Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
giovedì 26 gennaio 2012
Giustizia, Lupo: un mare di arretrati "Ma il nuovo governo dirada le nuvole"
Inaugurazione dell'anno giudiziario: 9 milioni di cause pendenti. "Troppi avvocati" e "Solo i russi più litigiosi di noi".
Il ministro Severino: "L'inefficienza della giustizia costa un punto di pil"
ROMA
«Il mutamento dell’atmosfera politica, istituzionale e culturale, che dirada le nubi che si erano addensate sul nostro impianto costituzionale, ci fa ben sperare sul mantenimento del quadro istituzionale, fondato sui valori fondamentali della nostra Costituzione». Lo sottolinea il Primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, dove è giunto il Capo dello Stato,
Giorgio Napolitano. Presenti anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, il premier Mario Monti, il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Paola Severino e il vicepresidente del
Csm Michele Vietti.
Nove milioni di cause arretrate e troppi avvocati
Lupo ha detto che i magistrati italiani lavorano schiacciati dalla montagna di quasi 9 milioni di cause pendenti, ma «continuano a detenere primati di produttività in Europa». Così ha ricordato l’enorme cifra di cause arretrate che giacciono nei tribunali sottolineando anche che «vi è poi un’altra anomalia italiana, quella della quantità di avvocati: quasi 240.000, di cui oltre 50.000 abilitati all’esercizio dinanzi alla giurisdizioni superiori». «Questi numeri continuano a crescere ogni anno. Essi, se non costituiscono un diretto fattore di incentivazione del contenzioso, certamente non contribuiscono a deflazionarlo, giacchè risulta del tutto insufficiente l’attività di filtro da parte della classe forense».
Più litigiosi di noi solo i russi
«Tra i fattori sicuramente anomali rispetto agli altri Paesi d’Europa, che concorrono a determinare l’enorme quantità di contenzioso civile, vi è l’alto tasso di litigiosità che assegna al nostro paese un primato superato solo dalla Russia». «L’anno appena concluso ha confermato le difficoltà in cui versa il contenzioso civile presso gli uffici giudiziari di merito. La pendenza complessiva è diminuita del -2,4%, per effetto della diminuzione delle sopravvenienze (-8,7%). Ma è aumentata la durata media dei processi civili». «Il segmento più critico è costituito dalle corti d’appello, nelle quali la durata media è aumentata del 9%, nonostante sia diminuita la sopravvenienza (-5,2%). Le corti d’appello rappresentano l’unico segmento del sistema processuale che abbia fatto registrare un incremento dei procedimenti pendenti (3,3 %)»
L'inefficienza della giustizia costa un punto di Pil
Il ministro della Giustizia, Paola Saverino, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario ha detto che «È enorme» il costo sociale dell’inefficienza della giustizia, pari a un punto percentuale del Pil. Un costo pagato dalle parti in causa, costrette ad attendere troppo tempo la sentenza del giudice, ma anche dalla collettività. Resta «enorme» la mole dei procedimenti arretrati, nonostante i magistrati italiani abbiano «una capacità di smaltimento tra le più elevate di Europa»
Giorgio Napolitano. Presenti anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, il premier Mario Monti, il presidente del Senato Renato Schifani, il ministro della Giustizia Paola Severino e il vicepresidente del
Csm Michele Vietti.
Nove milioni di cause arretrate e troppi avvocati
Lupo ha detto che i magistrati italiani lavorano schiacciati dalla montagna di quasi 9 milioni di cause pendenti, ma «continuano a detenere primati di produttività in Europa». Così ha ricordato l’enorme cifra di cause arretrate che giacciono nei tribunali sottolineando anche che «vi è poi un’altra anomalia italiana, quella della quantità di avvocati: quasi 240.000, di cui oltre 50.000 abilitati all’esercizio dinanzi alla giurisdizioni superiori». «Questi numeri continuano a crescere ogni anno. Essi, se non costituiscono un diretto fattore di incentivazione del contenzioso, certamente non contribuiscono a deflazionarlo, giacchè risulta del tutto insufficiente l’attività di filtro da parte della classe forense».
