sabato 4 giugno 2011

Tutti pazzi per le primarie.

Referendum ...

Suggerimenti.

Appalti: Pm ordina filmati e ricognizione su fondali La Maddalena

Cagliari, 4 giu. - (Adnkronos) - I carabinieri del nucleo sommozzatori di Cagliari, insieme ai colleghi della Guardia costiera di Olbia, sotto il coordinamento del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Sassari, hanno iniziato ieri la ricognizione dei fondali dello specchio di mare prospiciente l'ex Arsenale della Marina militare a La Maddalena, trasformato in un albergo gestito dalla Mita Resort in occasione del G8 del 2009, che si sarebbe dovuto svolgere nell'isola sarda, poi spostato a L'Aquila.

Bono che fa l’autostop? E gli danno anche un passaggio

La celebre popstar per motivi ignoti si trova da solo con l’assistente nel bel mezzo del Canada. Un giocatore di hockey a spasso col cane lo raccatta. E viene ringraziato durante il concerto.Gilbert Brule, giocatore della squadra di hockey su ghiaccio canadese degli Edmonton Oilers ha dato un passaggio in autostop. E questo ci può anche stare. Era in giro con la fidanzata e il cane e ha fatto un gesto urbano nei confronti di una persona in difficoltà. Ma chi era la persone che l’altro giorno si è fermato a raccattare? Il più improbabile degli autostoppisti:Bono Vox, il cantante degliU2. Addirittura.

CONCERTO - Quando lo hanno riconosciuto, i due erano sconcertati. Lui, tranquillo, ha conversato amabilmente per tutto il tragitto – e ci manca – e per ringraziarli ha regalato loro due pass per il backstage del concerto che mercoledì scorso gli U2 hanno tenuto al Commonwealth Stadium di Edmonton. La fidanzata di Brule ha venduto i biglietti della finale della Stanley Cup tra Boston e Vancouver, che i due stavano andando a vedere, e ha preso un aereo per Edmonton per vedere lo show insieme alla mamma di Brule. “Mi piace la gente che gioca a hockey su ghiaccio, perché si ferma a dare un passaggio agli autostoppisti. Lo so per esperienza personale.” Ha detto Bono durante in concerto.

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http://www.giornalettismo.com/archives/128129/bono-che-fa-l%E2%80%99autostop-e-gli-danno-anche-un-passaggio/

“Papa a Berlino, sul web la campagna di boicottaggio”

Parte la sottoscrizione online contro la visita nella capitale tedesca di Benedetto XVI

Il comitato contro la visita del Papa a Berlino, “Der Papst kommt”, ha lanciato una petizione per promuovere online il boicottaggio dell’evento. Benedetto XVI sarà accolto da almeno una manifestazione che protesterà contro la sua politica in materia di diritti omosessuali e libertà civili.

CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO - Da pochi giorni è possibile partecipare alla petizione che protesta contro l’arrivo del Papa nella capitale tedesca. Ecco il testo della risoluzione, approvata dal comitato “Der Papst kommt!”, poche settimane fa.

A Settembre 2001 Papa Benedetto XVI visiterà la Germania. Durante questo periodo parlerà anche di fronte al Parlamento. Noi protestiamo contro questo. Il Papa appoggia una politica che discrimina gli uomini sui temi di genere e di sesso. Noi protestiamo contro il Papa perchè è uno dei maggiori responsabili dell’oppressione dei gay, delle lesbiche e delle trans nel mondo. A livello mondiale il Vaticano combatte a fianco delle più brutali dittature contro i diritti per la comunità LGBT. Secondo Ratzinger la decisione di parlamenti eletti democraticamente di riconoscere le coppie dello stesso esso è una legalizzazione del male, che i cattolici devono contrastare. Noi critichiamo il disprezzo dei diritti delle donne, che il Vaticano compie quando lotta contro la parificazione dei sessi e contro l’aborto. Condanniamo la politica sessuale e sui preservativi del Papa. Impedisce la prevenzione del virus Hiv in molti Paesi, condanna gli uomini alla malattia e porta loro alla morte. Protestiamo contro la visione antidemocratica di Papa Benedetto XVI, che definisce una società liberale come una dittatura del relativismo. Queste critiche sono condivise da molti cattolici che invitiamo a protestare insieme a noi. Ci contrapponiamo al tentativo del Papa di imporci i suoi dogmi morali come leggi delle nostre Nazioni. Una simile politica non può essere tollerata nel silenzio, per questo invitiamo a tutti a protestare pacificamente a Berlino

