martedì 2 agosto 2011

Brendan Lillis, prigioniero politico irlandese. Un appello per la sua liberazione


Brendan Lillis sta male. E' dimagrito e pesa 37 chili, ma le autorità britanniche della Northern Ireland Assembly non hanno acconsentito alla sua scarcerazione per motivi umanitari ritenendolo ancora un pericolo pubblico, nonostante l'aggravarsi della malattia che lo ha colpito.
Brendan Lillis. E' questo il nome di un prigioniero "politico" irlandese che sta facendo parlare del suo caso e del problema dei prigionieri politici nell'Irlanda del Nord.
Nel 1972 fu condannato all'ergastolo per detenzione di esplosivi nell'Irlanda del Nord. Nel 1994 fu rilasciato sulla parola, ma fu arrestato nuovamente per furto nel 2009. Da quel momento è stato così considerato un pericolo per la pubblica sicurezza e non è gli è stato più consentito di uscire dal carcere di Maghaberry. Gli è stata revocata la possibilità di uscire nuovamente su parole e ora dovrà scontare il resto della pena detentiva dell'ergastolo. 
La situazione, tuttavia, risulta essere molto grave. Infatti, Brendan soffre di una malattia degenerativa artritica che lo costringe a letto. Dimagrito fino a raggiungere i 37 chili, ora sta rischiando la vita. Silegge che si troverebbe in uno stato confusionale e con febbre molto alta per un'infezione.
La sua compagna, Roisin, ha dovuto apprendere la notizia delle sue condizioni dalla stampa, poiché non le è stato permesso di fargli visita in carcere. 
La Commission Parole, commissione che nell'ordinamento giuridico britannico è incaricata di giudicare se un detenuto abbia i requisiti per scontare la propria pena ai domiciliari, ha ritenuto che Brendan Lillis, in quanto "pericolo pubblico", non fosse idoneo alla richiesta di lasciare il carcere dov'è tutt'ora rinchiuso.
Nonostante anche i rappresentanti del Sinn Féinmovimento indipendentista irlandese e frangia politica dell'IRA, abbiano incontrato mercoledì 27 luglio il Ministro della Giustizia David Ford dellaNorthern Ireland Assembly, per chiedere la liberazione di Brendan per motivi umanitari e di compassione, non c'è ad oggi nessuna notizia su una sua eventuale scarcerazione. La richiesta era già stata giudicata eccessiva dal Prison Service, in quanto la sua condizione di salute non rappreseterebbe un motivo sufficiente per far ricorso ad una e per questo è passata successivamente nelle mani della Commission Parole. Inoltre, per la condizione di salute in cui è, non potrà neanche partecipare al processo e quindi si prospetta il prolungamento della condanna.
Il Coordinamento Amici di Brendan Lillis ha organizzato una manifestazione per venerdì di fronte alla sede della rappresentanza diplomati britannica a Roma per chiederne la scarcerazione ed evitargli una morte in carcere.

Il decreto sui rimpatri è legge via libera definitivo in Senato


L'aula di Palazzo Madama converte il decreto sull'espulsione degli extracomunitari irregolari e allunga la permanenza nei Cie da 6 a 18 mesi

ROMA - L'assemblea di palazzo Madama ha approvato con 151 voti favorevoli e 129 contrari il decreto legge con il quale il governo ha attuato le normative Ue sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e sul rimpatrio degli extracomunitari irregolari. La maggioranza ha sempre "tenuto", anche quando è stato votato qualche emendamento a scrutinio segreto. Tutte le opposizioni hanno votato contro. Il decreto è convertito in legge perché già approvato dalla Camera.

Tra le misure principali, il testo prevede l'espulsione immediata degli immigrati irregolari considerati "pericolosi" e allunga la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione (Cie) da 6 a 18 mesi. Si allunga poi da 5 a 7 giorni il termine entro il quale lo straniero deve lasciare il territorio nazionale su ordine del questore, qualora non sia stato possibile il trattenimento presso i centri.

