giovedì 10 novembre 2011

CRISI: ROUBINI,ITALIA HA GIORNI CONTATI NELL'EURO. MEGLIO TORNARE A LIRA

(ASCA) - Roma, 10 nov - ''L'Italia nell'Eurozona ha probabilmente i giorni contati'', lo scrive l'economista Nouriel Roubini nel suo blog sul Financial Times e su Twitter. Il paese, secondo Roubini, e' troppo grande per fallire e troppo grande per essere salvato, quindi l'unica strada porta alla ristrutturazione del debito pubblico (1.900 miliardi di euro). ''Ma la ristrutturazione del debito, a parte le ingenti perdite a carico dei detentori di titoli di stato italiani, non restituirebbe competitivita' al paese poiche' non puo' svalutare. L'unica opzione e' l'uscita dall'euro e il ritorno alla lira'', spiega Roubini, sottolineando come tutti i paesi periferici dell'Eurozona che sono stati colpiti dalla sfiducia dei mercati debbano lasciare l'unione monetaria, in quanto rappresentano la miccia capace di far saltare la moneta unica.

“Gli onorevoli pronti a dimettersi per protesta”

Giovanardi la spara grossa. E come al solito non fa nomi

“Ci sono parlamentari che oggi faranno gesti e azioni molto pesanti, che lascio fare a loro, perche’ ritengono che il governo tecnico sia un colpo di Stato”. Questa la dichiarazione del sottosegretario Carlo Giovanardi ospite a “24 Mattino” su Radio 24. Giovanardi pero’ non ha voluto fare nomi: “Qualcuno probabilmente oggi si dimettera’ dal Parlamento per protesta. Chi lo fara’? Quando e se accadranno in giornata queste cose le vedrete”.

IL GOVERNO TECNICO - Sull’ipotesi governo tecnico o elezioni Giovanardi ha aggiunto: “La prima cosa da avere in mente in queste ore e’ la salvezza della Patria. Parafrasando Raimondo Montecuccoli, che scisse il libro sugli aforismi militari, la prima preoccupazione di un comandante deve essere la salvezza dell’esercito, senza il quale non si salva la Patria. Penso al Pdl. Qualsiasi soluzione, compreso un governo tecnico, funziona se ha una base parlamentare larga. Dunque auspico un Pdl unito che decida una delle due posizioni. Perche’ se il governo tecnico ha una Lega all’opposizione, Di Pietro e l’Idv all’opposizione, la sinistra estrema che fa opposizione sociale in Paese e un Pdl spaccato e diviso sarebbe un governo tecnico che ci porta poco lontano”.

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La Carlucci iscariota si candida con il Terzo Polo

Finalmente una forza responsabile che manda in parlamento gente preparata. Altro che Berlusconi!

Quell’orribile accrocco di berlusconiani che dopo diciassette anni si sono accorti che Berlusconi era Berlusconi finalmente ha compiuto una scelta meritocratica. Il Terzo Polo (Udc e Fli) ricandiderà infatti Gabriella Carlucci. Questo è quanto dichiarato oggi da Rocco Buttiglione:

“Tutti i deputati dell’Udc verranno ricandidati, compresa laCarlucci. Anche perche’ tutti i sondaggi ci danno in crescita”. Cosi’ il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, intervenuto alla trasmissione “La Mala Oposicio’n”, in onda stasera su Radio Vortice. “Noi non abbiamo transfughi, non partecipiamo al mercato delle vacche, anche perche’ non avremmo i soldi. Noi pensiamo che con la fine del berlusconismo, se il premier non e’ in grado di aprire una discussione politica vera nel suo partito, e’ possibile che molti vengano via per confluire nel nostro partito”. (Italpress)

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http://www.giornalettismo.com/archives/166875/la-carlucci-iscariota-si-candida-con-il-terzo-polo/

Il deputato che si porta via il computer durante la perquisizione della Gdf

Indagato Ponzellini, ex Bpm. L’onorevole La Boccetta si presenta e…

L’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini, è stato oggi perquisito dalla Guardia di Finanza in quanto indagato per associazione a delinquere e ostacolo alle autorita’ di vigilanza nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla procura di Milano.

