lunedì 21 marzo 2011

Libia: giornalisti possono rientrare a base militare Trapani

Trapani, 21 mar. - (Adnkronos) - Cambio di programma al comando del 37° stormo dell'Aeronautica militare a Trapani Birgi. Dopo la decisione di fare uscire immediatamente tutti i giornalisti dalla base militare, comunicata poco meno di un'ora fa, gli ufficiali dell'Aeronautica hanno fatto sapere che la stampa puo' nuovamente rientrare. Cosi', le decine di giornalisti che erano stati fatti uscire in pochi minuti stanno facendo rientro alla base.

Libia: Obama, posizione Usa e' che Gheddafi vada via

Santiago, 21 mar. - (Adnkronos) - "La politica Usa e' che Gheddafi vada via". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama rispondendo a una domanda sulla Libia nel corso della conferenza stampa congiunta con l'omologo cileno, Sebastian Pinera, nel palazzo La Moneda di Santiago.

Libia...

Libia, ancora in azione nostri aerei

Un F-16
Trapani, 21 mar. (Adnkronos/Ign) - Proseguono le operazioni della coalizione internazionale sui cieli della Libia. E' il terzo giorno di 'Odyssey Dawn'.

L'intensità dell'azione militare Usa in Libia potrebbe avere già raggiunto il suo picco. Lo rende noto il portavoce dell'Africa Command statunitense, Vince Crowley, che spiega: "Stiamo passando dalla fase di azione alla fase di pattugliamento, la partecipazione dei nostri aerei si è in qualche modo ridotta". Comunque la no-fly zone coprirà presto un'area di 1.000 chilometri, ha detto il generale statunitense Carter Ham, comandante di Africom. Ham ha ricordato che l'obiettivo della missione è la "protezione dei civili".

L'intervento militare in Libia è stato finora "un successo", ha affermato il ministro degli esteri francese Alain Juppè al termine del Consiglio Ue affari esteri a Bruxelles. Secondo il ministro, infatti, l'intervento della 'coalizione dei volenterosi' ha "evitato un bagno di sangue" tra i civili a Bengasi, dove si sono asserragliate le forze d'opposizione al regime di Gheddafi.

Juppè ha anche dichiarato che la Nato è "disposta a intervenire a sostegno" della coalizione "tra qualche giorno". E nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo sul comando Nato per l'operazione, l'Italia, fa sapere il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini, potrebbe decidere di assumere il controllo delle proprie basi. Se non si arrivasse ad un comando unico sotto l'ombrello della Nato, "dovremo trovare un modo affinché, se ci fosse la moltiplicazione dei comandi, l'Italia assuma la responsabilità del controllo sulle proprie basi".

Aut aut dalla Norvegia, le cui forze non verranno impiegate "fino a quando non sarà chiarito chi ha il comando delle operazioni", ha annunciato il ministro della Difesa norvegese Grete Faremo, citata dalla Ntb.

Quanto al rimorchiatore italiano bloccato dalle autorità libiche sabato, il mezzo è ancora in navigazione e non ha raggiunto un attracco. Frattini ha dichiarato: "E' una rotta che stiamo seguendo molto da vicino per evitare in primo luogo rischi all'incolumità degli italiani a bordo".
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Berlusconi contestato a Torino

Applausi da una parte e fischi dall’altra a Torino per il premier Silvio Berlusconi, giunto nel tardo pomeriggio per la presentazione del candidato sindaco del centrodestra, Michele Coppola.
Sceso dall’auto davanti all’albergo nel centro della città, Berlusconi ha salutato alcuni simpatizzanti del Pdl che lo hanno applaudito, sventolando bandiere del partito. Qualche decina di metri più lontano, dietro le transenne e le camionette della Polizia, in piazza Carlo Felice alcune centinaia di persone tra rappresentanti e simpatizzanti del Popolo Viola, Rifondazione, Cub, No Tav e Giovani del Network Antagonista manifestano invece al grido di “Buffone, buffone, dimettiti”.
Radunati nella centralissima via Roma, davanti all’hotel Principi di Piemonte dove il premier presenta il candidato, i manifestanti sono tenuti a distanza da polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa. Un momento di tensione c’e’ stato all’arrivo di Berlusconi all’hotel, con lanci di oggetti, bottiglie di birra e cartelloni verso il cordone di polizia. Alcuni negozi e bar, presi alla sprovvista, hanno chiuso le serrande mentre una massa di persone gridava “Dimissioni” e “Fuori la mafia dallo Stato”.