Sulla norma dei 18 mesi di permanenza nei Cie per gli immigrati, l'opposizione ha mostrato una "palese schizofrenia", ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "E' una misura che abbiamo preso dalla direttiva europea: non si può dire che se lo dice la direttiva europea va bene e se lo diciamo noi è una norma disumana perchè si tratterebbe di un caso di palese schizofrenia", sono state le parole del ministro. "Noi abbiamo preso una norma che è contenuta nella direttiva europea - ha aggiunto - che dice che gli immigrati si possono trattenere nei centri fino a 18 mesi".

Il decreto convertito oggi introduce il permesso di soggiorno per motivi umanitari e anche il "rimpatrio volontario assistito" che potrebbe sostituire, in alcuni casi, il rimpatrio coatto degli immigrati clandestini. In questo caso l'immigrato può ottenere dal prefetto un termine da 7 a 30 giorni per il ritorno in patria. Espulsione immediata con provvedimento delle autorità di polizia, invece, per gli stranieri considerati pericolosi per ragioni di ordine pubblico, per la sicurezza nazionale o per il rischio di fuga.

Durante l'esame, l'aula del Senato ha accolto l'ordine del giorno della Lega Nord che impegna il governo ad "esigere in tutte le competenti sedi internazionali che alle forze aeronavali attualmente impegnate nell'operazione Unified Protector (quella per la tutela dei civile dagli attacchi in Libia) siano assegnati compiti anche nel campo della prevenzione dei flussi migratori non controllati diretti dal maghreb verso l'Europa". Il Carroccio chiede anche "l'aumento delle pene, fino all'ergastolo, per chi si occupa dell'organizzazione e del trasporto di clandestino verso il nostro paese".

L'ipocrisia della casta: il bilancio truffa della Camera dei Deputati

In queste ore è in discussione a montecitorio il conto consuntivo e il progetto di bilancio della Camera dei Deputati.
Su giornali e televisioni già scalpitano per annunciare un fantomatico taglio di 150 milioni di euro che la Camera restituirà allo stato come risultato della politica di risparmi portata avanti in questi anni e da realizzare negli anni successivi.
Si tratta solo di pura propaganda, per cercare di arginare il sentimento di odio nei confronti della classe politica italiana che dilaga nel paese.
Il trucco, ben noto ai manager di stato, è quello di gonfiare i bilanci previsionali, in modo da "conquistare" un saldo positivo al momento della presentazione del bilancio consuntivo.
Ma la Camera non è Alitalia e qui i deputati possono dire e spendere quello che vogliono, perchè non esiste alcun organismo di controllo che possa vigilare sui loro conti.
Ad esempio si possono permettere di pagare 11 per incassare 138.
Prendiamo il caso ben noto degli assegni vitalizi.
Qualsiasi istituto o sistema previdenziale con queste cifre sarebbe andato in default, i suoi vertici licenziati, i suoi bilanci commissariati.
Loro invece si possono permettere anche questo: 
Cap. 10  - Spese per Assegni vitalizi: 138.200.000 euro
Cap. 30 -  Entrate contributi per assegni vitalizi: 11.235.000 euro 
Parliamo degli stessi personaggi che periodicamente pretendono e impongono attraverso le loro leggi antipopolari, l'innalzamento dell'età pensionabile.
Loro ci mettono 60 mesi per incassare la pensione, un lavoratore normale ci impiega 40 anni, un precario nemmeno in sogno gli potrà mai apparire questo fantasma d'altri tempi che si chiama pensione.
http://isegretidellacasta.blogspot.com/2011/08/lipocrisia-della-casta-il-bilancio.html

