sabato 4 febbraio 2012

La coscienza ...


GIUSTIZIA IN ITALIA


STUPRO DI GRUPPO


Wikileaks: Corte marziale per Manning

(ANSA) - NEW YORK - Il soldato scelto Bradley Manning, al centro dello scandalo Wikileaks, verra' giudicato dalla Corte Marziale. Finisce nell'aula di una corte militare il piu' grosso caso di fuga di notizie sensibili del Dipartimento di Stato, con centinaia di migliaia di documenti pubblicati sul web dal gruppo di Julian Assange. Bradley, 24 anni, e' accusato di aver fornito nel 2010 centinaia di migliaia di documenti segreti riguardanti soprattutto la gestione delle guerre in Afghanistan e Iraq.

Sul caso dell’ex tesoriere Luigi Lusi è guerra nella Margherita


No del partito alla proposta di rimborso di Lusi
Salta l’ipotesi-patteggiamento

FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
Altro che patteggiamento e restituzione, le speranze del senatore Luigi Lusi di cavarsela a poco prezzo sono ormai ridotte al lumicino. La fideiussione con cui garantire 5 milioni alla Margherita appare molto lontana. La prima ipotesi è stata cassata dai magistrati in quanto la società che avrebbe garantito il pagamento non è apparsa all’altezza. Intanto, Lusi si è sospeso dal Pd, per consentire al partito «una più piena libertà di azione politica», e a se stesso una «difesa giudiziaria più libera». «L’indagine penale - afferma - sta seguendo il suo corso ma il massacro mediatico è senza precedenti e va oltre l’indagine giudiziaria. Gli italiani hanno bisogno di chiarezza e il Pd ha il dovere di contribuire a questa direzione».

L’avvocato difensore di Lusi, Luca Petrucci, ha incaricato ora un notaio di identificare un possibile istituto bancario che risponda ai requisiti della legge e che si accolli la responsabilità di anticipare il risarcimento. Ma Petrucci non si nasconde che sarà molto difficile trovarlo perché Lusi ha intestato le sue proprietà immobiliari a due srl, che a loro volta sono blindate in una fiduciaria canadese, la Luigia ldt. Beni che in Italia non si possono ipotecare. E poi non c’è banca che si vorrà esporre prendendo a garanzia due immobili dichiaratamente provento di un reato. «No, la fideiussione in questi termini non è affatto facile», ammette Petrucci.

E mentre le indagini si allargano all’intera gestione della cassa della Margherita negli ultimi tre anni, e in procura ieri hanno sentito il primo testimone di rilievo, l’ex ministro Arturo Parisi, ogni ipotesi di patteggiamento è saltata. Anche il legale di Rutelli, Titta Madia, è molto più pessimista di qualche giorno fa. «Non c'è alcun termine per un accordo. Se non arriverà una seria garanzia entro pochi giorni chiederemo al pubblico ministero di richiedere adeguati provvedimenti cautelari».
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Il cinema dice addio a Ben Gazzara il duro più dolce di Hollywood


L'attore italo-americano si è spento all'età di 81 anni.

LOS ANGELES
E' morto ieri sera a Manhattan l'attore americano Ben Gazzara, stella di Broadway e di Hollywood, aveva 81 anni.

Lo sguardo liquido e limpido reso possibile dagli occhi azzurri che sapevano diventare di ghiaccio per recitare la parte del "bad guy", il sorriso amaro con un retrogusto costante di malinconia, i movimenti lenti con mani sensibili e dalla gestualità tipicamente mediterranea: tutto questo e molto di più disegnava il personaggio che Gazzara (al secolo Biagio Anthony) si era lentamente disegnato addosso nel corso di una carriera di oltre 60 anni.