Le suore se ne fregano e fanno cantare Faccetta nera ai bimbi della scuola

Al saggio di fine anno dell’istituto religioso i piccoli alunni hanno eseguito la nota canzone fascista

Nonostante le polemiche dei giorni scorsi le suore Marcelline hanno deciso di far cantare lo stesso ai bambini “Faccetta Nera”. Fedeli al mottofascista “Me ne frego“, le suore così hanno fatto eseguire la canzone più nota del regime mussoliniano durante il saggio per le celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Italia.

FACCETTA NERA NON SI TOCCA - Nel saggio di fine anno degli alunni dell’istituto di Lecce delle suore Marcelline, dedicato ai 150 anni dell’Unita’ d’Italia, c’e’ stato spazio anche per cantare ‘Faccetta nera’. E’ accaduto questa mattina, dopo vivaci polemiche che avevano accompagnato nei giorni scorsi la scelta fatta dalla direzione scolastica dell’istituto. La protesta era partita dal padre adottivo di una bimba di colore, il quale riteneva offensivo che nel saggio dedicato all’Unita’ dell’Italia si cantasse un brano anni ’30, del periodo fascista, che inneggiava alla conquista dell’Etiopia. Altri genitori avevano condiviso la protesta e la direzione dell’Istituto aveva dovuto convocare i genitori dei piccoli alunni delle elementari per motivare la loro scelta. Nessuna adesione agli ideali di quel periodo, avevano spiegato le suore, ma il programma ministeriale prevede la conoscenza dei periodi storici antecedenti e successivi all’Unita’ d’Italia, quindi anche il fascismo. Cosi’ ‘Faccetta nera’ non solo non e’ scomparsa dal programma delle prove degli alunni, ma e’ stata intonata anche stamani nel saggio di fine anno.

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http://www.giornalettismo.com/archives/128248/le-suore-se-ne-fregano-e-fanno-cantare-faccetta-nera-ai-bimbi/

Sucida dopo morte figlio,esequie insieme

(ANSA) - VICENZA - Saranno celebrati assieme i funerali del giovane di 24 anni morto all'alba di giovedi' in un incidente stradale a Vicenza, causato da un'auto in contro mano, e della madre, 48enne, che distrutta dal dolore si e' tolta la vita ieri. La cerimonia si terra' con tutta probabilita' martedi' prossimo a Torri di Quartesolo (Vi). Il conducente dell'auto investitrice e' indagato per omicidio colposo, aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e, forse sotto l'effetto di droga.

Addio al pelo: tutto esaurito per la crema «miracolosa»

Promette di rallentare la crescita fino al 70 per cento. Svuotati i negozi Usa in 24 ore. Liste d'attesa da Harrods