Quella telefonata di Parolisi a Melania già morta


“Il caporalmaggiore dice il falso”: così il Gip motiva la richiesta di custodia cautelare per il marito della vittima
Depositato dal Giudice per le Indagini Preliminari di Teramo, Giovanni Cirillo, la motivazione per l’arresto di Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dei Carabinieri e marito di Melania Rea, ormai principale indiziato dell’omicidio di Colle San Marco. Le due colonne su cui si regge l’ordinanza, si legge in un lancio di agenzie di qualche minuto fa, sono l’alibi di Parolisi, che per il Gip è da considerarsi inattendibile, e l’intervento sul cadavere di Melania successivo alla morte, che per il giudice sarebbe una vera e propria “deturpazione”.
L’ALIBI CHE NON C’E – Si capisce che se il giudice sottoscrive l’ordinanza di arresto con motivazioni tanto forti, la situazione del caporalmaggiore ne esce tutt’altro che rafforzata. E le parole del giudice Cirillo sono in effetti nette.
Il falso alibi e la deturpazione del cadavere sarebbero i punti cardine dell’ordinanza del Gip di Teramo, Giovanni Cirillo, che ha disposto l’arresto di Salvatore Perolisi. Il caporalmaggiore – secondo indiscrezioni sull’ordinanza – avrebbe ‘sbagliato’ dal primo momento volendo far credere di cercare la moglie scomparsa. Ha messo su un alibi non credibile: a Colle San Marco non c’era mai stato con Melania e l’ha cercata troppo tardi, se e’ vero che il suo telefonino era spento mentre la moglie ‘scompariva’.
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La Georgia come Amsterdam: “Marijuana libera”


Il paese caucasico ha intenzione di aprire il mercato della droga leggera anche agli stranieri
La Georgia potrebbe diventare la nuova Olanda: proprio mentre nel paese dei tulipani le autorità civili spingono per la progressiva marginalizzazione dell’esperienza dei coffee shop, i locali in cui si possono fumare droghe leggere in modica quantità sotto il controllo dello Stato, nella piccola repubblica del Caucaso già si pensa di mettere in cantiere l’esperienza inversa, ovvero la predisposizione di aree in cui il consumo di marijuana agli gli stranieri sia concesso e non punito.
FUMO LIBERO IN GEORGIA – La notizia arriva sulle agenzie italiane da un giornale in lingua georgiana rilanciato da un servizio di informazioni internazionali specializzato in est europa e riservato.
Le autorità georgiane pensano di consentire ai turisti stranieri di fumare marijuana in aree dedicate. Lo scrive il quotidiano georgiano Aliya, secondo quanto riferisce Interfax. L’iniziativa sarebbe promossa da vari esponenti di alto livello del governo, oltre che dall’ex ministro dell’economia e capo di gabinetto del presidente, oggi alla guida della rete tv Imedi, Georgi Arveladze. Secondo il quotidiano presto apriranno locali in cui sarà consentito fumare droga. Attualmente in Georgia la detenzione di marijuana in quantità inferiore a due grammi non è punibile penalmente, ma solo con una sanzione amministrativa.
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Kosovo: Nato invia battaglione rinforzo


(ANSA) - BRUXELLES - La Nato inviera' rinforzi alla Kfor, la forza Nato in Kosovo, ''nella misura di un battaglione'', per fronteggiare l'escalation di violenza della minoranza serba. Lo ha detto un portavoce dell'Alleanza Atlantica. ''L'ordine di attivazione e' partito dal quartier generale della Nato di Napoli'', ha spiegato il portavoce. Secondo quanto riporta la Bundeswehr (l'esercito tedesco) sul suo sito, del battaglione faranno parte 550 tedeschi e circa 150 austriaci.

Sanità, allarme 'pronto soccorso': ''In Italia sono come gironi dell'Inferno dantesco''

Roma, 2 ago. (Adnkronos Salute) - "I pronto soccorso in Italia sono diventati come gironi dell'Inferno dantesco, bisogna intervenire subito per evitare che non si ripetano più casi come quello del San Camillo". Così il segretario regionale Cimo-Lazio, Giuseppe Lavra, commenta l'episodio che si è verificato al pronto soccorso dell'ospedale romano in cui una donna anziana è morta dopo 21 ore di attesa prima di essere visitata.
"Serve - aggiunge in una nota Lavra - un intervento correttivo. E' una situazione esasperante per i malati ma anche per i medici che ci lavorano in prima linea: il tempo medio per la visita di un paziente supera le quattro ore e per l'eventuale ricovero in un reparto di degenza possono passare due giorni in barella o in carrozzina. Il risultato è che uno su dieci fugge dal pronto soccorso senza essere visitato e si arrangia in altro modo".
Secondo il segretario Cimo è "giunto il momento di affrontare il problema rivisitando profondamente il modello organizzativo del pronto soccorso. La soluzione - conclude Lavra - potrebbe essere quella di utilizzare i medici della guardia medica del territorio per ridurre i tempi di attesa gestendo almeno i codici bianchi e potenziare i reparti specialistici di degenza ordinaria. Altrimenti, se si continua così, episodi come quello del San Camillo sono destinati a ripetersi e le inchieste della Regione saranno infinite".
Raccontaci la tua esperienza, scrivi a redazione.Ign@adnkronos.com

