Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
venerdì 9 settembre 2011
Il sexy shop sotto casa di D’Alema
Apre un negozio automatico di “gingilli”e lui sottoscrive un documento contro la nuova attività commerciale
La storia ce la racconta Libero in un articolo di Rita Cavallaro:
Apre un sexy shop automatico nella Roma bene e tra gli abitanti monta la rabbia. Tanto che, contro il negozio che offre sex toys e video hard ai clienti più timidi, è stata addirittura organizzata una raccolta firme degli indignati residenti, i quali chiedono a gran voce la chiusura del “luogo della perdizione”. Un piccolo locale al civico 27 di via Avezzana, proprio accanto al palazzo dove vive Massimo D’Alema.
Perché D’Alema abita proprio lì, con i figli:
Ebbene, il presidente del Copasir possiede nella stradina a pochi metri da piazza Mazzini ben due appartamenti, venti vani tra il primo e il secondo piano. In uno vive lui con la moglie Maria Rosaria Giuva, quello sopra è intestato ai figli. D’Alema non ha ancora sottoscritto il documento contro la nuova attività commerciale, ma sono in tanti a giurare che quel sexy shop in bella vista sotto il suo balcone non gli piaccia affatto e che la consorte abbia più volte manifestato la sua contrarietà. A preoccupare non solo gli abitanti di via Avezzana, ma anche i condomini che vivono a via Nicotera, Pimentel e Sanfelice; è il fatto che “Sex is Now” (questo il nome della videoteca automatica per adulti) possa trasformare la stradina nel cuore di Prati in un ritrovo per amanti del sesso.
Proprio per questo i residenti (tra cui D’Alema, a quanto pare) si stanno attrezzando per fermarlo:
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http://www.giornalettismo.com/archives/146207/il-sexy-shop-sotto-casa-di-dalema/
“Santoro litiga con il Fatto per la sua tv”
Libero ci racconta le peripezie del conduttore per il suo nuovo programma
Sempre molto british, Libero oggi dedica un’altra mezza pagina a Michele Santoro e al suo progetto di un nuovo programma televisivo che andrà in onda sulle “piccole” tv, al di fuori del circuito Rai-Mediaset-La7:
Insomma, ogni puntata una piazza diversa, in modo da andare incontro alle varie emittenti partecipanti al progetto:Fra le televisioni private che hanno aderito al progetto figurano anche emittenti, come Telenorba e Telelombardia, visibili sul bouquet di Sky. Un elemento questo, tutt’altro che secondario, considerata la frammentazione dell’etere televisivo, alle prese con il passaggio al digitale terrestre. A guidare l’operazione, sotto il profilo tecnico, sarà l’editore lombardo David Parenzo, che partecipa al progetto con Mediapason, società che controlla le emittenti Telelombardia e Antenna tre. Parenzo metterà a disposizione di Santoro studi televisivi e troupe per la “confe – zione” del programma, oltre alla concessionaria pubblicitaria per la raccolta degli spot. Non è detto, però, che Santoro non intenda percorrere la strada del programma itinerante, anche se più costoso (circa il 30% in più), come ha sperimentato con Raiperunanotte e Tuttinpiedi, esperimenti televisivi realizzati a Bologna.
Indennità e vitalizi d'oro, la beffa dei tagli alla politica e le promesse non mantenute
Non c'è traccia di «scelte epocali» e risparmi milionari. Via anche la norma sull'ineleggibilità dei corrotti.
«E tu osi credere ai tuoi occhi invece che a me?». Il fastidio con cui nella maggioranza vivono lo scetticismo dei cittadini nei confronti dei tagli alla politica ricorda la battuta di una leggendaria diva del cinema al marito che l'aveva sorpresa a letto con un amante: ma come, non ti fidi?
Il guaio è che di impegni, promesse, giuramenti, in questi anni ne abbiamo sentiti davvero troppi. Prendiamo due titoli di poche settimane fa dell'Ansa. Il primo: «Ok a bilancio Camera, tagli per 150 milioni». Il secondo: «Via libera Senato a tagli per 120 milioni». Non c'è estate, praticamente, che le agenzie non annuncino tagli radicali. Tutti futuri: il prossimo anno, nei prossimi due anni, nei prossimi tre anni... Poi vai a vedere e scopri che le spese correnti, quelle che contano, non scendono mai. E se Montecitorio nel 2001 costava 749,9 milioni di euro oggi ne costa un miliardo e 59 milioni. Sforbiciata reale nel 2011: meno 0,71%. E se Palazzo Madama dieci anni fa costava 349,1 milioni oggi ne costa 574. Con un aumento del 65%. In un decennio in cui il Pil pro capite italiano è calato del 4,94%. Sforbiciata reale nel 2011: 0,34%. Meno di un centesimo della amputazione radicale ai fondi per la cultura, falcidiati in un decennio del 50,2%.
