Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 15 febbraio 2011
Figlie malate e genitori in conflitto viaggio nei disturbi dell'alimentazione
Berlusconi a giudizio, il web esplode "Tutti insieme il giorno dell'udienza"
Boom di interventi su social network e forum dopo la notizia del rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio. L&G, Popolo Viola, Valigia Blu chiedono le dimissioni del premier. E fra le proposte spunta quella di un sit-in per il 6 aprile. I navigatori di destra: "Dobbiamo fare qualcosa"
Bufera sulle graduatorie dei "precari" della scuola
Il Pd avverte: "Non ci possono essere blocchi. Il congelamento delle liste provinciali è incostituzionale". I sindacati: "evitare risse e guerre fra poveri". L'Anief: "Subito l'inserimento a pettine degli aventi diritto"
di SALVO INTRAVIAMilleproroghe, il governo pone la fiducia.
Per Berlusconi a Milano sei procedimenti pendenti
Caso Ruby: per gip fatti storici sono dimostrati
RUBY/ BERLUSCONI A GIUDIZIO ANCHE PER LA TELEFONATA IN QUESTURA
RUBY/ BERLUSCONI A PROCESSO: LA NOTIZIA SUI SITI ESTERI
CASO RUBY: TRE GIUDICI DONNA PROCESSERANNO BERLUSCONI
“L’Italia del Cav? Un paese senza vergogna”
Foreign Policy racconta lo scandalo dei festini in casa del premier e la piazza delle donne
Foreign Policy non è il giornaletto della parrocchia. E sentite un po’ cosa dice non tanto sull’Affaire Berlusconi e le donnine, ovvero sulle cene culturali ad Arcore, bensì sul retaggio che il berlusconismo lascerà al nostro popolo.
IMPIETOSO - In un articolo pubblicato ieri racconta in modo impietoso (ma assolutamente realistico) i problemi giudiziari del Premier e la farsa che l’Italia è diventata. Racconta del milione di persone che sono scese in piazza non solo in Italia, ma nel resto del mondo (da New York a Londra, da Honolulu a Jakarta), disgustate dalla situazione italiana attuale, dal fatto che il nostro è un paese ormai dominato dai media che minano in modo cinico le regole democratiche, un paese dove le donne sono sistematicamente deprivate della loro dignità.
CASA DELLE VERE LIBERTÀ – La dolorosa narrazione prosegue spiegando come Silvio abbia operato fin dagli anni Ottanta per creare un monopolio televisivo, prima creando un network di tv private e poi, una volta divenuto primo ministro, assoggettando le reti pubbliche. Dice testualmente: “Inoltre la sua famiglia possiede svariati interessi nell’ambito dell’editoria e nella stampa, che sono stati mantenuti anche malgrado il mandato politico.” Tutte cose che sappiamo tutti, ma scritte su una testata d’oltreoceano, con la separazione costituita dalla massa d’acqua e dalla distanza culturale, fanno impressione e per molti versi feriscono. “Data la concentrazione di potere mediatico nelle mani del Primo Ministro, non stupisce come negli scorsi due anni Freedom House (un organismo sovranazionale che valuta l’effettivo grado di libertà di un Paese, cioè una Casa delle Libertà diversa da quella che abbiamo avuto noi) ha classificato lo stato dei media italiani come “parzialmente libero”. Parzialmente libero, capito? FP spiega come i media nelle mani del premier si siano scatenati in sua difesa, di come Giuliano Ferrara abbia pubblicato una lunga intervista a Berlusconi che accusa i giudici di agire in modo illegale, arrivando a paragonarli alla Stasi, la terribile polizia della Germania dell’Est. Viene citato anche Minzolini.
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http://www.giornalettismo.com/archives/113936/litalia-del-cav-un-paese-senza-vergogna/
Roma: la Procura apre fascicolo per i festini romani di Berlusconi
Milano: Berlusconi rinviato a giudizio immediato Gip: "Prove evidenti per entrambi i reati"
Berlusconi a processo il 6 aprile. Dal gip sì al giudizio immediato
L'Antitrust sanziona la Rai sul televoto: non ha chiarito su possibili manipolazioni
“Il vero golpe in Italia? Il passaggio al sistema maggioritario. E B si infilò nella mischia”
Ilfattoquotidiano.it intervista Aldo Giannuli, profondo conoscitore delle trame eversive in Italia e già collaboratore della Commissione stragi. Secondo lui il vero colpo di stato si produsse nel 1993 quando l'Italia abbandonò il sistema proporzionale.