Abbasso la Casta: 84 parlamentari inquisiti e vanno pure in ferie per 40 giorni


di Xavier Jacobelli
Come direbbe Flaiano, la situazione è grave, ma non è seria. Parole da stampare a lettere cubitali all'ingresso di Montecitorio e Palazzo Madama, le cui assemblee fanno finta di tagliare i privilegi mentre le Borse crollano, il ministro del'Economia è azzoppato da questioni giudiziario-immobiliari e, alla buon'ra, il capo del governo si decide ad intervenire in Parlamento con tutti i rischi del caso. Stavolta non può sparare le solite barzellette e dirci che tutto va bene, perchè i mercati sono pronti ad azzannarlo alla giugulare.
 Intanto, la contabilità dei parlamentari nei guai con la giustizia continua ad aggiornarsi.  Attualmente sono 84, dicansi ottantaquattro i rappresentanti del popolo eletti in modo blindato, che hanno conti in sospeso con la Giustizia. Ce n'è per tutti i partiti e per tutti i gusti. Praticamente, uno su dieci non è tranquillo. Ognuno ha le sue rogne e i reati sono variegati. I colleghi Enrico Del Mercato, Antonio Fraschilla ed Emanuele Lauria, su Repubblica hanno ricostruito la mappa della vergogna, il database degli inquisiti nel quale spiccano i 28 deputati sui 90 dell'assemblea regionale siciliana. "Uno su tre è indagato, sotto processo oppure è già stato condannato per reati che vanno dal peculato alla truffa, passando per associazione mafiosa e abusi d'ufficio vari". 
Panorama, intanto, ha contato tutti gli esponenti del Pd che, a vario titolo, sono indagati dalle procure d'Italia. Sono 101, come i dalmata della mitica carica. Ma questo non è un film e nemmeno una fiction. I reati su cui indagano i giudici parlano di: corruzione, abuso d'ufficio, peculato, truffa, turbativa d'asta, finanziamento illecito dei partiti.
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Nucleare: nuovi colloqui tra Iran e Russia


Nucleare: nuovi colloqui tra Iran e Russia
MOSCA - Il Segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev sara' a Teheran il 15 agosto per incontrare la sua controparte iraniana Saeed Jalili e il presidente Mahmoud Ahmadinejad in merito al programma nucleare iraniano.
Lo riferisce il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Ramin Mehmanparast. L'obiettivo russo e' quello di incoraggiare l'Iran a riprendere i colloqui sul nucleare con le potenze mondiali sulla base della nuova proposta di Mosca. Durante una visita a Washington, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov aveva proposto un graduale ritiro delle sanzioni nei confronti dell'Iran in cambio di ogni passo positivo compiuto da Teheran in ambito nucleare. L'Iran ha accolto la proposta russa come un segno di distensione, ma ha comunque ricordato di aver compiuto abbastanza passi positivi ed ora tocca all'Occidente di fare il suo per rafforzare la fiducia reciproca. Le massime autorita' iraniane hanno detto piu' volte che la solo possibilita' per colloqui costruttivi sul nucleare e' il riconoscimento dei diritti dell'Iran da parte della comunita' internazionale, anche sul discusso programma di arricchimento dell'uranio. In base dei rapporti dell'Agenzia Onu per l'atomica che visita regolarmente i siti iraniani l'attivita' nucleare di Teheran segue obiettivi civili e pacifici.

Russia/ Putin: Usa 'parassiti di economia mondiale'


Russia/ Putin: Usa 'parassiti di economia mondiale'

MOSCA - Il primo ministro russo all'attacco dell'America "parassita" del mondo se non riforma suo sistema.
Il giorno dopo l'accordo a Washington sull'innalzamento del tetto del debito per evitare il default, Vladimir Putin ha accusato gli Stati Uniti si essere i parassiti dell'economia mondiale. Secondo il premier di Mosca un crollo finanziario americano non è negli interessi dell'economia globale, ma l'aumento del debito pubblico degli Stati Uniti rinvia soltanto le soluzioni di sistema per l'economia statunitense "che sfrutta come un parassita il monopolio del dollaro". Lo ha detto Putin, rispondendo alle domande del giovani Nashi (formazione della gioventù pro Cremlino) all'ormai tradizionale forum sul lago Seliger, nella regione di Tver.

