martedì 15 febbraio 2011

Figlie malate e genitori in conflitto viaggio nei disturbi dell'alimentazione

"Un dolore inFame" di Pamela Pace, psicoanalista che lavora da tempo su anoressia e bulimia, offre una prospettiva originale sui mali che colpiscono tantissime donne, a volte adolescenti o addirittura bambine

di SILVANA MAZZOCCHI
Genitori e figlie. Anoressiche, bulimiche, schiave di disturbi alimentari e quasi sempre malate d'affetto e d'amore. La sofferenza di madri e padri alle prese con le conseguenze devastanti dell'anoressia che rende il cibo nemico per tante ragazze (il rapporto tra donne e uomini è di 9 a 1), spesso solo adolescenti o addirittura bambine, quasi sempre disposte ad arrivare alle conseguenze più estreme.
Pamela Pace, psicoanalista, psicoterapeuta, impegnata da tempo nel lavoro clinico dei disturbi del comportamento alimentare, ha scritto Un dolore inFame (edizioni Bruno Mondadori), un piccolo libro, originale e prezioso, che aggiunge uno sguardo in più, esperto e stimolante, all'analisi di un argomento frequentemente esplorato sia dalla saggistica che dalla letteratura. Originale perché capovolge l'ottica di osservazione dell'anoressia e, schierandosi con quella scuola di pensiero che ritiene fondamentale coinvolgere padri e madri nel percorso di cura, punta sui genitori per sottrarli a quei meccanismi di autoresponsabilizzazione che di solito li rendono dipendenti in tutto e per tutto dalla figlia "malata", invischiando la relazione in uno scontro senza sbocco. Prezioso, perché utile a far loro riacquisire la centralità necessaria per agire al meglio a fronte di un male che mette a rischio la vita di chi lo soffre.
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Berlusconi a giudizio, il web esplode "Tutti insieme il giorno dell'udienza"

Boom di interventi su social network e forum dopo la notizia del rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio. L&G, Popolo Viola, Valigia Blu chiedono le dimissioni del premier. E fra le proposte spunta quella di un sit-in per il 6 aprile. I navigatori di destra: "Dobbiamo fare qualcosa"

Gli occhi della rete. Tutti puntati sul tribunale di Milano. E quando arriva la decisione del gip 1 - Silvio Berlusconi deve essere processato con giudizio immediato per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile - il web italiano esplode. "Dimettiti". "Adesso difenditi in tribunale". Richieste trasversali, che attraversano tante associazioni e numerosi gruppi sui social network. Libertà e Giustizia, il Popolo Viola, Valigia Blu, la galassia delle donne di "Se non ora quando?". Collettori di un sentire sempre più diffuso. Condensato in una sola parola: "Basta".
Un post ogni pochi secondi. La pagina Facebook del Popolo Viola 2 è un vortice. Si fatica a leggere tutti gli interventi. Il gruppo che ha fatto delle dimissioni del presidente del Consiglio la propria ragione sociale è animato come non mai. "Adesso dovrebbero andarsene a casa. Fino al 6 aprile tutti gli esponenti della maggioranza saranno occupati a impedire questo processo. Come governeranno il nostro Paese?". E c'è chi tiene sotto controllo le principali testate, soprattutto quelle televisive. "Studio Aperto ha dedicato al caso solo 30 secondi". I viola temono l'insabbiamento. E reagiscono rilanciando e lincando la notizia ovunque.
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Bufera sulle graduatorie dei "precari" della scuola

