lunedì 3 ottobre 2011

Barletta, crolla palazzina in centro: un morto, estratte vive sei persone

Barletta, 3 ott. (Adnkronos/Ign) - Una palazzina di tre piani è crollata oggi poco dopo mezzogiorno in via Roma, in pieno centro a Barletta.

Finora il bilancio ufficiale è di un morto e sei persone estratte vivedalle macerie. Non è confermato che vi sia una seconda persona estratta senza vita. Le notizie delle forze dell'ordine e dei soccorritori sono contrastanti. La vittima è una ragazzina di 14 anni, figlia dei proprietari del maglificio situato al piano terra. Inoltre alcune donne, forse tre, si troverebbero vive sotto le macerie.

Tra le persone estratte vive anche una donna incinta che è stata ricoverata in ospedale. Le sue condizioni sono definite buone dai medici. E' possibile che qualcuno sia rimasto investito mentre passava nei pressi della palazzina.

Chiamati sul posto una cinquantina di militari dell'Esercito italiano e altrettanti uomini della Protezione civile e alcune unità cinofile da Lecce e da Bari. Impegnati a scavare con le mani tra le macerie anche numerosi immigrati. Il sindaco di Barletta, Nicola Maffei, sta rientrando da Torino, dove aveva impegni istituzionali, per seguire personalmente i soccorsi.

Pare che la palazzina fosse stata dichiarata inagibile e fosse pronta per la demolizione. La società Italgas ha escluso tramite il suo portavoce che la causa del crollo sia dovuta a una fuga di gas. Al momento l'ipotesi più probabile tracciata dagli investigatori è quella legata ai lavori di ristrutturazione che erano in corso su tre edifici diversi in via Roma.

La Procura di Trani ha avviato un'inchiesta. Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Occorrerà prima effettuare le verifiche del caso, ma si ipotizza il reato di disastro colposo.

Italia: La Russa contestato dai poliziotti scesi in piazza contro i tagli (video)

Italia: La Russa contestato dai poliziotti scesi in piazza contro i tagli (video)
ROMA - Anche il corpo della polizia protesta contro i tagli e contesta in maniera animata, come vedrete nel filmato, il Ministro della Difesa italiano Ignazio la Russa. A documentare tutto per noi, c'e' come sempre il fedelissimo corrispondente a Roma Hamid Masoumi Nejad.
Guarda il video:

Usa: arresti e proteste anche a Los Angeles

Usa: arresti e proteste anche a Los Angeles

NEW YORK - Gli americani ormai scendono in piazza ovunque. Boston, Los Angeles, Chicago, Seattle, Denver hanno visto in questo fine settimana sfilare i giovani, e non solo, stufi di subire le conseguenze della crisi.

Seconod l’Irib, non è un caso che a New York il movimento di protesta si è dato come nome «Occupy Wall Street» (occupiamo Los Angeles) e dal 17 settembre scorso assediano la strada della finanza per antonomasia. Il movimento accusa le banche e i gruppi finanziari di essere gli unici veri responsabili della crisi che ha fatto perdere milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti si sta diffondendo in altre città americane.

Oltre duemila persone l'altra notte si sono riunite a Lower Manhattan per quella che è stata la manifestazione più numerosa dall'inizio delle proteste.

I disordini sono cominciati quando i manifestanti hanno iniziato a marciare lungo le corsie destinate alle auto, abbandonando i marciapiedi laterali, bloccando così il traffico. La mobilitazione è finita con un corpo a corpo con la polizia sul Ponte di Brooklyn finita con piu` di 700 arresti. Al grido di «non ce ne staremo in silenzio e non ci faremo intimidire», il sito dei manifestanti aveva chiamato all'adunata per questa nuova iniziativa, a cui hanno partecipato studenti, insegnanti, organizzazioni sindacali, veterani, disoccupati, famiglie, gente comune che si dice stanca dello strapotere della finanza.