E se al Quirinale va riconosciuto d'avere tentato di frenare la macchina impazzita e ormai quasi incontrollabile con un aumento del 5,07% negli ultimi anni seguiti al divampare delle polemiche sui costi della politica, non si può dire lo stesso per il Senato (+9,37%), la Camera (+12,64), la Corte Costituzionale (+11,48) e soprattutto il Cnel, schizzato all'insù, dopo un periodo di magra, del 20% tondo: il quadruplo dell'aumento del Colle.
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Il legale di Tarantini rivela ai pm: ho ricevuto l'incarico dal Cavaliere
E Gianpi conferma: mi pagò l'avvocato Portai a casa del presidente anche amiche di mia moglie della Bari bene
Giampaolo Tarantini |
Il piano di Obama: 447 miliardi per far ripartire economia ed occupazione
L'appello del presidente: «Votatelo subito». Taglio fiscale per i lavoratori dipendenti. l'apertura dei Repubblicani
Brak Obama al Congresso (EPA) |
L'APERTURA DEI REPUBBLICANI - La prima reazione da parte repubblicana è stata di apertura. Il presidente della Camera John Boehner, nonostante più volte non si fosse alzato con il resto dell'emiciclo durante gli applausi in piedi, ha fatto sapere subito che il piano Obama «merita considerazione» e che «è mia speranza che si possa lavorare insieme». Parole lontane però da quelle della destra del partito, con diversi esponenti vicini al Tea Party che non si sono neppure presentati ad ascoltare il presidente.
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Gigantesco blackout in sud Usa e Messico
Caso Tarantini: Ghedini, mai occupato di contabilita' personale Berlusconi
Minacce di Panetta e Sarkozy all’Iran, qualcosa bolle in pentola?
Nelle ultime settimane il presidente francese Nicolas Sarkozy ed il capo del Pentagono Leon Panetta hanno fatto dichiarazioni anti-iraniane molto dubbie, nel senso che le loro parole hanno punti in comune che lasciano pensare al fatto che l’Occidente, abbia ordito un nuovo complotto contro la Repubblica Islamica dell’Iran.
Sarkozy ha prima minacciato l’Iran di una guerra preventiva e poi ha persino prefissato una data, 3 anni, entro cui in Iran si dovrebbe verificare una rivolta sul modello dei paesi arabi.
Anche Panetta ha detto che presto ci sarà una insurrezione in Iran ed ha insistito sul fatto che è solo questione di tempo.
Le dichiarazioni sono decisamente dubbie anche perchè i disordini verificatisi dopo le elezioni del 2009 in Iran, come poi dimostrò il ministero dell’intelligence iraniano, avvennero grazie all’intromissione di elementi finanziati e organizzati dall’estero.
È probabile che nella pentola degli occidentali stia bollendo qualche altro complotto.
Quello che però ignorano sia Sarkozy che Panetta, è che in Tunisia, Egitto, Libia, Yemen e Bahrain, il sentimento dominante è l’odio per gli americani e per le dittature filo-occidentali. In questo senso un cambiamento storico in Iran si è già verificato nel 1979 quando la rivoluzione islamica cacciò dal paese l’uomo di fiducia degli Stati Uniti, Mohammad Reza Pahlavi.
Dunque non è l’Iran che storicamente debba seguire i paesi arabi ma in realtà sono i paesi arabi che a circa 30 anni dalla rivoluzione iraniana, hanno imboccato la stessa via del “risveglio islamico” e potrebbero dar vita, tutti insieme, ad un vero e proprio Rinascimento in versione islamica.
Infatti, basta immaginare che paesi come Yemen, Bahrain o Tunisia divengano forti e progrediti come l’Iran di oggi. Allora, il mondo islamico, sarà veramente tutta un’altra cosa.
Egitto: oggi milioni in piazza Tahrir per protestare contro giunta militare
Iran: missili Nato in Turchia sono minaccia per pace nella regione
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Italia: Berlusconi come capobanda, a Lavitola disse di non tornare
I parlamentari si tagliano i tagli: salvo lo stipendio degli avvocati-onorevoli
Il Quirinale smentisce la Lega, polemica di Castelli con il Colle.
