Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
lunedì 7 novembre 2011
Sardegna, esercitazioni congiunte delle aviazioni di Italia e Israele
Crisi Economica/ Italia, Ricco di poveri
“Essere poveri significa negazione del diritto al lavoro, alla famiglia, all’abitazione, ma anche alla giustizia, all’educazione, alla salute”. In poche righe è racchiuso tutto il pensiero presente in “Poveri di diritto”, l’undicesimo rapporto sulla povertà in Italia curato dalla Caritas e dalla Fondazione Zancan. La fotografia scattata rileva un quadro pressoché in bianco e nero, spoglio e decisamente triste. Dagli aspetti analizzati, secondo dati statistici, l’Italia è sempre più un Paese “ricco di poveri”.
Dagli ultimi dati è allarme disoccupazione in Italia, dove l’Eurostat ha rilevato l’incremento più forte rispetto al resto dei Paesi dell’eurozona. Secondo i dati Istat il tasso di disoccupazione, a livello prettamente giovanile, in Italia è salito al 29,3%, rispetto al 28% di agosto. Si tratta del livello più alto dal 2004.
Ed è proprio questo stato ad incrementare il numero di italiani che ricorrono sempre più a forme di sussidi economici, principalmente dalla Caritas. Secondo la Zancan difatti, il numero delle richieste rivolte ai centri di ascolto della Caritas diocesane è aumentato dell’80,8%, così come negli ultimi tre anni, secondo quanto rilevato dal campione di 195 centri di ascolto in 15 regioni, è cresciuto il numero di coloro che si rivolgono ai centri di ascolto con il 19,8% . E anche in questo caso non manca la netta spaccatura tra Nord e Sud. L’aumento più elevato si registra infatti nel Sud Italia (+69,3%), mentre a Nordest il trend è più contenuto (+3,8%).
In Sicilia, l’incidenza della povertà relativa è superiore alla media nazionale: nel 2010 il 27% delle famiglie siciliane si collocava sotto la linea di povertà relativa. Rispetto al 2009 la povertà è aumentata di 2.8 punti percentuali (coinvolgeva il 24,2% delle famiglie residenti) e tutti gli indicatori di povertà e di disagio economico proposti e analizzati dal’Istat, evidenziano una situazione del tutto negativa. Tra le difficoltà principali registrate la percentuale di famiglie che non riesce ad affrontare le spese impreviste (48,6%) e la difficoltà ad arrivare a fine mese (27,8%).
Fonte:www.quotidiano di sicilia.it
Russia, Lavrov: grave errore un blitz in Iran
Un intervento militare contro l'Iran sarebbe un "errore gravissimo". Lo ha detto stamane il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, all'indomani delle dichiarazioni del presidente israeliano Shimon Peres sull'eventualità di questo scenario. "La nostra posizione su questo punto è ben nota: si tratterebbe di un gravissimo errore, dalle conseguenze imprevedibili", ha dichiarato Lavrov nel corso di un intervento ritrasmesso dalla televisione Russia 24. "Non ci può essere alcuna soluzione militare al problema del nucleare iraniano, come per tutti gli altri problemi del mondo contemporaneo. "Un intervento militare non fa che moltiplicare il numero di vittime e le sofferenze umane", ha sottolineato il capo della diplomazia russa.
Il giallo delle dimissioni di Silvio
Diventano un giallo le dimissioni del premier. Silvio Berlusconi sarebbe rientrato a Milano per parlare con i figli e con i vertici delle sue aziende, Fedele Confalonieri in prima linea, sull’ipotesi di dimettersi già questa sera o domani.
Si era già capito durante il drammatico vertice di questa notte a Palazzo Grazioli con Gianni Letta e Angelino Alfano come era realmente la situazione in casa della maggioranza. Si è discusso a lungo delle conseguenze di affrontare il voto della Camera con il rischio di veder sgretolata la maggioranza, dato i numeri ridotti e le defezioni in continuo aumento, o di anticipare i tempi e salire al Quirinale. Un’altra soluzione accennata potrebbe essere quella di far approvare le misure anti-crisi dal Parlamento, con la promessa solenne che una volta varato il pacchetto il premier salirà al Quirinale consegnando il suo mandato al Presidente Napolitano.
Il resoconto della giornata. Il pressing del Pdl e dei suoi collaboratori più stretti per fare un passo indietro è sempre più forte. «Che Berlusconi stia per cedere il passo ormai è una cosa acclarata. Si tratta di ore, qualcuno dice perfino di minuti», dice Giuliano Ferrara sul Foglio.it. Mentre Franco Bechis, vicedirettore di Libero, scrive su Twitter: «Ora ho notizie dirette. Berlusconi si dimette».
