Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
domenica 18 ottobre 2009
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Inchieste Bari: arrestato Alessandro Mannarini
Spaccio di cocaina e festini sardi - Arrestato l'amico di Tarantini
BARI - Finisce in carcere anche il terzo uomo del gruppo Tarantini. Su disposizione della magistratura barese la Guardia di finanza ha arrestato per concorso in spaccio di sostanze stupefacenti il salentino Alessandro Mannarini, amico dell'imprenditore barese Gianpaolo Tarantini il cui nome è legato alle indagini sul giro di escort inviate nelle residenze private del premier Silvio Berlusconi. A Mannarini è stato notificato un provvedimento di custodia cautelare firmato dal gip del tribunale di Bari su richiesta del pm inquirente Giuseppe Scelsi. L'arresto - secondo fonti inquirenti - chiude il cerchio sull'indagine relativa all'acquisto e alla cessione gratuita di cocaina agli ospiti dei festini organizzati da Tarantini nell'estate 2008 in Sardegna. Durante l'inchiesta Tarantini è stato fermato il 18 settembre scorso e posto ai domiciliari tre giorni dopo; prima di lui erano stati arrestati (il 7 agosto scorso) Stefano Iacovelli e Massimiliano Verdoscia, posti ai domiciliari dopo due settimane. Mannarini è un quarantenne benestante salentino che nell'estate 2008 fu assunto da Tarantini e trascorse con l'imprenditore le vacanze estive in una favolosa villa in Costa Smeralda, affittata da Tarantini per 70mila euro al mese. Durante la vacanza da sballo - secondo l'accusa - Mannarini ha concorso con Tarantini e con gli altri due indagati (il pusher Iacovelli e Verdoscia, dipendente del gruppo Tarantini) nel reato di detenzione ai fini di spaccio di un ingente quantitativo di cocaina, acquistata a Bari durante i fine settimana dal pusher 'Nico' e consumata in Sardegna. Proprio 'Nico', spacciatore di fiducia di Tarantini, interrogato dal pm Scelsi nel settembre scorso, avrebbe smentito la ricostruizone dei fatti fornita agli inquirenti prima da Tarantini e poi da Mannarini. Nico avrebbe spiegato che in un'occasione Mannarini "ritirò una fornitura" dal suo negozio nel centro di Bari per conto dell'imprenditore. Mannarini, interrogato il giorno prima di Nico, aveva invece sostenuto di non conoscere il pusher e di aver mai acquistato cocaina nè per sè nè per conto di altri. Fatti questi sui quali la magistratura ha svolto accertamenti facendo arrestare prima Tarantini e poi Mannarini.