Così ieri manifestanti si sono riuniti anche ad Albuquerque, Boston e Los Angeles per esprimere solidarietà al movimento Occupy Wall Street. Le proteste minacciano di estendersi anche a Washington. «Chiediamo l'arresto di Ben Bernanke (il presidente della Federal Reserve ) per tutto il denaro dei cittadini usato per salvare le banche», ha detto un attivista.

Con i suoi voti in Parlamento l’opposizione ha salvato il Governo cinquemila volte

Ma quanto è dura quest'opposizione? L'ultimo rapporto di Openpolis si chiama "Opposizione che salva la Maggioranza", e risponde molto bene alla domanda che vi ho appena posto.

Ecco qui i punti chiave.
Di cosa si occupa il rapporto?
Il rapporto, attraverso l'analisi di tutte le votazioni elettroniche d’aula, si concentra sulle votazioni con maggioranza salvata, ovvero quelle in cui la maggioranza di Governo è riuscita a far approvare le sue proposte grazie ai voti e alle assenze dei parlamentari di opposizione. In questi casi quindi, se tutti i parlamentari di opposizione fossero stati presenti e avessero votato contro la maggioranza, quest'ultima sarebbe stata battuta nella votazione.
Di che cifre stiamo parlando?
Più di un voto su tre. Il non-voto dell'opposizione è talmente ricorrente da assumere un carattere sistemico rispetto l'attività parlamentare. Infatti, finora in questa legislatura su un totale di 14.494 votazioni le situazioni di maggioranza salvata sono state 5.098, ovvero il 35%. Opposizione part-time.
Chi sono i deputati che salvano di più (e di meno) la maggioranza? E i Senatori?
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Cure dimezzate ai malati di tumore "Perché dobbiamo spendere soldi..."

Bufera sulla clinica Latteri di Palermo, al centro di un'indagine su rimborsi gonfiati e cure ridotte ai malati di tumore. La titolare della struttura a un suo dipendente: "Tu ragioni da medico, io da imprenditrice". E per giustificare la mancata somministrazione del disintossicante dopo la chemio: "I parenti sperano che muoia"

di SALVO PALAZZOLOPALERMO - Per la prima volta, in Sicilia, le microspie non sono state piazzate nel covo di un mafioso, ma nelle cliniche private più esclusive del capoluogo. E le sorprese sono arrivate presto: "Perché dobbiamo spendere soldi...", si lamentava la dottoressa Maria Teresa Latteri, manager dell'omonima clinica che a Palermo opera dal 1948. Ai suoi medici diede un ordine perentorio, niente più "Tad", il disintossicante che viene somministrato ai malati di tumore dopo la chemioterapia. Ma l'ordine non riguardava tutti i pazienti, solo quelli entrati in clinica con un "day service", per cui la Regione rimborsa solo 100 euro a seduta. Era il settembre 2009, due mesi dopo il provvedimento del pubblico ministero diventato assessore alla Sanità, Massimo Russo, che tagliava radicalmente i rimborsi alle cliniche private. Un medico della Latteri provò ad opporsi all'ordine sul "Tad": "Glielo devi fare, ma che fa scherziamo? Il paziente si vomita, si disidrata". La risposta della manager fu risoluta: "Allora non hai capito che la prassi che fai tu costa alla clinica duecentocinquanta euro e quello mi dà cento euro". Nelle intercettazioni sono finite pure le drammatiche parole dei malati, che telefonavano ai medici della clinica: "Sono rosso in viso, come se avessi delle vampate". Ma la politica del risparmio sembrava non ammettere deroghe. "Tu ragioni da medico, io da imprenditrice", disse la Latteri a uno dei suoi collaboratori che continuava a lamentarsi. "Io devo spendere il doppio di quanto spendevo prima, per non ricevere nulla". Durante le indagini, la Procura è stata addirittura costretta a intervenire alla clinica Latteri, per evitare conseguenze drammatiche ad un paziente a cui non sarebbe stata somministrata albumina. Il 4 agosto 2009, i carabinieri del Nas intercettarono la dottoressa Federica Latteri mentre diceva al telefono a Maria Teresa Latteri: "(...) Siccome per dire questa sta facendo albumina, io non gli faccio altri 10 giorni di albumina che si spendono un putiferio di soldi a matula (inutilmente, ndr)". La dottoressa Maria Teresa disse: "Nooo, infatti... ". E quasi per trovare una giustificazione, aggiunse: "Loro sperano che muoia". Loro, i parenti. Il giorno dopo arrivò un'ispezione in clinica. I vertici della Latteri si insospettirono. "Io al telefono non parlerò più di nulla", tagliò corto la manager della casa di cura.
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Intercettazioni, di nuovo in piazza "Nel nome della Costituzione"