Bologna, la strage di 31 anni fa Alla cerimonia il governo non c'è


Una foto d'archivio della strage di Bologna

Napolitano: accertare la verità storica e processuale
e prevenire rigurgiti di intolleranza

BOLOGNA - «Nei confronti dei parenti delle vittime, non solo della strage di Bologna, il governo ha avuto un comportamento inqualificabile: quest'anno come l'anno scorso non ha inviato alcun rappresentante istituzionale a Bologna». 
«Lo stesso si è verificato a gennaio, nella ricorrenza dell'eccidio dei tre carabinieri al Pilastro per mano della banda della Uno bianca. La strategia sembra quella del silenzio, la volontà quella di far dimenticare». È quanto ha affermato in un passaggio del suo intervento alla commemorazione della straqe alla stazione di Bologna, il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi. Dopo il minuto di silenzio in ricordo delle 85 persone scomparse e dei 200 feriti, concluso dal volo di 85 palloncini bianchi, Bolognesi, nel suo discorso, ha anche toccato il tema della legge 206 sul risarcimento ai familiari delle vittime di stragi. «Le promesse e le assicurazioni, avute subito dopo l' insediamento di questo governo dall'onorevole Silvio Berlusconi e dal sottosegretario Letta, si sono dimostrate parole al vento, fatte da ricercatori di facile consenso. Nessun atto concreto è stato compiuto - ha proseguito - ma anche se questo continueremo la nostra battaglia per fare applicare integralmente la legge». A giudizio di Bolognesi, ancora, «vorrebbero dimenticare e che anche noi dimenticassimo. Ma noi - ha concluso - non dimentichiamo: non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo dimenticare». 
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Palermo, chiuse 2 mila aziende in 3 mesi


I dati sono quelli della Camera di Commercio in riferimento al secondo trimestre del 2011. Sono 1.744 le nuove iscrizioni. Circa 1.900, invece, i lavoratori di 230 aziende per cui sono stati richiesti interventi di cassa integrazione in deroga


PALERMO. Secondo i dati della Camera di Commercio di Palermo, nel secondo trimestre del 2011, su 98.117 imprese registrate, risultano cessate 2.040 attività, a fronte di 1.744 nuove iscrizioni (erano 1.620 e 1.421 nel 2010).
E' lo specchio di una crisi che non accenna a fermarsi. Circa 1.900 sono, invece, i lavoratori di 230 aziende per cui sono stati richiesti interventi di cassa integrazione in deroga. A Palermo, in centro come in periferia, i negozi chiudono i battenti e la scure della crisi non risparmia nemmeno i venditori ambulanti.
"Anche noi la avvertiamo - dice Maurizio Silvestri, venditore ambulante di bibite in spiaggia - riesco a guadagnare appena 40 euro al giorno, l'anno scorso almeno 100. La gente non compra nemmeno l'acqua, cerca di portarsi tutto da casa".

Al Sud troppi 100 e lode, Lega Nord propone sfida tra cervelli


Al Sud troppi 100 e lode, Lega Nord propone sfida tra cervelli

Giovani deputati del Carroccio: voti vergognosi e imbarazzanti, abolire il valore legale dei titoli di studio.

Milano, 2 ago. (TMNews) - Una sfida tra cervelloni del Nord e del Sud. La proposta arriva dai giovani deputati della Lega Nord Paolo Grimoldi e Davide Cavallotto, rispettivamente responsabile federale e coordinatore nazionale piemontese del Movimento giovani padani. "Leggere ancora oggi che nelle scuole superiori al Sud si registrano il doppio dei 100 e lode del Nord, è vergognoso e imbarazzante", hanno detto i due esponenti leghisti riferendosi, senza citarlo, a un articolo sul "Corriere della Sera".