MILANO - Con l’estate alle porte, la lotta al pelo si fa più accesa. E qualsiasi nuova trovata diventa un miracolo. Con la speranza di abolire i rituali della barba giornaliera, a del rasoio sotto la doccia contro il nemico pilifero di gambe, inguine ed ascelle, uomini e donne di ogni età hanno fatto fuori in 24 ore dall'arrivo nei negozi Usa, l'ultimo “siero della speranza” . L' Adonia Hair Reducer Serum promette di rallenterebbe la crescita di barba e peli grazie a bergamotto, camomilla, cedro e lavanda. Gli oli vegetali produrrebbero uno “stato catatonico” dei follicoli, indebolendo la formazione di pelurie baffi e villi. Un portento che tocca il cuore, e il business di un mercato già benestante. Come dimostrano alcuni studi hanno durante tutta una vita una donna spende in media 12mila sterline nella lotta al pelo, mentre gli uomini dedicano all’incombenza barba 300 ore complessive, con un esborso di 14mila sterline. Sarà questa mania che ha portato pure gli inglesi a smaniare per il nuovo siero. E a mettersi in lista d'arttesa da Harrods, dove sbarcherà il prossimo mese al prezzo di 29,99 sterline (circa 34 euro). Gli speranzosi iscritti sono 10mila. E il prodotto sbarcherà a Londra solo tra un mese.
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Yemen, ''morte clinica per il premier. Ferito da schegge di artiglieria Saleh''

Sana'a, 4 giu. (Adnkronos/Aki) - Per il premier yemenita, Ali Mohammad Moujawar, i medici hanno constatato la ''morte clinica'' dopo le ferite riportate nell'attacco sferrato ieri contro il palazzo presidenziale di Sana'a, la capitale dello Yemen. Lo riferisce il servizio in arabo della Bbc, citando fonti yemenite non meglio identificate. La Bbc ricorda che il premier era stato trasferito in Arabia Saudita per cure mediche insieme ad altri responsabili yemeniti feriti nell'attacco di ieri.

Sempre secondo il servizio in arabo della Bbc, il governatore di Sana'a, Noman Mohammed Doid, dopo essere rimasto ferito nell'attacco al palazzo presidenziale, è stato sottoposto a un intervento chirurgico per l'asportazione di una gamba e un braccio e versa in gravi condizioni. Il governatore è ricoverato in un ospedale di Sana'a.

Anche il presidente yemenita Ali Abdullah Saleh sarebbe stato ferito da schegge di artiglieria e avrebbe riportato ustioni di secondo grado al volto e al petto. Lo affermano fonti citate dalla Bbc, secondo le quali una scheggia di 7,6 centimetri lo avrebbe ferito proprio sotto il cuore e avrebbe intaccato anche il polmone. Le stesse fonti hanno aggiunto che ancora non è stata presa la decisione se intervenire chirurgicamente.

La notizia non ha ricevuto conferme ufficiali. Secondo il governo, Saleh è stato ferito solo leggermente nel bombardamento di ieri del suo palazzo. Oggi è stato smentito il suo trasferimento in Arabia saudita per cure mediche. Ieri sera la televisione di Stato ha trasmesso un breve discorso audio di Saleh, che ha detto di star bene. Ma il presidente non è apparso in video ed è stata mostrata solo una sua foto.

Libia: profanato cimitero italiano a Tripoli, danneggiata cappella

Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - Il cimitero italiano a Tripoli, dove riposano i resti di 8mila connazionali, e' stato profanato. Lo ha denunciato oggi Giovanna Ortu, presidente dell'Airl, l'Associazione degli italiani rimpatriati dalla Libia. "Sono entrati ieri, hanno spaccato tutto, la cappella con il crocifisso"- ha raccontato all'ADNKRONOS- "non sono riusciti a entrare nelle due ali dove ci sono gli ossari, ma hanno gravemente danneggiato l'abitazione del custode". "Sono state fatte anche delle scritte minacciose dove promettono di bruciare tutto la prossima volta", ha aggiunto la Ortu.