IL GRUPPO ATLANTIS – L’indagine e’ nata da un rapporto ispettivo di Bankitalia arrivato in procura nel giugno scorso che segnalava finanziamenti anomali a favore del gruppo Atlantis/bplus giocolegale ltd. Secondo la procura, Ponzellini e gli altri indagati avrebbero dato vita a una “associazione affaristica criminale”. Per l’approvazione del finanziamento ad Atlantis e anche di altri finanziamenti, Ponzellini si sarebbe speso “personalmente in maniera del tutto anomala”. Insieme a Ponzellini e’ indagato Antonio Cannalire, uomo legato al businnes delle macchine da gioco, che avrebbe trattato – si legge nel decreto di sequestro – in una posizione di “supremazia” coi dirigenti di Bpm.

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Coltivata la 'fabbrica degli ormoni'

(ANSA) - ROMA - E' stata 'coltivata' in laboratorio e funziona regolarmente, la ''fabbrica degli ormoni'': la prima ipofisi artificiale e' stata costruita da cellule staminali embrionali di topo. Il risultato, annunciato su Nature, e' stato ottenuto in Giappone dall'Istituto Riken per la Biologia dello sviluppo e apre la strada a terapie per ripristinare la funzionalita' dell'ipofisi. Questa ghiandola, situata alla base del cranio, secerne ormoni che controllano l'attivita' anche di altre ghiandole endocrine.

Governo: 'delusi' Pdl incontrano Fini

Roma, 10 nov. - (Adnkronos) - Giornata fitta di incontri i sei dissidenti pidiellini firmatari della lettera dell'Hassler. Fabio Gava, Giustina Destro e Roberto Antonione, riferiscono fonti ambienti vicini ai malpancisti azzurri, hanno incontrato il leader di Fli Gianfranco Fini. In mattinata hanno visto anche i leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa.

Sempre più vicino governo Monti:

Mario Monti (Adnkronos)
Roma, 10 nov. (Adnkronos) - Si fa strada l'ipotesi di un governo guidato da Mario Monti. Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è la personalità più adatta per guidare il Paese in questa fase di emergenza economica.

"L'Italia - ha affermato ospite di Uno Mattina su Rai Uno - ha bisogno di un governo diretto da una personalità conosciuta a livello internazionale, credibile e capace di affrontare e prendere di peso i problemi dell'economia. Non c'è dubbio che il nome più gettonato è quello di Mario Monti".

Resta invece contrario all'ipotesi di un nuovo esecutivo il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, che, nel corso del suo intervento alla 'Telefonata' su Canale 5, ha chiarito: che sia Mario Monti o qualcun altro a guidarlo "l'Idv non sosterrà un governo tecnico".

La soluzione politica dell'impasse sono le elezioni. "Non è che se andiamo a votare succede il patatrac. Le elezioni - ha continuato Di Pietro - sono un elemento di chiarezza, anche verso la Ue e i mercati. Le misure per far quadrare i conti e non far fallire il Paese, le deve decidere la politica e i cittadini. Per questo ci vuole un governo politico che non faccia macelleria sociale e non vada a prendere i soldi sempre ai poveri disgraziati".

