domenica 20 marzo 2011

Gaza: nuova offensiva israeliana, diversi feriti

Gaza: nuova offensiva israeliana, diversi feriti

GAZA - Ieri l'artiglieria israeliana ha lanciato diversi attacchi contro la Striscia di Gaza. A sud della Striscia è stato danneggiato il minareto della moschea 'Ammar bin Yasser di Khan Younes. Secondo l'agenzia Infopal altri colpi sono stati lanciati in direzione dell'aeroporto internazionale del territorio palestinese assediato, a Rafah, ancora a sud. A Gaza City, è stata colpita una postazione della polizia andata a fuoco. I residenti hanno raccontato di aver vissuto ore di terrore anche nel quartiere a Shaja'iyah. Cinque civili palestinesi sono stati feriti e le abitazioni nei paraggi sono state danneggiate. Le vittime sono state condotte tutte presso l'ospedale ash-Sifa e, tra di esse, vi è anche un bambino, non in pericolo di vita. La resistenza palestinese ha risposto lanciando alcuni colpi di mortaio e, a rivendicare la controffensiva nei pressi delle basi di Kissufim, al-Farahin e Sufa, sono state le brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas. Dopo l'attacco via terra, l'aviazione israeliana ha sorvolato a lungo su Gaza lanciando missili nella zona centrale, all'altezza di Wadi as-Salfa, a Deir al-Balah. Qui vasti appezzamenti agricoli palestinesi sono stati devastati. Ieri sera, nel quartiere az-Zaytouna, a Gaza City, nelle vicinanze della scuola "Safad", un'automobile è esplosa mentre l'aviazione israeliana sorvolava nei cieli di Gaza. Non ci sono stati feriti.

Iran: gli occidentali attaccano Libia solo per loro interessi

Iran: gli occidentali attaccano Libia solo per loro interessi
TEHERAN – La posizione della Repubblica islamica rimane quella di sostenere i popoli del mondo, difendere i loro diritti e le loro richieste leggittime. Ad affermarlo e’ stato il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, per quanto riguarda la presa di posizione di Teheran sui bombardamenti occidentali contro la Libia. “Considerando l’operato dei paesi colonialisti in passato mette in serio dubbio il loro vero intento di attaccare la Libia”, ha aggiunto Mehmanparast riferendosi alle affermazioni dei governi occidentali secondo cui l'operazione militare lanciata ieri contro il paese africano mira a far rispettare la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell'Onu che impone la no-fly zone sulla Libia e aiutare il popolo libico. Secondo il portavoce di solito l’intervento militare delle grandi potenze in altre parti del mondo viene accompagnato dagli slogan ingannevoli, come la difesa della liberta’ e della democrazia, mentre il loro vero obiettivo e’ quello di dominare gli altri paesi, costruire le loro basi e saccheggiare le loro richezze. Mehmanparast ha inoltre lanciato un appello ai popoli di quei paesi che oggi sono teatro di grandi sviluppi affinche’ “agiscano con saggezza impedendo ai poteri stranieri di decidere il loro futuro”.

L'ira del Raìs: "Sarà l'inferno, Italia ci ha traditi" Lega Araba, Russia e Cina criticano i raid Lascia Tripoli il rimorchiatore italiano fermato

Le milizie di Gheddafi mettono a ferro e fuoco Misurata. Le vittime dei raid aerei sarebbero 64, altri 94 morti a Bengasi. A bordo del rimorchiatore 11 persone, di cui 8 italiani.

Tripoli, 20 marzo 2011 - I raid dell'aeronautica francese non hanno causato la morte di nessun civile libico: lo ha detto a Parigi il colonnello francese Thierry Bukhard, nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Secondo il ministero della Sanità libico vi sarebbero 64 morti per i bombardamenti. Rispondendo alle critiche della Lega araba, il ministero della Difesa francese ha precisato che la Francia sta applicando "appieno e solo la risoluzione" approvata dal Consiglio di
sicurezza dell'Onu sulla Libia.

