Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
mercoledì 22 gennaio 2014
Legge elettorale, avvocati anti-Porcellum: “Vogliono i nominati, ma ricorreremo”
I protagonisti della battaglia giuridica contro l'attuale sistema di voto criticano l'Italicum, ovvero al proposta di riforma uscita dalle contrattazioni tra Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano: "Così si fa carta straccia della sentenza della Consulta"
L’esultanza per la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato il Porcellum, grazie alla loro ostinazione, sembra ormai lontanissima. E “l’Italicum” agli avvocati Claudio Tani e Aldo Bozziè apparso come uno spettro che può rovinare tutto. Proprio la loro battaglia giuridica, insieme ai colleghi Giuseppe Bozzi e Felice Besostri, li ha portati prima in Cassazione e poi davanti alla Consulta, che ha dato loro ragione. Ora, però, il progetto Renzi-Berlusconi li fa infuriare. “È anticostituzionale”, dicono all’unisono mentre li intervistiamo: “Non è cambiato nulla, anzi l’Italicum è peggio della legge Calderoli”.
E anche se i toni, sia di Tani sia di Bozzi, sono appassionati, l’analisi giuridica non ne risente di certo: “Siamo al bipartitismo totale e assoluto che è in contrasto con la Costituzione, se quello che leggiamo dai giornali dovesse diventare legge produrrà solo due forze politiche di grande dimensione. E con un’operazione puramente aritmetica la coalizione che otterrà il 35% dei voti si accaparrerà un premio di maggioranza del 18%, arrivando al 53%. L’effetto parallelo, negativo, sarà che il 65% di coloro che avranno votato contro la coalizione che incassa un premio , si divideranno solo il restante 47%, le spoglie. Se il divaricatore è di questa natura siamo fuori dalla Costituzione”.
Chiediamo ai due avvocati se l’Italicum ignori la sentenza della Consulta. Il giudizio è senza appello: “La sentenza se la saranno anche letta ma se ne fregano, per loro è come se non ci fosse stata. Non hanno alcun interesse ad applicarla perché l’obiettivo non è ridare la parola ai cittadini, non è far pesare ogni voto allo stesso modo, o quanto meno in modo proporzionale, l’obiettivo è l’eliminazione dei piccoli partiti, spazzarli via”. State parlando di Pd e Forza Italia? “Esattamente. La loro proposta non solo si fa beffa della sentenza della Corte costituzionale, ma è fatta a uso e consumo di quei due partiti, come se tutto il resto del pluralismo politico, sociale, economico e così via non esistesse. Vogliono passarci sopra”. Per gli avvocati Bozzi e Tani, l’Italicum viola l’articolo 49 della Costituzione che stabilisce il diritto dei cittadini di associarsi in partiti. “Dove sta scritto che non devono essere più di due?”.
Ci facciamo spiegare perché, a loro avviso, la proposta Renzi-Berlusconi ignora la sentenza della Corte costituzionale: “La Consulta ha stabilito che ciascun voto deve contribuire potenzialmente, e con pari efficacia, alla formazione degli organi elettivi e, quindi, il margine di differenza tra voti e seggi non può compromettere il principio dell’uguaglianza del voto”.
I fautori dell’Italicum hanno parlato di proporzionale, quasi a voler evocare la Consulta. “C’è un grande inganno perché questo progetto di legge sceglie il proporzionale ma dice che con il 35% una coalizione può arrivare al 53% con un premio di maggioranza. Quindi, rispetto al Porcellum, nella sostanza, non cambia nulla, alla faccia del pluralismo”. Forse, però, un punto della sentenza della Consulta è stato recepito: liste bloccate ma corte: “In realtà neppure quello perché la Corte ha detto solo che le liste bloccate corte, riferendosi alla loro formazione in elezioni locali, garantiscono maggiore conoscibilità dei candidati. Ma la stessa Corte ha stabilito con chiarezza che una cosa è la conoscibilità e un’altra è la possibilità di scelta del candidato che – sempre secondo la Corte – deve essere garantita. Il cittadino deve poter scegliere raggruppamento e candidati . Così non è”. Ancora un Parlamento di nominati? “Esattamente”. E a chi ribatte che le preferenze hanno generato candidati controllati dalla mafia o da altri gruppi di potere, entrambi gli avvocati respingono l’obiezione: “Non ci sono mai stati tanti indagati come da quando è entrato in vigore il Porcellum”. E se l’Italiacum diventerà legge così com’è, Bozzi e Tani sono pronti a dare ancora battaglia: “Siamo riusciti con gran fatica a passare un vaglio di costituzionalità, ma la causa è ancora pendente in Cassazione. Dunque, se non ci sarà una riforma che rispetti i principi costituzionali, i partiti devono sapere che non è finita. Torneremo a chiedere il ricorso davanti alla Corte costituzionale”. Partiti avvertiti mezzo salvati. Forse.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/22/legge-elettorale-avvocati-anti-porcellum-vogliono-ancora-i-nominati-ma-ricorreremo/852991/
Tolta la scorta a Capitano Ultimo
Lo ha deciso - secondo il servizio pubblicato da Panorama in edicola domani e firmato da Enrico Fedocci - il Comitato per la sicurezza presieduto dal prefetto di Roma. Dal 24 gennaio quindi l'uomo che catturò Riina si muoverà a bordo di un motorino per evitare di diventare un facile bersaglio.