La crisi mondiale? In principio era il delirio delle solite cassandre catastrofiste; poi in effetti qualcosa scricchiolava, ma solo per colpa di Al Qaeda e degli speculatori finanziari; quindi era già passata e l’Italia l’aveva superata meglio degli altri; poi però s’incazzano in medio oriente e la crisi ritorna di attualità. Eppure basta leggere “2012: la grande crisi”, l’ultimo libro-inchiesta di Aldo Giannuli, per rendersi conto che le cose non stanno e non sono andate proprio così. Ne abbiamo parlato con l’autore, i cui studi multi-disciplinari hanno affrontato svariati argomenti, dai servizi segreti alla controinformazione, dalla strategia della tensione alle stragi nazifasciste, dal costo del grano alle rivolte in medio oriente. Perché, come vedremo, oggi più che mai un battito d’ali di farfalla in Sudamerica può davvero diventare un uragano in Europa. Dunque, oggi più che mai, occorre non perdere di vista alcun battito d’ali di nessuna farfallina. Non solo ad Arcore, ma anche nel resto del mondo.
Professor Giannuli, con le grandi scadenze che da qui al 2012 rischiano di mandare in frantumi il sistema mondiale dell’economia, cosa può succedere all’Italia?
Di tutto e di più. Il rischio più grosso è indubbiamente se salta l’euro. A quel punto se la scelta ricadrà sui due euro, noi rischiamo davvero la secessione. È un rischio molto vicino, si badi bene. Detto questo, gli scenari sono molti. Anche perché la nostra politica estera schizofrenica, sempre per colpa di Berlusconi, alla lunga si può rivelare un boomerang. L’Italia negli ultimi anni si è alternata tra il ruolo di pasdaran dell’americanismo e quello di maggiore partner di Putin. E l’accordo con Gazpron è lì a dimostrarlo. Ma tenere il piede in due scarpe in un momento di instabilità può essere deleterio.
E per la questione eminentemente politica?
Vuole dire Berlusconi? Be’, Berlusconi in questi ultimi decenni ha in un certo senso tenuto insieme l’Italia. L’ha divisa, di fatto concorrendo a mantenere unita e in vita la sinistra. Ma dopo di lui cosa sarà? Saprà la sinistra andare avanti senza sgretolarsi? E cosa accadrà alla destra, la quale è divisa politicamente e geograficamente? Difficile prevederlo.
Che idea si è fatto di quel che avvenne nel ’93, ossia quando il berlusconismo da subcultura televisiva divenne una realtà politica?
Anche nel ’93, un po’ come oggi, lo scenario internazionale è stato predominante. Con il crollo del bipolarismo s’instaura il pensiero unico, il quale pretende omologazione. Ma la omologazione della nuova globalizzazione conosce un solo dogma: smantellare il sistema dei partiti e soprattutto il welfare state. Questo porta a un collasso e ciò favorisce, come sempre è accaduto in questi casi, la salita al potere degli avventurieri.
Dunque è stato un golpe.
Dobbiamo capirci sui termini. Nella storia d’Italia ci sono stati parecchi tentativi di colpo di stato. Ma se proprio dobbiamo dirla tutta, l’unico veramente riuscito è stato quello di Occhetto e Segni sul referendum del ’93. Liquidando il proporzionale produssero uno scollamento della costituzione, portandola verso un maggioritario spurio. Intendiamoci, non che Occhetto e Segni ne fossero consapevoli; ma siccome non sono delle aquile hanno favorito loro malgrado il golpe. Inoltre, non dimentichiamolo, in quegli anni il neoliberismo spingeva per i cambiamenti, in nome della modernizzazione. Così sia a livello internazionale che a casa nostra si creò un vuoto di rappresentanza. E per gli avventurieri fu un gioco da ragazzi infilarsi nella mischia.
Insomma, maggioritario e Berlusconi riprodussero in Italia un’altra divisione tipo Don Camillo e Peppone.