I BOMBARDAMENTI - In tarda mattinata sono riprese le incursioni aeree delle forze francesi nei cieli libici nel quadro della coalizione internazionale. Lo rendono noto fonti militari francesi.

Alcuni aerei invisibili americani - gli Stealth - hanno bombardato questa mattina un aeroporto libico. Lo riferisce la televisione statunitense. Tre bombardieri B-2 americani hanno compiuto un raid contro un’importante abase aerea libica, sganciando 40 bombe, ha riferito la Cbs. Il capo di stato maggiore Usa, ammiraglio Michael Mullen, commentando alla televisione statunitense Abc la prima fase dell’attacco contro la Libia, denominato “Odissey Dawn” (Odissea all’alba) ha definito “un successo” l’attacco e ha sostenuto che la “no-fly zone” sulla Libia, richiesta da una risoluzione Onu, è stata stabilita.

Intanto il ministero della Difesa britannico ha comunicato che anche l’aviazione di Londra ha lanciato raid aerei sulla Libia, senza tuttavia precisare quando e dove. "Posso ora confermare che anche la Raf (Royal air force) ha lanciato missili Stormshadow da alcuni Tornado GR4", ha detto un portavoce delle forze armate britanniche, il generale John Lorimer. Fino ad ora erano stati annunciati raid aerei effettuati solo dalla Francia ieri nell’est del Paese, mentre il Pentagono ha comunicato che oltre 110 missili cruise sono stati lanciati sempre ieri da navi e sommergibili Usa e Gb.

IL REGIME: "ARMI PER UN MILIONE" - Il governo libico ha cominciato a distribuire armi a piu’ di un milione di persone e terminera’ l’operazione entro poche ore, riferisce l’agenzia libica Jana citando fonti della Difesa di Tripoli.

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La Gheddafina difende il colonnello: “Non è un tiranno. E’ una guerra per il petrolio”

Parla Rea Beko, una delle 500 hostess incontrate dal Rais a Roma nel febbraio scorso

“Magari Gheddafi ha anche le sue colpe, metodi diversi dai nostri ma non è un tiranno come lo stanno descrivendo, fa solo gli interessi del suo Paese”. Rea Beko, albanese 28 anni è una delle 500 hostess che nel febbraio 2009 hanno incontrato a Roma il Rais. Da allora ha fatto diversi viaggi in Libia, si è convertita all’Islame oggi non è la sola a schierarsi decisamente dalla sua parte.

“NON E’ UN TIRANNO” – “Abbiamo visitato quasi tutta la Libia, invitate da Gheddafi – racconta insieme ad altre tre, Miriam,Francesca e Valentina -. Tutti nel suo staff ci hanno trattate da regine, da sorelle, con un rispetto per la nostra femminilità enorme”. Rea, dal febbraio del 2009 ha partecipato a tutti gli incontri romani con Gheddafi. La prima volta, tra le 250 ragazze presenti fu l’unica ad alzare la mano quando il colonnello chiese chi aveva letto il Corano. “Da quel momento lui si interessò subito a me e quando invitò tutte a visitare la Libiacolsi l’occasione al volo. Dopo due settimane partimmo in 12: io, una ragazza di origini libiche, una che stava ultimando una tesi di laurea su di lui, una che studiava arabo e altre. All’inizio eravamo un po’ impaurite – afferma -: non conoscevamo il Paese, la cultura, qualcuna temeva anche che ci avrebbero potuto fare del male, ma alla fine siamo andate via con le lacrime agli occhi. Tutti sono stati davvero troppo ospitali”.

“E’ SOLO COLONIZZAZIONE” – La Libia che descrive Rea è un paese tranquillo, lontano anni luce dalle rivolte che lo hanno infiammato a distanza di neanche due anni. “Il popolo voleva bene al suo Leader ed era orgoglioso di avere qualità della vita superiore agli altri ‘vicini di casa’ africani – prosegue -.