Obama in Cile: il popolo lo contesta in piazza

Obama in Cile: il popolo lo contesta in piazza

SANTIAGO - Una grande manifestazione contro l'imminente visita del presidente americano Barack Obama in Cile si e' tenuta oggi a Santiago. La protesta popolare avviene dopo un recente accordo nucleare tra i due paesi. I cileni si preparano ad "accogliere" Obama, il cui arrivo a Santiago è previsto per lunedì prossimo.

Diverse Organizzazioni dei diritti umani, gruppi di studenti e insegnanti si sono mobilitati per organizzare le manifestazioni contro il capo della Casa Bianca. Lo ha annunciato, in un comunicato, il “Collegio dei Professori del Cile”, che intende chiedere ad Obama il rispetto “dell’emancipazione e dell’integrazione dei popoli in America Latina”. Insomma, il capo di Stato Usa si deve preparare ad un “caldo” benvenuto in un Paese dove Washington ha tanto da farsi perdonare.

I manifestanti hanno chiesto, infatti, al capo di Stato Usa di assumersi la responsabilità del suo Paese nel colpo di Stato militare contro il governo dell’ex presidente cileno Salvador Allende, e nelle gravi violazioni dei diritti umani che sono rimaste impunite nella nazione sudamericana.

Inoltre, nel comunicato, si denuncia con toni accesi la politica imperialistica e interventista di Washington in Libia, il mantenimento del blocco contro Cuba e l’ingiusta detenzione negli Stati Uniti dei cinque combattenti antiterroristi cubani, Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerrero, René González y Fernando González.

“Chiediamo la fine dell’embargo contro Cuba, la più grande delle violazioni dei diritti umani nei confronti di un paese”, sottolinea il documento, in cui si chiede anche la fine della politica aggressiva contro Venezuela, Ecuador, Bolivia, Nicaragua e Argentina.

“Il Cile non è un modello di democrazia e libertà come invece presentata dalla Casa Bianca” si legge ancora nel comunicato “perché i Mapuche, i Rapanui, i lavoratori e la grande maggioranza della popolazione sono espressione della disuguaglianza e dell’esclusione imperante nel Paese”.

Emblematica è la vicenda di 34 prigionieri politici di etnia mapuche, tra cui due minorenni, detenuti nelle carceri di Temuco e Concepción, Angol, Valdivia e Lebu, che da mesi chiedono di non essere giudicati secondo la Legge Antiterrorista, imposta nel 1984 dal dittatore Augusto Pinochet. Che domandano con forza l’eliminazione del “doppio processo” (militare e civile) e la fine del controllo militare nelle zone della comunità mapuche.

Richieste che non fanno una piega. Se infatti la riforma processuale penale vale per tutti gli altri cileni, non si capisce per quale motivo per i prigionieri indigeni, la cui unica colpa è rivendicare i diritti ancestrali su terre e risorse, viene applicata la Legge Antiterrorista.

Pertanto, per il celebre avvocato cileno Eduardo Contreras, la prima cosa che Obama dovrebbe fare a Santiago sarebbe chiedere “scusa” al popolo cileno.

“Come è stato denunciato dallo stesso Senato nordamericano e come tutti sanno, gli Stati Uniti sono responsabili del golpe dei generali traditori in Cile nel 1973” ha dichiarato l’avvocato all’agenzia di stampa Prensa Latina, aggiungendo che “l’imperialismo Usa” cospira “contro il cambiamento democratico” e “contro qualsiasi governo progressista” in America Latina.

“I disabili sono un peso, siamo aziende e non servizi sociali!”

Un gruppo su Facebook (e un sito web) invitano a cacciare gli handicappati dalle imprese. Ma è solo una trollata, ben fatta

Qualcuno, sul web, ci e’ rimasto davvero male, tanto da proporre una petizione per invitarli ad uscire allo scoperto. Ma difficilmente otterra’ dei risultati, perche’ gli imprenditori “meritocratici” che hanno fatto volantinaggio nella zona di Cinisello Balsamo, aperto un sito web e un profilo su Facebook (prima chiuso, ora nuovamente disponibile), e che con toni provocatori si dicono contrari alla presenza di persone disabili in azienda perche’ “non producono e creano solo problemi”, resteranno con tutta probabilita’ nell’ombra. E non perche’ non abbiano coraggio di esporsi, ma perche’ il loro fine e’ probabilmente un altro: solo quello di far parlare di se’, di creare dibattito, di inventare un argomento di discussione e di osservarne la discussione.