Ecco i primi 15 siti che ospiteranno centrali nucleari e depositi di scorie se non passa il referendum

Ecco i primi 15 siti che ospiteranno centrali nucleari e depositi di scorie se non passa il referendum

Enel ha denunciato alla polizia il furto negli uffici romani dell’area nucleare a Tor di Quinto di un computer ”contenente documenti aziendali relativi a studi e analisi preliminari, privi di risvolti operativi, sulle caratteristiche di siti per impianti nucleari in Italia e all’estero”. Il furto del pc, denuncia l’Enel, avviene a pochi giorni dalla tornata referendaria. Ma cosa conteneva quel pc? Quali infornazioni? Intanto eccovi i primi (ma non ultimi) siti che dovrebbero ospitare centrali e depositi di scorie radioattive se il 12-13 giugno non dovesse passare il referendum. Una vecchia mappa del Cnen* ne individuava, a regime, circa 45, ma secondo i Verdi ed Enel (incaricata del progetto nucleare) i primi sono questi:

Trino Vercellese, Caorso, in Lombardia una centrale fra Mantova e Cremona lungo l’asta pluviale del Po, Monfalcone, Chioggia, San Benedetto del Tronto, Scarlino (Grosseto), Montalto di Castro, Borgo Sabotino (Latina), Oristano, Termoli, Mola di Bari, Scansano Ionico (Matera), Palma di Montechiaro e un deposito di scorie a Garigliano (fra Caserta e Latina).

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http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/92911-ecco-i-primi-15-siti-che-ospiteranno-centrali-nucleari-e-depositi-di-scorie-se-non-passa-il-referendum

Iran: La Guida suprema, la Repubblica islamica appoggia tutti i movimenti che sono popolari, islamici ed antiamericani

Iran: La Guida suprema, la Repubblica islamica appoggia tutti i movimenti che sono popolari, islamici ed antiamericani

TEHERAN - Il sommo leader della rivoluzione islamica sommo ayatollah Khamenei intervenendo alla cerimonia per il 22esimo anniversario della scomparsa del defunto padre fondatore della Repubblica islamica ha definito le tre caratteristiche principali delle rivolte popolari nella regione: Islamico, Contro gli Usa e il regime sionista, Popolari. La nostra posizione per quanto riguarda questi movimenti è chiarissima. Ovunque vi sia un movimento popolare islamica e anti-americano, noi lo sosteniamo ", ha aggiunto il sommo leader precisando che l’Iran non appoggia quelle rivolte che vengono organizzate da Stati Uniti o dai sionisti. "Ovunque gli Stati Uniti o il regime sionista sono coinvolti per rovesciare un governo o per occupare un paese, la nostra posizione e’ contro quella mossa”, ha aggiunto la Guida suprema elogiando comunque l'ondata del risveglio islamico in Medio Oriente e Nord Africa. Tutti i movimenti anti-americani nella regione, ha aggiunto il sommo leader, si sono ispirati alla rivoluzione islamica dell’Iran guidata dal defunto imam Khomeini. L'Ayatollah Khamenei in fine ha messo in guardia contro il complotto di Washington e i suoi alleati per dirottare le rivoluzioni arabo-islamiche: "Gli Stati Uniti non hanno mai agito a favore degli interessi dei paesi della regione. Qualunque cosa abbiano fatto finora è stata contro gli interessi dei popoli della regione.

Regime Sionista: rabbino fa lapidare un cane, per lui è reincarnazione di un miscredente

Regime Sionista: rabbino fa lapidare un cane, per lui è reincarnazione di un miscredente

TELAVIV – L’estremismo e l’ottusione sionista non risparmia nemmeno i cani.Secondo il Corriere della Sera, una corte rabbinica ultraortodossa di Gerusalemme ha stabilito che un cane venga lapidato a morte, definendolo “un’immonda bestia” e ritenendolo l’incarnazione di un avvocato poco gradito per aver, anni fa, offeso i giudici del rabbinato locale.

Il rabbino estremista ha visto il cane randagio mercoledì scorso entrare in un luogo ritenuto sacro, la corte rabbinica per gli affari finanziari, e si è convinto che fosse il suo antico nemico, morto da anni. Il cane è ritenuto un animale impuro dalla tradizione religiosa e ha terrorizzato molte delle persone presenti, soprattutto perché non si lasciava cacciare fuori.