L'idea di un governo tecnico non piace neanche alla Lega. ''Per noi non c'è altra alternativa che quella del ricorso alle urne. Se il presidente della Repubblica darà l'incarico di formare il governo a qualcuno che non fa parte della maggioranza che ha vinto le elezioni del 2008, la Lega non lo sosterrà e starà all'opposizione'', fa sapere il ministro dell'Interno, Roberto Maroni nel corso di una conferenza stampa al Viminale. ''Sul piano personale -ha spiegato - conosco Monti e ho grande stima di lui, è di Varese, ma la posizione della Lega è chiara: la decisione di chi governa deve essere lasciata ai cittadini, se la coalizione che ha vinto nel 2008 non è in grado di proseguire. Si torna alle urne -ribadisce il ministro del Carroccio- e il popolo sovrano decide''.
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Maggio 2008, Prodi lascia a Berlusconi: lo spread è a quota 37

8 maggio 2008: Berlusconi riceve il campanello del governo da Prodi (Lapresse)

8 maggio 2008: Berlusconi riceve il campanello del governo da Prodi (Lapresse)

ROMA – Palazzo Chigi: 8 maggio 2008. E’ in corso una cerimonia ufficiale: da una parte c’è Romano Prodi che lascia, dall’altra c’è Silvio Berlusconi che arriva. E’ il passaggio di consegne del governo, dopo la vittoria elettorale del centrodestra.

In quel momento lo spread tra Btp e Bund è un parametro che conoscon0 solo gli addetti ai lavori. Soprattutto è un parametro che non fa paura: quando Prodi lascia e Berlusconi arriva il differenziale è a 37 punti.

Palazzo Chigi: 8 novembre 2011. Berlusconi è appena tornato dal Quirinale dove ha spiegato al capo dello Stato Giorgio Napolitano che si dimetterà solo a legge di stabilità approvata. Lo spread, dopo giorni di pressione, si appresta a sfondare quota 500. Lo farà la mattina successiva, quella del 9 novembre, il giorno in cui, per la prima volta, il rendimento supera anche la soglia del 7%.

Maltempo, frane e black-out in Sicilia Esondazioni e paesi invasi dal fango

Torna la paura a Messina e provincia, sirene allarme a Giampilieri e Scaletta Zanclea.Interrotte linee ferroviarie

ROMA - Il maltempo ha investito oggi il Sud. Un violento nubifragio si è abbattuto su Messina e provincia, causando problemi soprattutto nella zona ionica a Gaggi e Letojanni, dove le strade sono allagate e ci sono state delle frane. È anche esondato il torrente Letojanni e fango e detriti hanno bloccato la circolazione. Sul posto i vigili del fuoco. La situazione peggiore è a Santa Teresa, Giardini, Letojanni e Gaggi. In quest'ultimo comune ci sono circa una ventina di case isolate per smottamenti. Fango è sceso in strada dai costoni rocciosi a Giampilieri e Scaletta Zanclea, i paesi colpiti dall'alluvione del 2009 dove morirono 37 persone. A Messina molti scantinati e strade sono allagate e il traffico in tilt. Nell'area rimane l'allarme meteo per le prossime 12-18 ore. A Giampilieri e Scaletta Zanclea sono suonate le sirene per l'allerta meteo. Caduti nei due paesi tra i 60 e gli 80 millimetri di pioggia, mentre 120 millimetri sono caduti a Saponara, nella zona tirrenica del Messinese. «Sono suonate le sirene con lo squillo di pre allarme, più tardi vedremo se è il caso di farle suonare con il segnale prolungato di allarme che significa che la gente deve rimanere a casa e andare nei piani superiori - ha detto Giuseppe Buzzanca, sindaco di Messina - Da stamattina con dei comunicati stampa abbiamo avvertito i mezzi di informazione per segnalare le condizioni meteo e le Forze dell'Ordine sono sul territorio per cercare di gestire le situazioni di emergenza». Dopo otto ore di pioggia a Messina c'è paura. «Siamo spaventati perchè piove a dirotto e stanno suonando le sirene di allarme. Stiamo rivivendo i bruttissimi momenti dell'alluvione di due anni fa - dice Pippo Pagliuca presidente del comitato di cittadini di Scaletta Zanclea - Abbiamo paura anche perchè i lavori di messa in sicurezza del territorio sono proseguiti molto a rilento e in pratica al torrente Racinazzi dove ci sono stati più morti nel 2009 si è fatto poco o niente. Il Governo non ci ha fatto arrivare i fondi promessi e ora quando piove dobbiamo vivere nel terrore. Spero non aspettino un'altra tragedia prima di intervenire». Il sindaco di Scaletta Mario Briguglio afferma: «È comprensibile la paura, ma la situazione attualmente è sotto controllo, seguiremo ora per ora l'evolversi delle condizioni meteo». Il sindaco di Messina ha disposto in mattinata che gli alunni rimanessero nelle scuole anche oltre il normale orario didattico. Intorno alle 14 è stata autorizzata l'uscita. Il sindaco ha poi annunciato che domani le scuole saranno regolarmente aperte. Interdetto uso impianto sportivi. «La situazione è sotto controllo anche se ci sono stati danni ancora da quantificare. Ho interdetto per il pomeriggio l'utilizzo degli impianti sportivi e ho deciso che gli alunni non facciano rientro a scuola nel pomeriggio»- ha detto Buzzanca nel pomeriggio. In alcuni quartieri sono stati raggiunti nelle strade anche i 20-30 cm d'acqua e la protezione civile ha fatto sapere che a Santa Teresa, nella zona ionica del messinese, l'esondazione del torrente Savoca ha abbattuto un muro d'argine di 50 metri. «Le piogge - prosegue Buzzanca - dovrebbero continuare anche nelle prossime ore quindi in serata deciderò se è il caso o meno che gli alunni vadano domani a scuola».