UNA TROLLATA – Il forte dubbio, insomma, che arriva a rasentare la certezza, e’ che il gruppo anti-disabili in azienda non sia che una bufala: un “troll”, per usare il gergo di internet e delle comunita’ virtuali, un esempio di gruppo creato ad arte – e da persone particolarmente capaci di nascondere le proprie tracce informatiche – per proporre messaggi provocatori, fomentando gli animi, con lo scopo di osservare le reazioni, di far parlare di se’, di trovare spazio e ascolto nel grande spazio di internet. E provocatori i contenuti del sito web (http://www.imprenditorimeritocratici.tk/) lo sono davvero: “Siamo aziende, non servizi sociali”, dicono gli imprenditori, che assicurano di non essere dei mostri, di non voler fare una crociata contro i disabili e di essere anzi nient’altro che degli onesti professionisti, ma che poi distribuiscono per strada nel milanese e invitano a scaricare dal web volantini che affermano chiaramente che “nelle nostre aziende non c’e’ spazio per chi non produce”. La filosofia di fondo proposta e’ semplice: le aziende “sono fatte per produrre” e “per dare lo stipendio a chi se lo merita”; i disabili che la legge obbliga ad assumere in azienda, invece, “non rendono come le altre persone” e “per lo piu’ creano problemi”. No dunque alla loro presenza in azienda: concetto espresso da un cartello stradale di divieto con nel mezzo il simbolo della sedia a ruote. Un vero e proprio “divieto di disabile”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/118622/i-disabili-sono-un-peso-siamo-aziende-e-non-servizi-sociali/

Yemen, raffica di defezioni tra militari e diplomatici. Monito della Ue a Saleh

Sana'a, 21 mar. - (Adnkronos/Ign) - Resta alta la tensione nello Yemen dove continua la protesta per chiedere le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, nonostante la repressione che nei giorni scorsi ha provocato decine di morti. Carri armatidell'esercito sono stati dispiegati in mattinata per le strade del centro di Sana'a mentre si registra una raffica di defezioni tra militari e diplomatici che, di ora in ora, passano dalla parte dei manifestanti.

Ultimo della lista il governatore di Aden, Ahmad Qaatabi che ha lasciato il suo incarico, come hanno riferito funzionari del suo ufficio, dopo i violenti scontri tra manifestanti antigovernativi e forze di sicurezza che ci sono stati proprio ad Aden, seconda città più grande dello Yemen.

Prima di lui era passato con i rivoltosi il maggiore Sadiq Ali Sarhan, capo della difesa aerea del primo battaglione corazzato di Sana'a. Ma anche il generale Ali Muhsin al-Ahmar, capo carismatico dell'esercito e fratellastro del presidente Saleh, seguito dal maggiore Nasir al-Jahuri, capo del 121esimo battaglione dell'esercito.

Anche tra i diplomatici in molti stanno abbandonando Saleh. E' di oggi la notizia delle dimissioni dell'ambasciatore yemenita a Damasco, Abdel Wahab Tawaf, che ha protestato contro la repressione condotta dal suo governo nei confronti dei manifestanti. Lasciano i loro incarichi e passano all'opposizione anche l'ambasciatore al Cairo, Abdel Wali al-Chemiri, quello presso la Lega Araba, Abdel Malek Mansour e quelli in Arabia Saudita, Kuwait, Indonesia, India, Algeria e Spagna.

Prima di loro si erano dimessi gli ambasciatori yemeniti presso le Nazioni Unite e il Libano.

"Massima preoccupazione" per l'evolversi della situazione in Yemen e "l'aumento della violenza", viene espressa dalla Ue che ha condannato l'uso della forza contro i manifestanti. Per questo se le autorità del paese non dovessero garantire l'incolumità di chi protesta, "il Consiglio Ue e gli stati membri rivedranno le loro politiche nei confronti dello Yemen", si legge nelle conclusioni del Consiglio Ue affari esteri adottate dai ministri dei 27 a Bruxelles.

"E' responsabilità delle autorità yemenite garantire il pieno rispetto per tutti dei diritti umani e delle libertà fondamentali, e i responsabili per le vittime e i feriti saranno ritenuti responsabili e dovranno rispondere delle loro azioni davanti alla giustizia", si afferma nelle conclusioni di Bruxelles.

Per questo i ministri degli esteri dell'Ue invitano il governo dello Yemen e tutte le parti a "impegnarsi in un dialogo costruttivo, complessivo e inclusivo senza attendere oltre".

Fukushima, radiazioni su tutto il Giappone

Wall Street Journal accusa: “Tepco frenò intervento per salvare l’impianto”. Per il governo, “il 60% del disastro ha natura umana”

contadino 300x200 Fukushima, radiazioni su tutto il Giappone

Rilevata radioattività in cibi prodotti a 1300 km da Fukushima – pari alla distanza aerea tra Bolzano e Lampedusa. Il governo annuncia la disattivazione della centrale, e il Wall Street Journal accusa: “Tepco ritardò volontariamente intervento iniziale per salvare l’impianto”.