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http://www.giornalettismo.com/archives/118459/hostess-gheddafi-rea-beko/

Che cosa rischia l'Italia

Missili, armi chimiche e azioni isolate: tutte le incognite della vendetta del Raìs.

ROMA - L'incognita adesso riguarda la potenza militare del regime di Gheddafi. Perché alcuni analisti e lo stesso presidente Silvio Berlusconi affermano pubblicamente che i missili a disposizione non hanno la gittata sufficiente per raggiungere il suolo italiano. Ma in realtà nessuno è in grado di fornire certezze sugli armamenti accumulati dopo la revoca dell'embargo e dunque sull'eventualità che il Colonnello sia in grado di colpire Lampedusa, Linosa e addirittura arrivare fino a Pantelleria. Del resto gli accordi economici stretti negli ultimi anni da numerosi Stati occidentali riguardano anche l'industria bellica, però non esiste una lista ufficiale delle apparecchiature consegnate. Gli apparati di sicurezza sono in regime di massima allerta e nessuna ipotesi viene scartata quando si analizzano le possibili «ritorsioni» già annunciate dal Raìs contro quegli Stati che gli hanno voltato le spalle, in testa proprio il nostro Paese. Non rassicura il fatto che nel suo proclama di ieri Gheddafi abbia minacciato esplicitamente soltanto Francia e Gran Bretagna. Perché il conto con l'Italia non appare affatto chiuso, soprattutto tenendo conto delle promesse che gli erano state fatte per ottenere la firma al Trattato di Amicizia e così bloccare i flussi dell'immigrazione clandestina.
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GHEDDAFI: SARA' LUNGA GUERRA E ARMA UN MILIONE DI PERSONE

(AGI) - Algeri, 20 mar. - Il ministero della Difesa libico sta preparando un piano operativo per "armare piu' di un milione di uomini e donne". Lo ha riferito l'agenzia Jana citando fonti ufficiali secondo le quali il piano sara' pronto in poche ore. Muammar Gheddafi ha avvertito in un discorso radiofonico che "a tutti i libici sono state distribuite armi" e la Libia e' pronta ad affrontare "una lunga guerra".

UNA LUNGA GUERRA

Nel suo secondo intervento dall'inizio degli attacchi dell'operazioneAlba dell'Odissea, il Colonnello ha assicurato che le forze governative sconfiggeranno i ribelli sul terreno. Poi ha definito "terroristico" l'attacco delle forze straniere, assicurando che la vittoria e' "inevitabile". "Non lasceremo la nostra terra e la libereremo", ha scandito. "Tutto il popolo libico e' unito", ha assicurato Gheddafi, "alle donne e agli uomini libici sono state date armi e bombe.
Non avanzerete, non mettere piede su questa terra". "Vi promettiamo una lunga, estenuante guerra senza limiti", ha aggiunto il Colonnello rivolgendosi ai Paesi che hanno attaccato il suo Paese, "voi non siete pronti per una guerra lunga, noi lo siamo ed e' un momento molto felice quello che stiamo vivendo".
Gheddafi ha anche minacciato i leader di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti affermando che "cadranno come Hitler e Mussolini, tutti i tiranni cadono sotto la pressione delle masse popolari".

"NON SI GODRANNO IL NOSTRO PETROLIO"

"L'America, la Francia, la Gran Bretagna, i cristiani che si sono alleati contro di noi non si godranno il nostro petrolio", ha promesso il Colonnello, "siete aggressori, siete animali". Poi l'appello finale al popolo libico: "Non dobbiamo ritirarci dal campo di battaglia perche' stiamo difendendo la nostra terra e la nostra dignita'".