MILANO- E' stata tolta la scorta al Capitano Ultimo, il colonnello Sergio De Caprio, l'ufficiale dei carabinieri che arrestò il capo della mafia Toto Riina il 15 gennaio del '93.
Nell'articolo si sottolineano i rischi per De Caprio condannato a morte dalla Cupola di Cosa Nostra e le recenti minacce di Riina contro chi lo ha arrestato e i magistrati palermitani "annunciando una possibile nuova stagione di omicidi". Ci si chiede che cosa sia accaduto e perché lasciare senza protezione un uomo tanto odiato dalla mafia e si osserva che la scorta di Ultimo "finora è stata costituita da un solo uomo di tutela". Infine si fa riferimento alla sua mancata promozione a generale a causa di "un cavillo nel regolamento che gli ha sbarrato le porte della commissione d'avanzamento".
http://livesicilia.it/2014/01/22/tolta-la-scorta-a-capitano-ultimo_432855/
Nell'articolo si sottolineano i rischi per De Caprio condannato a morte dalla Cupola di Cosa Nostra e le recenti minacce di Riina contro chi lo ha arrestato e i magistrati palermitani "annunciando una possibile nuova stagione di omicidi". Ci si chiede che cosa sia accaduto e perché lasciare senza protezione un uomo tanto odiato dalla mafia e si osserva che la scorta di Ultimo "finora è stata costituita da un solo uomo di tutela". Infine si fa riferimento alla sua mancata promozione a generale a causa di "un cavillo nel regolamento che gli ha sbarrato le porte della commissione d'avanzamento".
http://livesicilia.it/2014/01/22/tolta-la-scorta-a-capitano-ultimo_432855/
OBAMA DECRETA LA MORTE DEL MEDITERRANEO CON L’AFFONDAMENTO DELLE ARMI CHIMICHE SIRIANE DA STOCCARE IN CALABRIA (Simone)
Finalmente una bella notizia. Le armi chimiche siriane saranno trattate con l’idrolisi e poi affondate tra Malta, Grecia e Italia. Prima però saranno stoccate in Calabria, l’area a maggior rischio sismico e idrogeologico d’Italia che trema quotidianamente sotto i colpi del bombardamento chimico (chemtrails) e delle iniezioni ionosferiche di onde Elf nella parte superficiale della crosta terrestre.
Tranquilli: l’approdo dell’arsenale bellico sarà a Gioia Tauro, area di pertinenza esclusiva della ‘Ndrangheta, la più pericolosa organizzazione criminale italiana al soldo spesso dello Stato tricolore per il lavoro sporco commissionato dai nostrani servizi segreti, come ha rivelato qualche anno fa un generale dei carabinieri (operativo nel servizio di intelligence), durante un’audizione sottoposta ovviamente a segreto di Stato.
Dunque, una miriade di ordigni tossici estremamente pericolosi per l’ambiente, minaccia la salute pubblica e l’economia delle nazioni mediterranee.