La centrale di Fukushima sarà disattivata. Lo comunica il portavoce del governo nipponico Yukio Edano, durante una conferenza stampa: ” guardando oggettivamente la situazione, è chiaro quello che bisogna fare”. Spegnere le luci e chiudere il baraccone. Già da diverse ore i tecnici stanno gettando il cemento vetrificante per sigillare i reattori come Chernobyl: l’annuncio governativo si limita quindi all’ovvio.

Meno scontata, però, è stata la dinamica degli interventi post-tsunami. Secondo quanto pubblica oggi il Wall Street Journal, la società di gestione della centrale – la Tepco – ha volontariamente rallentato l’intervento di raffreddamento dei reattori con acqua di mare. Già sabato mattina(cioè il giorno dopo lo tsunami) era chiaro, tra i tecnici, che bisognava usare acqua salata per evitare esplosioni e fughe radioattive. Ma soltanto a sera, su ordine diretto del premier, la società ha iniziato ad operare. Perchè? Il ricorso all’acqua di mare per abbassare la temperatura dei reattori avrebbe danneggiato i reattori, rendendoli poi inutilizzabili – ma avrebbe anche ridotto i rischi di esplosioni e fughe radioattive, puntualmente verificatesi nei giorni successivi.

Tepco ha “esitato perché ha cercato di proteggere i suoi asset”, ha detto al Wsj, Akiera Omoto, ex executive di Tepco e ora componente della Commissione nipponica per l’energia atomica. Un disastro che ha al “60% una natura umana”, secondo un funzionario del governo: “Hanno fallito la risposta iniziale. E’ come se Tepco fosse caduta e avesse perso una moneta da 100 yen mentre cercava di raccoglierne un’altra da 10 yen”.

L’effetto congiunto di calamità naturale e cecità umana è ora visibile sui rilevatori di radioattivitità. Latte e spinaci prodotti nella prefettura di Fukushima e nei distretti vicini sono già stati contaminati, ma la nube è molto più estesa. Tracce di radioattività sono state rilevatein un carico di fave, arrivato a Taiwan dal sud del Giappone. Il luogo di produzione dista 1300 chilometri dalla centrale nucleare, cioè la distanza che separa Lampedusa da Bolzano.

http://www.dirittodicritica.com/2011/03/20/fukushima-radioattivita-tepco-wsj/

I costi stratosferici del nucleare.

nucleare2 I costi stratosferici del nucleare.

Il costo del nucleare non dipende solo dal combustibile e dalla gestione degli impianti ma è dovuto principalmente al costo di realizzazione degli impianti. In Finlandia i nuovi reattori Epr, quelli che l’Enel vorrebbe realizzare in Italia, ha ormai superato i 5,5 miliardi di euro. Il peso finanziario di un investimento iniziale così oneroso non riesce ad essere recuperato attraverso l’energia elettrica venduta.

“Il nucleare è economico? Certo, se qualcuno ti regala la centrale, e se lo Stato si fa carico di gestire le scorie radioattive per secoli, altrimenti è una pura follia economica” lo afferma Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace.

Oltre ai costi per la realizzazione degli impianti bisogna anche tener conto degli accantonamenti per lo smantellamento dei reattori, della copertura assicurativa in caso di incidenti gravi, dei costi per il riprocessamento delle scorie, per la bonifica dei siti contaminati e per la realizzazione del futuro deposito geologico di stoccaggio.

In Gran Bretagna i soli costi per la gestione delle scorie hanno prodotto un buco nei conti pubblici di 90 miliardi di euro. In Italia il costo dello smantellamento delle vecchie centrali nucleari in funzione prima del 1987 è valutato in circa 4 miliardi di euro, ma si tratta molto probabilmente di una sottostima del costo finale per lo Stato e i contribuenti. Quanto ci costerà lo smaltimento delle nuove scorie e centrali?

“Con il rilancio del nucleare si permette alle aziende di fare profitti, scaricando i rischi e i costi sulle spalle dei contribuenti e delle generazioni future. E poi puntare sul nucleare ci farà inoltre mancare gli obiettivi europei al 2020 per lo sviluppo delle rinnovabili, con ulteriori sanzioni per la collettività” aggiunge Tedesco.

Entro il 2020 le fonti rinnovabili insieme a misure di efficienza energetica sono in grado di produrre quasi 150 miliardi di kilowattora, circa tre volte l’obiettivo del governo sul nucleare, creando almeno 200 mila nuovi posti di lavoro “verdi”.