Figlio di emigrante siciliano di Canicattì e cresciuto nella violenza urbana di East side di New York, Gazzara viene iscritto di forza dai genitori a scuola e poi all’università di ingegneria nella speranza, tutta da immigrati, che il ragazzo della nuova generazione riscatti il sudore dei padri. Ma Ben è irrequieto, sente il vento di rivolta del dopoguerra (era nato il 28 agosto del 1930) e lascia gli studi per il teatro alla prima occasione utile. Ha fortuna perchè viene ammesso alla compagnia teatrale di Erwin Piscator, due anni dopo all’Actors’ Studio e infine alla grande scuola di Broadway sulle cui assi debutta con una trionfale «Gatta sul tetto che scotta» diretto da Elia Kazan. Imparerà presto la dura legge dello spettacolo, perchè dopo una candidatura ai Tony Awards, si vedrà sostituito dal più celebre Paul Newman nella versione cinematografica. Gazzara punta allora le sue carte sulla tv, debutta nel 1957 nel teleplay di qualità «Un uomo sbagliato», si fa una fama da caratterista al fianco di James Stewart in «Anatomia di un rapimento» di Otto Preminger (1959), comincia a vedere i primi soldi. E butta via tutto per la voglia di ritrovare le sue radici: viaggia a Roma e dopo aver rifiutato per purezza ideologica un ruolo nel «Guerra e pace» di King Vidor che gli sembrava un’operazione troppo commerciale, appare al fianco di Totò e Anna Magnani in «Risate di Gioia» di Mario Monicelli.
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La sinistra scopre che quello di Monti è un governo di destra


di Michele Fusco –
Con lo scorrere dei giorni, il governo Monti si appalesa per quello che davvero è: un governo di destra o, come preferirebbe il premier, un governo liberale. Dopo essersi giocato come pivellini gli ingenui di sinistra, evocando quell’espressione magica come «equità sociale», via via il lavoro dell’esecutivo è arrivato al cuore dei conflitti sociali: l’abolizione dell’articolo 18. E così, quel professore della Bocconi che subito al centro sinistra era apparso come un meraviglioso futuro candidato Presidente del Consiglio, adesso staziona permanentemente in campo avverso. Ma Berlusconi e la sua destra non saranno in grado di sfruttare la grande occasione. A rimetterci saremo noi cittadini: perderemo Monti e riavremo la solita pappa. 

 
È chiaro che a uno come Nicola Latorre, che il posto fisso in Parlamento ce l’ha da tempo e che di quella monotonia istituzionale ha fatto praticamente un costume di vita, non poteva piacere quell’espressione con cui «nonno Mario» ha battezzato la noia di un lavoro garantito, tanto che l’ha considerata «una delle peggiori performance televisive del Presidente del Consiglio. Teorizzare che il posto fisso è noioso credo sia discutibile, e io non la penso proprio così».
Più il premier procede nel suo cammino, più le questioni politiche si fanno chiare. Questa mattina, prima la sottolineatura del ministro Passera sull’articolo 18, – «la cui abolizione è sul tavolo» – poi l’intervento di Elsa Fornero, che ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di «andare avanti anche da soli», portano acqua al mulino di chi vede in questa pattuglia di professori/manager/uomini di stato la sintesi più brillante di un governo di destra. Sarebbe più giusto dire un governo liberale, ma in questo Paese le semplificazioni pagano, per cui destra è più diretto e comprensibile. Non al punto, però, di identificare questo governo con la destra attuale, lontana mille miglia da ogni più piccolo refolo liberale e proprio per questo incredibilmente refrattaria a far «suo» il governo, come consiglierebbe un minimo buon senso. (Lì, da quelle parti, siamo ancora con Verdini che organizza piazzate contro i magistrati, rob de matt!).


Tratto da: La sinistra scopre che quello di Monti è un governo di destra | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/02/04/la-sinistra-scopre-che-quello-di-monti-e-un-governo-di-destra/#ixzz1lRUDDvzh 
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

La deputata Sonia Alfano al Parlamento europeo: “La Padania come paperopoli”