"Ma qualcuno crede davvero che in Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Lazio siano tutti geni, mentre dal Centro al Nord tutti somari? Facciamola veramente questa sfida comparativa tra i 100 e lode sudati in Padania e quelli spesso regalati nel Sud - hanno proseguito - avremmo la conferma dell'assurdità del valore legale del titolo di studio, di cui la Lega chiede da tempo l'abolizione. Abbiamo moltissimi giovani padani diplomati con 100 e lode, ma anche con molto meno che si confronterebbero senza problemi con i 'cervelloni' del Sud, soprattutto con quelli usciti a grappolo da una stessa scuola superiore".

Giornalisti, primo si alla Camera Necessaria la laurea


Dopo 48 anni, approvato il testo per la riforma dell'Ordine con nuove modalità di accesso alla professione e snellimento del Consiglio Nazionale. Nella Commissione Cultura, tutti a favore a parte un astenuto. Ora la proposta di legge approderà al Senato 

ROMA - La commissione cultura della Camera ha dato il via libera alla riforma dell'Ordine dei giornalisti. Tutti a favore con un solo astenuto, il deputato del Pdl Renato Farina. Le modifiche principali riguardano le modalità dell'accesso alla professione, con la necessità della laurea triennale, oltre allo snellimento del Consiglio Nazionale con la riduzione del numero dei consiglieri. Adesso la proposta approderà al Senato, dove seguirà lo stesso iter.

"Sono soddisfatto per il voto bipartisan", ha dichiarato a caldo Giancarlo Mazzuca (Pdl), relatore del provvedimento. "Rende più efficiente il Consiglio e fissa regole chiare per chi vuol diventare giornalista. Ma è solo un primo passo, un primo passo importante perché compiuto in modo cosi corale".

La riforma, in accordo con l'Ordine, fa salvi i principi generali stabiliti dalla legge numero 69 del 1963. Ovvero il diritto all'informazione e i doveri del giornalista, tra i quali il rispetto della verità sostanziale dei fatti. In merito all'accesso alla professione invece, per diventare professionisti bisognerà avere almeno una laurea triennale. Gli aspiranti pubblicisti al contrario dovranno superare un esame di cultura generale che attesti, tra l’altro, la conoscenza dei principi di deontologia professionale. Norme che contribuiranno, secondo la commissione, alla crescita di qualità dell’informazione e ad una maggiore consapevolezza dei doveri nei confronti dei cittadini.

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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/08/02/news/via_libera_alla_camera_per_la_riforma_dell_ordine_dei_giornalisti-19919572/

L'Idv chiede l'abolizione dei vitalizi, Fini si oppone


L'Idv chiede l'abolizione dei vitalizi, Fini si oppone
ROMA - Lite verbale in aula tra i deputati dell'Idv e il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Oggetto del contendere un ordine del giorno che il partito di Di Pietro voleva presentare in cui si chiedeva l'abolizione dei vitalizi per i parlamentari e la sotituzione con una ordinaria pensione dell'Inps proporzionata ai contributi versati. Fini l'ha dichiarato inammissibile, e questo ha scatenato la reazione dell'Idv.
Successivamente Fini ha specificato che la sua decisione riguardava il metodo, non il merito. Infatti, ha sottolineato il Presidente della Camera, la Corte Costituzionale ha stabilito che i diritti acquisiti non possono essere intaccati, se non "per esigenze inderogabili e nel rispetto dei principi di ragionevolezze, proporzionalità e temporaneità". Dopo di che ha invitato i dipietristi a ripresentare l'ordine del giorno, modificandone l'impostazione: non più "impegna il governo" ma "invita il governo a valutare/ad approfondire". Aggiungendo poi che in una materia come le indennità parlamentari è necessario intervenire per via legislativa.
Spiegazioni che non hanno convinto i dipietristi, che hanno vivacemente protestato, per l'illegittimità della decisione. Il deputato Massimo Donadi ha aggiunto che a questo punto il partito voterà contro il bilancio della Camera. "Tagliare i vitalizi avrebbe fatto risparmiare alla Camera almeno 100 milioni di euro all'anno", ha concluso Donadi.