Più litigiosi di noi solo i russi
«Tra i fattori sicuramente anomali rispetto agli altri Paesi d’Europa, che concorrono a determinare l’enorme quantità di contenzioso civile, vi è l’alto tasso di litigiosità che assegna al nostro paese un primato superato solo dalla Russia». «L’anno appena concluso ha confermato le difficoltà in cui versa il contenzioso civile presso gli uffici giudiziari di merito. La pendenza complessiva è diminuita del -2,4%, per effetto della diminuzione delle sopravvenienze (-8,7%). Ma è aumentata la durata media dei processi civili». «Il segmento più critico è costituito dalle corti d’appello, nelle quali la durata media è aumentata del 9%, nonostante sia diminuita la sopravvenienza (-5,2%). Le corti d’appello rappresentano l’unico segmento del sistema processuale che abbia fatto registrare un incremento dei procedimenti pendenti (3,3 %)»
L'inefficienza della giustizia costa un punto di Pil
Il ministro della Giustizia, Paola Saverino, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario ha detto che «È enorme» il costo sociale dell’inefficienza della giustizia, pari a un punto percentuale del Pil. Un costo pagato dalle parti in causa, costrette ad attendere troppo tempo la sentenza del giudice, ma anche dalla collettività. Resta «enorme» la mole dei procedimenti arretrati, nonostante i magistrati italiani abbiano «una capacità di smaltimento tra le più elevate di Europa»
Iran. Cina e India fanno affari d’oro con Teheran
(RINASCITA) Mentre i Paesi europei, in particolare Italia, Spagna e Grecia, si affannano per ridurre l’impatto negativo dell’embargo sul petrolio iraniano ordinato da Washington, Cina e India, le cui economie in crescita sono sempre più assetate di greggio, fanno affari d’oro con la Repubblica Islamica.Stando ai dati rilasciati sabato dalla General Administration of Customs cinese, nel 2011 l’interscambio petrolifero tra Cina ed Iran si è intensificato del 30%, arrivando a 557mila barili al giorno. Ma l’intesa Teheran-Pechino non è solida solo per il petrolio. Ieri l’ambasciatore iraniano in Cina Mehdi Safari ha fatto sapere che nell’ultimo anno gli scambi commerciali tra i due Paesi sono aumentati del 55%, superando i 45 miliardi di dollari. La Cina ora è il primo partner commerciale iraniano, mentre Teheran rappresenta per Pechino il terzo fornitore di greggio. Questi dati rappresentano una risposta più che eloquente al Segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner che nei giorni scorsi si era recato a Pechino nel tentativo di convincere i cinesi a isolare la Repubblica Islamica.
Della stessa opinione dei cinesi sembrano essere gli indiani, che si stanno impegnando per continuare il commercio con l’Iran nonostante le sanzioni statunitensi. Proprio in questi giorni Teheran e Nuova Delhi hanno concordato di commercializzare in rupie parte del loro annuale interscambio petrolifero – che ammonta a circa 12 miliardi di dollari – in modo da bypassare le nuove restrizioni Usa contro i settori petrolifero e finanziario iraniani. Le nuove sanzioni, infatti, hanno compromesso il sistema di pagamento adottato dai due Paesi nel luglio del 2011 che prevede l’utilizzo dei servizi offerti dalla banca turca Hulkbank. È stato quindi predisposto un sistema alternativo, con l’apertura da parte della Banca Centrale dell’Iran di un conto in rupie presso una banca indiana.
Nel frattempo, le altre nazioni che non condividono la guerra di Washington contro la Repubblica Islamica si stanno impegnando per una soluzione veramente diplomatica della crisi. Ieri Russia e Turchia hanno ribadito la volontà a riprendere al più presto i negoziati tra l’Iran e il gruppo dei 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu più la Germania). “Sia Mosca che Ankara sono a favore di una rapida ripresa dei colloqui sul programma nucleare iraniano”, ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov dopo aver incontrato il suo omologo turco Ahmet Davutoglu.
Già in passato da Mosca erano arrivate aspre critiche alla politica sanzionatoria degli Stati Uniti. “Le sanzioni unilaterali non aiutano il dialogo”, dichiarò lo stesso Lavrov in occasione dell’approvazione delle nuove misure restrittive da parte dell’Ue. “Quello che sta succedendo – insisteva una nota del ministero degli Esteri russo – è un tentativo di punire l’Iran con pressioni e diktat. E questa è una linea profondamente sbagliata, come abbiamo detto più di una volta ai nostri partner europei”.