Basta vedere il video del battibecco scaturito 2 giorni fa tra i deputati Sonia Alfano e Mario Borghezio per comprendere da che elementi è rappresentato purtroppo il nostro paese in Europa. Basta analizzare le parole pronunciate dai due contendenti per capire la bassezza e l’inconsistenza delle posizioni leghiste.
Si parlava di smaltimento dei rifiuti. Ad una analisi dettagliata dell’eurodeputata IDV, risponde Mario Borghezio con una serie di baggianate retoriche che non entrano nel merito della questione ma ripropongono lo stanco jingle della Padania, vagheggiando una presunta supremazia morale e quasi etnica del nord rispetto al sud d’Italia che lascia esterrefatti: a Bruxelles il tavolo della presidenza del Parlamento, e nel nostro paese qualsiasi persona con un minimo di dignità intellettuale.
Borghezio parte alla carica, sottolineando le due realtà in cui è divisa l’Italia. Da una parte il sud con Napoli e la Campania – i cattivi - e dall’altra – i buoni - la padania ed i comuni virtuosi dei “barbari sognanti”. Da un lato i civili del nord, dall’altra i mafiosi del sud: uno schematismo criminogeno portato avanti dal peggior degli spot degli italiani in Europa: gli europarlamentari leghisti.
Nel mezzo la verità: è indubbio che molte zone del meridione non abbiano fatto ancora abbastanza per superare i limiti che ne opprimono il territorio, ma la modalità distruttiva e offensiva con cui viene posto il problema dai presunti “superiori”, i politici dal fazzoletto verde è vergognoso. Ormai è indubbio che le organizzazioni malavitose sono arrivate fino al Nord. La notizia arrivata ieri dello scioglimento per mafia del comune di Ventimiglia, ne è la conferma evidente. Che il sud (vittima in parte di pericolosi pregiudizi) abbia patito politiche dissennate e depressive è indiscutibile. Che ogni riscatto italiano passi da un rilancio delle regioni depresse del mezzogiorno è un dato di fatto. Continuare a ricevere lezioni ed insulti dai “verginelli” leghisti non è più pensabile. 
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Quelli iscritti al PdL a loro insaputa


Un’inchiesta aperta a Vicenza
Saranno acquisite dai carabinieri una trentina di richieste di iscrizione al PdL inviate da Vicenza e giunte nelle settimane scorse nella sede centrale del partito, a Roma.
L’ACQUISIZIONE - L’acquisizione, che avverra’ probabilmente nei prossimi giorni, e’ stata firmata dal procuratore reggente Paolo Pecori – come riporta il Corriere del Veneto – ed e’ legata all’inchiesta avviata dalla procura berica su delle presunte tessere fasulle in vista del prossimo congresso provinciale e l’ipotesi sarebbe di falso continuato in scrittura privata. Le schede riporterebbero il nome di vicentini che, sentiti dagli inquirenti, avrebbero detto di non aver mai firmato tali documenti; ci sarebbero anche i nominativi di persone che risultano defunte. ANSA

La Scala, la danza, le anoressiche Ballerina cacciata dopo la denuncia


Mariafrancesca Garritano, in arte Marygarret, 33 anni, ha aperto il caso con un libro e con un'intervista al britannico Observer. La Scala: «Ha leso l'immagine del Teatro»