Poi uno dei rabbini ha iniziato a ventilare che si trattasse dell’avvocato reincarnato che li aveva offesi, e gli altri gli sono andati subito dietro. Si è proceduto ad un processo sommario e il cane è stato condannato a morte.

Non si sa se il cane sia stato lapidato sul serio, ma si dice che il rabbino abbia reclutato un gruppo di ragazzini e consegnato loro le pietre, ordinando loro di uccidere all’istante la bestia. Ma il cane, si racconta, ha capito la mal parata e se l’è data a gambe.

“La decisione di lapidare il cane è stata presa dai rabbini a causa dell’offesa arrecata alla corte. Non è stata emessa una vera e propria sentenza ufficiale ma ai bambini è stato detto di lanciare le pietre contro l’animale. L’intenzione non era di causare sofferenze al cane: piuttosto, l’hanno considerato il modo più appropriato per pareggiare i conti con quell’anima che s’è reincarnata nella povera bestiola”, dice l’assistente del rabbino che avrebbe dato l’ordine di condanna a morte.

Il tutto significa che la corte rabbinica è così imbecille da non percepire che il cane non comprende che non deve entrare nei luoghi sacri.

Memorandum per il Referendum

Legge per Equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani.

È stata presentata una proposta di legge che vorrebbe equiparare i repubblichini (aderenti alla repubblica di Salò) ai partigiani che combatterono contro il nazifascismo.

La proposta, che ha come primo firmatario Gregorio Fontana (Pdl), propone l’apertura ai finanziamenti statali (già in essere) a tutte le associazioni di ex combattenti senza limitazioni. Questo significa che non farà differenza sulle motivazioni dei combattenti stessi, che cioè, abbiano combattuto per una nazione libera o per la dittatura. La conseguenza è l’inserimento, in chi ne ha diritto, dell’associazione ex combattenti della repubblica di Salò noti come repubblichini. Pertanto anche il loro riconoscimento nelle forze militari della repubblica.

La proposta di legge nasce dalla necessità di dotare le associazioni di ex combattenti di personalità giuridica dal momento che ricevono fondi dal Ministero della Difesa. Ciò non toglie, però, che i repubblichini non lottarono per l’attuale repubblica, che tra l’altro nasce sulla loro sconfitta, ma per mantenere il vecchio regime totalitario fascista. Sarebbe come legittimare coloro che vorrebbero la fine della repubblica a favore di un qualche regime illiberale e totalitario.

Oltre a ciò, la proposta assegna al ministero il servizio di vigilanza oltre che sulla legittimità dei loro statuti, anche sul controllo delle loro attività e questo fa pensare che si voglia controllare l’attività dell’ANPI.

Già in passato si era tentato di equiparare i repubblichini ai partigiani. Ora si ritorna alla carica.

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http://www.agoravox.it/Legge-per-Equiparare-i.html

Alfano segretario: il regolamento del PdL lo vieta. Come faranno?

Berlusconi vuole promuovere Alfano coordinatore del Pdl, ma lo statuto del partito non lo permette. Per modificarlo ha bisogno di riunire almeno due terzi di tutti gli esponenti locali e nazionali del Pdl. La promozione politica del nuovo "delfino" berlusconiano risulta più difficile del previsto.

In molti nel Popolo della Libertà - dai vertici alla base - chiedono più democrazia interna. Insomma, esigono una svolta, dopo l'ultima catastrofe elettorale. Il Presidente del Consiglio rispond

e convocando in fretta e furia un "ufficio di presidenza", ed imponendo ai presenti la figura di Angelino Alfano, che lascerà il Ministero della Giustizia per diventare "segretario nazionale" del Pdl. Una nomina avvenuta "per acclamazione", "all'unanimità", "senza nessun intervento dissonante", ha spiegato orgoglioso il Premier. Per dirla in sintesi: ha deciso lui, e della democrazia interna, chi cacchio se ne fotte.