Milanese: dalla Camera il via libera a tabulati e cassette. Il voto sulla richiesta di carcere ci sarà a settembre


Milanese: dalla Camera il via libera a tabulati e cassette
ROMA – Non ha avuto neppure il tempo di dichiararsi ancora una volta “innocente” e ribadire che quelle nei suoi confronti sono “accuse infamanti” quando la Camera dei deputati ha dato il via libera alla richiesta dei magistrati napoletani: su Marco Milanese, deputato Pdl, l’Aula di Montecitorio ha dato l’ok ai magistrati di Napoli sull’uso delle intercettazioni telefoniche e soprattutto sull’apertura delle cassette di sicurezza dello stesso onorevole. Il tutto rientra ovviamente nell’ambito dell’inchiesta P4, su cui i pm napoletani stanno indagando, cercando di fare luce. Le due autorizzazioni, di cui si è discusso oggi alla Camera (nell’emiciclo era presente anche il vecchio amico, il ministro Giulio Tremonti), sono state votate separatamente: i voti favorevoli sono stati, per quanto riguarda l’autorizzazione all’uso dei tabulati telefonici, 538, mentre 28 i contrari. Per quanto riguarda invece l’apertura delle cassette di sicurezza hanno votato a favore 545 deputati, mentre a dire no sono stati 23.
“Schiacciato dal vento della calunnia e soprattutto innocente”: è stato questo il discorso di “difesa” del deputato pidiellino nel momento in cui ha preso la parola e dinanzi ad un’Aula semivuota per quanto riguarda i banchi del governo. Erano presenti, infatti, solo diversi ministri. Ma il capitolo più delicato del caso Milanese è stato comunque rinviato a dopo la pausa estiva: entro il 16 settembre la Giunta si esprimerà sulla richiesta più delicata che pende nei confronti del deputato del Pdl, ovvero quella di custodia cautelare in carcere. E il voto in Aula ci sarà nella terza settimana del mese. Un voto, come per il caso di Alfonso Papa, incerto fino alla fine: perché sarà molto probabilmente segreto e perché la Lega ha annunciato uno dei suoi soliti e ripetitivi, quanto mai noiosi giochetti. Il leader Umberto Bossi ha fatto sapere, infatti, che deciderà solo il giorno prima se autorizzare l’arresto come fatto nel caso di Papa oppure dire no alla richiesta della Procura di Napoli.

SUL CASO VERDINI LA CAMERA DICE “NO”Nella stessa seduta, dopo Milanese, è stato il turno del coordinatore del Pdl, Denis Verdini: i deputati si sono espressi sulla richiesta dei pm dell’Aquila di usare le intercettazioni telefoniche nei confronti del pidiellino Verdini, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti del post terremoto in Abruzzo. In questo caso l’Aula della Camera non ha autorizzato l’uso delle intercettazioni telefoniche, “salvando” il deputato. Contro l’utilizzo delle intercettazioni hanno votato 301 deputati, mentre 278 si sono espressi a favore. Gli astenuti sono stati invece tre. 

Berlusconi pronto a "silurare" Tremonti?


Berlusconi pronto a 'silurare' Tremonti?
ROMA - Interessante il retroscena raccontato da Repubblica.it. Pare che la decisione, comunicata ieri alle agenzie di stampa, del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, abbia gettato parecchio scompiglio, nelle file della maggioranza. In particolare, tra il cerchio dei "giovani" del Pdl, guidati da Angelino Alfano, che volevano questo intervento, e la Lega, appoggiati dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti ed alcuni "anziani" del Pdl, come Bonaiuti e Letta. Infatti, questo secondo gruppo teme le conseguenze di tale gesto: cosa succederà se domani la Borsa di Milano dovesse andare nuovamente molto male? Di chi sarebbe la colpa? La risposta è ovvia è scontata. Insomma, come pare abbia detto ieri Bossi per telefono a Berlusconi, rischia di essere un suicidio politico.
Anche perchè non ci saranno novità particolari, nel discorso del premier. L'unica cosa sarà la promessa di sbloccare, tramite il Cipe, 7 miliardi di euro per investimenti, una iniziativa che vede la contrarietà di Tremonti. Per il resto, ci saranno i soliti autoelogi su come sono stati tenuti in ordine i conti pubblici e su quanto siano saldi i fondamentali economici dell'Italia (se ne è avuta una riprova questa mattina, durante la trasmissione Omnibus: per il Pdl era prsente il sottosegretario Linda Ravetto, che ha ripetuto più volte questa frase, ma era evidente che era una frase "imposta", perchè non sapeva di cosa stesse parlando). Anche il taglio delle province non verrebbe menzionato, dato che non c'è nessuna voglia di farlo, per non far imbestialire la Lega Nord. La parola d'ordine? "Sarebbero risparmi insignificanti perchè bisogna comunque trasferire le competenze". Peccato che era uno dei (pochi) punti qualificanti del programma elettorale del Pdl.
E comunque questa contrarietà di Tremonti e Bossi potrebbe avere delle conseguenze. Già si parla di Maurizio Sacconi come nuovo Ministro dell'Economia, grazie ai suoi rapporti sia col Vaticano che con le parti sociali. E poi offre la migliore garanzia possibile di competenza economica: era consulente nel governo Craxi tra il 1984 e il 1988.