Iran/ Pechino: Sanzioni Ue contro Teheran sono cieche
PECHINO - Le sanzioni adottate dall'Unione europea contro Teheran non sono costruttive. E' la posizione espressa oggi dal governo di Pechino, secondo quanto riferisce l'agenzia ufficiale Xinhua. "Esercitare ciecamente pressioni e imporre sanzioni all'Iran non rappresenta un approccio costruttivo", ha indicato il ministero degli Affari esteri dopo il doppio embargo imposto dall'Ue sul petrolio e la Banca centrale iraniana.
Italia: Unione Petrolifera, ‘embargo a petrolio Iran fara’ chiudere raffinerie italiane’
ROMA - Ci sono impianti di raffinazione in Italia capaci di processare quasi solo il tipo di greggio proveniente dall’Iran. “L’impatto ci sarà”, spiega Pietro De Simone, direttore dell’Unione petrolifera italiana, “sui prezzi del greggio, su quelli dei prodotti raffinati e sulle raffinerie già in difficoltà”. Per quanto riguarda invece la diversificazione delle forniture, avverte Dario Scaffardi, direttore generale della compagnia di raffinazione Saras, “non è un’operazione che si fa su due piedi” e soprattutto potrebbe causare un aumento consistente dei costi.
GB: minacce di guerra all’Iran
Ahmadinejad: si vedrà se sarà Iran o Europa a subir danno da sanzioni
KERMAN (Terza parte) – Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha definito insulse e prive di effetto le sanzioni di Usa ed Europa contro il petrolio ed il sistema finanziario iraniano.
“Il popolo iraniano riesce ad estrarre dalla sua terra tutto quello di cui ha bisogno”. Il presidente ha ricordato che da 30 anni gli americani non comprano petrolio iraniano e che la loro banca centrale non ha nulla a che fare con l’Iran e che pertanto l’annuncio delle sanzioni contro l’Iran non è una novità. Per quanto riguarda l’adesione dell’Europa a queste sanzioni Ahmadinejad ha aggiunto:
“Tutta l’Europa in quale frazione del mondo consiste? Noi abbiamo 200 miliardi di dollari di scambi con l’estero e 23 o 24 miliardi di questi scambi sono con l’Europa. Che vengano interrotti! Per noi che succede, casca il mondo? Nossignore! Un tempo il 90% dei nostri scambi avveniva con l’Europa, oggi è solo il 10% e lasciamo stare pure questo 10%. Non lo abbiamo voluto noi, lo vogliono loro, si vede che sono molto benestanti. Si vedrà chi sarà a subire danno l’Iran o l’Europa. La storia dimostra che non sarà l’Iran a subire danno”.
Nuovo “sanitometro”: esenti a 70 anni, ticket commisurati al reddito
ROMA – Chi più ha paghi i servizi sanitari, l’esenzione scatti a 70 anni e non a 65 come ora (la maggiore aspettativa di vita non conta solo per le pensioni), 36 mila euro sono troppi per curarsi gratis. La Conferenza delle Regioni, facendo proprie le linee guida del governo, disegna il nuovo volto della sanità pubblica: tetto alle spese, circoscrizione dell’area di esenzione, tasse di scopo per finanziarla, ticket crescenti al crescere della tariffa. La sintonia, riguardo l’attenzione ai bilanci e alla progressività economica nell’erogazione dei servizi, tra governo e regioni, braccio esecutivo e finanziario della sanità, è quasi totale.
Quasi perché nel documento si dice no al ticket sui ricoveri ospedalieri, misura rilanciata anche dal ministro Balduzzi ma giudicata troppo impopolare rispetto al gettito stimato. Anche in considerazione dei tagli che la manovra ha inferto: 8 miliardi dalle ultime finanziarie che diventano 17 secondo le regioni se calcolati sul fabbisogno sanitario da qui a fine 2014. Anche il superticket su visite e analisi non piace alle Regioni.
