Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
venerdì 10 giugno 2011
Giappone: spunta il te' radioattivo
Morte Aldrovandi, confermate in Appello le condanne ai quattro poliziotti
In terra padana arriva la “Festa popolare antileghista”
Santoro va via: un processo in arrivo per la Rai?
Lo ha detto ieri Bersani ad Annozero, e non è escluso che si possa fare: la Corte dei Conti potrebbe intervenire per danno erariale.
Il danno erariale è una delle giurisdizioni sulle quali ha competenza la Corte dei Conti nei confronti degli amministratori di società pubbliche o parapubbliche, comunque a prevalente controllo dello Stato . E il concetto è che chi giocherella con i soldi del contribuente almenot dovrebbe utilizzarli bene, soprattutto sei sono impiegati in attività con prevalente scopo di lucro. Così ha perfettamente senso quel che il segretario del PD, Pierluigi Bersani, ieri ha sollevato ad ANnozero, ovvero che in seguito al comportamento del management Rai, si possa sollevare presso la Corte dei Conti un bell’esposto per portare Lorenza Lei e soci davanti al giudice contabile italiano per contestarne il comportamento in punta di diritto.
QUESTIONE DI SOLDI – Insomma, lo abbiamo spiegato diffusamente qualche giorno fa: la scelta di pensionare Santoro fa perdere un mucchio di soldi alla Rai. Ma attenzione, la volpe è sempre più furba di quanto non sembri. Di per sé, la scelta di chiudere Annozero non è questionabile giuridicamente, perché si tratta di una risoluzione consensuale del contratto di collaborazione, come a dire: Santoro non è stato cacciato, Santoro se ne è andato di sua spontanea volontà. Certo, poi, tutti sapipamo il come: anni di mobbing esasperato, contratti non firmati, pressioni di ogni genere. Ma in punta di diritto, formalmente dunque, è una sua autonoma decisione. Da questo punto di vista il direttore generale e il consiglio di amministrazione non sono conducibili in giudizio. Ma anche se la scelta, autonoma, fosse quella di defenestrare il conduttore di ANnoero, ancora il rimedio giudiziale non sarebbe probabilmente proponibile. In fondo sarebbe sata una scelta editoriale autonoma dell’azienda, come tale di per sé non reclamabile dal giudice, che non valuta il merito delle scelte discrezionali dell’editore – società pubblica. Come infatti l’intera giurisdizione amministrativa, il giudice del conto non ha la possibilità di sindacare le scelte degli amministratori pubblici: può soltanto valutare se siano sensate.
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http://www.giornalettismo.com/archives/129052/santoro-va-via-un-processo-in-arrivo-per-la-rai/
Cesare Battisti, ora Silvio fa l’ipocrita col Brasile. Come fece con Gheddafi
Il ritorno della politica estera del pupo offeso: dopo la Libia tocca a Lula.
Cesare Battisti è latitante in Brasile almeno da prima del 2007, anno in cui viene arrestato a Copacabana: come a dire, non da ieri. Eppure oggi, dopo la discussa decisione del Tribunale Supremo Federale che ha restituito la piena libertà al terrorista del Proletari Armati per il Comunismo, gruppo stragista degli anni ’70, solo oggi Franco Frattini annuncia che l’ambasciatore italiano può comodamente lasciare Brasilia perchè abbiamo improvvisamente litigato con le bionde spiagge di Rio.
VIA L’AMBASCIATORE – S’è detto di tutto a seguito della decisione del TSF. Che bisognava boicottare i mondiali brasiliani; che bisognava evitare di andarci in vacanza, in Brasile; che bisognava entrare in sciopero della fame. Fino, appunto come abbiamo detto, al ritiro della rappresentanza diplomatica in sede.
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Milano: Pisapia presenta nuova giunta nel pomeriggio
ROMA: MUTI, ''CARO ALEMANNO RINUNCIO A CITTADINANZA ONORARIA''
“Dicevo sì al nucleare e all’acqua privatizzata, ma solo per fedeltà a Silvio”
I finiani si schierano: appoggio ai referendum per cancellare le leggi che hanno votato nel 2008
La legge sul nucleare? Io in aula non c’ero. E se c’ero… Beh l’avrei votata. Per disciplina di partito, per obbligo di maggioranza. Lo dicono gli stessi deputati che oggi non solo invitano i cittadini a partecipare al referendum, ma dichiarano un bel poker di sì alle urne. Lo scopo, abrogare la legge che tre anni fa lor stessi hanno votato, il decreto legge 112 del 25 giugno 2008, convertito nella legge 133 del 6 agosto 2008. In esso, precisamente al comma 1, lettera D dell’articolo 7, si stabilisce che il governo debba redigere il Piano Energetico nazionale che include tra l’altro la costruzione di centrali nucleari.