Il Pd avverte: "Non ci possono essere blocchi. Il congelamento delle liste provinciali è incostituzionale". I sindacati: "evitare risse e guerre fra poveri". L'Anief: "Subito l'inserimento a pettine degli aventi diritto"

di SALVO INTRAVIA
ROMA - Dopo il pronunciamento della Consulta, è bufera sulle graduatorie dei precari della scuola. Per il Pd il “congelamento” delle liste provinciali, approvato in commissione Bilancio a Palazzo Madama la settimana scorsa, è “incostituzionale. Mentre il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, non ha ancora spiegato come intende applicare la sentenza che dichiara illegittime le graduatorie di “coda”. I tecnici di viale Trastevere sono alla ricerca di una soluzione che applichi il pronunciamento dei giudici costituzionali, ma al contempo eviti di stravolgere l’impostazione data al problema dal governo Berlusconi.
E i sindacati? La Cisl scuola, ricordando la complessità della situazione, raccomanda di evitare “risse” e “guerre fra poveri”. Mentre l’Anief, che ha portato avanti il ricorso, chiede l’inserimento “a pettine da subito”. Niente congelamenti e slittamenti “che violano la Costituzione”, insomma. A testimonianza del momento di confusione che interessa le graduatorie, interviene l’ex viceministro dell’Istruzione, Mariangela Bastico. “Ancora una volta – dichiara – il governo, con un emendamento al Milleproroghe, interviene sul reclutamento dei docenti con una norma contraddittoria, irragionevole e quindi incostituzionale. Da un lato infatti stabilisce il blocco delle graduatorie fino al 2012, dall'altro dà doverosamente attuazione alla sentenza della Corte costituzionale: dice insieme che le graduatorie sono bloccate e che si devono rifare”.
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Milleproroghe, il governo pone la fiducia.

Roma, 15 feb. (Adnkronos/Ign) - Il governo ha posto la questione di fiducia in Aula al Senato, sul decreto legge milleproroghe. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Elio Vito, ha preso la parola alla riapertura dei lavori chiedendo la fiducia sul maxiemendamento presentato dall'esecutivo.

''Verificheremo'' che il governo rispetti, nel testo del maxiemendamento, il testo approvato dalla commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato, ha detto Renato Schifani, dopo la fiducia. ''E' evidente che se nel maxiemendamento, nelle parti nuove, ci dovessero essere argomenti totalmente estranei alla materia eserciteremo la nostra vigilanza'', ha assicurato il presidente del Senato.

Il provvedimento, ha quindi sottolineato, ''è impegnativo e di varia portata, diversamente dai decreti milleproroghe del passato''. Ma il presidente del Senato ha garantito di aver ''già esercitato in questi giorni'' la sua attività di controllo''. Come nel caso del tema ''particolarmente delicato che è stato introdotto, relativo alla norma attinente al sistema bancario''.

La seconda carica dello Stato ha poi spiegato di aver ''stimolato'' un passaggio in commissioni Bilancio, per dare un parere consultivo, ''per fare in modo che nuovi argomenti di significativa portata potessero vedere coinvolte le commissioni competenti, così è stato''. Schifani ha infine auspicato di poter vedere al più presto la relazione tecnica che accompagna il nuovo provvedimento.

Duro il giudizio del Pd. ''Non è un milleproroghe ma un mille provvedimenti, messi insieme'' in cui ci sono ''molte parti introdotte ex novo'' rispetto al testo varato dal governo, rimarca la presidente dei senatori democratici, Anna Finocchiaro. ''E' il sintomo - aggiunge - dello smarrimento e della frenesia di questo governo, forse anche sintomo che sta finendo e che sentono la fine vicina''.

L'Aula di palazzo Madama voterà questa sera la fiducia al milleproroghe. La ripresa dei lavori è slittata di un'ora. Il dibattito inizierà alle 17, seguiranno le dichiarazioni di voto (intorno alle 20). La chiama dei senatori per il voto dovrebbe quindi iniziare intorno alle 21.

Per Berlusconi a Milano sei procedimenti pendenti

Milano, 15 feb. (Adnkronos) - Sei processi solo a Milano. E' questa la 'fotografia' giudiziaria che attende Silvio Berlusconi nel capoluogo lombardo dopo che questa mattina il gip Cristina Di Censo ha accolto la richiesta della procura e ha rinviato a giudizio il premier per concussione e prostituzione minorile nell'ambito del caso Ruby.

