martedì 15 febbraio 2011

Miliardi a Gheddafi e Ue esclusa così il piano italiano ha fatto flop

Il Consiglio per i rifugiati accusa: sbarchi iniziati a gennaio, Roma ha agito tardi e male. Il governo ha puntato tutto sul corridoio libico, tralasciando le altre vie di accesso

di VLADIMIRO POLCHI
È la tempesta perfetta. L'onda migratoria è pronta ad abbattersi sulle coste italiane. Gli ingredienti? Disoccupazione crescente, popolazioni giovani, crisi politiche. Il risultato? Oltre un milione di nordafricani guardano oggi al di là del mare. E "l'esodo biblico", di cui parla il ministro dell'Interno Roberto Maroni, rischia di affondare per sempre le politiche migratorie del governo.
"L'idea di puntare tutto sull'accordo con la Libia si è rivelata miope - attacca Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati - ci si è limitati a tappare il buco del Mediterraneo centrale, senza badare agli altri buchi che si andavano aprendo: primo, quello via terra, sulla direttrice Turchia-Grecia; secondo, quello ora in partenza dalla Tunisia. È prevedibile che i rifugiati provenienti dal Corno d'Africa e dall'Africa subsahariana usino adesso la breccia aperta in Tunisia per raggiungere l'Italia. Il governo ha sottovalutato il problema, che era già prevedibile nel mese di gennaio, quando gli sbarchi dei tunisini sono cominciati ad aumentare. Non solo. Ha anche tardato ad aprire il centro d'accoglienza di Lampedusa e a coinvolgere l'Europa".
l Trattato con la Libia, che prevede tra l'altro la cessione di 6 unità navali della Guardia di Finanza alle autorità libiche, è molto oneroso. Ed è strettamente legato all'accordo per la chiusura del contenzioso coloniale, che prevede investimenti da parte dell'Italia in infrastrutture per circa 3,4 miliardi di euro.
Continua ...

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