SONO ALMENO 64 I MORTI

E' salito da 48 a 64, secondo il governo libico, il bilancio delle vittime dei bombardamenti della coalizione dei volenterosi. Secondo una fonte anonima del ministero della Salute 16 persone sono morte a causa delle ferite riportate.

ALTRI 19 AEREI USA

A una serie di raid aerei lanciati all'alba contro vari obiettivi in Libia hanno partecipato 19 aerei americani, fra cui tre bombardieri B2 Stealth. Lo ha riferito da Stoccarda Kenneth Fidler, portavoce del comando delle forze Usa per l'Africa.
Alla base italiana del 41esimo stormo di Sigonella a fianco alla Nas americana, lo stato di allerta e' rimasto sempre uguale: "bravo plus" lo ha detto il capo ufficio comando del 41esimo stormo Rocco Massimo Zafarana che ha poi aggiunto: "ieri sono arrivati qui sei caccia F16 danesi provenienti da Copenaghen e sono pronti a partire. Non sappiamo se ne arriveranno altri, non abbiamo avuto notizie in merito, noi siamo pronti a dare tutto il supporto di cui hanno bisogno".

DA ITALIA SUPPORTO E BASI

Zafarana ha anche spiegato il compito del 41esimo stormo dell'Aeronautica militare italiana: "forniamo supporto alle forze internazionali che vengono a schierarsi qua per operazioni inerenti la crisi libica. Noi operiamo con il pattugliatore aereo Antisom Atlanitic, e continuiamo a svolgere la nostra attivita'.

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http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201103201412-ipp-rt10011-gheddafi_promette_lunga_guerra_e_arma_un_milione_di_persone

Egitto, verso la vittoria dei sì al referendum Approvati gli emendamenti alla Costituzione

Il fronte dei favorevoli avrebbe raggiunto un risultato tra il 75 e il 90 % dei consensi. L'affluenza alle urne ha superato l'80 %. A favore i Fratelli Musulmani e il partito dell'ex rais, contrari i giovani della rivoluzione, i copti e i candidati alla presidenza Mohamend El Baradei e Amr Mussa, attuale segretario generale della Lega araba

IL CAIRO - Il sì agli emendamenti costituzionali ha vinto nel referendum che si è svolto ieri in Egitto. Lo riferisce l'agenzia Mena indicando che in quattro regioni il sì ha ottenuto fra il 75% e il 90% dei consensi. Secondo i primi dati l'affluenza alle urne ha superato l'80%. Secondo i dati diffusi dall'agenzia Mena, nella regione del Fayum il sì ha ottenuto il 90% dei voti, nel sud Sinai il 75,7%, nelle due regioni del delta di Qalyubiya e di Kafr el Sheikh l'80% e l'87,9% rispettivamente. Mancano ancora i dati definitivi della regione di Qena nell'alto Egitto e di Luxor perchè siano diffusi i risultati definitivi.
Il referendum sulle modifiche alla Costituzione è stato il primo voto del dopo Mubarak. A sostegno del sì si sono schierati i Fratelli Musulmani e il partito dell'ex rais, il partito democratico nazionale. Per il no i giovani della rivoluzione e i partiti che li sostengono e i copti, oltre ai più gettonati candidati alla presidenza Mohamed El Baradei, oggetto ieri di un'aggressione al seggio, e Amr Mussa, attuale segretario generale della Lega araba.
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Libia, finanze e imprese italiane Tutti gli interessi del nostro Paese

Siamo il primo esportatore verso Tripoli e ricopriamo circa il 17,5 % delle importazioni libiche, con un interscambio che nel 2010 è stato quantificato in circa 12 miliardi di euro. Intanto sono stati congelati beni appartenenti al rais o a entità libiche per circa 7 miliardi di euro