In ordine: il prossimo 28 febbraio riprenderà la causa sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset, uno dei procedimento sospesi in attesa della sentenza della Consulta sul legittimo impedimento continuativo. Nella causa, dove Berlusconi risponde di frode fiscale insieme ad altri imputati, debbono essere sentiti diversi testimoni e debbono essere organizzate udienze all'estero.

Il 5 marzo riprenderà invece l'udienza relativa a Mediatrade, l'ultimo filone d'inchiesta sui diritti tv arrivato al giudizio di un gup. Berlusconi risponde di appropriazione indebita fino al 2006 e frode fiscale fino al 2009. Tra gli imputati figura anche il figlio Piersilvio.

L'11 marzo sarà la volta del processo per la corruzione di David Mills. Ma per quella data (il particolare è già emerso, ndr) Berlusconi sarà a Bruxelles per un consiglio d'Europa straordinario sull'economia. La richiesta di rinvio per legittimo impedimento appare, già da oggi, come un atto dovuto. Ma non è finita.

Il premier in primavera dovrà comparire anche nell'udienza sul capitolo relativo al passaggio dell'intercettazione tra Giovanni Consorte e Piero Fassino nell'indagine sulla mancata scalata alla Bnl da parte di Unipol. Per il leader del Pdl i pm hanno chiesto l'archiviazione delle accuse di ricettazione e concorso in rivelazione di segreto d'ufficio.

Per Berlusconi si potrebbe profilare poi un'udienza camerale in relazione a un'altra richiesta di archiviazione avanzata in questo caso dal procuratore aggiunto Francesco Greco, cioè il presunto aggiotaggio commesso a Santa Margherita Ligure, quando il premier invitò gli imprenditori a non dare pubblicità ai giornali "che remano contro".

Caso Ruby: per gip fatti storici sono dimostrati

Milano, 15 feb. (Adnkronos) - Per il gip di Milano, Cristina Di Censo, che oggi ha disposto il rinvio a giudizio immediato per Silvio Berlusconi, dalle fonti di prova i fatti storici sono dimostrati. E' quanto emerge dal decreto che dispone il giudizio nel capitolo in cui il giudice affronta l'evidenza probatoria.

RUBY/ BERLUSCONI A GIUDIZIO ANCHE PER LA TELEFONATA IN QUESTURA

Per chiedere la "liberazione" di Ruby
Ruby/ Berlusconi a giudizio anche per la telefonata in Questura
Milano, 15 feb. (TMNews) - Silvio Berlusconi è stato rinviato a giudizio per concussione e prostituzione minorile. L'accusa di concussione si riferisce all'ormai famosa telefonata in Questura la notte del 27 e il 28 maggio scorso quando il presidente del Consiglio chiese al funzionario Piero Ostuni, facendo pressioni, di lasciare andare l'allora minorenne marocchina Ruby che era stata fermata per un furto. Berlusconi con quella telefonata avrebbe abusato della sua qualità di presidente del Consiglio dei ministri e non delle sue funzioni. Per questo secondo la tesi della Procura di Milano, accolta dal Gip, la competenza a indagare è della stessa Procura e non del Tribunale dei ministri, come sostenuto dai difensori del premier. L'accusa di prostituzione minorile è riferita ai presunti rapporti sessuali con compensi in danaro che Berlusconi che avrebbe avuto con l'allora minorenne marocchina Ruby.

RUBY/ BERLUSCONI A PROCESSO: LA NOTIZIA SUI SITI ESTERI

Il processo del 6 aprile su tutte le home page
Ruby/ Berlusconi a processo: la notizia sui siti esteri
Roma, 15 feb. (TMNews) - Con prevedibile velocità la notizia della decisione di sottoporre a processo immediato il primo ministro italiano Silvio Berlusconi è rilanciata dai siti di informazione internazionale. "Processo per accuse sessuali" scrive la BBC dove si afferma che il primo ministor italiano dovrà rispondere delle accuse di aver pagato per fare sesso con una minorenne e abuso di potere. "Processo per Berlusconi" titola anche il GUARDIAN che rilancia subito la notizia con una 'breaking news' anticipando ulteriori particolari. Il NEW YORK TIMES in home page sul sito scrive: "Berlusconi incriminato per prostituzione...". Il conservatore THE TIMES apre l'home page con la foto del premier italiano e titola: "Berlusconi a processo per accuse sessuali..." Il francese LE MONDE titola: "la giustizia italiana decide un processo immediato contro Silvo Berlusconi".