Pieno accordo invece sulle tasse di scopo per finanziare le aziende sanitarie locali: tasse maggiorate su alcolici e sigarette, insieme alla novità dell’imposta sul junk-food (cibo spazzatura) che crea obesi e nuovi malati. Sui farmaci si va verso l’estensione del ticket sulle singole confezioni già applicato in diverse regioni, con un limite di spesa per ciascuna ricetta. I ticket non saranno più uguali per tutti: si terrà conto di fasce di reddito, composizione familiare, presenza di anziani e persone non autosufficienti a carico.
A questo proposito, l’Isee, l’indicatore della situazione economica del contribuente, verrà agganciato a nuovi strumenti di valutazione dei bisogni sanitari, una specie di “sanitometro”. L’attuale livello di esenzione per patologia, ora al 15%, è troppo elevato. Così come è troppo estesa l’area totale di esenzione totale che abbraccia il 47% della popolazione. Troppo. Si introdurranno tetti di reddito più bassi e il principio prevalente sarà “innalzare la percentuale di prestazioni soggette a compartecipazione” (stato/paziente) garantendo, si legge nel documento, “maggiore equità attraverso la differenziazione dei livelli di contribuzione”.
Continua ...
Sciopero dei trasporti del 27 gennaio: gli orari e le città degli stop
ROMA – Il 27 gennaio sarà un venerdì nero per i trasporti in Italia. Lo sciopero coinvolgerà i mezzi pubblici locali, il traffico aereo e navale, i treni, la sanità, la scuola e gli enti pubblici. Autobus, tram e metro saranno ferme con orari differenti nelle varie città italiane.
ROMA - Lo sciopero dei mezzi inizierà alle 8,30 fino alle 17. Garantita la fascia protetta, lo sciopero ricomincerà dalle ore 20 fino a fine servizio. Le linee
MILANO - Stop dei mezzi dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio.
BOLOGNA - Mezzi fermi dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio.
RAVENNA – Sciopero dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alla fine del servizio.
MODENA – Il trasporto non sarà garantito da inizio servizio fino alle 6.29, dalle ore 8.31 alle ore 11.59 e dalle ore 16.01 a fine servizio nella città. Il trasporto extraurbano invece si fermerà da inizio servizio fino alle 5.59, dalle ore 8.31 alle ore 12.29 e dalle ore 16.01 a fine servizio.
NAPOLI – Lo sciopero dei mezzi sarà dalle 8.30 alle 17 e dalle 20.00 alla fine del servizio.
TORINO – I mezzi saranno fermi dall’inizio del servizio alle 6, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alla fine del servizio. Per il servizio extraurbano e le linee 19, 43 e 46b del servizio urbano lo sciopero è previsto dalle 8 alle 14.30 e dalle 17.30 a fine servizio.
GENOVA – I trasporti si fermeranno per 4 ore: dalle 11 alle 15.
TRENITALIA – Lo sciopero inizierà alle ore 21 del 26 gennaio e terminerà alle 0re 21 del 27 gennaio. Sono comunque garantiti i treni negli orari di fascia protetta dalle ore 6 alle 9 e dalle 18 alle 21.
AEREI – Stop di 24 ore anche per il traffico aereo per lo sciopero del personale di terra turnista, degli assistenti di volo e del personale navigante. Garantite le fasce orarie dalle 7 alle 10 e dalle 18 alle 21.
Il "celeste" Formigoni adesso ha paura
Se Berlusconi è crollato perché in definitiva si è sfaldato il suo partito, prima Fini e poi altri segmenti del Pdl, la poltronissima del governatore della Lombardia potrebbe saltare per la dipartita della Lega Nord.
Alleato sempre presente nei momenti di bonaccia ma spinoso nei momenti difficili. A livello nazionale come a livello locale. Sono giorni infatti e precisamente dalla manifestazione leghista di Milano, del 22 gennaio scorso che Bossi ha sottoposto Berlusconi ad una versione padana del gioco della torre: o fai cadere Monti oppure io faccio cadere Formigoni.
In pochi sanno (la moglie, il figlio, ed il cerchio magico sicuramente conoscono tutti i dettagli) se il leader leghista bluffi o faccia sul serio. Fatto sta che da una settimana tutta la politica lombarda è intenta a perscrutare i lungimiranti disegni del Boss leghista e del suo consiglio federale.