L’arsenale chimico della Siria inizialmente era destinato a essere neutralizzato in Albania ma, dopo le forti proteste pubbliche il governo di Tirana è stato costretto – suo malgrado rinunciando ad un cospicuo gruxoxletto in dollaroni dlelo zio Sam – a declinare l’offerta, e cosi questo arsenale proibito dalle convenzioni internazionali, delle normative nazionali nonché del buon senso biologico, sarà affondato nella zona di mare ad ovest di Creta, con la connivenza criminale delle autorità di Grecia, Italia e Malta. Tra l’altro in Europa è in vigore la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con legge 108 nel 2001) che sulla carte dovrebbe consitirealle popolazioni interessate di arrestare questa pericolosa manovra degli Stati Uniti d’America
Il primo allarme è stato lanciato dagli scienziati di Democritos (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) di Atene e del Politecnico di Creta che parlano di «completa distruzione dell’ecosistema e del turismo». Secondo il collaboratore scientifico di Democritos ed ex presidente dell’Unione dei Chimici Greci, Nikos Katsaros, «se una tale neutralizzazione delle armi chimiche verrà effettuata tramite il processo di idrolisi, si può parlare di uno scenario da incubo. Si tratta di un metodo estremamente pericoloso con conseguenze imprevedibili per l’ambiente mediterraneo e i popoli vicini». Questi effetti saranno la necrosi completa dell’ambiente interessato e l’inquinamento finale del Mediterraneo. Il pesce sarà avvelenato dalla contaminazione cosi come la popolazione che lo consumerà.
Solitamente le sostanze chimiche vengono distrutte mediante combustione in aree specifiche, dotate di opportune infrastrutture presneti in: Stati Uniti, Germania, Francia, Russia e Cina. In questo caso però, trattandosi di un problema politico, nessuno vuole assumersi la responsabilità. Così ricorrono al metodo di idrolisi in mare aperto nonostante, per ammissione indiretta dei nordamericani stessi, questo metodo sia particolarmente pericoloso: infatti, il mare Mediterraneo è stato scelto proprio perché chiuso. Di un grave rischio parla il professor Evangelos Gidarakos del Politecnico di Creta, che ha lanciato l’allarme alle indifferenti autorità elleniche:
«Queste sostanze chimiche sono miscele di sostanze pericolose e tossiche, che non sono in grado di essere inattivate in modo da non causare danni agli organismi viventi solo con questo metodo».
Secondo annunci ufficiali, le armi chimiche, dopo essere trasportate dalla Siria, saranno caricate in Italia nella nave battente bandiera U.S.A. Cape Ray e saranno inabissate tra Malta, Libia e Creta. La procedura per la l’occultamento dell’arsenale chimico della Siria dovrebbe durare circa tre mesi. Non vengono forniti ulteriori dettagli.
Secondo il professor Gidarakos «L’armamento chimico della Siria consiste di due parti. Esistono 1.250 tonnellate di armamenti ‘principali’ come i gas sarin e i gas mostarda ed altre 1.230 tonnellate di sostanze precursori che sono utilizzate per la fabbricazione delle armi vere e proprie. Queste sostanze, principalmente composti chimici di cloro e fluoro, sono di per sé altamente velenose e tossiche. E poi esiste una gamma di altre sostanze acquistate dalla Siria dopo l’embargo per cui sono sia di provenienza sia di natura ignota. Anche prendendo per buone le 1.500 tonnellate ufficialmente dichiarate, non credo che tutto possa essere concluso in soli tre mesi. Ci vorrà probabilmente il triplo di questo tempo, sempre che non succedano degli spiacevoli imprevisti Tutta questa storia ricorda molto un’operazione militare ed ha poco di scientifico».
Continua ...
http://www.signoraggio.it/obama-decreta-la-morte-del-mediterraneo-con-laffondamento-delle-armi-chimiche-siriane-da-stoccare-in-calabria/
"Pedofili uguali a gay e bisex" Legge sull'omofobia, è caos
La legge persegue chi è palesemente ostile o lede “l’incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, pedofili”. Proprio così, pedofili. Lo si legge in uno degli emendamenti al disegno di legge sull’omofobia esaminata dalla Commissione Giustizia del Senato. Chi è gay viene equiparato a chi molesta minori. Firmatari dell’emendamento cinque senatori del Nuovo Centrodestra. Uno di loro, Carlo Giovanardi, si scusa: “Si tratta di un refuso, la mia intenzione era di scrivere pedofobia, che è l’ostilità verso la pedofilia”. Ma le perplessità rimangono e c’è chi insorge: “Nelle massime istituzione c’è una lobby che cerca di normalizzare la pedofilia e renderla un semplice orientamento sessuale…”
LA LEGGE - La Commissione Giustizia del Senato ha esaminato 390 emendamenti al disegno di legge sull’omofobia già approvato alla Camera. Il provvedimento sull’omofobia non è una legge ad hoc, ma un allargamento della legge Mancino - che punisce chi diffonde idee discriminatorie per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi - all’universo omosessuale o, per essere più precisi, al mondo Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersexual).
