Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 8 marzo 2011
Pigri, depressi, senza soldi per i denti L'Sos dei medici: "Italiani a rischio"
La crisi picchia anche sulle cure. Meno attenzione agli alimenti, boom di antidepressivi e droga E i camici bianchi ora temono di sparire: "Soffriamo troppo "
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http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/392319/
Il potere occulto della mafia e della massoneria
Cosa Nostra non è stata debellata con la cattura di Riina e Provenzano, braccati per anni e arrestati all’improvviso quando hanno dimostrato di essere antiquati. Quella che è definitivamente morta e sepolta in Sicilia è la mafia rurale e primitiva che è stata processata e condannata dalle inchieste di Falcone e Borsellino, uccisi dai sicari della cosca più sanguinaria, i Corleonesi. Oggi la mafia è più viva e potente che mai, non si è volatilizzata solo perché non terrorizza e non compie stragi per eliminare i suoi nemici.
La mafia evita di ammazzare perché ha scelto di non esporsi ad eventuali ritorsioni dello Stato, non vuole essere visibile per dare l’impressione di non esistere più, ma in realtà preferisce ripararsi dietro una facciata apparentemente più rispettabile e borghese. Ciò vuol dire che Cosa Nostra non esiste più? No. La mafia ha solo imparato a dissimularsi ma continua ad agire indisturbata. L’assetto mafioso si è riciclato in una veste nuova. La mafia arcaica ha subito una rivoluzione che ha prodotto una profonda mutazione antropologica, la stessa che Pasolini ha descritto a proposito della società consumistica.
Dunque, la mafia si è adeguata alla globalizzazione, trasformandosi in una holding company, un’impresa multinazionale che comanda un impero economico mondiale ed è oggi la prima azienda del capitalismo italiano, una compagnia imprenditoriale che vanta il più ricco volume d’affari del Paese. La mafia è una potente società finanziaria che potremmo chiamare Mafia S.p.A.: una Società per Azioni. Ma si tratta di azioni criminali, come criminale è l’apparato capitalistico nel suo insieme, le cui ricchezze sono di origine dubbia: “Dietro ogni grande fortuna economica si annida un crimine”, scriveva Honoré de Balzac. Questa dotta citazione serve a chiarire come la matrice originaria della proprietà privata, del grande capitale insito nelle rendite finanziarie, sia sempre illecita, sospetta e delittuosa, in quanto scaturisce da un misfatto precedente che è sempre iniquo e violento, un atto di espropriazione violenta del prodotto sociale, cioè del valore creato dal lavoro collettivo. La sostanza del capitalismo è di per sé criminale.
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http://informarexresistere.fr/il-potere-occulto-della-mafia-e-della-massoneria.html
Berlusconi svende alla Svp il controllo della Rai locale
Serve il voto della deputata sudtirolese nella Bicamerale per il federalismo: così il premier offre anche la tv. Poi arriva Sgarbi a Bolzano e tira una bomba sulla convivenza: "Durnwalder come Hitler"
Ultimatum dei ribelli a Gheddafi: Ha 72 ore per dimettersi
Tiri d'artiglieria a Zawiya. I rivoltosi rifiutano di negoziare ma poi aprono: Se il Raìs lascia non andrà a processo.
Il centrodestra della malafede ruba milioni ai cittadini e sfascia la Rai
Ma il partito del controllo e del rigore nei conti, quanti soldi sperpera nella Tv di Stato?
L’importante è avere i riferimenti chiari e precisi. C’è il partito del rigore nei conti e il partito della spesa pubblica. Almeno, così Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, dice sempre: “Noi non siamo il partito della spesa pubblica, noi non metteremo le mani in tasca agli italiani per finanziare nuove spese”. Già. Dignitosissimo: meno Stato, settore pubblico al minimo, meno tasse. E’ un modo di gestire la politica economica del paese, ce ne sono vari. Eppure, per far sì che questo approccio sia davvero globale, e coerente, e dunque difendibile, bisognerebbe che chi lo porta avanti fosse davvero convinto di ciò che dice e fa, e seguisse questo tipo di linea guida in ogni momento del suo agire pubblico.
MULTONI MILIONARI – In effetti non sono solo le spese dirette a contare, gli stanziamenti cioè, i fondi attribuiti ad un certo capitolo di spesa. Ci sono anche le fuoriuscite di denaro dalla finestra, i costi per ripianare ai danni che si fanno. Che qualcuno, appunto, dovrà rifondere. Come i livelli dirigenziali della Rai che oggi sono stati condannati dalla Corte dei Conti ad un risarcimento monstre per danno erariale.
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