CASO RUBY: TRE GIUDICI DONNA PROCESSERANNO BERLUSCONI

(ASCA) - Milano, 15 feb - Saranno tre giudici donna a processareSilvio Berlusconi per il cosiddetto caso Ruby. Il premier e' stato rinviato a giudizio per le ipotesi di concussione e prostituzione minorile, e il processo prendera' per lui il via il prossimo 6 aprile. La fase dibattimentale sara' celebrata davanti ai giudici della IV sezione penale di Milano: un collegio 'in rosa', un posto esclusivamente da giudici donna: presidente Giulia Turri, giudici a latere Orsola De Cristoforo e Carmen D'Elia.
Tocchera' insomma a un trio di donne stabilire se Silvio Berlusconiabbia effettivamente avuto rapporti sessuali con Karima el-Mahroug, quando la giovane marocchina conosciuta come Ruby era ancora minorenne e verificare se davvero ci sia stata concussione nella telefonata fatta da Berlusconi in questura la notte dello scorso 27 maggio per ottenere che Ruby fosse affidata alla consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti.

“L’Italia del Cav? Un paese senza vergogna”

Foreign Policy racconta lo scandalo dei festini in casa del premier e la piazza delle donne

Foreign Policy non è il giornaletto della parrocchia. E sentite un po’ cosa dice non tanto sull’Affaire Berlusconi e le donnine, ovvero sulle cene culturali ad Arcore, bensì sul retaggio che il berlusconismo lascerà al nostro popolo.

IMPIETOSO - In un articolo pubblicato ieri racconta in modo impietoso (ma assolutamente realistico) i problemi giudiziari del Premier e la farsa che l’Italia è diventata. Racconta del milione di persone che sono scese in piazza non solo in Italia, ma nel resto del mondo (da New York a Londra, da Honolulu a Jakarta), disgustate dalla situazione italiana attuale, dal fatto che il nostro è un paese ormai dominato dai media che minano in modo cinico le regole democratiche, un paese dove le donne sono sistematicamente deprivate della loro dignità.

CASA DELLE VERE LIBERTÀ – La dolorosa narrazione prosegue spiegando come Silvio abbia operato fin dagli anni Ottanta per creare un monopolio televisivo, prima creando un network di tv private e poi, una volta divenuto primo ministro, assoggettando le reti pubbliche. Dice testualmente: “Inoltre la sua famiglia possiede svariati interessi nell’ambito dell’editoria e nella stampa, che sono stati mantenuti anche malgrado il mandato politico.” Tutte cose che sappiamo tutti, ma scritte su una testata d’oltreoceano, con la separazione costituita dalla massa d’acqua e dalla distanza culturale, fanno impressione e per molti versi feriscono. “Data la concentrazione di potere mediatico nelle mani del Primo Ministro, non stupisce come negli scorsi due anni Freedom House (un organismo sovranazionale che valuta l’effettivo grado di libertà di un Paese, cioè una Casa delle Libertà diversa da quella che abbiamo avuto noi) ha classificato lo stato dei media italiani come “parzialmente libero”. Parzialmente libero, capito? FP spiega come i media nelle mani del premier si siano scatenati in sua difesa, di come Giuliano Ferrara abbia pubblicato una lunga intervista a Berlusconi che accusa i giudici di agire in modo illegale, arrivando a paragonarli alla Stasi, la terribile polizia della Germania dell’Est. Viene citato anche Minzolini.