ROMA - Non solo la finanza, con le quote libiche, e quindi i diritti di voto e i dividendi, che sono state già sterilizzate dall'Unione Europea. L'acuirsi della crisi, con l'escalation militare di queste ore, riporta in primo piano anche gli interessi delle imprese italiane in Libia. Si tratta di investimenti consistenti, grandi appalti, forniture di materie prime e maxi-commesse che rischiano di restare congelati a lungo. O anche di finire in altre mani. Con ripercussioni consistenti sui bilanci delle società e sull'economia italiana. Ecco perchè il governo italiano ritiene prioritario per il Paese partecipare a pieno titolo alla gestione del dopo-Gheddafi.
Fino a poche settimane fa, sull'asse Tripoli-Roma, in entrambi i sensi di marcia, hanno viaggiato infatti denaro e opportunità di sviluppo. E i legami economici sono andati bel oltre la vicinanza geografica. Oggi, l'Italia, in attuazione della risoluzione 1973 approvata il 17 marzo dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ha congelato beni di Gheddafi o di entità libiche per 6-7 miliardi di euro.
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Libia: Londra, comando operazione passi alla Nato entro giorni

Londra, 20 mar. (Adnkronos/Dpa) - La Gran Bretagna auspica che il comando e controllo dell'operazione contro la Libia sia strasferito ''entro i prossimi giorni'' alle strutture della Nato, pur chiarendo che quella in corso ''non e' una missione della Nato''. A parlare in questi termini, e' il ministro della difesa, Liam Fox, in una intervista alla BBC, ricordando che sono in corso a Bruxelles riunioni del Consiglio Nord Atlantico proprio per discutere dell'eventuale assunzione di un ruolo formale, da parte dell'Alleanza atlantica e le sue strutture di comando, nell'intervento contro le forze di Gheddafi.

Libia: Tripoli, almeno 64 i civili uccisi in raid

Tripoli, 20 mar. (Adnkronos/Dpa) - Almeno 64 civili sono stati uccisi e 150 feriti nei raid delle forze della coalizione internazionale. Lo denunciano fonti mediche libiche citate dall'emittente al Arabia. Questa mattina, i militari libici denunciavano la morte di 48 civili.

Libia: USA, dispiegati su teatro operazioni anche aerei militari Qatar

Washington, 20 mar. (Adnkronos) - Dispiegati oggi 'sul teatro delle operazioni'', nelle vicinanze della Libia anche gli aerei militari del Qatar che prenderanno parte all'operazione contro le forze di Gheddafi. Lo ha reso noto l'ammiraglio Usa, Mike Mullen, capo degli stati maggiori riuniti degli Stati Uniti, in una intervista all'emittente televisiva americana CBS. ''Altri paesi stanno facendo lo stesso, ma lascio a loro la parola per annunciare la forma con cui si impegnano nell'intervento'', ha aggiunto.

Riparte attacco, bombe sulla Libia

Parigi, 20 mar. (Adnkronos/Aki) - Secondo giorno dell'intervento militare 'Odyssey Dawn' (Odissea all'alba) contro il regime libico.

In azione aerei Usa, inglesi e francesi. Sono 19, tra caccia e bombardieri, compresi gli Stealth, gli aerei da guerra Usa che stamattina hanno condotto attacchi contro la Libia. Lo affermano fonti militari americane, secondo quanto riportato dalla Cnn. Inoltre, una fonte del Pentagono, ha confermato che i missili da crociera lanciati dagli aerei hanno colpito obiettivi nei pressi di Misurata e della capitale Tripoli. Hanno iniziato a effettuare raid anche i Tornado britannici. Lo ha reso noto questa mattina un portavoce della difesa a Londra, il generale John Lorimer. ''Posso ora confermare che anche la Raf ha lanciato missili da crociera Storm Shadow da alcuni aerei Tornado GR4'', ha precisato Lorimer. Anche gli aerei francesi hanno ripreso a bombardare obiettivi in Libia.