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=169341&sez=HOME_INITALIA

La Giornata mondiale del diabete In 500 piazze per scoprire come evitarlo

L'iniziativa riguarderà 160 paesi del mondo. Medici e operatori sanitari volontari saranno a disposizione del pubblico per un vero e proprie screening di massa. I suggerimenti per adottare uno stile di vita adeguato, autocontrollando l'alimentazione e lo stile divita

ROMA - Il 14 Novembre si celebra la Giornata Mondiale del diabete in più di 160 Paesi. Il Italia, l'appuntamento - giunto all'undicesima edizione - è fissato per il 12 e il 13 novembre in circa 500 piazze. Battere il diabete sul tempo è possibile: diagnosi precoce, prevenzione, stile di vita corretto, consapevolezza ed educazione possono contribuire ad arginarlo. Tre milioni di italiani adulti hanno il diabete e il costo per ogni cittadino che ne soffre è in media 2.600 euro all'anno, più del doppio rispetto ai cittadini di pari età e sesso, ma senza diabete. Tutto dipende dallo stile di vita. Il diabete, secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, entro il 2030, sarà la quarta causa principale di morte in Europa. Gran parte dei casi di diabete di tipo 2 può essere prevenuta da un cambiamento di stile di vita: dieta sana, limitata quantità di grassi e trenta minuti di moderato esercizio fisico al giorno. Uno screening per il diabete e per il pre-diabete è consigliabile in tutti i cittadini sopra i 40 anni. Un intervento precoce produce significati risparmi nei costi sanitari a lungo termine. Solo il 7 per cento, infatti, della spesa riguarda i farmaci antidiabete, il 25 per cento è legato alle complicanze. Il diabete è una delle cause principali di malattie cardiovascolari, renali e cecità e amputazione. Il 10 per cento delle persone con diabete soffre di cardiopatia ischemica, il 32 per cento di neuropatia, il 34 per cento di retinopatia. Due terzi delle persone con diabete di tipo 1 e oltre la meta di quelle con diabete di tipo 2 non presenta un adeguato controllo metabolico. Uno screening di massa. Saranno dunque allestiti presidi diabetologici dove, grazie al volontariato di medici, operatori sanitari, infermieri e associazioni di pazienti, tutti i cittadini potranno ricevere materiale informativo, consulenza medica qualificata, ma soprattutto potranno effettuare gratuitamente l'esame della glicemia. Da una piccola goccia di sangue, ottenuta con una semplice puntura sul polpastrello di un dito, è possibile conoscere il livello del glucosio nel sangue (glicemia). In occasione dell'appuntamento con le piazze sarà inoltre possibile compilare un questionario diagnostico per scoprire la percentuale di rischio diabete da qui a 10 anni. Per il 2011 l'International Diabetes Federation, ha indicato come tema su cui sensibilizzare i cittadini la "Prevenzione e l'educazione del diabete". Lo stesso delle ultime due edizioni e che verrà riconfermato anche per il 2012 e 2013. Numerose iniziative in programma. Il testimonial della campagna 2011 è il pluricampione olimpico di canoa Antonio Rossi. Lo spot audio-visivo andrà in onda su un gran numero di emittenti televisive, radiofoniche, sale cinematografiche, monitor di autobus e metropolitane. I medici di famiglia, nella settimana precedente il 14 novembre, forniranno informazioni ai loro pazienti e li inviteranno a compilare i questionari per scoprire se si è a rischio diabete. Il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, fino al 13 novembre, distribuirà materiale informativo presso i Freccia Club; trasmetterà lo spot sui video delle stazioni di Genova, Torino, Venezia, Napoli e ne darà ampia notizia sul sito 1. In un gran numero di scuole-calcio i diabetologi presenteranno ai giovani sportivi e ai loro genitori i rischi del diabete e li inviteranno a fare prevenzione. Molti monumenti italiani, nella notte del 13 novembre, saranno illuminati di blu per ricordare ai cittadini della Giornata Mondiale del Diabete. Tra i tanti monumenti anche le statue di San Pietro e Paolo nello Stato della Città del Vaticano.
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Fuga di capitali e blocco dei conti cosa succede se l'Italia fallisce