La strada verso l’indipendenza energetica dell’Italia passa obbligatoriamente attraverso lo sviluppo delle rinnovabili, senza costi aggiuntivi per il Paese, senza scorie pericolose da gestire (o buttare nel mare calabrese!) per i prossimi 100 mila anni e senza rischi per la popolazione.)

http://newsredstar.wordpress.com/2011/03/20/i-costi-stratosferici-del-nucleare/

“Non sposarlo, è radioattivo”: il dramma di Fukushima come quello di Hiroshima?

In Giappone si teme una seconda ondata di reietti dell’atomo. I contaminati avevano difficoltà persino a sposarsi.

Il Giappone non è nuovo a catastrofi nucleari come quella che ha coinvolto il sito di Fukushima, 100 chilometri a nord di Tokyo. Dobbiamo ricordare perchè? Basti pensare allo sgancio della bomba nucleare su Hiroshima e Nagasaki, nelle ultime propaggini della Seconda Guerra Mondiale. Ordigni che hanno raso al suolo le due città, hanno causato milioni di morti e hanno condannato moltissimi giapponesi ad una vita da contaminati.

REIETTI – Già, sono le radiazioni a tenere banco e a rovinare la vita per sempre a chi è coinvolto in un disastro del genere. Non basta lo scoppio; non basta la distruzione. Non basta la modifica del paesaggio, il cambiamento dei connotati della tua vita. Ciò che è peggio è la contaminazione, la stabile condanna del tuo corpo a subire le conseguenze dell’avvelenamento da radiazioni. Che ti rende un parìa, un rinnegato, un ostracizzato. Un reietto della società. C

ome milioni di altri Giapponesi, Hiroko Tanaka è stato incollato alle immagini televisive di lavoratori che cercavano freneticamente di prevenire i disastri alla centrale nucleare. Ha molte ragioni per essere preoccupata: come sopravvissuta alla bomba, o hibashuka, la signora Tanaka conosce l’impatto delle radiazioni, e ha affrontato la discriminazione in tutta la sua vita, in un paese in cui ancora troppo poco è noto riguardo ai suoi effetti. Ha aspettato 50 anni prima di chiedere al governo il certificato che prova come lei sia una vittima sopravvissuta del bombardamento nel 1945 ad Hiroshima. “La radioattività è così paurosa perchè è invisibile”, dice. Suo marito, Takeo, seduto vicino a lei, aggiunge: “Ha tenuto la sua condizione nascosta. A suo tempo, c’erano tutta una serie di voci. La gente a Tokyo diceva: “Non sposare qualcuno di Hiroshima. Sarai contaminato”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/118553/non-sposarlo-e-radioattivo-il-dramma-di-fukushima-come-quello-di-hiroshima/

“Fukushima, la contaminazione durerà decenni”

L’autorità francese avverte: “Le fuoriuscite radioattive sono significative e costanti”

La contaminazione da radioattivita’ provocata dalla disastrata centrale atomica di Fuklushima 1 “e’ un problema con il quale il Giappone dovra’ fare i conti per decenni e decenni a venire”, e “la questione di dover gestire l’impatto delle radiazioni sara’ a lungo termine”: e’ il monito lanciato oggi dal direttore dell’Autorita’ francese per la Sicurezza Nucleare, Andre’-Claude Lacoste, secondo cui attualmente le fuoriuscite radioattive dall’impianto sono “significative e costanti”.

LA SPIEGAZIONE - In parte, ha spiegato Lacoste, sono dovute alla formazione deliberata di vapore, contenente particelle che emanano radiazioni esse stesse, per raffreddare i reattori surriscaldati; in parte pero’ derivano anche da “perdite” di origine tuttora ignota, ha puntualizzato. La quantita’ di “particelle radioattive che si depositano al suolo intorno alla centrale e’ notevole”, ha aggiunto lo scienziato francese, il quale ha rimproverato alle autorita’ giapponesi di “non aver redatto, o comunicato, una mappa di tali depositi”. A parere di Lacoste“non e’ infondato il ritenere che la zona contaminata si estenda oltre i 20 chilometri”, vale a dire oltre l’ampiezza della fascia dalla quale e’ stata ordinata l’evacuazione degli abitanti. “Considerate le condizioni meteorologiche”, ha proseguito l’esperto, “e’ probabile che le contaminazioni si siano verificate ben al di la’, fino a un centinaio di chilometri di distanza”, ha avvertito.