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http://www.giornalettismo.com/archives/113936/litalia-del-cav-un-paese-senza-vergogna/

Roma: la Procura apre fascicolo per i festini romani di Berlusconi

Roma: la Procura apre fascicolo per i festini romani di Berlusconi

ROMA - Secondo alcune anticipazioni che stanno circolando, la Procura di Roma avrebbe aperto un fascicolo per indagare sui festini tenuti da Berlusconi nella capitale, sia a Palazzo Grazioli che, nell'estate del 2010, nel castello di Tor Crescenza, affittato dal premier. Infatti tra le intercettazioni fatte durante le indagini su EMilio fede, Lele Mora e Nicole Minetti, sarebbe uscito fuori che a Roma avveniva più o meno la stessa cosa che ad Arcore. Cambiano solo le persone implicate: a Roma il ruolo di maitresse l'avrebbe avuto Maria Rosaria Rossi, deputata del Pdl, una delle poche a bassissima visibilità mediatica. Naturalmente per ora siamo alle indiscrezioni, per di più parzialmente smentite dal Procuratore Capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, che ha negato contatti con la Procura di Roma. Tuttavia, che ci fosse un certo via vai serale e notturno di ragazze nel castello di Tor Crescenza, l'estate scorsa, l'aveva raccontato in qualche articolo anche il settimanale L'Espresso alla fine dell'estate scorsa. Non c'erano molti dettagli, perchè l'accesso al castello era costituito da una unica strada, il cui ingresso era bloccato dai Carabinieri. Ma i fatti erano già noti.

Milano: Berlusconi rinviato a giudizio immediato Gip: "Prove evidenti per entrambi i reati"

MILANo - SI è presa 24 ore in più di quanto prescrive la legge, ma alla fine il Gip di Milano Cristina Di Censo ha deciso: le prove sono evidenti, quindi il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi può essere processato dal Tribunale per i reati di concussione e di prostituzione minorile. La prima udienza sarà mercoledì 6 aprile, davanti alla IV sezione del Tribunale e davanti al collegio formato dal Presidente Carmen D'Elia e i giudici a latere Orsola De Cristofaro e Giulia Turri (tre donne, quindi).
Nell'ordinanza, il Gip concorda con la prospettazione dell'Accusa, di considerare che Berlusconi, nella notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010, abusò della sua qualità di Presidente del Consiglio per far liberare Karima El Marough, alias Ruby Rubacuori, che era stata arrestata a seguito di una denuncia di furto. Così come valuta che siano univoci gli indizi che dimostrano come la ragazza frequentava la villa del premier per qualcosa di diverso che una visita al nonno.
La prima reazione della difesa è quella dell'Avvocato Piero Longo: "Non ci aspettavamo nulla di diverso". Ora Berlusconi ha quindici giorni di tempo per presentare, tramite i suoi legali, una richiesta per i riti alternativi (patteggiamento o rito abbreviato) per ottenere uno sconto di pena di un terzo.

Berlusconi a processo il 6 aprile. Dal gip sì al giudizio immediato

Il premier Silvio Berlusconi (Adnkronos)
Milano, 15 feb. (Adnkronos) - Inizierà il 6 aprile prossimo alle 9.30 davanti ai giudici della quarta sezione penale di Milano il processo a carico di Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile della giovane Ruby. Lo ha deciso il gip di Milano, Cristina di Censo.

Sono l'evidenza della prova e la connessione tra i reati contestati a Silvio Berlusconi (la concussione e la prostituzione minorile) ad aver determinato il gip di Milano a rinviare a giudizio immediato il presidente del Consiglio.

Dopo aver esaminato le ragioni della procura e quelle presentate dai difensori del premier, il giudice, all'evidenza, ha ritenuto che gli inquirenti avessero raccolto la prova evidente per poter saltare l'udienza preliminare e procedere con un rito immediato.

Per il gip, inoltre, i reati sono necessariamente legati uno all'altro dal momento che, come sostiene la procura, la contestazione più grave, cioè la concussione, sarebbe stata fatta per evitare che emergesse il secondo reato, la prostituzione minorile. Per il gip, inoltre, la competenza al giudizio è di Milano e non del Tribunale dei Ministri.