Se non si inverte la rotta, tre scenari fino all'addio all'euro. Dall'ipotesi di bancarotta pilotata modello Grecia a quella modello Argentina. Ubs: per recuperare la competitività persa, vi servirebbe una svalutazione monetaria del 25%. di MAURIZIO RICCI

ROMA - Mettiamo che sono già i primi giorni di dicembre e voi uscite di casa per cominciare a comprare i regali di Natale. Vi fermate ad un bancomat per rimpinguare il portafoglio, infilata la carta, ma non succede niente: il prelievo non è disponibile. Provate ad un secondo Bancomat, ad un terzo, ma è dovunque la stessa storia. Nel negozio, il titolare declina cortesemente di accettare la vostra carta di credito e chiede euro contanti. Che succede? Un black-out elettronico? No. Succede che, mentre voi non eravate attenti, l'Italia ha dichiarato default, è uscita dall'euro e sul paese è sceso un black-out non elettronico, ma finanziario. L'ipotesi è ancora remota. Esiste ancora la possibilità di fermare il collasso del debito pubblico italiano, riguadagnando credibilità presso gli investitori e/o salutando l'arrivo del Settimo Cavalleggeri, sotto forma di Bce o Fmi. Ma, se la traiettoria dei mercati resta quella disegnata in queste ultime ore, quell'ipotesi rischia di materializzarsi. Si chiama, comunque, bancarotta, ed è, in ogni caso, una sciagura, ma può assumere forme diverse: bancarotta dolce ("orderly default"), bancarotta extra strong ("disorderly default"), bancarotta con il botto (l'uscita dall'euro). La bancarotta dolce. E' quanto è già stato previsto per la Grecia. Sostanzialmente, un concordato fallimentare. I creditori accettano un taglio al valore nominale dei titoli italiani e un tetto al relativo tasso di interesse. L'Italia alleggerirebbe il suo debito pubblico (ad esempio del 30 per cento), portandolo a livelli più vicini a quelli di paesi più virtuosi. Collocare nuove emissioni presso investitori già scottati, tuttavia, comporterebbe tassi di interesse relativamente alti. Per i risparmiatori, infatti (il 12 per cento dei titoli è in mano alle famiglie, un altro terzo lo detengono i fondi) il taglio sarebbe una pesante tosatura. Ancora più gravi gli effetti macroeconomici. Le banche, italiane ed estere (gli istituti francesi e tedeschi hanno in pancia circa 150 miliardi di euro in titoli pubblici italiani) accuserebbero forti perdite di bilancio e avrebbero bisogno di aiuti per ricapitalizzarsi: in ogni caso, ridurrebbero il credito alla clientela, in un momento in cui l'Europa è già sull'orlo della recessione. E' il temuto "credit crunch" La bancarotta extrastrong. E' il caso Argentina: il default selvaggio. L'Italia annuncia che non pagherà più i suoi debiti, togliendo dal tavolo quasi 2 mila miliardi di euro. Almeno per qualche anno, nessun investitore estero ci presterebbe più soldi. Tecnicamente, non è un problema gravissimo: lo Stato continuerebbe a funzionare. Al netto degli interessi, infatti, il nostro bilancio è quasi in pareggio. Ma gli effetti economici sarebbero devastanti. Il rischio di fuga dei capitali - già presente