Qualcuno ci crede sul serio, qualcuno minimizza. A sondare le contromisure messe in atto da Formigoni, sembrerebbe che ai piani alti del Pirellone le minacce vengano prese sul serio eccome. Dovrebbe infatti essere varato nei prossimi giorni il rimpasto della giunta che sancirebbe quel cambio di passo invocato da più parti.
Dato che alla componente femminile si pensa sempre fuori tempo massimo e nel momento del bisogno, nella nuova giunta dovrebbero entrare più donne. Attualmente infatti nel governo della Regione più ricca d’Italia ne è presente una sola: la leghista Monica Rizzi assessore allo sport, molto vicina al figlio del Capo Renzo Bossi. Intanto per iniziativa del Consiglio e non della giunta oggi si dovrebbe insediare ilConsiglio per le Pari opportunità. Quando si dice tira più un gruppo di donne che un carroccio leghista.
Il rimpasto dovrebbe far uscire dalla spirale negativa il governatore lombardo pressato dagli scandali giudiziari di molti esponenti politici a lui vicini, che vede messa a rischio non solo la sua quarta giunta regionale (ma non dovevano essere al massimo 2?) ma anche il suo cammino verso la leadership del Pdlda contendersi con il giovane Angelino Alfano.
In quest’ottica vanno lette le ultime dichiarazioni del Celeste che ha preso le distanze dalla candidatura diNicole Minetti, dichiarando a Panorama: “All’epoca delle regionali – afferma Formigoni – Minetti era solo una ragazza di Rimini arrivata a Milano per studiare, che aveva fatto la ballerina a Colorado cafè per mantenersi all’università e poi era diventata igienista dentale all’ospedale San Raffaele.
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Israele si addestrerà alla guerra con i caccia italiani
Saranno molto probabilmente gli M-346 “Master” di Alenia Aermacchi i nuovi aerei d’addestramento dei piloti israeliani. Mentre è in atto una pericolosissima escalation militare nelle acque del Golfo Persico e Washington e Tel Aviv preparano congiuntamente la prossima guerra (Iran o Siria?), il quotidiano “Haaretz” rivela che le forze armate israeliane starebbero per assegnare all’industria bellica italiana la commessa di oltre un miliardo di dollari per la fornitura di 25-30 caccia-addestratori “avanzati”.
Gli M-346 sostituiranno i vecchi A-4 “Skyhawk” della statunitense McDonnell Douglas, utilizzati dalle “Tigri volanti” del 102° squadrone dell’aeronautica israeliana come velivolo per formare i nuovi piloti dei cacciabombardieri e come mezzo di supporto alla guerra elettronica.
La comunicazione ufficiale del Ministero della Difesa è attesa per i prossimi giorni, ma il direttore generale, Udi Shadi, avrebbe già firmato un accordo preliminare con i manager di Alenia Aermacchidurante una sua recente visita in Italia. Dopo l’acquisizione, le attività di addestramento e la manutenzione dei velivoli saranno affidate ad una società privata (“Tor”), di proprietà dei due colossi Elbit Systems Ltd. e Israel Aerospace Industries Ltd.. I velivoli dovrebbero essere schierati nelle basi aeree di Hatzerim e Ovda.
L’M-346 “Master” è un addestratore al combattimento aereo con licenza d’uccidere: può essere armato infatti con due missili AIM-9L “Sidewinder” e con un cannone da 30 mm ed è configurabile per attacchi al suolo con bombe e missili aria-terra o antinave. Per le sue caratteristiche tecnico-belliche, il velivolo sarebbe stato preferito ai caccia T-50 “Golden Eagle” prodotti dall’industria sudcoreana. In un primo momento, le autorità di Tel Aviv si erano indirizzate verso il paese asiatico e avevano firmato un accordo di cooperazione per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie militari del valore di 280 milioni di dollari.L’annuncio del possibile contratto con Alenia Aermacchi ha ovviamente irritato Seul che adesso minaccia di rivedere la propria politica commerciale con Israele.