Sono Ruby-Karima, in relazione all'accusa di prostituzione minorile, e la Questura di Milano - quindi il ministero dell'Interno per quanto riguarda la presunta concussione - le parti lese indicate nel procedimento.

Il decreto che dispone il giudizio sarà quindi notificato, oltre ai legali del presidente del Consiglio, alla segreteria del ministro Roberto Maroni. Ancora non si sa, però, quale legale affiancherà la giovane Ruby dopo che ben due legali, Luca Giuliante e Massimo Dinoia, hanno rimesso il mandato.

Saranno tre donne a giudicare Berlusconi. Stando a quanto ha comunicato la cancelleria della quarta sezione penale alla presidenza dei gip, il collegio che inizierà il processo il 6 aprile prossimo sarà composto dai giudici Carmen D'Elia, Orsola De Cristofaro e Giulia Turri.
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L'Antitrust sanziona la Rai sul televoto: non ha chiarito su possibili manipolazioni

Roma, 15 feb. - (Adnkronos) - Una sanzione di 50mila euro e l'obbligo immediato, per la Rai, di spiegare ai telespettatori che non esistono al momento strumenti per bloccare eventuali abusi sul televoto. Sono le decisioni adottate dall'Antitrust, per la quale l'azienda e' responsabile di una pratica commerciale scorretta non avendo chiarito ai consumatori che il televoto puo' essere manipolato. Pertanto, a partire dal Festival di Sanremo che inizia stasera, il conduttore dovra' segnalare che ''al momento, non e' stato possibile adottare strumenti tecnici in grado di prevenire l'eventuale abuso di televoto da parte di call center ed operatori specializzati''.

Analoga informazione dovra' essere fornita attraverso l'utilizzo della grafica, con dei super di evidente leggibilita' nel corso della trasmissione. I consumatori potranno cosi' scegliere consapevolmente se partecipare al televoto, sapendo che sono ancora possibili manipolazioni dei risultati attraverso l'invio massivo ed automatico di pacchetti di sms e di telefonate da parte di call-center ed operatori appositamente organizzati.

Il procedimento era stato avviato dall'Autorita' dopo una denuncia del Codacons relativa soprattutto all'edizione 2010 del Festival. Per evitare la sanzione dell'Antitrust, la Rai aveva presentato un articolato pacchetto di misure, finalizzate a fornire ai consumatori un'informazione piu' chiara e trasparente e a prevenire, con una serie di interventi scaglionati nel tempo, la manipolazione delle preferenze espresse telefonicamente dai telespettatori. Tali misure sono state pero' superate, nei loro effetti, dalla regolamentazione dell'Agcom che ha stabilito gli obblighi comportamentali a carico delle emittenti che decidano di utilizzare il televoto. Tali obblighi entreranno a regime, per la parte riguardante gli strumenti tecnici di prevenzione dell'abuso di televoto, a fine 2011.

Per questo l'Antitrust, vista la gravita' della scorrettezza di una pratica tanto diffusa e protratta nel tempo, ha deciso di procedere nell'istruttoria comminando una multa che tiene, comunque, conto della collaborazione dell'azienda e degli impegni presentati.

“Il vero golpe in Italia? Il passaggio al sistema maggioritario. E B si infilò nella mischia”

Ilfattoquotidiano.it intervista Aldo Giannuli, profondo conoscitore delle trame eversive in Italia e già collaboratore della Commissione stragi. Secondo lui il vero colpo di stato si produsse nel 1993 quando l'Italia abbandonò il sistema proporzionale.

La crisi mondiale? In principio era il delirio delle solite cassandre catastrofiste; poi in effetti qualcosa scricchiolava, ma solo per colpa di Al Qaeda e degli speculatori finanziari; quindi era già passata e l’Italia l’aveva superata meglio degli altri; poi però s’incazzano in medio oriente e la crisi ritorna di attualità. Eppure basta leggere “2012: la grande crisi”, l’ultimo libro-inchiesta di Aldo Giannuli, per rendersi conto che le cose non stanno e non sono andate proprio così. Ne abbiamo parlato con l’autore, i cui studi multi-disciplinari hanno affrontato svariati argomenti, dai servizi segreti alla controinformazione, dalla strategia della tensione alle stragi nazifasciste, dal costo del grano alle rivolte in medio oriente. Perché, come vedremo, oggi più che mai un battito d’ali di farfalla in Sudamerica può davvero diventare un uragano in Europa. Dunque, oggi più che mai, occorre non perdere di vista alcun battito d’ali di nessuna farfallina. Non solo ad Arcore, ma anche nel resto del mondo.