LIBERALIZZAZIONE ‘PRIVATA’ - Nella stessa legge, all’articolo 23bis, si stabiliscono le norme relative alla gestione dei servizi pubblici di rilievo da parte delle amministrazioni. Questo articolo recepisce le direttive dell’Unione Europea, ma in forma particolarmente restrittiva. Stabilisce infatti che la prestazione del servizio pubblico, ad esempio l’erogazione dell’acqua, deve (e non “può”, come invece è ora) avvenire tramite un privato, una società mista pubblico-privato, oppure una società di capitali interamente pubblica facente capo all’ente di riferimento. In seguito è stato il famoso decreto Ronchi, la legge 166 del 2009, a sancire la preferenza verso la gestione privata, permettendo l’appalto a una società pubblica soltanto in casi eccezionali e tramite un complesso iter burocratico.
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Referendum: il Colosseo si sveglia in veste “No atomo”
Milano: Fassino risarcito per l'intercettazione pubblicata abusivamente
Libia: 'lacune Nato, missione a rischio'
'Ndrangheta, 12 fermi nel cosentino "Volevano uccidere un magistrato"
I provvedimenti riguardano alcuni presunti affiliati alla cosca Abbruzzese
COSENZADodici persone sono state sottoposte a fermo di indiziato di reato nel corso di un operazione dei carabinieri della provincia di Cosenza con la collaborazione del commissariato della polizia di stato di Castrovillari. I provvedimenti, restrittivi sono stati emessi dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) di Catanzaro, e riguardano alcuni presunti affiliati alla cosca Abbruzzese , egemone nel territorio dell'alto Jonio cosentino.Etna, rimborsi per le ceneri Scapagnini torna in aula
L'ex sindaco di Catania di fronte ai giudici della Corte d'appello. E' accusato di abuso d'ufficio per i risarcimenti ai dipendenti del Comune per i danni subiti dalle polveri del vulcano. Tre giorni prima delle elezioni
Romano, il pm insiste per l'archiviazione ma accusa: "Emerso quadro di contiguità"
Udienza davanti al gip Giuliano Castiglia per decidere sulla richiesta del sostituto procuratore Nino Di Matteo. Parola anche alla difesa. Il giudice si è riservato di decidere
Sor Bossi e gli altri furbetti del parlamentino
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Rubbia: "Nucleare costa troppo puntare su mix gas-geotermia"
Alla vigilia del referendum sull'atomo, parla il premio Nobel: "Guai a ignorare la lezione di Fukushima". Dal sottosuolo di Lazio, Toscana e Campania un potenziale pari a quattro impianti alimentati ad uranio
di ANTONIO CIANCIULLO
Poste, zero interessi sul conto corrente La nuova strategia? Imitare le banche
Il tasso di interesse lordo per i correntisti Bancoposta passerà da 0,15 per cento a zero. La proposta inviata a oltre 5 milioni di utenti. La strategia: chiudere i vecchi conti per passare a un nuovo prodotto che azzera i costi con l'accredito di stipendio o pensione
di LUCA PAGNIOffensiva del premier per far saltare la Lei
La manager di Viale Mazzini costretta a vedere grandi investitori senza sapere i nuovi palinsesti
di GOFFREDO DE MARCHISROMA - Santoro fuori dalle scatole non basta. Silvio Berlusconi sceglie la strada della spallata a Viale Mazzini. Vuole mandare a gambe all'aria l'azienda, cambiare tutto. Nel mirino adesso c'è Lorenza Lei, il direttore generale. Deve saltare, chi se ne importa se è lì da appena un mese. Sul conduttore di Annozero ha sbagliato, avrebbe dovuto strappare la clausola di non concorrenza. Santoro si prepara a far danni su La7 e forse anche altrove. Dunque, avanti a testa bassa. L'oltranzismo del Cavaliere non risparmia nessuno, nemmeno l'ascoltatissimo consigliere, l'amico Fedele Confalonieri, che gli ha fatto capire come la guerra alle star della tv pubblica può danneggiare soprattutto la pubblicità su Mediaset. Berlusconi non ci sente. Va al duello con Raitre. Con Ballarò, con l'informazione di sinistra.L'ordine di disertare il consiglio di amministrazione ai cinque membri del centrodestra viene dall'alto, dal premier. È un gesto di rottura devastante che non rimane senza conseguenze. Oltre alle proteste di Paolo Garimberti, Luca Calamaro, il giudice della Corte dei Conti che siede nel cda, fa verbalizzare quello che annuncia il collasso di Viale Mazzini, lo tsunami capace di spazzare via la televisione pubblica. "Siamo riuniti da tre giorni e non riusciamo ad approvare i palinsesti. Non mi interessano le questioni politiche, ma dev'essere chiaro che si sta determinando un gravissimo danno economico all'azienda", detta il magistrato contabile al segretario del consiglio. Nero su bianco. Il commento diventa un atto ufficiale. Se anche la riunione di lunedì dovesse saltare, la Corte aprirà inevitabilmente un'inchiesta. Perché senza palinsesti la Rai non può vendere gli spot, perde milioni di euro. Oggi la Lei incontra due grandi investitori e non sa quale Rai presentare: quali programmi, quali conduttori.Lo spolpamento di Raidue e l'offensiva contro Raitre stanno diventando molto più di un caso politico. Stanno diventando una questione di vita o di morte per l'azienda. Con i conti in rosso e la pubblicità che la abbandona insieme con i programmi più seguiti, "la Rai rischia di non pagare gli stipendi ai suoi 13 mila dipendenti", è l'allarme rosso del consigliere Nino Rizzo Nervo.Minzolini è una tassa da 600mila euro. A carico nostro
Il direttorissimo perde spot e audience. E chi paga?