L’AMBASCIATORE – - ‘Penso che fra un po’ tornera’ tutto nella norma’, dice invece Hiroyasu Ando, ambasciatore del Giappone in Italia. ‘Hanno aggiustato il problema elettrico, e ora stanno raffreddando i reattori’, ha spiegato il diplomatico parlando a margine della presentazione di tre opere donate da artisti giapponesi alla Galleria degli Uffizi. ‘C’e’ stata una fuoriuscita di radioattivita’ – ha aggiunto l’ambasciatore Ando – ma quello che e’ uscito non crea problemi, e’ una quantita’ per cui si puo’ stare tranquilli. Non e’ cosi’ pericolosa’. Ando ha quindi parlato di ‘contaminazione molto bassa’, aggiungendo che ‘le persone non hanno grossi problemi. Quello che so e’ questo’. Interpellato dai giornalisti sui ’50 eroi’ di Fukushima, che lavorano per mettere in sicurezza la centrale, l’ambasciatore ha sottolineato che ‘sono rimasti in 50, ma erano molti di piu’, 200 o 300: vicinissimo alla centrale hanno anche lavorato tantissimi militari, polizia, pompieri per domare le fiamme, che hanno rischiato la loro vita. Da giapponese ne sono molto orgoglioso’.

«Gheddafi piazza gli scudi umani» Mosca: «Noi pronti a fare i mediatori»

Gates: presto passaggio di consegne. Ricominciate le operazioni: partiti Tornado ed F16 italiani.

MILANO - Non si fermano gli attacchi contro la Libia della coalizione anti-Gheddafi. I primi a riprendere le operazione aeree sono stati i francesi. Dopo gli attacchi aerei autorizzati dall'Onu le forze leali al Raìs si sono ritirate da Bengasi e da altre due città. Lo ha detto un funzionario della sicurezza nazionale Usa. Il funzionario, che ha preferito rimanere anonimo, ha spiegato che le avanzate delle forze di Gheddafi contro Bengasi, Ajdabiya e Misurata "si sono fermate" come conseguenza dell'azione militare delle forze Usa ed europee iniziata sabato. Ma le forze del Raìs restano attive. E gli Stati Uniti, ha aggiunto il funzionario, non credono che il leader libico rispetti la promessa di un cessate il fuoco. Secondo la tv al Jazeera, le forze fedeli a Gheddafi hanno bombardato oggi per diverse ore Zintan, nella Libia occidentale.

TERZO GIORNO - L'operazione «Odissey Dawn» è giunta al terzo giorno e domenica ha visto esordire nelle operazioni anche i Tornado italiani. Che però non avrebbero lanciato missili. «Ieri sera nella missione condotta in Libia abbiamo solo pattugliato la zona nei pressi di Bengasi ma non abbiamo ritenuto di lanciare i missili contro i radar» ha detto infatti Nicola Scolari, 38 anni, uno dei tre piloti che domenica ha partecipato alla missione italiana contro la Libia. Secondo l'ammiraglio americano Mike Mullen, capo degli Stati maggiori riuniti Usa la prima ondata di attacchi ha permesso di stabilire la no-fly zone sulla Libia. Ora comincia la seconda fase quella che prevede l'attacco alle forze di rifornimento delle truppe del Colonnello Gheddafi.

SCUDI UMANI - Ma il regime libico starebbe reagendo usando mezzi non convenzionali. Il Regno Unito ha detto che una delle proprie missioni di bombardamento sulla Libia è stata annullata domenica per evitare di fare vittime tra i civili. «Riteniamo che un numero indefinito di civili si siano spostati nell'area che intendevamo prendere come obiettivo», ha riferito il ministero della Difesa inglese. La televisione di Stato libica ha affermato che i sostenitori di Gheddafi si sono diretti verso gli aeroporti per fungere da scudi umani.
Una notizia quest'ultima confermata anche dagli insorti che sostengono che le forze fedeli a Gheddafi stiano portando civili a Misurata dalle città vicine proprio per usarli come scudi umani.
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Libia: nuovi decolli tornado da Trapani

(ANSA) - ROMA - Decollati altri Tornado italiani dalla base dell'Aeronautica di Trapani. Non è nota la destinazione. L'Italia ha messo a disposizione della coalizione che sta svolgendo le operazioni militari sulla Libia 8 caccia: 4 Tornado Ecr per la neutralizzazione delle difese aeree nemiche e 4 intercettori F-16. Nella giornata da Decimomannu sono partiti due dei quattro caccia F18 spagnoli messi a disposizione della coalizione internazionale. Quattro F16 da Sigonella. La base siciliana ne ospita 6 in tutto.