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Governo: a pochi giorni dalla fine. E per tanti, si spera, dalla pensione
Che se ne vada in nome di Dio, come vorrebbero gli inglesi, o perché travolto dalla valanga che i mercati minacciano di scaricare sull’Italia già domani, sembra che ben difficilmente Silvio Berlusconi resterà Presidente del Consiglio fino alla fine della settimana.
A decidere le sue sorti saranno la ventina (per ora) di parlamentari del PdL che sembra abbiano finalmente deciso di staccare la spina al peggior governo della storia unitaria; peggiore, nome per nome, basti pensare a Gelmini e Bottai, anche dei governi dell’Italia fascista.
Dobbiamo essere grati, per questo, agli onorevoli Straquadanio e Paniz (nella foto) ed ai loro colleghi, ma non basta certo questo gesto arrivato così tardi a riabilitarli in alcun modo.
Per loro, come per chiunque abbia continuato ad appoggiare Silvio Berlusconi fino ad ora, non può esserci alcun futuro nella politica di un’Italia che voglia tornare ad essere (o semplicemente, finalmente, essere) un paese serio. Non può, in particolare, esservi alcun ruolo nella costruzione di un partito liberale, volto a rappresentare l’ala destra di quello che mi ostino a considerare il cuntinuum liberal-socialista proprio di una moderna democrazia europea, di cui peraltro, al momento, non mi pare di veder traccia.
Quel che invece è certo, è che termini come dignità, responsabilità, decoro o anche solo decenzadebbono essere rigorosamente esclusi dal lessico, quando si parla delle scelte compiute dagli esponenti del tardo berlusconismo; hanno ampiamente dimostrato, proprio in questi ultimi due anni, mentre Silvio Berlusconi entrava nella fase terminale della propria parabola umana, prima ancora che politica, di non conoscerne il significato. Con voti come quello sul caso Ruby (indimenticabile proprio l’ottimo Paniz, mentre spiegava al mondo che Berlusconi credeva davvero si trattasse delle nipote di Mubarak) hanno offeso l’intelligenza degli italiani; difendendo certi comportamenti (affascinanti le teorie dell’onorevole Straquadanio sulla liceità dell’uso del sesso come strumento di baratto, per dir così, politico) hanno insultato quel poco che ogni padre cerca ancora d’insegnare ai propri figli. Soggiacendo fino ad ora al minimo volere di chi li ha portati in parlamento, votando a favore d’ognuna delle leggi che questi ha voluto per fare gli interessi propri, hanno soprattutto dimostrato d’esser solo dei servi; servi privi d’ogni moralità ed ideale che non fosse quello minimo rappresentato dal proprio quieto e comodissimo vivere.
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http://www.agoravox.it/Governo-a-pochi-giorni-dalla-fine.html
La Gelmini lancia il liceo sportivo via latino, geografia e storia dell'arte
Lo schema di decreto del ministero prefigura una variante dello scientifico con tre ore settimanali anziché due di Educazione fisica e con l'introduzione di Diritto ed economia dello sport. Ma servono "impianti ed attrezzature ginnico sportive adeguate"
di SALVO INTRAVAIA
Berlusconi si dimette, anzi no Un caso di aggiotaggio di Borsa
I siti internazionali, primo fra tutti il Financial Times, si concentrano sull'andamento delle Borse e le voci di dimissioni di Berlusconi. A divulgare la notizia, il giornalista Giuliano Ferrara. Futuro e Libertà chiede alla Consob di intervenire
di WALTER GALBIATI“Quella testa di caXXo non si dimette”
Franco Bechis ha messo su Youtube il video del suo colloquio con un “alto dirigente PdL”, nella quale gli preannunciavano le dimissioni. La cosa divertente è che il linguaggio della “fonte” è piuttosto chiaro riguardo il premier: “Quella testa di caXXo non si dimette”, “Perché è andato a Milano? Che caXXo ne so, per cose sue…”
Ora la domanda è: chi è il dirigente? Rallentare il video ci permetterebbe di scoprirlo?
Silvio non si dimette più? La cocente delusione di tutto il mondo
Le voci hanno animato la mattinata, arrivando al di fuori dei confini italiani
Verso le 11 di questa mattina ha iniziato a diffondersi l’indiscrezione sulle possibili dimissioni di Silvio Berlusconi: mentre la Borsa e parte degli italiani festeggiavano, ci ha pensato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL, a negare la prospettiva: “Ho parlato poco fa con il presidente Berlusconi che mi ha detto che le voci sulle sue dimissioni sono destituite di fondamento”. Intanto, la notizia ha fatto il giro del mondo.