Alcuni analisti internazionali sostengono tuttavia che la Corea del Sud avrebbe ancora qualche possibilità di soffiare l’importante commessa all’industria italiana. A ritenere che la competizione tra il “Master” e il “Golden Eagle” sia ancora aperta è in particolare il quotidiano on line statunitense Defense Industry Daily News. “Militarmente parlando – scrive - per performance e capacità di trasporto delle munizioni, l’M-346 ha caratteristiche più vicine allo “Skyhawk”. Per vincere la commessa, Finmeccanica dovrà però fornire garanzie sulla stabilità politica a lungo termine dell’Italia come fornitore, e la sua stabilità economica a lungo temine come acquirente. Il velivolo supersonico T-50 della Corea del Sud offre più alte performance aerodinamiche, e l’esistente integrazione dei sistemi d’armi consentono di operare come un cacciabombardiere del tipo F-16 oltre che da addestratore”.
Continua ...
La scure di Equitalia su Luca Laurenti pignorati sei appartamenti da 5 milioni
Nel mirino le proprietà della storica spalla di Paolo Bonolis in corso Buenos Aires a Milano
L'Agenzia delle entrate contesta il mancato pagamento di imposte Irap per 2 milioni di euro
di DAVIDE CARLUCCI
Luca Laurenti
Proprio ora che sta per decadere da “angelo” del paradiso — gli spot con Paolo Bonolis andranno in onda fino a fine mese perché il contratto con la Lavazza è stato rescisso — Luca Laurenti rischia di perdere anche le sue case terrene. Sei appartamenti in zona corso Buenos Aires, a Milano, per un valore totale di cinque milioni di euro, presto potrebbero non essere più suoi. Il pignoramento lo ha disposto Equitalia: l’Agenzia delle entrate contesta al comico il mancato pagamento di imposte Irap per 2 milioni di euro fra il 2000 e il 2005. Si tratta di tasse dichiarate, ma non versate dal popolare protagonista di trasmissioni e pubblicità televisive. Non versate per un contenzioso avviato da lui e dalla moglie, Raffaella Ferrari, fin dal 2007, che trascinandosi fino a oggi ha fatto lievitare in modo iperbolico la somma.
Entrambi sul caso preferiscono tacere. La tesi sostenuta dai legali della coppia, risultata perdente nel primo grado di giudizio, è che l’imposta regionale per le attività produttive prevista per i liberi professionisti non riguardi la sua attività perché non dispone di un’organizzazione professionale — composta da segretarie, uffici e tutto il resto — come quelle su cui si reggono gli studi degli avvocati o dei commercialisti.
Continua ...
http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/26/news/la_scure_di_equitalia_su_luca_laurenti_pignorati_sei_appartamenti_da_5_milioni-28773487/
Giustizia, aperto l'anno giudiziario "Europa chiede prescrizione più lunga"
Il primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo: "Enorme quantità di contenzioso civile, pochi magistrati e troppi avvocati". "Per anni la prevalente attenzione è stata dedicata, con la scusa di attuare un "riequilibrio dei poteri, al malcelato intento di ridimensionare il controllo di legalità sull'esercizio di ogni potere"."Mutamento politico fa ben sperare". Vietti: "Non possiamo più permetterci tre gradi di giudizio per ogni controversia".
Ernesto Lupo
Giustizia civile. L'immensa mole dei processi arretrati, soprattutto nel settore civile dalla lentezza cronica, dà un contributo negativo all'inasprirsi della crisi economica. Lupo sottolinea che emerge sempre più la "consapevolezza del contributo negativo che l'arretrato e i tempi lunghi della giustizia recano alla più generale crisi del Paese, come è stato rilevato sia dal precedente che dall'attuale Governatore della Banca d'Italia".
L'Europa ci osserva. "Il nostro sistema è sotto osservazione anche sul terreno dell'effettività delle garanzie, come emerge dalle giurisprudenze delle Corti di Lussemburgo e di Strasburgo, che pongono vincoli e limiti per l'attività giudiziaria e per l'ordinamento nazionale" sottolinea Lupo. "Rispetto a tali vincoli - prosegue Lupo - l'atteggiamento di chi intende operare per rafforzare la dimensione comune dell'Europa non può essere quella di resistenza o, peggio, di rifiuto". "Al contrario, occorre impegnarsi seriamente e in concreto per trasformare tali indicazioni e vincoli in opportunità e occasioni di riforma del nostro sistema e, insieme, di rilancio di un'Unione effettivamente fondata su libertà, diritti e giustizia, che rappresentano l'essenza del modello europeo di convivenza in uno Stato costituzionale di diritto", conclude Lupo.