L’EMENDAMENTO – Ma c’è chi segnala, tra i tanti emendamenti, una serie di pasticci. In particolare in quello a firma Giovanardi (in passato spesso nell’occhio del ciclone per le sue esternazioni non proprio concilianti verso gli omosessuali), D’Ascola, Torrisi, Bianconi e Chiavaroli. Ecco che cosa si legge nel testo dell’emendamento:
Sostituire l'articolo 1, con il seguente:
«Art. 1.
(Disposizioni in materia di contrasto a varie forme di discriminazione)
1. All'articolo 3 della legge 19 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, alle lettere a) e b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: ''o fondate sull'odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l'incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte discriminatorie siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità verso la persona e non di pensiero verso l'orientamento sessuale e lo stile di vita in sé'';
b) al comma 3, primo periodo, dopo le parole: ''o religiosi'', sono aggiunte, in fine, le seguenti: ''o fondate sull'odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l'incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità e non di pensiero verso l'orientamento sessuale e lo stile di vita in sé''.
LA PROTESTA – Alla lettura degli emendamenti c’è chi è insorto. È il caso dell’estrema destra e in particolare di Forza Nuova che in un comunicato stampa scrive di prendere “atto che all'interno delle massime istituzioni ci sia una vera e propria lobby che mette sullo stesso piano un omosessuale o un eterosessuale e un pedofilo facendo evidentemente propria la tesi dell'associazione psichiatri americana i quali hanno deciso che i pazienti che molestano i bambini non devono più essere definiti "pedofili" a meno che non si sentano dispiaciuti o angosciati per quello che hanno fatto. Il Senato quindi si sta facendo carico di normalizzare la pedofilia, di sdoganarla e renderla un semplice orientamento sessuale”.
LA DIFESA – Insomma, la nuova legge dovrebbe comprendere nuove forme di sessualità non comprese nella legge precedente. Il problema è che si è forse andati oltre comprendendo una categoria, quella dei pedofili, che non ha niente a che fare con le altre. Carlo Giovanardi, intervistato da Libero, ha ammesso l’errore: “Si tratta di un refuso, l’intenzione era di scrivere pedofobia, concetto peraltro presente in un altro emendamento, che è l’ostilità verso la pedofilia”. Sostanzialmente l’intenzione era quella di difendere chi è ostile ai pedofili nel caso in cui in futuro la pedofilia venga accettata ed equiparata all’omosessualità. Resta il pasticcio, innegabile, e le perplessità sull’equiparare i pedofili o chi li odia agli omosessuali o ai bisessuali. Forse ai nostri deputati e senatori servirebbe un pizzico di attenzione in più quando si trattano temi così delicati e per i quali loro, evidentemente, dimostrano di non avere particolare sensibilità.
http://www.affaritaliani.it/cronache/legge-sull-omofobia-caos.html
Clausola 'salva-Lega'. Torna An. Ecco il piano segreto di Silvio
Silvio Berlusconi che fa fuori i suoi alleati con l'accordo sulla legge elettorale con Matteo Renzi? Falso. Anzi - secondo quanto spiega un fedelissimo del Cav ad Affaritaliani.it - il leader di Forza Italia ha in mente un piano ben preciso per ricostruire una coalizione di governo alle prossime elezioni politiche (quando ci saranno). Primo: clausola regionale 'salva-Lega'. Secondo: riorganizzazione della destra sotto il simbolo della vecchia An. Terzo: fusione di Ncd con Casini. Unico punto su cui il Cavaliere non tratta: niente primarie. IL RETROSCENA
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi)
Silvio Berlusconi che fa fuori i suoi alleati con l'accordo sulla legge elettorale con Matteo Renzi? Falso. Anzi - secondo quanto spiega un fedelissimo del Cav adAffaritaliani.it - il leader di Forza Italia ha in mente un piano ben preciso per ricostruire una coalizione di governo alle prossime elezioni politiche (quando ci saranno). Primo punto: nella riforma elettorale ci sarà una clausola 'salva-Lega', ovvero la possibilità per i partiti di ottenere seggi alla Camera anche se non si supera il 5% nazionale qualora venisse superata una certa percentuale in una o due Regioni. Appunto il modo per recuperare il Carroccio anche se non dovesse risalire nei sondaggi.
Secondo punto: capitolo Fratelli d'Italia. Berlusconi starebbe lavorando per favorire il raggruppamento della destra sotto il simbolo della vecchia Alleanza Nazionale, ora in mano a Fdi. In sostanza il Cav spinge per la riunificazione di tutte le sigle, dal movimento di Crosetto-Meloni-La Russa a Storace, passando per quello che è rimasto di Fli. Più altri gruppi ovviamente non neo-fascisti.
