo hanno parlato di un livello di radiazioni in calo rispetto al momento in cui la radioattività ha raggiunto il suo culmine, ma le notizie che arrivano dal Giappone da questo punto di vista sono contraddittorie. L'attenzione resta alta e dall'estero si guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo: l'autorità francese per la sicurezza nucleare sostiene che il livello di rischio è a quota 6 della scala di riferimento internazionale Ines che arriva ad un massimo di 7 (quello, per intendersi, registrato in occasione dell'incidente di Chernobyl). La valutazione dell'Ispra, l'istituto italiano che si occupa anche di sicurezza nucleare, valuta invece a 5 tale livello. Le autorità giapponesi avevano invece sempre parlato di un livello 4.
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