Prescrizione. "Per molti reati spesso la notizia è acquisita in un tempo sensibilmente posteriore rispetto ai fatti-reato, con la conseguenza che il procedimento penale nasce con un handicap temporale, senza che possa imputarsi ad inerzia delle indagini l'anticipato consumarsi del tempo di prescrizione", aggiunge Lupo. "Ciò costituisce una ulteriore anomalia negativa dell'ordinamento italiano - prosegue - che rende di fatto arduo accertare responsabilità penali con sentenza definitiva di condanna prima della maturazione della prescrizione per molti reati anche di rilevante gravità sociale". "Senza indugiare sul costo che gli effetti di tale disciplina comportano per il bilancio dello Stato, ricordiamo che con un recente rapporto, l'OCSE - rileva Lupo - ha raccomandato all'Italia di realizzare un adeguato prolungamento dei termini di prescrizione". "Questa raccomandazione fa riferimento al tema della corruzione internazionale, ma sono ben evidenti le implicazioni che riguardano inevitabilmente tutte le fattispecie di reato, a partire da quelli di corruzione anche interna, su cui da più parti, istituzionali", conclude il Primo presidente.
Continua ...
Semplificazione, la promessa di Patroni Griffi "Certificati anagrafici in tempo reale"
Il provvedimento domani al vaglio del Consiglio dei ministri. Il ministro Profumo: "Nel pacchetto anche un capitolo su scuola, università e ricerca".
ROMA - Lo scambio dei dati tra le amministrazioni per via telematica "consentirà di avere in tempi reali alcuni importanti atti: dal cambio di residenza alle trascrizioni degli atti di stato civile come il matrimonio e la nascita". Lo ha detto il ministro per Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, anticipando i contenuti del provvedimento per la semplificazione amministrativa che sarà varato domani. "La vera novità è che si potranno fare molti più documenti online - ha precisato - Le anagrafi si connetteranno tra di loro online e si 'parleranno' tra di loro. I documenti inoltre avranno effetto immediato. La legge è stata fatta grazie anche alle consultazioni via web dei cittadini. Queste consultazioni sono state raccolte, vagliate e alcune inserite anche nel testo".
Il decreto legge, che andrà domani all'esame del Consiglio dei ministri, ha aggiunto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, "è un primo pacchetto significativo". Si tratta, ha sottolineato, di "una prima raccolta importante di suggerimenti venuti dalle imprese, per rendere la vita più facile a chi fa azienda, ai cittadini e ai consumatori. Tutti i ministeri hanno dato un contributo molto importante".
E grande attesa per i contenuti del provvedimento c'è effettivamente anche da parte degli industriali. "Ci sono alcune cose che abbiamo chiesto, se dovesse andare come abbiamo capito sarebbe un passo avanti per le imprese", ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Del decreto legge ha parlato oggi anche il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. "Un capitolo del pacchetto 'semplificazioni' - ha detto - sarà dedicato a scuola, università e ricerca. Servirà a sburocratizzare e spero che attraverso questa azione potremo diventare un paese normale in grado di competere e confrontarci con i nostri competitor più alti che sono gli altri Paesi europei".
Il testo è stato tra l'altro al centro oggi di un incontro tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 1.
Il decreto legge, che andrà domani all'esame del Consiglio dei ministri, ha aggiunto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, "è un primo pacchetto significativo". Si tratta, ha sottolineato, di "una prima raccolta importante di suggerimenti venuti dalle imprese, per rendere la vita più facile a chi fa azienda, ai cittadini e ai consumatori. Tutti i ministeri hanno dato un contributo molto importante".
E grande attesa per i contenuti del provvedimento c'è effettivamente anche da parte degli industriali. "Ci sono alcune cose che abbiamo chiesto, se dovesse andare come abbiamo capito sarebbe un passo avanti per le imprese", ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
Del decreto legge ha parlato oggi anche il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. "Un capitolo del pacchetto 'semplificazioni' - ha detto - sarà dedicato a scuola, università e ricerca. Servirà a sburocratizzare e spero che attraverso questa azione potremo diventare un paese normale in grado di competere e confrontarci con i nostri competitor più alti che sono gli altri Paesi europei".
Il testo è stato tra l'altro al centro oggi di un incontro tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 1.
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