La barzelletta che più si sente dire in giro su Michele Santoro è che “fa propaganda con i soldi del canone”. Visti i pulpiti da cui viene la predica, bisognerebbe semplicemente ignorarla per andare avanti. Ovvero, basterebbe notare che Annozero ha fatto entrare nella casse della Rai 15 milioni di euro, di fronte a spese per 7 milioni, per zittire chi la pensa così.
MA C’E’ DI PEGGIO - In realtà, però, c’è di peggio. Ovvero, che c’è davvero chi fa propaganda con i soldi del canone, in Rai. Ovvero, chi continua a perdere soldi e share per condurre il telegiornale, soldi che comunque verranno ripianati proprio dal canone. E’ Augusto Minzolini:
Q uasi 700 mila telespettatori danno la valutazione più democratica al Tg1 di Augusto Minzolini. Loro hanno smesso di guardarlo dal giugno 2009 con la prima apparizione e il primo editoriale. Ma chi resiste e chi è abbonato, assieme ai 700 mila transfughi, deve sapere che con il canone paga anche i buchi che Minzolini provoca al patrimonio di Viale Mazzini con la stessa leggerezza con cui censura le notizie. Per rimediare al 4% di share scomparso, dal primo gennaio (elaborazione dati Auditel studio Frasi), la Rai ha ridotto di 30 secondi la pubblicità in coda al Tg1: mezzo minuto che vale tra i 40 ai 50 mila euro al giorno. Totale: 600 mila euro nel 2011, per adesso.
Carlo Tecce, sul Fatto Quotidiano, spiega poi che a questo bisognerebbe aggiungere le multe:
Poi c’è il capitolo multe multe che misura la qualità del Tg1, anzi, il suo tasso di fedeltà al governo. Il direttorissimo ha affrontato due campagne elettorali: le regionali 2010, le amministrative 2011. L’anno scorso ha rimediato una sanzione di 100 mila euro dall’Agcom per aver violato la par condicio. Anche se è superfluo specificare, il Tg1 apriva i microfoni a B., Lega, Pdl e ignorava le opposizioni. Quest’anno la raccolta è migliore: due multe nel giro di una settimana, prima un avviso di 100 mila euro e poi, perché recidivo al pari del Tg4 di Emilio Fede, altri 258 mila euro per il messaggio a reti unificate di Silvio Berlusconi.
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Silvio ordina: “Fuori Fazio, Floris e Gabanelli”
Bloccato il Cda con i palinsesti in Rai. Per ordine del premier?
Ne parla Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano: l’annullamento del consiglio di amministrazione della Rai di ieri in cui si doveva decidere dei palinsesti per la prossima stagione è arrivato a causa dell’assenza “strategica” dei cinque consiglieri in quota al centrodestra. E il motivo, a quanto pare, risiede in una telefonata di Silvio Berlusconi (o chi per lui):
Cinque chiamate di Silvio Berlusconi ai cinque consiglieri di maggioranza, a poche ore dal voto in Cda per i palinsesti autunnali. Un messaggio semplice: “Non vi azzardate a votare quel pacchetto con i soliti programmi di sinistra”. Annientate il terzo canale. E i cinque disertano l’assemblea per far mancare il numero legale e costringono il direttore generale Lei a rinviare l’ora fatale a lunedì. Tre giorni per spingere verso la porta i conduttori invisi al Cavaliere, aumentare trappole e tranelli per favorirne la fuga. Non c’è un motivo, o una spiegazione tecnica, ai consiglieri ammutinati. Antonio Verro nega al Fatto di aver eseguito un ordine di Berlusconi, anche se conferma di sentirlo con frequenza. Parla con Il Fatto propr io mentre sta per raggiungere Berlusconi a Palazzo Grazioli. Ma per decifrare le intenzioni del Cavaliere, basta leggere le dichiarazioni di Verro, ex deputato di Forza Italia. Come se il verbo di B. si fosse impossessato del suo corpo: “Rai3 si configura sempre più come un’enclave separata dal resto dell’offerta aziendale. Non voglio mandare a casa Floris, ma ritengo che possa cambiare B a llarò”. Ecco, la sequenza berlusconiana: Ballarò, Repor t, Che tempo che fa,Parla con me e via a recitare un elenco che il Cavaliere conosce bene.
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http://www.giornalettismo.com/archives/129015/silvio-ordina-fuori-fazio-floris-e-gabanelli/