Maria Francesca Garritano
MILANO - «La possibilità di essere licenziata mi è passata per la testa, ma amo La Scala e spero che le mie parole siano capite e che le cose possano cambiare». Rischiare la sua carriera per raccontare un disagio che colpisce tante donne: l'anoressia. Mariafrancesca Garritano, ballerina solista del prestigioso teatro milanese, lo aveva messo in conto dopo aver raccontato sull' Observer che «una danzatrice della Scala su cinque soffre di disturbi alimentari». Ed è stato proprio così. Marygarret (è il suo nome d'arte), 33 anni, è stata licenziata.
SU FACEBOOK - Per esprimerle solidarietà è stata creata una pagina su Facebook: «Ci appare strano, assurdo e illogico questo provvedimento». E continuano sul social network: «È stata licenziata in pieno tempo di crisi e si ritrova a dover ripensare al proprio futuro etichettata in diversi modi». Quali? «Sicuramente ho ricevuto molti attacchi - risponde Garritano -, come se io volessi farmi pubblicità. Invece, ho rivelato episodi che hanno fatto parte della mia vita e avrei voluto servissero ad altre ragazze, per non farle cadere nell'incubo dell'anoressia o della bulimia».
LA SCALA - Il laconico comunicato della direzione della Scala dice che «il Teatro si è visto costretto a risolvere il rapporto di lavoro con la signorina Maria Francesca Garritano in seguito alle interviste e dichiarazioni pubbliche da lei rilasciate ripetutamente in un ampio arco di tempo; dichiarazioni nelle quali si è concretizzata una lesione dell'immagine del Teatro e della sua Scuola di Ballo, nonché la violazione dei doveri fondamentali che legano un dipendente al suo datore di lavoro, facendo venir meno il necessario rapporto fiduciario che è alla base di tale legame». «Sono amareggiata - si sfoga la ballerina -. Mi ha toccato molto non essere volutamente capita, il mio scopo non era denunciare ma raccontare un'esperienza personale per sensibilizzare il pubblico». E dopo aver ricevuto la lettera che poneva fine al contratto «non ho avuto modo di parlare con la dirigenza del teatro», continua Mariafrancesca. Anche molte colleghe non hanno gradito il quadro «patologico» in cui veniva inserito il corpo di ballo e ben nove di loro (comunica la Scala) sono andate in maternità nel periodo dell'appello.
LA STORIA - Un caffè e due fette biscottate per colazione, per pranzo uno yogurt (magro) e una mela o una banana a cena: sono fiera di me. Spesso sono discorsi da ballerine. Che risuonano con durezza e follia dietro le quinte. La ballerina aveva già scritto cose simili in un libro, «La verità, vi prego, sulla danza» (Italia Press edizioni). Dipingeva uno scenario che ricorda molto quello del film «Black Swan» («Il cigno nero»), con Natalie Portman nei panni della protagonista, problematica e competitiva. Ed è proprio la competizione la loro forza. Non gareggiano soltanto per risultare le migliori sul palco. Spesso fanno a gara anche sul quantitativo di cibo ingerito. Vince chi mangia meno. Le conseguenze? «Quando ero a scuola di danza - rivela - molte ragazze, me compresa, non avevano più le mestruazioni per via delle diete punitive alle quali si sottoponevano. Andavano avanti con un frutto e uno yogurt al giorno, affidandosi all'adrenalina per arrivare alla fine delle prove. Io mi sono abituata a questo disagio come se fosse una condizione normale, ma non lo è». Mariafrancesca mangiava il giusto per ottenere il miglior rendimento possibile dal suo fisico. Ma conviveva anche con tutte le rinunce che la danza pretende: «Mia madre è morta quando avevo 11 anni. A 16 anni sono partita per Milano per inseguire il mio sogno: sono entrata subito nella scuola del Teatro alla Scala e poi nel corpo di ballo». La sua carriera è piena di successi, di premi internazionali ricevuti e di tanti ruoli da protagonista interpretati nel corso degli anni. Come quello di Odette/Odile ne «Il Lago dei cigni», coreografia di Rudolf Nureyev. Progetti futuri? «Per ora seguirò meglio l'associazione «Mi nutro di vita» di cui sono socia onoraria assieme a Michela Marzano, docente di Filosofia all'Università di Parigi. Il nostro scopo è informare e istituire la giornata nazionale del disturbo alimentare».
Rossella Burattino

«Se Berlusconi si ritira il problema è risolto»


Bossi: «Diventeremo il partito di maggioranza»
E sulla Lega: «Ci sono tensioni ma nessuna rottura»

Bossi con Berlusconi (Imagoeconomica)
MILANO- La spaccatura tra Lega e Pdl è sempre più evidente. È il leader Umberto Bossi che ancora una volta attacca Silvio Berlusconi. «Se si ritira il problema è risolto. Anche noi dovremo renderci conto della necessità di trovare un'altra strada. Meglio, così diventeremo il partito di maggioranza assoluto del Nord». Il Senatùr, a margine del Parlamento del Nord a Sarego, commenta così l'intervista al Financial Timesdell'oramai ex alleato. Ma non chiude la porta ad Alfano: «Vediamo cosa proporrà».
LA LEGA E GOVERNO- Intanto il leader del Carroccio ammette le tensioni nel suo partito, ma «non ci sarà una spaccatura». «Abbiamo sempre evitato da Miglio in poi le correnti, perchè ci farebbero diventare un partito come gli altri». E sul sindaco di Verona non ha dubbi: « Non mi pare che Tosi possa presentare una lista civica con il suo nome. Sarebbe danneggiare la Lega». E per quel che riguarda il nuovo esecutivo spiega che «non c'è al momento possibilità di dialogo».
GIUSTIZIA- La norma sulla responsabilità civile dei magistrati secondo Umberto Bossi «è una vittoria della Lega, una norma che in qualche modo andava fatta. Nel Pdl l'hanno votata in parecchi. Non so adesso cosa faranno».
MARONI- Ma a rincarare la dose contro l'ex alleato, ci pensa Roberto Maroni, confermando che la Lega Nord correrà da sola come «è stato deciso ieri in consiglio direttivo. Oggi si riunirà il direttivo della Liga Veneta per valutare in merito» ha aggiunto.