Per quanto riguarda il dispiegamento delle forze italiane, al momento non ancora impiegate, tre Tornado provenienti dalla base militare del sesto stormo di Ghedi, nel bresciano, sono diretti all'aeroporto militare di Trapani Birgi. Si tratta dell'ennesimo arrivo di velivoli militari dopo l'atterraggio di 4 Eurofighter arrivati poco dopo le 13 sempre nella base militare del 37° stormo dell'Aeronautica militare.

Per il capo degli stati maggiori riuniti Usa, l'ammiraglio Mike Mullen, la ''no fly zone'' è stata attuata sui cieli della Libia. Anche perché, ha aggiunto, le forze della coalizione sono riuscite a fermare l'offensiva delle truppe fedeli a Gheddafi contro Bengasi.

Secondo fonti mediche libiche citate da 'al-Arabiya', è di 64 morti e 150 feriti il bilancio delle vittime civili dei raid aerei compiuti a partire da ieri. Mentre oggi è stata colpita una base aerea a sud di Tripoli, secondo una fonte del regime citata dalla tv satellitare 'al-Arabiya'.

Ieri, i caccia francesi hanno bombardato diversi mezzi militari mentre il Pentagono ha reso noto che un totale di 110 missili da crociera Tomahawk sono stati lanciati da unità americane, insieme a quelle britanniche.
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Gheddafi: l'Italia ci ha tradito

Gheddafi

Gheddafi

"La nostra terra sarà un inferno per voi". E' la nuova minaccia del leader libico Muammar Gheddafi contro la coalizione internazionale che sta attaccando la Libia. "Subiamo crociata con metodi terroristici".

"Siete dei barbari, dei terroristi, dei mostri", "avete attaccato il civile popolo libico che non vi aveva fatto nulla": lo ha detto il leader libico in un discorso in audio trasmesso in diretta da Al Jazira e da altre tv.

"Cadrete come sono caduti Hitler e Mussolini. E' questa l'epoca dei popoli e non delle guerre organizzate. Tutti i libici si stanno armando. La terra libica diventerà un inferno e vi combatteremo se continuerete ad attaccarci". "I magazzini di armi sono aperti per il popolo e abbiamo armato i cittadini - ha aggiunto - questa è una nuova guerra crociata ma l'Islam non perderà e loro perderanno".

Gheddafi: ''operazione militare come crociata''

Russia e Cina, rammaricate dalle operazioni militari

Gheddafi: ''operazione militare come crociata''

Tripoli - L'operazione militare "Odissea all'alba" con Italia, Usa, Francia, Gran Bretagna e Spagna, intrapresa nella giornata di Sabato dalle forze occidentali per far cessare il fuoco alle truppe fedeli al colonello Muammar Gheddafi e mettere così fine al suo regime, è andata avanti tutta la notte e secondo la televisione di stato libica, 48 persone sono state uccise e 150 ferite nei raid aerei alleati.

Dopo che gli aerei francesi avevano inaugurato l'operazione militare sparando i primi colpi, distruggendo carri armati e veicoli blindati nella regione orientale della roccaforte dei ribelli, Bengasi, è toccato poi alle navi e sottomarini da guerra, americani e britannici, proseguire le operazioni, lanciando 110 missili Tomahawk contro le difese aeree intorno alla capitale Tripoli e la città occidentale di Misurata. L'intervento militare è stato accolto a Bengasi con un misto di apprensione e di sollievo da parte dei ribelli, che nella giornata di Sabato avevano lanciato grida disperati d'aiuto alla comunità internazionale affinchè intervenisse per evitare la presa delle truppe di Gheddafi della città di Bengasi. Gheddafi, ha definito l'attacco militare degli alleati come un operazione: "coloniale,crociata'', e poi ha minacciato mezzo mondo, invitando le masse a lottare con lui: '' E 'ora necessario aprire i negozi e il braccio a tutte le masse con tutti i tipi di armi per difendere l'unità, l' indipendenza e l'onore della Libia", ha detto in un messaggio audio trasmesso sulla televisione di stato. Russia e Cina, hanno espresso il loro«rammarico» per gli attacchi della coalizione internazionale contro le truppe del Colonnelo Muammar Gheddafi. Le due nazioni, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto si erano astenute al momento dell’approvazione della risoluzione 1973. Ieri pomeriggio, l'equipaggio di un rimorchiatore d'altura italiano e' stato trattenuto nel porto di Tripoli da uomini armati. Tra le persone che sarebbero presenti a bordo, ci sono: otto italiani, due indiani e un ucraino.