nello scenario "dolce" - diventerebbe immediato. Oltre allo Stato, anche le aziende italiane si vedrebbero chiudere l'accesso ai mercati. Ma, soprattutto, l'impatto sulle banche e sul sistema finanziario mondiale sarebbe enorme e il "credit crunch" una certezza. La bancarotta con il botto. E' quasi impossibile che un default selvaggio non comporti anche un'uscita dell'Italia dall'euro. Tecnicamente, è un incubo: bisognerebbe rivedere i trattati europei e rivotarli, stampare la nuova moneta, riprogrammare computer e bancomat con la nuova valuta. Ma, economicamente, è molto peggio: all'impatto del default selvaggio bisogna aggiungere nuovi elementi. La fuga di capitali diventerebbe una certezza, nel tentativo di spostare i propri euro all'estero, prima della conversione. Agli sportelli delle banche, ci sarebbe l'assalto. Verrebbero varati stringenti controlli sui movimenti di capitali e, probabilmente, ci sarebbe anche un congelamento dei conti correnti bancari, come in Argentina. La nuova moneta sarebbe svalutata, rispetto all'estero. Questo rilancerebbe le esportazioni (escludendo ritorsioni commerciali da parte degli ex partner europei), ma l'Italia, uscendo dall'euro, uscirebbe anche dall'Unione europea e non potrebbe più usufruire dei vantaggi del mercato unico.
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E le tangenti diventano "zucchine" così Finmeccanica pagava i politici

I verbali del super-consulente Cola: "Guarguaglini sapeva tutto". "Portai a Borgogni 250 mila euro in contanti ricevuti da Selex. Servivano a pagare gli esponenti dei partiti che avevano nominato i vertici di Enav. Quando parlavo con il presidente l'attività di sovraffatturare per creare fondi neri e versare le mazzette veniva anche definita 'fare i compiti'di CARLO BONINI e MARIA ELENA VINCENZI

ROMA - La Finmeccanica di Pierfrancesco Guarguaglini è stata la "tasca" della Politica. Dal nero creato da alcune delle società controllate dalla holding sono state ritagliate in questi anni le provviste - "le zucchine" - per sedare gli appetiti del Palazzo. "Guarguaglini sapeva". Ma quel termine volgare - tangenti - "era bandito dalle discussioni". Quando si pagava e si truccavano i bilanci, si preferiva dirlo con un più morbido "abbiamo fatto bene i compiti". Il 19 novembre e il 22 dicembre del 2010, detenuto nel carcere di Regina Coeli, Lorenzo Cola, consulente personale e "speciale" del presidente e ad di Finmeccanica apre uno squarcio sul verminaio che i vertici della holding hanno disperatamente tentato di negare prima, di dissimulare, poi. Svela i retroscena della trattativa tra il nostro Governo e i fondi sovrani della Libia di Muhammar Gheddafi. L'impegno per sostenere l'Ansaldo in un "progetto di centrale" in Iran. Ecco dunque il suo racconto, per come lo documentano i verbali di interrogatorio con il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, ora depositati con la chiusura delle indagini sull'affare "Digint". BORGOGNI SMISTAVA
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The day after Silvio