Gazprom taglia il rifornimento In Italia il 30 % di gas in meno


Il colosso russo: «Non possiamo soddisfare le richieste»

MILANO - Allarme energia in un momento climatico difficile. Con la temperatura che in numerosi Paesi europei è scesa sotto lo zero, Gazprom, la società russa che distribuisce gas in tutto il continente, ha annunciato di non essere in grado di rifornire l'Europa di volumi supplementari di gas come richiesto da molti governi. L'ondata di gelo calato dal Nord aveva motivato più di una richiesta di approvvigionamento supplementare, ma a quanto pare queste richieste resteranno inevase.
L'ANNUNCIO - A comunicarlo è stato il numero due dell'azienda, Alexandre Medvedev: «Gazprom non può soddisfare per il momento i volumi supplementari di gas che ci vengono richiesti dai nostri partner dell'Europa occidentale». Il colosso energetico ha ridotto per alcuni giorni del 10% le forniture. In Italia, secondo in dati forniti da Snam Rete Gas, il calo si è attestato attorno al 30%. La differenza tra i due dati può essere spiegata con il maggior consumo degli altri Paesi che il gasdotto attraversa.

Washington, polizia a campo Occupy


(ANSA) - WASHINGTON - Poliziotti in tenuta antisommossa, con caschi e scudi, sono arrivati in forze nella zona di Washington dove si riuniscono da ottobre i militanti del movimento Occupy, che protesta per le diseguaglianze sociali. Non e' chiaro al momento se lo scopo dell'operazione degli agenti sia quello di disperdere i manifestanti. Le autorita' avevano avvertito i dimostranti che avrebbero eseguito l'ordine di rimuovere l'accampamento a McPherson Square,a pochi isolati dalla Casa Bianca.

Di Pietro, Monti occupa tv e dice bugie

(ANSA) - ROMA - ''I professori che stanno al governo hanno imparato subito la lezione dei guitti che ci stavano prima. Per giustificare eventuali scelte che non hanno nessunissima scusa, occupano militarmente le televisioni e i mezzi d'informazione e, senza nessun contraddittorio, bombardano i telespettatori di bugie convinti che a forza di ripeterle saranno prese per oro colato''. E' quanto scrive sul suo blog il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. E aggiunge: ''Non tocchi l'art. 18''.

Giappone: nevicate record, 63 morti

(ANSA) - TOKYO - E' salito a quota 63 il numero delle vittime delle nevicate eccezionali che si sono abbattute sul Giappone nord-occidentale, secondo gli ultimi dati dell'Agenzia nazionale per la gestione degli incendi e dei disastri che ha stimato in oltre 550 i feriti piu' o meno gravi. Le temperature, invece, sono scese sotto lo zero in oltre il 90% delle 927 centraline di rilevazione meteo sparse nel Paese, ha riferito la Japan Meteorological Agency.

Siria, 337 morti a Homs. Ospedale distrutto Veto di Russia e Cina su risoluzione Onu