Professor Giannuli, con le grandi scadenze che da qui al 2012 rischiano di mandare in frantumi il sistema mondiale dell’economia, cosa può succedere all’Italia?

Di tutto e di più. Il rischio più grosso è indubbiamente se salta l’euro. A quel punto se la scelta ricadrà sui due euro, noi rischiamo davvero la secessione. È un rischio molto vicino, si badi bene. Detto questo, gli scenari sono molti. Anche perché la nostra politica estera schizofrenica, sempre per colpa di Berlusconi, alla lunga si può rivelare un boomerang. L’Italia negli ultimi anni si è alternata tra il ruolo di pasdaran dell’americanismo e quello di maggiore partner di Putin. E l’accordo con Gazpron è lì a dimostrarlo. Ma tenere il piede in due scarpe in un momento di instabilità può essere deleterio.

E per la questione eminentemente politica?

Vuole dire Berlusconi? Be’, Berlusconi in questi ultimi decenni ha in un certo senso tenuto insieme l’Italia. L’ha divisa, di fatto concorrendo a mantenere unita e in vita la sinistra. Ma dopo di lui cosa sarà? Saprà la sinistra andare avanti senza sgretolarsi? E cosa accadrà alla destra, la quale è divisa politicamente e geograficamente? Difficile prevederlo.

Che idea si è fatto di quel che avvenne nel ’93, ossia quando il berlusconismo da subcultura televisiva divenne una realtà politica?

Anche nel ’93, un po’ come oggi, lo scenario internazionale è stato predominante. Con il crollo del bipolarismo s’instaura il pensiero unico, il quale pretende omologazione. Ma la omologazione della nuova globalizzazione conosce un solo dogma: smantellare il sistema dei partiti e soprattutto il welfare state. Questo porta a un collasso e ciò favorisce, come sempre è accaduto in questi casi, la salita al potere degli avventurieri.

Dunque è stato un golpe.

Dobbiamo capirci sui termini. Nella storia d’Italia ci sono stati parecchi tentativi di colpo di stato. Ma se proprio dobbiamo dirla tutta, l’unico veramente riuscito è stato quello di Occhetto e Segni sul referendum del ’93. Liquidando il proporzionale produssero uno scollamento della costituzione, portandola verso un maggioritario spurio. Intendiamoci, non che Occhetto e Segni ne fossero consapevoli; ma siccome non sono delle aquile hanno favorito loro malgrado il golpe. Inoltre, non dimentichiamolo, in quegli anni il neoliberismo spingeva per i cambiamenti, in nome della modernizzazione. Così sia a livello internazionale che a casa nostra si creò un vuoto di rappresentanza. E per gli avventurieri fu un gioco da ragazzi infilarsi nella mischia.

Insomma, maggioritario e Berlusconi riprodussero in Italia un’altra divisione tipo Don Camillo e Peppone.

In un certo senso sì. E questo grazie al populismo, che poi significa imporre sempre un nuovo nemico. E dopo tangentopoli si dovevano trovare dei colpevoli per quel che era accaduto. Fu un’arma che Umberto Bossi non seppe sfruttare appieno e che invece Berlusconi utilizzò come rifugio per l’anti-politica e l’anti-partitocrazia. Tra l’altro con due risultati apparentemente contraddittori: da una parte fornire l’approdo a quel blocco moderato anti-comunista che mai e poi mai avrebbe votato per gli eredi del Pci; dall’altra permettere alla vecchia partitocrazia di riciclarsi.

E le bombe?