Fulminato mentre sparge ceneri fratello

(ANSA) - TRIESTE - Federico Dean, triestino, di 41 anni, ieri era andato sul Montasio, cima delle Alpi Giulie, per disperdere le ceneri del fratello minore morto in un incidente stradale l'11 giugno in Messico, ma e' morto lui stesso colpito da un fulmine sulla scala Pipan che conduce alla vetta. L'incidente e' avvenuto ieri, ma i contorni della vicenda si sono chiariti solo oggi quando il compagno di cordata di Dean, Federico Franco si e' ripreso dallo choc e ha potuto spiegare l'accaduto alla Polizia.

Ora il «campione gratuito» lo trovi anche tra gli scaffali del supermercato


A Budapest prendi ciò che vuoi, se in cambio dai la tua opinione sul prodotto. C'è anche in India, ma online

MILANO – A Budapest sta per aprire un supermercato speciale: viaggiando tra i suoi scaffali si riempirà il carrello di prodotti a costo zero, tutti nuovi, di tutte le marche. Dal dentifricio al prodotto di bellezza, passando per la merendina e il detersivo, a seconda del periodo e delle campagne in corso si potrà trovare qualsiasi genere normalmente venduto in un negozio a pagamento. Arrivati alla cassa, basterà esibire la propria tessera di appartenenza al club e andare a casa con sacchetto e portafoglio pieni. Unico compito: una volta provati i prodotti avuti in dono, bisognerà raccontare al negozio cosa ne pensiamo.
TRYVERTISING – È questa l'ultima declinazione del «tryvertising», quella forma di pubblicità antica del provare per credere, da noi più conosciuta attraverso il regalo di campioncini di nuovi prodotti distribuiti a fronte di una determinata soglia di spesa, o somministrati da hostess sorridenti all'interno del supermercato in cui stiamo acquistando le derrate per casa. L'obiettivo finale è sempre lo stesso: creare attraverso il passaparola una prima base di consumatori fedeli al nuovo prodotto. Ancor più credibili con amici e conoscenti proprio perché hanno provato la merce. Ma anche, grazie ai loro feedback, migliorarne ingredienti e packaging prima di sbarcare sul mercato dei grandi numeri.
COME FUNZIONA – Il nuovo supermercato ungherese sarà riservato solo agli utenti che si saranno registrati, inizialmente su invito e poi direttamente attraverso una scheda da compilare online o all'ingresso del negozio. Per andare a far la spesa gratuitamente bisognerà pagare una iscrizione annuale di circa 5 euro e una quota annuale sotto ai 20. E poi si potrà far visita al negozio. Qui ci saranno angoli per provare direttamente alcuni campioni, uno spazio per le dimostrazioni, oppure si potrà fare la spesa e portarla a casa. La visita seguente sarà legata ai commenti rilasciati sulle cose «comprate» la volta precedente: solo quando l'utente avrà compilato i questionari online avrà nuovamente diritto ai regali successivi. Il modello è partito già da qualche anno (i precursori furono i giapponesi già nel 2007 ) e la società che amministra il franchising è alla ricerca di investitori in tutto il mondo pronti ad aprire nuovi supermercati.
Continua ...