(Xinhua)
Damasco, 4 feb. (Adnkronos/Aki) - E' di 337 morti e 1.300 feriti il bilancio dei morti a Homs. Lo riferisce il corrispondente di al-Arabiya, che denuncia anche che è stato distrutto l'ospedale Khalidiya in città.
Oltre ai 337 morti a Homs, l'Osservatorio siriano per i diritti umani parla dialtre 35 persone uccise nel resto della Siria. Tra loro anche 16 civili. Al-Arabiya denuncia almeno 416 vittime nel Paese da quando l'Esercito libero siriano ha intensificato le operazioni armate contro le forze di sicurezza del regime di Bashar al-Assad.
Il regime di Damasco ha negato oggi la responsabilità dell'uccisione di civili in Siria, accusando ''uomini armati'' di essere responsabili del massacro.
I residenti di Homs hanno riferito che verso le 20 di ieri sera le forze di sicurezza siriane hanno iniziato a colpire i dintorni di Khalidiya usandoartiglieria e colpi di mortaio. Almeno 36 case sono state completamente distrutte mentre le famiglie che ci vivevano erano al loro interno, denunciano gli abitanti di Homs.
''Eravamo dentro casa nostra quando abbiamo iniziato a sentire i cannoneggiamenti. Abbiamo sentito i bombardamenti sulle nostre teste'', ha dichiarato ad al-Arabiya Waleed, un residente a Khalidiya.
Mentre i cittadini siriani stanno provvedendo a fornire aiuti alla popolazione di Homs e allestiscono le cerimonie funebri delle vittime, le forze di Bashar al-Assad continuano ad attaccare, riferisce il corrispondente di al Arabiya. Altre 79 persone sono rimaste uccise in altre zone di Homs. Il bilancio delle vittime, se confermato, risulta il più sanguinoso di 11 mesi di rivolte contro il regime di Damasco.
Intanto Al Arabiya manda in onda decine di immagini di cadaveri per strada e di scene di caos nella città, dove appaiono diversi edifici distrutti. I cittadini di Homs, intanto, mandano aggiornamenti via Twitter. Un utente scrive di una città che ''sta sanguinando'' e sotto pesanti bombardamenti, un altro riferisce di ''almeno 366 esplosioni questa notte''.
I Fratelli Musulmani siriani, in una nota apparsa sul loro sito internet, chiedono "al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e alla Lega Araba di formare una commissione d'inchiesta internazionale sulla strage di Homs".
Dal Cairo a Kuwait City fino a Londra, sono numerose le manifestazioni di protesta degli oppositori siriani che si sono tenute oggi contro le ambasciate di Damasco nel mondo. Manifestazioni che sono diventate violente dopo la diffusione della notizia del massacro avvenuto nella notte a Homs. Un gruppo di manifestanti ha assaltato oggi la sede dell'ambasciata siriana a Tripoli. Secondo quanto riferisce la tv araba 'al-Jazeera', si tratta di manifestanti che hanno sfilato per le vie della capitale libica in solidarietà con il popolo siriano.
Si muove anche la comunità internazionale. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, condanna "con forza l'indicibile assalto contro la popolazione di Homs da parte del governo siriano" e chiede al presidente Assad di "farsi da parte e consentire immediatamente una transizione democratica".
La comunità internazionale, prosegue il presidente Usa, "deve adoperarsi per proteggere il popolo siriano da questa aberrante brutalità". Per questo, sottolinea Obama, "il Consiglio di sicurezza (dell'Onu, ndr) ha ora l'opportunità di prendere posizione contro l'inarrestabile brutalità del regime di Assad".
Secondo quanto riferisce la Bbc, la Russia e la Cina hanno però posto il veto a una nuova risoluzione Onu sulla Siria. La bozza di risoluzione di condanna delle violenze del regime siriano nei confronti della popolazione civile aveva il sostegno della maggior parte dei Paesi arabi e occidentali. Si tratta della seconda volta, dopo quanto accaduto nell'ottobre dello scorso anno, che Mosca e Pechino impongono il loro veto.

Maltempo: Enel, in 160mila senza luce a centrosud, oltre meta' nel Lazio

Roma, 4 feb. - (Adnkronos) - Sono circa 160.000 le utenze fuori servizio nel Centro-Sud Italia su 5,7 milioni di forniture gestite da Enel nelle Regioni Lazio, Abruzzo, Molise, Campania.Oltre la meta' sono nel Lazio. Lo rende noto il gruppo energetico italiano precisando che l'Enel e' al lavoro con 1.000 uomini a presidio di oltre 200.000 chilometri di rete elettrica in media e bassa tensione interessata dall'emergenza meteo di questi giorni, in quelle aree.