Ma il bello deve ancora venire. La figura di "segretario nazionale", all'interno del Pdl, non esiste mica. Lo statuto non la prevede affatto. I probiviri l'hanno cercata per giorni, all'interno delle pieghe del regolamento, ma niente. Per poterla istituire, e permettere ad Alfano di sverniciare il triumvirato composto da Verdini, La Russa e Bondi, bisogna convocare niente popo di meno che il "consiglio nazionale" del Partito. E seguire tutte le procedure del caso. Così ne raccontano su Italia Oggi:

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http://www.agoravox.it/Alfano-segretario-il-regolamento.html

MAFIA: ALFANO, ACCERTAMENTI SU SCARCERAZIONI PALERMO

(AGI) Roma - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano - informa un comunicato - ha disposto immediati accertamenti al fine di verificare se la scarcerazione di quattro fiancheggatori della mafia, decisa dalla Corte di Appello di Palermo, sia conseguente a irregolarita' o a indebiti ritardi nella trattazione del procedimento.

Silvio l'astensionista rivede l'incubo della disfatta di Craxi

Quell'"andate al mare" dell'allora leader socialista fu un boomerang senza precedenti. Il 62,6% che respinse la campagna astensionista fu l'inizio della fine

di FILIPPO CECCARELLI
REFERENDUM inutili, dice Silvio Berlusconi. "Il più inutile fra i referendum" disse Bettino Craxi di quello, sulla preferenza unica, appresso al quale venne giù la Prima Repubblica.Non di rado l'archeologia offre rimarchevoli affinità fra gli eventi, e a scavare nei ritagli di un'epoca ormai remota si scopre che corrono esattamente vent'anni e tre giorni tra la scadenza che mette a rischio il berlusconismo e il voto che il 9 giugno del 1991 determinò il crollo del ciclo di potere craxiano. Risale ad allora il celebre invito di Craxi, "Andate al mare", rivelatosi di lì a poco il più fragoroso boomerang della storia elettorale italiana. L'anno prima erano andati a monte un paio di referendum (caccia e pesticidi), a via del Corso le agenzie demoscopiche di fiducia registravano un clima di estraneità e di stanchezza. Finì invece che 27 milioni di italiani, il 62,6 per cento respinsero la campagna astensionista. E per il leader del garofano fu l'inizio della fine - e non solo per lui.
Il presidente Berlusconi ha qualche ragione per ricordarselo. Forse è per questo che oggi si limita a dire l'indispensabile: la consultazione del 12 giugno nasce "da iniziative demagogiche" e quindi "si vota sul nulla".
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Il pressing del Cavaliere sulla Corte "Ho paura che il quorum ci sarà"

Il premier: basta sentenze politiche. E vede Napolitano
Il capo del governo ha confermato al Colle le prossime dimissioni di Alfano "Ma serve tempo"