La stampa di tutto il mondo si chiede: “E ora?”

Che l’era di Silvio Berlusconi sia al termine, non lo mette in dubbio più nessuno. Il punto è il quando, anche se i mercati chiedono rapidità, il Cavaliere abbia intenzione di andarsene a casa e concludere, sotto la bufera della finanza internazionale, la sua avventura al governo del paese. Il punto è che cosa succede ora: gli scenari iniziano a definirsi, ma tutto mantiene comunque un certo grado di fluidità e, dunque, di incertezza. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha nominato Mario Monti alla carica di Senatore a vita, un messaggio che più chiaro non si può.

LE DUE IPOTESI - Le ipotesi per il Guardian a questo punto sono due: la continuità o il mutamento. La continuità sarebbe rappresentata dal delfino di sempre, da quell’Angelino Alfano che Berlusconi ha voluto alla guida del suo Popolo della Libertà, il partito da lui fondato. Un governo Alfano troverebbe una maggioranza in Parlamento? Non solo, il che a questo punto rischia di essere anche più dirimente: un governo Alfano avrebbe la capacità di rassicurare i mercati? Secondo il quotidiano inglese è davvero poco probabile. “Per gli standard italiani, Alfano è giovane. Ed è anche abile. Ma si è dimostrato incredibilmente leale alla causa, e agli interessi, del presidente Berlusconi, negli anni passati”: il che, non è un buon biglietto da visita. Il quotidiano inglese ricorda anche i suoi collegamenti col mondo della mafia, la vecchia questione del matrimonio della figlia del boss “a cui era stato invitato dalla sposa”, e del piano per sbarazzarsi di lui che Cosa Nostra aveva architettato dopo la recrudescenza della lotta antimafia messa in campo dall’ultimo governo. Sopra tutto, il suo impegno per il Lodo omonimo che doveva salvare Silvio dalle grinfie della procura milanese. Oppure, come si sa, c’è Mario Monti.

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Perché Silvio ha detto sì a Monti

Alla fine ha vinto il conflitto d’interessi. Per fortuna

Le parole di Gianni Letta. Quelle di Frattini, di cui immaginiamo l’autorevolezza. Ma soprattutto ci sono due colloqui che hanno convinto ieri Silvio Berlusconi ad accettare – fino a nuovo ordine, ovviamente – l’incarico a Mario Monti. E ce li raccontano Umberto Rosso e Francesco Bei su Repubblica, che hanno ricostruito il giorno più lungo del Cavaliere:

La Borsa sprofonda, lo spread abbatte nuovi record, il Cavaliere ha appena ribadito a radio e tv il suo mantra: elezioni, elezioni. Ma, dopo lo shock provocato dalle parole del sottosegretario, sarà un pressing a tutto campo. Non solo Frattini, Alfano, Fitto, lo stesso Verdini. A farsi sentire è il cuore dell’azienda: Fedele Confalonieri. Si presenta a via del Plebiscito e, per un’ora intera, apre gli occhi all’amico di una vita: «Mediaset sta crollando, perdiamo il 12 per cento. Devi accettare il governo Monti, altrimenti ai tuoi figli non lascerai più nulla… «. Arriva la telefonata di Ennio Doris, amministratore di Mediolanum, l’allarme è lo stesso. Considerazioni che aprono una breccia.

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