Maltempo: 3bmeteo, febbraio mai cosi' freddo da 50 anni

Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "Neve finita a Roma, continuera' invece a cadere nelle prossime 72 ore sulle regioni adriatiche". In particolare, secondo il meteorologo di 3bmeteo.com, Sergio Brivio, saranno Romagna, Marche, Abruzzo le regioni piu' colpite, con nevicate quasi ininterrotte fin sulla costa. Se per domenica si trattera' di accumuli di 10cm circa, tra lunedi' e martedi' ci attendiamo una intensificazione delle nevicate, con altri 30-50cm di neve fresca. E sul fronte delle temperature, si registra un febbraio mai cosi' freddo in 50 anni.

La neve dunque cadra' ancora anche su Emilia, Romagna con qualche fiocco fin sul Veneto. Il maltempo continuera' a imperversare al sud, dove la neve cadra' in pianura sulla Campania interna e il Gargano, altrove a quote collinari. Migliora invece la situazione a Roma. Quanto alle temperature, anche nelle prossime ore si segneranno valori di temperatura a tratti record al nord. In particolare, secondo la nota di 3bmeteo com, gia' nella notte scorsa a Milano (stazione di Malpensa) e' stato superato il precedente record per febbraio, con -16 gradi, cosi pure a Piacenza, con -15 gradi. 

E nei prossimi giorni potranno registrarsi altri record, come Torino e Bologna. Gelo e neve fino a fine mese. Con buona probabilita' il freddo siberiano ci terra' compagnia per gran parte del mese di febbraio. Secondo Brivio di 3bmeteo, infatti, l'anticiclone russo continuera' a sospingere nuclei gelidi dall'est Europa verso l'Italia, dove le temperature continueranno a rimanere di 5-8 gradi sotto le medie del periodo.

Maltempo: Londra, a Heathrow domani annullato un terzo dei voli

Londra, 4 feb. (Adnkronos) - L'autorita' aeroportuale di Heathrow, il maggiore scalo londinese e uno dei piu' importanti in Europa, ha deciso di cancellare il 30% dei voli per la giornata di domenica a causa delle forti nevicate previste. La Gran Bretagna sara' complessivamente interessata da una vasta perturbazione che, soltanto nella zona di Londra, dovrebbe portare alla caduta di oltre 15 cm di neve.

Porta via il figlio dopo lite con l'ex moglie. Confessione choc: l'ho buttato nel Tevere

Ponte Mazzini a Roma
Roma - (Adnkronos/Ign) - In un raptus ha lanciato il figlio di 16 mesi nel Tevere. Il padre, pregiudicato di 26 anni, al momento in stato di fermo ha confessato davanti ai carabinieri: "L'ho gettato io nel Tevere".
Tutto è accaduto all'alba a Roma in seguito ad una lite con l'ex moglie a casa della zia. E' stata proprio quest'ultima a chiamare il 112 chiedendo l'intervento dei carabinieri. Ma quando i militari sono arrivati sul posto il 26enne, che risulta avere precedenti per droga, era già uscito da casa portando via il bambino. Un testimone lo ha visto questa mattina alle 6.30 gettare qualcosa nel fiume da ponte Mazzini. Il giovane, rintracciato dai carabinieri del nucleo radiomobile e in stato di fermo, è stato poi interrogato. Quindi la sconvolgente confessione.
Del piccolo finora nessuna traccia nonostante l'intensa attività di ricerca (resa ancora più difficile dalle particolari condizioni climatiche), che vede impegnati anche i sommozzatori, scattata immediatamente dopo la testimonianza dell'agente della polizia penitenziaria che ha notato il ragazzo con il bambino sul ponte Mazzini. Viste le difficili condizioni climatiche, si è avvicinato per chiedere se avessero bisogno di aiuto ma appena arrivato ha visto l'uomo gettare il bambino nel Tevere. La madre del bimbo è in stato di choc.
"E' una notizia terrificante che ci lascia sgomenti e attoniti", commenta il vicesindaco di Roma Capitale Sveva Belviso. "Quanto avvenuto - continua - è un gesto di estrema crudeltà per il quale sono davvero superflue ulteriori parole di condanna".
"Il nostro pensiero in questo momento - aggiunge Belviso - va a quel bimbo innocente vittima della sconsideratezza e della violenza di un padre che, invece di difenderlo e di proteggerlo, lo ha trattato come un oggetto sul quale scaricare le proprie frustrazioni. Per questo padre - conclude il vicesindaco - auspico che venga emessa una pena esemplare ed immediata".