In un certo senso sì. E questo grazie al populismo, che poi significa imporre sempre un nuovo nemico. E dopo tangentopoli si dovevano trovare dei colpevoli per quel che era accaduto. Fu un’arma che Umberto Bossi non seppe sfruttare appieno e che invece Berlusconi utilizzò come rifugio per l’anti-politica e l’anti-partitocrazia. Tra l’altro con due risultati apparentemente contraddittori: da una parte fornire l’approdo a quel blocco moderato anti-comunista che mai e poi mai avrebbe votato per gli eredi del Pci; dall’altra permettere alla vecchia partitocrazia di riciclarsi.
E le bombe?
Le bombe del ‘93, il black out del ’94, tutto va studiato in base alla rottura di vecchi equilibri. Abbiamo detto che, senza più l’Unione Sovietica, i partiti e il welfare diventano ferri vecchi, dei costi che qualcuno non vuole più sostenere. Ma in Italia questa trasformazione assume anche altri connotati. Innanzi tutto il Sisde viene smantellato e questa è una novità. Poi sono arrestati parecchi funzionari dei servizi, un altro fatto nuovo. Il rischio di non riuscire più a controllare la situazione diviene concreto. A quel punto la mafia teme per la sua incolumità. Perché non avrebbe dovuto battere a suo modo un colpo?
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IRAN: SCONTRI A TEHERAN, UN MORTO E DIVERSI FERITI
(AGI) - Teheran, 15 feb. - Dal Maghreb il vento della rivolta arriva fino aTeheran dove ieri, la marcia di protesta non autorizzata a sostegno diEgitto e Tunisia, si e' trasformata in un nuovo inferno. Dozzine dimanifestanti iraniani appartenenti all'opposizione sono stati arrestati e ci sono anche una persona morta per colpi di arma da fuoco e diversi feriti, secondo quanto confermato dall'agenzia Fars.
LA PROTESTA INIZIATA SU FACEBOOK
La protesta era iniziata su Facebook, come le altre, anche se i leader Mirhossein Moussavi e Mehdi Karroubi, dopo aver chiamato all'appello tutti gli iraniani, sono stati isolati nelle loro case da un consistente servizio d'ordine. Il sito di Moussavi, Kaleme, ha continuato pero' a lavorare riportando di violenti scontri con la polizia che avrebbe fatto uso di lacrimogeni e di pallottole di gomma per disperdere i dimostranti. Secondo un blog dell''Onda verde' ci sarebbero 250 persone arrestate e un fermo totale delle comunicazioni, Internet e telefonini. Scontri e arresti anche a Isfahan nell'Iran centrale. Secondo testimoni oculari si parla solo a Teherandi 12mila persone scese in piazza che gridavano "Morte al dittatore" dopo ore di marcia in silenzio e senza slogan.
LA FOLLA GRIDA CONTRO AHMADINEJAD
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Il Giornale: “Vendola nudo? Abbiamo fatto bene”
Alessandro Sallusti rivendica in prima pagina sul quotidiano la scelta di mostrare il governatore in posa adamitica
“Non è vero che è stata una grande manifestazione spontanea. La Cgil e i partiti hanno mobilitato le solite truppe. L’unica novità è stata spogliarle dei tradizionali vessilli. Senza bandiere e divise e con figli appresso è sembrata una cosa nuova, inedita. Ma in sostanza è scesa in piazza una piccolissima percentuale del popolo che da sempre è antiberlusconiano. Altro che difendere il corpo delle donne. Nel mirino c’era come sempre il corpo di Silvio Berlusconi”. Così Alessandro Sallusti in un editoriale sulla prima pagina del Giornale dal titolo “Il corpo di Vendola”. Il direttore poi spiega perché ha mostrato la foto del governatore della Puglia:
“E a proposito di corpi, ad alcuni non è piaciuto che ieri sulla prima pagina del Giornale ci fosse quello nudo di Nichi Vendola. Sia chiaro che non abbiamo nulla in contrario all’esibizione del proprio corpo. È soltanto questione di gesti e di stile. Quella foto, il Vendola desnudo ha accettato di farsela scattare ed è visibile in alcuni siti per amatori. Libera scelta. Noi l’abbiamo riprodotta per dimostrare proprio quello che Vendola contesta, rinnegando se stesso e la sua cultura per meri fini politici. E cioè che del proprio corpo ognuno, uomo o donna che sia, fa quello che meglio crede senza dover passare per il giudizio della Boccassini, della Repubblica, di Santoro, del Parlamento e della piazza”.
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http://www.giornalettismo.com/archives/113913/il-giornale-vendola-nudo-abbiamo-fatto-bene/