Giappone, Oms:grave contaminazione cibo

(Xinhua)
Roma, 21 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito "grave" la contaminazione radioattiva di cibo in Giappone.

Un funzionario Oms ha infatti affermato all'agenzia tedesca Dpa che "lacontaminazione di prodotti alimentari con le radiazioni provenienti dal sito nucleare danneggiato dal terremoto e dallo tsunami potrebbe esserepiù grave di quanto pensassimo". La scorsa settimana l'Oms aveva detto che i problemi di contaminazione erano limitati ai prodotti agricoli provenienti dalle aree comprese in un raggio di 30 chilometri dalla centrale di Fukushima. Ma i dati più recenti fanno pensare che il fenomeno possa avere una diffusione maggiore. "Stiamo progressivamente scoprendo come stanno le cose, che sono certamente cambiate dalla scorsa settimana", ha evidenziato il rappresentante Oms, secondo il quale la situazione sarebbe seria, anche se "la gravità deve essere verificata".

Intanto il governo giapponese ha vietato oggi la distribuzione di latte e alcuni tipi di verdura nelle prefetture di Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma, ha reso noto il portavoce del governo Yukio Edano. Oggi sono stati rilevati livelli di iodio radioattivo superiori di 27 volte ai limiti consentiti in spinaci coltivati a Hitachi, nella prefettura di Ibaraki, più di cento chilometri a sud dalla centrale di Fukushima.

Frattini: "Comando Nato o a noi la responsabilità delle basi"

Bruxelles, 21 mar. - (Adnkronos/Ign) - Nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo sul comando Natoper l'operazione "Odissea all'alba", l'Italia potrebbe decidere di assumere il controllo delle proprie basi. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, in una conferenza stampa al termine della riunione dei colleghi dei 27. Se non si arrivasse ad un comando unico sotto l'ombrello della Nato, "dovremo trovare un modo affinché, se ci fosse la moltiplicazione dei comandi, l'Italia assuma la responsabilità del controllo sulle proprie basi".

"Noi faremo valere il principio per cui siccome le responsabilità ricadono in capo a tutti, il comando deve essere unico. Se il comando ed il controllo di ciò che accade in una base italiana è sotto la Nato io sono tranquillo, se c'è un frazionamento la conclusione potrebbe essere diversa", ha spiegato il titolare della Farnesina. "Non posso pensare che ci siano comandi che potenzialmente interpretano a modo loro la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite", ha osservato ancora Frattini, dicendo tuttavia di "auspicare una risposta positiva tra domani e dopodomani per il coordinamento" da parte dell'Alleanza atlantica.

Appena arrivato a Bruxelles, Frattini ha ricordato che "l'Italia ha accettato di far parte della coalizione per arrivare alla cessazione delle violenze e per proteggere i civili. Non ci deve essere una guerra contro la Libia, ma ci deve essere la piena attuazione della risoluzione 1973 dell'Onu, vogliamo implementare il cessate il fuoco, insieme alla Lega araba, senza andare oltre la stretta applicazione della risoluzione".

Della necessità di un comando alla Nato aveva parlato anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa al termine del Consiglio dei Ministri. "Riteniamo che il comando delle operazioni per l'applicazione della risoluzione sia opportuno che passi alla Nato - ha spiegato La Russa - perché la linea di comando della Nato è collaudata e perché gli assetti sono già prestabiliti, determinati, di più sicuro e utile impatto e perché il controllo della qualità degli interventi rispetto alle prescrizioni della risoluzione avverrebbe in maniera più chiara e trasparente".
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Libia: Parigi, Lega araba non vuole comando Nato

Parigi, 21 mar. - (Adnkronos/Dpa) - Il ministro degli esteri francese, Alain Juppe, denuncia che la Lega araba ''non vuole'' che a comandare l'operazione contro la Libia di Gheddafi ''sia posta interamente sotto comando Nato''. ''Entro alcuni giorni tuttavia, la Nato puo' avere una funzione di sostegno'' dell'azione militare, ha aggiunto dopo il consiglio dei ministri degli esteri dell'Ue.

Libia: Oslo, sospendiamo operazioni fino a chiarimento su Comando

Oslo, 21 mar. (Adnkronos) - Le forze messe a disposizione dalla Norvegia per la missione in Libia non verranno impiegate "fino a quando non sara' chiarito chi ha il comando delle operazioni". Lo ha annunciato il ministro della Difesa norvegese, Grete Faremo, citata dalla Ntb.

