Nuova mobilitazione anti-tagli: Grecia paralizzata, battaglia tra
manifestanti e forze dell'ordine. Papandreou: non aiuta il Paese
ATENE
Sciopero e guerriglia, ad Atene il copione si ripete. Nel primo giorno di mobilitazione indetto dai sindacati (che hanno annunciato 48 di astensione dal lavoro) esplodono gli scontri a Piazza Syntagma nel cuore di Atene
La polizia ha lanciato lacrimogeni contro la frangia più violenta dei manifestanti - più di 100 mila - che questa mattina sono in marcia verso il Parlamento. Prima degli scontri le agitazioni, proclamate dai sindacati Gsee e Adedy vede la partecipazione di dipendenti pubblici, profesisonisti e commercianti, avevano già visto il lancio di bottiglie molotov contro la polizia, che - nonostante l’adesione alla protesta - presidia in massa il cuore della capitale greca.
Alla manifestazione principale, che ha riempito la centralissima Piazza Syntagma, si aggiungono numerose manifestazioni a livello locale, fra cui la più importante è in corso a Salonicco dove sono scesi in piazza almeno 15 mila persone e nel pomeriggio un gruppo di ’indignatì si recherà sotto la Torre Bianca, l’edificio simbolo della seconda città greca. Per la Grecia è una giornata di paralisi totale. «Il Paese è tenuto in ostaggio da scioperi e proteste che non aiutano il Paese», ha dichiarato il premier, George Papandreou in un intervento rivolto ai deputati del Pasok ai quali ha assicurato che «il governo sta lottando per salvare il Paese dal default e c’è ancora molto lavoro da fare».
Intanto l'Europa si muove. Il programma di aiuti per la Grecia «può funzionare ed ha la possibilità di avere successo», ha detto oggi Barroso. E «risanare i conti pubblici non significa necessariamente recessione. In certi casi c’è un aggiustamento inevitabile e doloroso, ma ciò non significa che non sia possibile ripristinare fiducia, crescita e occupazione», ha spiegato il presidente della Commissione europea, che stamane ha ricordato che «ci sono alcuni casi in cui i programmi di aiuti funzionano ed hanno funzionato, all’interno ed all’esterno della zona euro». Per Barroso, il rafforzamento del Fondo salvastati «potrà servire eventualmente anche a far fronte a situazioni che per ora non stiamo affrontando».
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