Presidio mercoledì al Pantheon. Fammoni, Cgil: "Io ci sarò" è lo slogan: manifesteremo ogni volta che sarà necessario" di CARMINE SAVIANO

Di nuovo in piazza. Mercoledì, 5 ottobre, dalle 17 alle 19 al Pantheon, Roma. Per marcare a uomo l'iter parlamentare del ddl sulle intercettazioni. Il Comitato per la libertà d'informazione continua la sua protesta contro la legge Bavaglio. Si tratterà di un presidio con gli interventi dei rappresentanti delle associazioni che formano il Comitato. Per spiegare ai cittadini, ancora una volta, i guasti che potrebbero essere prodotti dalle legge sulle intercettazioni sul tessuto democratico del Paese. E per continuare il percorso verso una grande manifestazione nazionale. L'invito del Comitato è rivolto a "tutti coloro che hanno a cuore la Costituzione". E non solo: la richiesta è "contribuire alle mobilitazioni", partecipando e promuovendo ogni iniziativa possibile, sia nelle piazze reali che in quelle virtuali. "E non finirà qui. Saremo in piazza ogni volta che sarà necessario. Con presidi e sit-in. Tutti momenti preparatori a una grande manifestazione di piazza, cui daremo vita se questa maggioranza parlamentare dovesse approvare la legge Bavaglio", dice Fulvio Fammoni della Cgil. Che aggiunge: "Continueremo anche sollevando gli evidenti problemi di costituzionalità rispetto all'art.21". E "Io ci sarò", sarà lo slogan del presidio, affinché non sia approvato "un provvedimento sbagliato che manomette diritti costituzionali".
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Il premier: "Riforma elettorale non mi interessa" Maroni: "Mai pensato al voto anticipato"

Dal Berlusconi doccia gelata sulla possibilità di cambiare la legge come richiesto dal movimento referendario. Poi il solito attacco ai media: "Sono loro a dare spazio al teatrino della politica, io lavoro solo per lo sviluppo"

ROMA - "Non mi sto interessando della legge elettorale. Quello che mi sta a cuore in questo momento è continuare a lavorare per portare l'Italia al riparo dall'attacco al nostro debito pubblico e fuori dalla crisi finanziaria globale". Lo afferma il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi in una dichiarazione. "Governo e maggioranza - aggiunge - stanno lavorando a un nuovo decreto legge, con misure concrete ed efficaci che ridiano fiducia ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Lo presenteremo entro la metà di questo mese, come ci siamo impegnati a fare". "La riforma del sistema elettorale - prosegue al nota del prmier - non è materia sulla quale mi sto esercitando. Le riforme che mi interessano in questo momento sono quelle del fisco, della architettura istituzionale, della giustizia, che sono il completamento delle riforme attuate in questi tre anni. Su questi temi, pur con il limite degli inesistenti poteri attribuiti dalla Costituzione al premier sto spronando la maggioranza a lavorare presto e bene in Parlamento. Su queste riforme decisive per il presente e per il futuro del Paese, sarebbe auspicabile un contributo fattivo dalle opposizioni, se pensassero davvero al bene comune e non solo alla mia poltrona di premier". Berlusconi se la prende quindi come al solito con l'informazione. "Tutto il resto - sostiene - sono le solite chiacchiere del teatrino quotidiano della politica che, purtroppo, va in scena tutti i giorni sui quotidiani, nelle tv e on line e che produce solamente confusione e demoralizzazione nella gente". In realtà da quando il movimento referendario per l'abolizione del "porcellum" ha depositato in Cassazione oltre 1,2 milioni di firme tutte le forze politiche sono entrate in fibrillazione 1, dividendosi tra chi è a favore dello svolgimento del referendumm, chi vorrebbe il varo di una riforma e chi è tentato dal ricorso al voto anticipato per lasciare in vita l'attuale sistema elettorale. Iscritto d'ufficio a quest'ultimo schieramento, dopo le sue dichiarazioni di sabato 2, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che oggi smentisce però seccamente: "Sono tutti retroscena infondati". "Le interpretazioni - aggiunge l'esponente leghista - sono frutto della libera fantasia di chi interpreta, io ho detto un'altra cosa ho parlato solo del referendum".