Libia: Londra, missili da crociera lanciati anche da Tornado britannici

Londra, 20 mar. (Adnkronos) - Hanno iniziato a effettuare raid sulla Libia anche i Tornado britannici. Lo ha reso noto questa mattina un portavoce della difesa a Londra, il generale John Lorimer. ''Posso ora confermare che anche la Raf ha lanciato missili da crociaere Storm Shadow da alcuni aerei Tornado GR4'', ha precisato Lorimer.

Libia: Iran scettico su intervento militare occidentale

Tehran, 20 mar. - (Adnkronos/Dpa) - Reazioni di scetticismo da parte di Teheran ai bombardamenti della coalizione internazionale sulla Libia. "La storia passata degli interventi militari da parte delle potenze straniere e' piuttosto sospetta", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast, secondo quanto riportato dall'agenzia Isna. "Fino ad ora questi interventi sono generalmente stati attuati dalle potenze mondiali per mettere al sicuro i propri interessi, stabilire delle basi militari in Paesi importanti e, di fatto, continuare le proprie politiche imperialiste con nuove forme e con altri pretesti", ha detto ancora Mehmanparast.

Libia: CBS, 3 aerei USA B-2 sganciano 40 ordigni su base aerea

Washington, 20 mar. (Adnkronos) - Tre bombardieri invisibili ai radar B-2 americani, decollati da una base negli Stati Uniti, hanno sganciato 40 ordigni su una delle principali basi aeree del colonnello Gheddafi. Lo rende noto l'emittente televisiva CBS. Allo stesso tempo, sempre secondo CBS, caccia dell'aviazione Usa hanno condotto missioni di ricognizione per individuare forze di terra libiche.

Più di 100 arrestati di fronte alla Casa bianca

Era l'ottavo anniversario della guerra in Iraq

Era l'ottavo anniversario della guerra in Iraq

Washington, 20-03-2011

Più di 100 manifestanti pacifisti, incluso un uomo sospettato di aver diffuso documenti segreti del Pentagono, sono stati arrestati ieri davanti alla Casa Bianca nell'ottavo anniversario della guerra in Iraq condotta dagli Stati Uniti. Non hanno obbedito all'ordine di sgomberare la zona dei cancelli d'entrata e la polizia è intervenuta. Anche a New York circa 80 persone hanno manifestato contro la guerra davanti al centro di reclutamento a Times Square.

Federalismo, stangata subito sbloccate le addizionali regionali

Costi da 230 euro. Nuove tasse sul rumore e sui Suv. Manovra anticipata: chi ha un reddito oltre 28 mila euro pagherà 862 euro in più nel 2015
di ROBERTO PETRINI

ROMA - Si appesantisce la stangata che il federalismo porterà nelle tasche degli italiani. Il nuovo testo sul fisco regionale e provinciale, contenuto nel parere del relatore di maggioranza al provvedimento, Massimo Corsaro (Pdl), scongela anche l'ultimo ostacolo rimasto sulla strada dell'aumento delle addizionali regionali: i governatori avranno mani libere fin da quest'anno. In sostanza quelle Regioni che non hanno sfruttato la possibilità di portare l'aliquota al tetto massimo dell'1,4 per cento adesso potranno farlo liberamente avendo a disposizione un anticipo di un anno rispetto alla precedente stesura del provvedimento che apriva le porte agli aumenti solo dal 2012.
Come è noto la corsa dei rincari non si fermerà qui: il decreto conferma la scalettatura delle possibilità di aumento delle aliquote che stabilisce il tetto del 2 per cento nel 2014 e del 3 per cento nel 2015. Secondo uno studio della Uil, se tutte le Regioni si avvalessero della possibilità di portare l'aliquota al 3 per cento nel 2015, l'aggravio sarebbe di 226 euro pro-capite (82,8 per cento) con punte che possono arriaver, per le fasce sopra i 28 mila euro, a 862 euro.
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Tokyo capitale in agonia "Qui non vivremo più"