Mosca, in migliaia in piazza contro Putin

Manifestazione a Mosca contro Putin (fermo immagine BBC)
Mosca, 4 feb. - (Adnkronos/Ign) - Migliaia di persone stanno manifestando a Mosca contro il governo di Vladimir Putin nella marcia "per Elezioni Oneste", malgrado temperature che arrivano a -19. Gli organizzatori parlano di 120 mila persone in piazza mentre la polizia si ferma a 25mila.
Molti dimostranti hanno dei palloncini bianchi, il colore adottato dalla protesta, e nella folla è apparso lo striscione: "Putin non ha vergogna né coscienza", riferisce la Bbc.
La marcia antigovernativa, la terza dalle elezioni parlamentari di dicembre, è partita da piazza Kaluzhskaya ed è diretta verso piazza Bolotnaya Square. Una contro marcia di sostenitori di Putin si svolge lungo un diverso percorso. Secondo i dati diffusi dalla polizia, i sostenitori del primo ministro sono almeno 90mila.
I partecipanti alla manifestazione dell'opposizione accusano il Cremlino di brogli, chiedono di ripetere le elezioni parlamentari del 4 dicembre e invitano a votare contro Putin alle elezioni presidenziali del 4 marzo.

Italia nella morsa del gelo, sette i morti

Roma, 4 feb. (Adnkronos/Ign) - Non solo disagi e polemiche, la morsa del gelo che sta attanagliando l’Italia da nord a sud sta provocando anche vittime. L’ultimo bilancio parla di sette morti, oltre al senzatetto trovato morto giovedì a Milano.
Una clochard è stata trovata senza vita stamattina dai carabinieri del Nucleo radiomobile di Ostia (Roma) in una baracca all'interno di una pineta. La donna, di 48 anni, è probabilmente morta per assideramento.
Sempre nel Lazio, un'altra vittima si registra a Frosinone, dove una persona è stata trovata morta sotto un capannone crollato , secondo i primi accertamenti, a causa del peso della neve.
In Irpinia una donna di 46 anni, proprietaria di un vivaio, è morta travolta dalla sua serra . La struttura non ha retto al peso della neve ed è crollata schiacciando la donna. La struttura della serra era fatta di tubature in alluminio e coperta da dei teloni.
Un 35enne è stato trovato morto all'interno di un'auto ricoperta di neve, a Barete nell'aquilano. A scoprire il cadavere sono stati alcuni operai, al lavoro per spalare la neve. Dai primi accertamenti il decesso è risultato causato da un arresto cardiocircolatorio.
Un altro clochard è stato trovato morto stamane intorno alle 12 nella rocca medievale di Castiglione Del Lago, in provincia di Perugia. L'ipotesi più accreditata al vaglio degli inquirenti è che sia morto per assideramento. L'uomo, un tedesco di 46 anni conosciutissimo nel comune lacustre, viveva da anni in città. A ritrovare il corpo è stata la polizia municipale.
Una vittima si registra a Sant'Agapito, in provincia di Isernia, dove un uomo è stato trovato morto a bordo della sua auto. L'allarme è stato lanciato da alcuni passanti, ma i soccorritori non hanno potuto far altro che costatare il decesso. Secondo quanto hanno riferito i familiari della vittima, l'uomo era uscito per andare a prendere l'auto: l'ipotesi è che sia stato colto da un malore dopo essere entrato nella vettura che era coperta di neve.
A Deliceto, in provincia di Foggia, una donna di 80 anni, colpita da ictus, è morta questa mattina prima che l'ambulanza del 118 potesse arrivare a soccorrerla. Il mezzo partito da Bovino e munito di catene, è stato bloccato da alcune auto e da un furgone in panne a causa della neve lungo la strada provinciale 122. Sul posto sono intervenuti i mezzi dei vigili del fuoco che sono riusciti in circa mezz'ora a far spostare le vetture di traverso ma nel frattempo la donna è deceduta.