MAFIA, ATTESI CLAMOROSI SVILUPPI: Dopo i nuovi accertamenti, in dirittura d’arrivo l’indagine ter sull’omicidio di BEPPE ALF

111160 MAFIA, ATTESI CLAMOROSI SVILUPPI: Dopo i nuovi accertamenti, in dirittura d’arrivo l’indagine ter sull’omicidio di BEPPE ALFANO
Nella relazione annuale del sostituto nazionale della Dna Leonida Primicerio tra i procedimenti in fase d’indagine ne viene annoverato uno che è sicuramente un processo simbolo degli ultimi decenni nella nostra provincia: quello per l’uccisione del giornalista Beppe Alfano, ammazzato a Barcellona l’8 gennaio del 1993. Dopo aver ripercorso l’iter giudiziario che ha portato alla condanna definitiva per il boss mafioso barcellonese Giuseppe Gullotti come mandante e per l’esecutore materiale, il carpentiere Antonino Merlino, il magistrato scrive che «… in data 31 maggio 2010 è stata inoltrata richiesta di archiviazione al giudice per le indagini preliminari, atteso che le indagini svolte non hanno consentito di acquisire adeguati elementi di riscontro in merito alle piste investigative coltivate, e cioé eventuali collegamenti tra l’omicidio e la latitanza di Benedetto Santapaola nel territorio di Barcellona P.G., con riferimento anche all’operato del Ros dei carabinieri impegnati nella cattura di Santapaola, ed eventuale connessione tra l’omicidio e la strategia stragista di Cosa nostra di quegli anni». Ma a che punto è questa indagine? Sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura si era pronunciata tempo addietro il gup Maria Angela Nastasi, che nel settembre scorso aveva accolto soltanto due delle numerose richieste di approfondimento investigativo avanzate dall’avvocato Fabio Repici per conto dei familiari di Beppe Alfano, con l’opposizione alla richiesta di archiviazione. E proprio in questi giorni il magistrato della Dda che si occupa del caso, il sostituto Vito Di Giorgio, dovrebbe chiudere il cerchio su questi due approfondimenti. Cosa riguardano? Due vicende molto particolari. La prima: il 6 aprile del 1993 a Terme Vigliatore l’allora capitano “Ultimo” e tutta la sua squadra del Ros dei carabinieri intercettarono un grosso fuoristrada su cui pensarono d’individuare l’allora latitante, ed elemento di primissimo piano di Cosa nostra, Pietro Aglieri. Quel fuoristrada non si fermò all’alt e cominciò un inseguimento con annessi un paio di colpi di pistola. Finita la corsa si scoprì che sull’auto c’era un ragazzo, Fortunato Imbesi, che disse di non esser fermato all’alt perché pensava a un rapimento, essendo figlio di un imprenditore.
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Scie Chimiche: la Verità Nascosta. Le Prove

Perché gli organi di informazione non ne parlano, nonostante vi sia ormai una imponente documentazione raccolta in ogni parte del mondo?

Perché i governi, anche di fronte a precise interrogazioni parlamentari negano ogni evidenza?

Chi ha interesse ad irrorare l’atmosfera del pianeta con sostanze a dir poco inquietanti?

Perché chiunque si occupi seriamente dell’argomento si trova a dover fare i conti con minacce velate o dirette?

Possiamo continuare a non sapere che cosa accade sopra le nostre teste? O peggio ancora,possiamo continuare facendo finta di niente?

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http://informarexresistere.fr/scie-chimiche-la-verita-nascosta-le-prove.html

Chiude l'aeroporto di Trapani, voli Ryanair trasferiti a Palermo

Sono in totale 36 tra arrivi e partenze, cinque dei quali in "night stop". Lo rendono noto fonti della Gesap, società di gestione dell'aerostazione del capoluogo isolano

PALERMO.Scatta dalle 8:30 di questa mattina la chiusura ai voli civili dell' aeroporto civile Vincenzo Florio di Trapani Birgi. La decisione è stata presa ieri pomeriggio dopo un incontro nella base militare che ospita il comando del 37simo stormo dell'aeronautica militare tra il presidente dell'Airgest, Salvatore Ombra e il comandante della base Mauro Gabetta. Questa mattina prima dello stop decolleranno due aerei. I voli saranno dirottati su altri aeroporti.

Da oggi l'operatività della compagnia aerea Raynair, che opera nell' aeroporto di Trapani-Birgi che sarà chiuso al traffico, sarà trasferita nello scalo "Falcone e Borsellino" a Palermo. Lo rendono noto fonti della Gesap, società di gestione dell'aerostazione di Palermo. Si tratta in totale di 36 voli, tra arrivi e partenze, cinque dei quali in "night stop" (sosteranno in pista di notte per ripartire il giorno dopo).