MOSCA. Continua e si estende la ostpolitik vaticana nei confronti della Russia, mentre si evidenzia sempre più che i due “polmoni” d’Europa - Est ed Ovest - hanno davanti a se l’occasione di ricomporre la secolare frattura fra Occidente e Oriente cristiano. Prima il cardinale Dionigi Tettamanzi, poi l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe (latore di un messaggio di Ratzinger ad Alessio II) quindi il cardinale francese André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Conferenza dei vescovi di Francia. Quest'ultimo é personaggio di spicco, esperto negoziatore. Tutte nuove tappe nelle relazioni tra Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica. Sembra quindi superata la crisi intercorsa a motivo della riorganizzazione delle strutture ecclesiastiche cattoliche in Russia, nei primi mesi del 2002, che segnò il punto più alto delle tensioni che avevano caratterizzato tutti gli anni Novanta e che erano andati a condensarsi attorno a due questioni: la presenza di strutture ecclesiastiche cattoliche nei territori ex sovietici, soprattutto nella Federazione Russa, con la conseguente accusa da parte ortodossa di proselitismo, e la rinascita della Chiesa greco-cattolica ucraina.
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