ROMA - Anche la casta paga i sacrifici, ma solo la «casta romana» si rifiuta di farlo? La Lega, generalizzando, vorrebbe che fosse così: e il vice ministro Roberto Castelli si spinge ancora più in là. Prova a sbrecciare l’immagine del Colle, comesimbolo addirittura della «super-casta romana», ma deve fare precipitosamente retromarcia. Perchè l’obiettivo polemico è sbagliato. «I politici - attacca Castelli - hanno stabilito il taglio delle proprie indennità, pagano il contributo di solidarietà e hanno messo il limite al cumulo con lo svolgimento della libera professione, dopo aver decurtato già a inizio anno i propri emolumenti». Benissimo. «Ma c’è una super casta romana - incalza l’esponente del partito di Bossi - che non se ne vuole dare per inteso e vuole mantenere tutti i propri privilegi». Cita il maxi emendamento del governo, il senatore Castelli, e sostiene che lì «si può trovare una disposizione che esonera dal taglio delle indennità prevista per tutti gli organi costituzionali i super boiardi della Corte Costituzionale e della presidenza della Repubblica. Mi rivolgo al presidente della Repubblica», affinchè intervenga a sanare questo che i leghisti considerano un terribile sconcio. Ma sconcio non è. Visto che fra gli emendamenti ce n’è uno che stabilisce il contributo di solidarietà per tutti i membri degli organi costituzionali e l’eccezione riguarda soltanto la Consulta. All’attacco dell’esponente leghista risponde subito il Quirinale con una nota. Vi si legge: «Si rileva non solo che il Quirinale è estraneo alla formulazione della norma contenuta nel maxi-emendamento del governo di cui il senatore Castelli fa parte, ma anche che a tutto il personale della Presidenza della Repubblica già si applica il contributo di solidarietà a suo tempo introdotto per la pubblica amministrazione». Conclusione: «Naturalmente, ogni determinazione in materia può essere esplicitata dal governo; è ad esso che spetta dare chiarimenti e indicazioni in proposito». Righe a cui fa seguito a stretto giro di posta il pentimento di Castelli: «Mai detto che la norma sui super-boiardi sia stata ispirata dal Colle». Intanto, nella corsa fra le istituzioni a chi è più virtuosa, Palazzo Chigi partecipa per quanto riguarda il contributo di solidarietà, e ha tenuto più volte a fare sapere, in queste settimane, che «i nostri dirigenti si sono già assoggettati al contributo di solidarietà dal primo gennaio 2011».
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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=162275&sez=HOME_INITALIA
Inondazioni nel Nordest degli Usa, 100mila evacuati e 5 morti Decretato lo stato d'emergenza per New York
Intercettazioni, il governo studia una legge-lampo
La maggioranza prepara un ddl di pochi articoli da approvare con la fiducia. Tramonta l'idea di un decreto che non avrebbe passato l'esame del Quirinale
di LIANA MILELLANitto Palma
M.O.: USA PORRANNO IL VETO PER STATO PALESTINESE ALL'ONU
“La Minetti ad Arcore vestita da suora”
Fadil Imam, una modella marocchina, ha raccontato ai pm le sue serate ad Arcore. E i giochi per Silvio
Nuovo capitolo dell’indagine milanese sulle feste ad Arcore che ha portato Silvio Berlusconi al processo per concussione e prostituzione minorile. L’8 agosto scorso si e’ presentata spontaneamente in Procura una modella marocchina, Fadil Iman, che – stando a quanto riportato dal telegiornale di La7 questa sera – ha raccontato di essere stata portata ad Arcore da Emilio Fede, incontrato nel 2010 nel ristorante milanese Giannino, in una serata dove era presente anche Lele Mora.
LA SUORA E LA CROCESSINA - La giovane ha spiegato ai magistrati di avere partecipato a una serata durante la quale ha visto la consigliera regionale Nicole Minetti e Barbara Faggioli esibirsi in un ballo provocante attorno ad un palo, travestite con una divisa che poteva sembrare, secondo quanto detto dalla indossatrice, da suora o da crocerossina. Vedendola sconvolta di fronte a questa scena, il premier avrebbe invitato le due protagonista del ballo a essere meno provocanti e avrebbe fatto fare un giro nella villa alla modella. Poi, avrebbe consegnato alla giovane una busta contenente duemila euro. In seguito, Fadil Iman si sarebbe recata altre volte ad Arcore dove, stando al suo racconto, le serate si sarebbero svolte in un clima di tranquillità. (Agi)