di FRANCESCO BEI
ROMA - È l'ultimo argine, eretto in tutta fretta, contro l'arrivo della piena. Il ricorso del governo contro la decisione della Cassazione di far tenere ugualmente il referendum sul nucleare contraddice clamorosamente la strategia decisa due giorni fa dal Pdl. Avevano infatti consigliato al premier di "depoliticizzare" l'appuntamento con le urne, era stata stabilita la "libertà di voto" per non trasformare il 12 giugno in un referendum contro il governo. Di fatto un terzo turno elettorale che potrebbe assestare un colpo fatale alla maggioranza. Per questo, ancora ieri, il Cavaliere ripeteva che il voto "non avrà nulla a che vedere sul governo". Il fatto è che i sondaggi, dopo la svolta impressa dalla Cassazione, danno il quorum come possibile, al 50 per cento. E Berlusconi ha deciso di giocarsi il tutto per tutto, sperando in una bocciatura in extremis dei quesiti.
Per aumentare la pressione sulla Consulta, il Cavaliere era anche pronto a porre il problema ieri direttamente con Giorgio Napolitano. In privato si è infatti lamentato per quella che considera "una decisione tutta politica" della Cassazione, una sorta di processo alle intenzioni, visto che le centrali nucleari, nella legge oggetto del referendum, non esistono più. È stato Gianni Letta a trattenerlo, sconsigliando di sollevare il problema durante l'incontro al Quirinale. Eppure Berlusconi è convinto delle sue ragioni. Tanto più dopo che gli è stato spiegato che la Cassazione ha deciso a maggioranza,confermando i suoi sospetti su una ordinanza tutta "politica". Il relatore designato, Antonio Agrò, si sarebbe rifiutato di scrivere l'ordinanza, costringendo il presidente Antonino Elefante a indicare come estensore il consigliere Gaetanino Zecca. A mossa "politica" Berlusconi ha voluto dunque rispondere con un'altra mossa altrettanto politica: il ricorso alla Consulta. Non a caso ad accompagnare la memoria dell'Avvocatura dello Stato c'è una lettera firmata da Gianni Letta, che chiede appunto l'intervento di fronte ai giudici costituzionali "al fine di evidenziare l'inammissibilità della consultazione".
I margini tuttavia sono strettissimi. "Volete che la Consulta - dice un avvocato-deputato del Pdl - si metta a smentire i giudici della Cassazione?". L'esile speranza di Berlusconi è appesa all'arrivo lunedì, alla presidenza della Corte costituzionale, del giudice Alfonso Quaranta al posto di Ugo De Siervo. Napoletano, coetaneo del premier, Quaranta è considerato vicino al Pdl ed è stato già protagonista di un testa a testa con De Siervo, risultato poi vincitore per un solo voto di differenza.
Nell'incontro di ieri al Quirinale la questione referendum è rimasta dunque fuori dalla porta. Napolitano ha invece chiesto spiegazioni al premier sui prossimi passaggi che investono la successione ad Alfano. Non si sarebbe parlato di nomi, ma solo perché Berlusconi ha messo subito le mani avanti: "Presidente, ci serve ancora un po' di tempo. Alfano è diventato segretario per far fronte a un problema politico che si è aperto nel partito dopo le amministrative". Ora, ha aggiunto Berlusconi, ci saranno alcuni "adempimenti formali" prima di rendere operativa la nomina di Alfano. Lo stesso Guardasigilli intende vedere approvato il suo codice antimafia. "Non appena avrò le idee chiare - ha promesso il premier - ci rivedremo per discutere della nomina del prossimo Guardasigilli".
Durante l'udienza si è quindi fatto il punto sugli incontri internazionali di questi giorni che entrambi - Berlusconi e Napolitano - hanno avuto con i leader presenti a Roma. E ha fatto capolino la vera urgenza del momento, la manovra di correzione che Tremonti sta ultimando a via XX Settembre. Il Quirinale è in allarme, teme infatti che la sconfitta elettorale possa indurre Berlusconi ad abbassare la guardia, Napolitano osserva con preoccupazione il processo a Tremonti che ha già preso il via nel Pdl. E ha fatto sapere che non starà a guardare se l'Italia dovesse essere esposta al rischio Grecia per le esigenze elettorali del Cavaliere.

"La Gelmini ritiri il test sulla seconda lingua"

Rivolta dei presidi delle medie. "No a un'altra prova scritta obbligatoria, esame a rischio"