Le bombe del ‘93, il black out del ’94, tutto va studiato in base alla rottura di vecchi equilibri. Abbiamo detto che, senza più l’Unione Sovietica, i partiti e il welfare diventano ferri vecchi, dei costi che qualcuno non vuole più sostenere. Ma in Italia questa trasformazione assume anche altri connotati. Innanzi tutto il Sisde viene smantellato e questa è una novità. Poi sono arrestati parecchi funzionari dei servizi, un altro fatto nuovo. Il rischio di non riuscire più a controllare la situazione diviene concreto. A quel punto la mafia teme per la sua incolumità. Perché non avrebbe dovuto battere a suo modo un colpo?

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IRAN: SCONTRI A TEHERAN, UN MORTO E DIVERSI FERITI

(AGI) - Teheran, 15 feb. - Dal Maghreb il vento della rivolta arriva fino aTeheran dove ieri, la marcia di protesta non autorizzata a sostegno diEgitto e Tunisia, si e' trasformata in un nuovo inferno. Dozzine dimanifestanti iraniani appartenenti all'opposizione sono stati arrestati e ci sono anche una persona morta per colpi di arma da fuoco e diversi feriti, secondo quanto confermato dall'agenzia Fars.

LA PROTESTA INIZIATA SU FACEBOOK

La protesta era iniziata su Facebook, come le altre, anche se i leader Mirhossein Moussavi e Mehdi Karroubi, dopo aver chiamato all'appello tutti gli iraniani, sono stati isolati nelle loro case da un consistente servizio d'ordine. Il sito di Moussavi, Kaleme, ha continuato pero' a lavorare riportando di violenti scontri con la polizia che avrebbe fatto uso di lacrimogeni e di pallottole di gomma per disperdere i dimostranti. Secondo un blog dell''Onda verde' ci sarebbero 250 persone arrestate e un fermo totale delle comunicazioni, Internet e telefonini. Scontri e arresti anche a Isfahan nell'Iran centrale. Secondo testimoni oculari si parla solo a Teherandi 12mila persone scese in piazza che gridavano "Morte al dittatore" dopo ore di marcia in silenzio e senza slogan.

LA FOLLA GRIDA CONTRO AHMADINEJAD

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http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201102142236-est-rt10305-iran_scontri_a_teheran_un_morto_e_feriti

Il Giornale: “Vendola nudo? Abbiamo fatto bene”

Alessandro Sallusti rivendica in prima pagina sul quotidiano la scelta di mostrare il governatore in posa adamitica

“Non è vero che è stata una grande manifestazione spontanea. La Cgil e i partiti hanno mobilitato le solite truppe. L’unica novità è stata spogliarle dei tradizionali vessilli. Senza bandiere e divise e con figli appresso è sembrata una cosa nuova, inedita. Ma in sostanza è scesa in piazza una piccolissima percentuale del popolo che da sempre è antiberlusconiano. Altro che difendere il corpo delle donne. Nel mirino c’era come sempre il corpo di Silvio Berlusconi”. Così Alessandro Sallusti in un editoriale sulla prima pagina del Giornale dal titolo “Il corpo di Vendola”. Il direttore poi spiega perché ha mostrato la foto del governatore della Puglia:

“E a proposito di corpi, ad alcuni non è piaciuto che ieri sulla prima pagina del Giornale ci fosse quello nudo di Nichi Vendola. Sia chiaro che non abbiamo nulla in contrario all’esibizione del proprio corpo. È soltanto questione di gesti e di stile. Quella foto, il Vendola desnudo ha accettato di farsela scattare ed è visibile in alcuni siti per amatori. Libera scelta. Noi l’abbiamo riprodotta per dimostrare proprio quello che Vendola contesta, rinnegando se stesso e la sua cultura per meri fini politici. E cioè che del proprio corpo ognuno, uomo o donna che sia, fa quello che meglio crede senza dover passare per il giudizio della Boccassini, della Repubblica, di Santoro, del Parlamento e della piazza”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/113913/il-giornale-vendola-nudo-abbiamo-fatto-bene/