Paura e incubo radiazioni: in quattromila sono già fuggiti da quella che era percepita come una città modello

DAL NOSTRO INVIATO GIAMPAOLO VISETTI
TOKYO - Per otto giorni Tokyo è stata una metropoli spaventata ma in attesa di buone notizie. Oggi è una capitale in agonia. Si presenta come prossima al collasso e prevede il peggio. In poche ore la residua fiducia ha ceduto allo sconforto. L'esodo lento dei giorni scorsi ha assunto la dimensione della fuga. Oltre quattro milioni di abitanti hanno lasciato la città in treno, o ammassati in auto. Colletti bianchi, stranieri e famiglie con bambini cercano di raggiungere le località a sud del Kansai, per mettersi al riparo dal pericolo della nube atomica. Nella periferia nord di Tokyo arriva invece l'onda dei disperati che scappano da Fukushima e dalle città distrutte dallo tsunami. A far precipitare la situazione, l'innalzamento del livello di rischio nei reattori, nuove scosse di terremoto e la convinzione che il governo minimizzi una crisi fuori controllo. È scattato però anche il primo vero allarme-contaminazione. Il governo ha ammesso che tracce di iodio radioattivo sono state rinvenute nell'acqua potabile di Tokyo e delle aree vicine. Livelli anomali, ufficialmente sotto i limiti di legge e non immediatamente pericolosi per la salute, ma l'impatto pubblico della notizia è stato tremendo. Radioattivi anche il latte proveniente da Fukishima e alcune partite di spinaci prodotti nella prefettura di Ibaraki.
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Ruby, no dei giudici alla difesa il processo al premier non slitta

I legali di Berlusconi avevano chiesto di acquisire i nuovi atti della procura ruby difesa. E la Minetti disse: "Se mi arrabbio io, guai per tutti"
di EMILIO RANDACIO e PIERO COLAPRICO

MILANO - Il processo a Silvio Berlusconi si farà senza rinvii e comincerà, come previsto, il 6 aprile. È la prima sconfitta per gli avvocati di Silvio Berlusconi.Hanno chiesto un posticipo, con la motivazione delle "troppe pagine in poco tempo". E questo perché, due settimane fa, era stato consegnato loro un supplemento d'inchiesta. La procura ha replicato a brutto muso: primo, "l'invito a comparire per il premier è stato consegnato il 14 gennaio" e per la richiesta d'immediato al gip Cristina Di Censo non s'era atteso troppo. Secondo, gli ultimi accertamenti "riguardano il conto corrente personale" di Silvio Berlusconi, qualcosa che l'imputato dovrebbe conoscere bene. È quello da cui, come ha rivelato Repubblica, sono stati prelevati con assegni, e solo nel 2010, ben 12 milioni e 882mila euro, tutti trasformati in contanti. E con un incremento notevole a dicembre.
Soppesate le varie ragioni, il collegio presieduto da Giulia Turri, e con Carmen D'Elia e Orsola De Cristofaro, dà dunque ragione alla procura. Peraltro, la prima udienza è tecnica: serve solo a precisare il calendario, ma è chiaro che la battaglia procedurale è serrata. Gli avvocati del primo ministro, notando i vari "omissis", hanno chiesto di eliminarli, per poter organizzare una lista testi adeguata.
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