di SALVO INTRAVAIA
ROMA - Bufera sugli esami di terza media. A meno di tre settimane dal loro avvio, il ministero dell'Istruzione emana una circolare che, contrariamente agli anni precedenti, impone alle scuole di organizzare una prova scritta autonoma per la seconda lingua comunitaria. E i presidi insorgono. Al ministro Mariastella Gelmini fanno sapere forte e chiaro che non ci stanno.
Sostengono che le scuole potrebbero andare incontro a difficoltà per una prova alla quale non sono stati preparati per tempo. A scendere in campo contro la circolare del 26 maggio è la più importante associazione di dirigenti scolastici italiana: l'Anp. Con una lettera inviata al ministero di viale Trastevere lo scorso primo giugno, l'Associazione nazionale presidi chiede il ritiro del documento. "Si chiede - si legge nella lettera firmata dal presidente, Giorgio Rembado - di valutare l'opportunità di diramare una nota integrativa che consenta agli istituti scolastici di gestire l'esame di Stato 2010/11 secondo le deliberazioni già assunte dai rispettivi collegi docenti".
Il perché è presto detto. Le scuole dovrebbero modificare in fretta e furia le deliberazioni assunte a settembre. Inoltre, spiega la missiva, "si vedrebbero costrette ad introdurre una seconda prova scritta ex abrupto, senza che gli alunni abbiano avuto modo di esercitarsi in modo adeguato in tal senso e con evidente pregiudizio per l'esito finale dell'esame".
La questione tocca i destini di quasi 580mila ragazzi che frequentano la terza media, i quali all'ultimo momento si vedrebbero costretti a svolgere anziché quattro, cinque scritti: Italiano, Matematica, Inglese, Francese / Tedesco / Spagnolo e prova nazionale Invalsi. E le ripercussioni potrebbero essere pesanti anche sul voto finale, visto che nella stessa circolare il ministero precisa che proprio il voto finale deve scaturire dalla media aritmetica di quelli "ottenuti nelle singole prove e nel giudizio di idoneità".
Niente media ponderata, quindi. La decisione in extremis di viale Trastevere è dettata dal fatto che essendo "l'insegnamento della seconda lingua ormai giunto a sistema in modo generalizzato, la fase transitoria e sperimentale è da ritenersi superata. Pertanto, si ravvisa l'opportunità che il collegio dei docenti preveda anche per la seconda lingua straniera un'autonoma valutazione all'interno dell'esame di Stato, al fine di garantire pari dignità ai due insegnamenti".
L'insegnamento generalizzato della seconda lingua comunitaria venne introdotto nel 2004/2005. E dopo due anni fu oggetto di valutazione all'esame finale. Ma fino all'anno scorso le scuole potevano scegliere tre strade: prova scritta di Inglese e valutazione della seconda lingua nell'ambito del colloquio; unica prova scritta per entrambe le lingue straniere, con voto unico; prove scritte distinte per le due lingue straniere. E adesso?

Scajola, Udc e Fli dicono no alla casa comune con il Pdl

Le reazioni dopo l'intervista di Repubblica in cui l'ex ministro propone di ricomporre il centrodestra inglobando anche le altre forze. Bocchino: "Ora tutti danno ragione a Fini senza ammetterlo". Ma i finiani si spaccano

ROMA - L'idea di Scajola non piace a Fli e Udc. Che dicono no alla proposta lanciata oggi, nell'intervista a Repubblica 1, per ricomporre il centrodestra in una casa comune che inglobi, oltre al Pdl, anche Unione di centro e Futuristi. L'ipotesi prospettata da Scajola ha fatto molto discutere dentro e fuori il Pdl, ma la palma d'oro per la battuta più caustica se la aggiudica Enzo Carra (Udc), che spiega nel suo blog: "Scajola invita il Pdl a lavorare per 'una casa che riunisca tutti quelli che in questi anni si sono allontanati e che punti all'unità con chi oggi siede sui nostri stessi banchi al Parlamento europeo'. Un buon proposito, onorevole Scajola. A patto di sapere però chi pagherà la casa. Perchè noi dell'Udc in case pagate da ignoti non vogliamo abitarci". Un "no" altrettanto tondo dal finiano Fabio Granata, mentre la "colomba" di Fli, Adolfo Urso, mostra di apprezzare il progetto. E dunque ancora una volta 'falchi' e 'colombe finiane si spaccano.
Il disegno di un superamento del Pdl verso la creazione di un nuovo partito dei moderati significa, per Italo Bocchino, "Di dare ragione a Fini senza ammetterlo".
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