LE MONDE - “È finita Silvio, inutile resistere”. Questo il titolo del quotidiano francese Le Monde, che racconta:
Come spiegano i giornalisti: “venerdì 4 novembre era appena tornato dal G20 di Cannes quando ha deciso che l’Italia dovesse essere sotto la supervisione degli esperti del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione europea, che si prenderà cura di “verificare” l’andamento delle riforme promesse, poi Silvio Berlusconi si è chiuso nella sua residenza romana di palazzo Grazioli con i suoi più stretti collaboratori. Non nasconde la gravità della situazione. “Silvio, gli hanno detto, da questo momento non avete la maggioranza”. L’articolo ripercorre tutta l’attualità del premier, dalle discussioni con Tremonti alle dichiarazioni sui “ristoranti italiani che sono pieni”, senza dimenticare che gli alleati lo abbandonano lasciandolo sempre più solo. Mentre lui tornava da Cannes, probabilmente sorvolava le zone piagate dall’alluvione in un’Italia sempre più in crisi, che gli chiede di andarsene. Anche se Berlusconi nega le dimissioni, “è ormai finita”.
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L'ospedale dove curano i «bambini senza sorriso»
Sindrome di Moebius: a Parma, grazie all'iniziativa di un papà si è sviluppato un centro di alta competenza
MILANO - Tredici anni di differenza tra Stefano e Giulia. Quasi venti separano Stefano da Tommaso. Tra lui e Giulia, invece, di anni ne mancano solo cinque. Le loro vite hanno viaggiato su binari paralleli. Fino all’incontro, in quella «stazione» di arrivo e di partenza per nuove destinazioni che sono diventati gli Ospedali Riuniti di Parma. È qui che l’impegno e la caparbietà di Renzo De Grandi, padre di Giulia e fondatore dell’Associazione italiana sindrome di Moebius, e le competenze di un’équipe multidisciplinare hanno fatto nascere la struttura di fatto più qualificata per la cura della sindrome di Moebius in Italia (è partita una richiesta perché lo diventi anche di diritto), prima nella casistica anche a livello europeo. Per ora, solo la Regione Emilia Romagna l’ha riconosciuta come Centro di riferimento del suo territorio. A Parma i pazienti possono contare su una squadra integrata di otorinolaringoiatri, odontoiatri, oculisti, neurologi, logopedisti, psicologi, ortopedici e chirurghi maxillo-facciali. Grazie a loro,Stefano Pieri, 27 anni di Prato, Giulia De Grandi di 14 e Tommaso Ciampichetti, 9 anni di Ancona, sono diventati ex «bambini senza sorriso».
Stefano, Giulia e Tommaso sono stati vittime di quella malattia rara - sembra di natura genetica, anche se non ne esiste la certezza - la cui manifestazione principale è la mancanza di movimento dei muscoli facciali. «I bambini colpiti da questa sindrome non possono sorridere, chiudere le palpebre, muovere gli occhi, chiudere la bocca, — spiega Renzo De Grandi, 45 anni, dirigente di Muggiò, in Brianza — non hanno alcuna espressività della faccia. Insomma non possono esprimere tramite il volto le loro emozioni e i loro sentimenti».
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Lega: "Bene il maltempo, spazza via i campi rom" -DICHIARAZIONI SHOCK DEL DEPUTATO CAVALLOTTI
sraele: annunciata la costruzione di 50 mila abitazioni a Gerusalemme est
TEL AVIV (ISRAELE) - Il governo israeliano è sempre più allergico alle trattative di pace, a quanto pare. Come riportano alcuni quotidiani israeliani, il governo sta per varare uno dei più grandi piani di ampliamento abitativo: oltre 70 mila nuovi appartamenti nei prossimi 5 anni, da costruire tutti su territorio arabo: 50 mila a Gerusalemme Est e 20 mila per espandere diverse colonie illegali che sono su territorio palestinese. Anche se l'articolo non lo nomina, è evidente che queste costruzioni non saranno indolori per gli arabi: lo spazio per una tale espansione edilizia non c'è. E quindi verranno abbattute altre case abitate dai palestinesi, per fare posto agli insediamenti che sono riservati a persone di religione ebraica. Bisogna ricordare che lo stop alle costruzioni è uno dei requisiti di base contemplati sia nella road-map verso la pace sia tra le richieste non negoziabili poste dai palestinesi. Appare quindi evidente che Israele intende solo ottenere, ma non dare: pessimo atteggiamento, se si vuole contrattare alla pari.