Il terzo punto riguarda Alfano, ma il Nuovo Centrodestra - spiega la fonte - dichiara di essere almeno al 7% e quindi non dovrebbe avere problemi. Non solo. Ncd potrebbe annettere una fetta del Centro, ad esempio Casini, e in questo modo assicurarsi il superamente dello sbarramento.
Su un punto però la fonte azzurra è chiarissima: Berlusconi non vuole le primarie. Né per i candidati né per il premier. Forza Italia andrà al voto con il nome di Berlusconi nel simbolo ma senza indicare un candidato a Palazzo Chigi (non previsto dalla legge). Poi, in caso di vittoria, si vedrà. Anche in base alle percentuali elettorali.
Secondo punto: capitolo Fratelli d'Italia. Berlusconi starebbe lavorando per favorire il raggruppamento della destra sotto il simbolo della vecchia Alleanza Nazionale, ora in mano a Fdi. In sostanza il Cav spinge per la riunificazione di tutte le sigle, dal movimento di Crosetto-Meloni-La Russa a Storace, passando per quello che è rimasto di Fli. Più altri gruppi ovviamente non neo-fascisti.
Il terzo punto riguarda Alfano, ma il Nuovo Centrodestra - spiega la fonte - dichiara di essere almeno al 7% e quindi non dovrebbe avere problemi. Non solo. Ncd potrebbe annettere una fetta del Centro, ad esempio Casini, e in questo modo assicurarsi il superamente dello sbarramento.
Su un punto però la fonte azzurra è chiarissima: Berlusconi non vuole le primarie. Né per i candidati né per il premier. Forza Italia andrà al voto con il nome di Berlusconi nel simbolo ma senza indicare un candidato a Palazzo Chigi (non previsto dalla legge). Poi, in caso di vittoria, si vedrà. Anche in base alle percentuali elettorali.
http://www.affaritaliani.it/politica/berlusconi-pianosegreto-lega-an-voto2101.html
Camorra, 90 arresti in Campania, Lazio e Toscana Sequestrati beni per 250 milioni di euro
Un'operazione per l'arresto di 90 persone accusate di far parte del clan di camorra dei 'Contini' e per il sequestro di beni per 250 milioni di euro è scattata all'alba in Campania, Lazio e Toscana. L'operazione è coordinata dalla Direzione nazionale antimafia e dalle Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Roma e Firenze.
L'inchiesta è la più vasta realizzata finora sul clan 'Contini', ritenuto dagli investigatori fra quelli egemoni a Napoli e riguarda, in particolare, le operazioni di reinvestimento dei proventi economici di gruppi camorristici in imprese e operazioni economiche a Napoli e in altre zone della Campania, a Roma e in Toscana.
Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli contro 90 persone, decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Firenze, dalla Dda di Napoli e, nell'ambito di una procedura di prevenzione, dal Tribunale di Roma. I provvedimenti riguardano beni immobili e aziende controllati dal clan 'Contini'.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura nazionale antimafia guidata dal procuratore nazionale Franco Roberti e dirette dalla Dda di Napoli guidata da Giovanni Colangelo, da quelle di Roma per l'applicazione delle misure di prevenzione nella capitale e da quelle di Firenze per le perquisizioni e i sequestri relativi all'infiltrazione del clan camorristico nelle attività economiche e imprenditoriali toscane.
Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Napoli, dal Gico della Guardia di finanza del capoluogo campano, dai Carabinieri di Roma, dal Centro operativo di Roma della Direzione investigativa antimafia e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Pisa.
http://www.repubblica.it/cronaca/2014/01/22/news/camorra_90_arresti_in_campania_lazio_e_toscana_sequestrati_beni_per_250_milioni_di_euro-76604847/
L'inchiesta è la più vasta realizzata finora sul clan 'Contini', ritenuto dagli investigatori fra quelli egemoni a Napoli e riguarda, in particolare, le operazioni di reinvestimento dei proventi economici di gruppi camorristici in imprese e operazioni economiche a Napoli e in altre zone della Campania, a Roma e in Toscana.
Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli contro 90 persone, decreti di sequestro emessi dal Tribunale di Firenze, dalla Dda di Napoli e, nell'ambito di una procedura di prevenzione, dal Tribunale di Roma. I provvedimenti riguardano beni immobili e aziende controllati dal clan 'Contini'.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura nazionale antimafia guidata dal procuratore nazionale Franco Roberti e dirette dalla Dda di Napoli guidata da Giovanni Colangelo, da quelle di Roma per l'applicazione delle misure di prevenzione nella capitale e da quelle di Firenze per le perquisizioni e i sequestri relativi all'infiltrazione del clan camorristico nelle attività economiche e imprenditoriali toscane.
Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Napoli, dal Gico della Guardia di finanza del capoluogo campano, dai Carabinieri di Roma, dal Centro operativo di Roma della Direzione investigativa antimafia e dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Pisa.
http://www.repubblica.it/cronaca/2014/01/22/news/camorra_90_arresti_in_campania_lazio_e_toscana_sequestrati_beni_per_250_milioni_di_euro-76604847/
Animali, contro l'abbandono e come alternativa alla pensione arriva PetSharing
Roma, 21 gen. - (Adnkronos) - In tempi di crisi la parola d'ordine è 'condividere', e se termini come 'bike sharing' e 'car sharing' sono ormai entrati nel linguaggio comune, oggi, oltre alla macchina e alla bicicletta, è possibile condividere anche un animale domestico. E' il 'pet sharing' che ha una sua community online che mette in contatto chi è in cerca di ospitalità per il proprio animale domestico e chi, non potendo prendersene uno a tempo pieno, si mette a disposizione per farlo, almeno part-time.
Necessità fa virtù, e infatti a ideare l'associazione e il suo portale PetSharing.it è stata la statunitense Jennifer Schwartz: in Italia da due anni, con due cani al seguito, e spesso in viaggio sia per tornare periodicamente a casa sia per lavoro, ha voluto cercare una soluzione per i suoi amici a quattro zampe alternativa alla pensione, e ha messo in piedi la community che ora compie un anno con un centinaio di iscritti che richiedono e danno ospitalità non solo per cani e gatti, ma per tutti gli animali domestici, purchè legalmente posseduti.
Così si garantisce al proprio animale domestico la migliore sistemazione possibile quando si è costretti ad allontanarsi per motivi di lavoro o in luoghi dove lui non è ''ammesso'', durante le vacanze o per impegni imprevisti. Su PetSharing, ognuno rappresenta una preziosa soluzione per qualcun altro. Ma non solo: il pet sharing è anche uno strumento utile per contrastare l'abbandono di cani, sia perché offre una soluzione a portata di click, sia perché permette a chi non ha mai avuto un animale domestico di mettersi alla prova e di fare un'esperienza 'a tempo determinato' senza danneggiare nessuno.
Per garantire la massima sicurezza e tranquillità a chi deve lasciare il proprio animale domestico per qualche giorno, PetSharing esamina con attenzione le iscrizioni e chiede sempre di lasciare una recensione della propria esperienza. Ecco come funziona: dalla homepage del sito si scarica il modulo di registrazione che va compilato e inviato; le informazioni vengono controllate e l'associazione si riserva la possibilità di chiederne di aggiuntive. Si devono poi caricare le foto che vengono attentamente controllate, soprattutto quando si tratta delle immagini che riguardano gli spazi che ospiteranno gli animali.
A questo punto, se tutte le informazioni passano l'esame, si procede con la registrazione che prevede il versamento di una quota annuale di 30 euro e si entra in un database che permette a chi è iscritto (solo gli iscritti possono visionare i dati) di fare una ricerca utilizzando l'indirizzo o il cap, per controllare le disponibilità più vicine alla zona che interessa. Non è obbligatorio ricambiare l'ospitalità, che comunque si può offrire in base alle proprie esigenze.
"Finora le recensioni che abbiamo ricevuto dalle persone che hanno fatto questa esperienza sono tutte positive, sono anche nate amicizie e rapporti consolidati tra persone che si sono conosciute su PetSharing", dichiara all'Adnkronos Francesca Caloni che cura la comunicazione della community. Ogni iscritto alla community può non solo contare sul servizio di ospitalità gratuito per il proprio pet, ogni volta che necessita (sia presso la propria città o in alternativa presso una di passaggio o di destinazione durante le trasferte), ma anche usufruire di una ulteriore serie di vantaggi, come sconti.
http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Tendenze/Arriva-PetSharing-contro-labbandono-degli-animali-e-alternativa-alla-pensione_321134679389.html
http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Tendenze/Arriva-PetSharing-contro-labbandono-degli-animali-e-alternativa-alla-pensione_321134679389.html
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