Fuga dal pubblico impiego Assegni di anzianità cresciuti del 34%

Il dato in controtendenza con quello relativo ai lavoratori dipendenti (-36,5%). Le nuove pensioni sono state 75.743 (+5,27%). Possibili problemi per i servizi ai cittadini

ROMA - La "stretta" sul pubblico impiego, le norme sulla uscita forzata dalla pubblica amministrazione con 40 anni di contributi e i timori su nuove riforme spingono i travet a uscire dal lavoro. Nei primi 9 mesi del 2011 - secondo i dati Inpdap - le nuove pensioni sono state 75.743 (+5,27%) ma gli assegni di anzianità sono cresciuti del 34,2%. Le nuove pensioni nel complesso - si legge nei dati Inpdap di cui l'Ansa ha preso visione - sono aumentate del 5,27% passando dalle 71.953 dei primi 9 mesi del 2010 alle 75.743 dei primi nove mesi 2011, ma a fronte del calo delle pensioni di vecchiaia, di quelle di inabilità e del cosiddetto part time (si va in pensione di anzianità ma si continua a lavorare part time) le pensioni di anzianità sono passate da 39.477 a 52.973 con una crescita del 34%. La spiegazione dell'aumento di persone che hanno lasciato l'amministrazione in età anticipata rispetto alla vecchiaia è in parte nella norma del 2009 che prevede la possibilità per lo Stato di far uscire il dipendente se ha raggiunto i 40 anni di contributi (quindi di fatto una scelta dell'amministrazione e non del lavoratore) ma anche le misure sul pubblico impiego quali il blocco dei contratti e la reateizzazione del Tfr. E probabilmente una parte consistente di coloro che ha scelto di andare in pensione lo ha fatto temendo l'arrivo di nuovi interventi sul pubblico impiego e in generale il peggioramento delle condizioni del comparto. L'aumento dell'età di vecchiaia delle donne (a 61 anni quest'anno) e la finestra mobile per la vecchiaia (12 mesi una volta raggiunti i requisiti a fronte dei 3-6 mesi che si attendevano l'anno scorso) non ha ancora dispiegato completamente i suoi effetti. Le pensioni di vecchiaia sono state nei primi nove mesi 2011 14.941, il 5,91% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. I nuovi assegni di inabilità sono stati 3.808 a fronte dei 4.394 dei primi 9 mesi 2010 (-15,39%) mentre un vero e proprio crollo si è registrato nel part time: nei primi nove mesi 2011 sono state solo 4.021 a fronte delle 12.258 dei primi nove mesi 2010 (-204%). Per l'anzianità è stato possibile un aumento così consistente nonostante l'inasprimento dei requisiti per il 2011 (da 59 a 60 anni l'età minima per l'uscita con quota 96 tra età e contributi) poichè nella pubblica amministrazione i lavoratori tendono a non andare in pensione di anzianità appena raggiunti i requisiti (come accade nel lavoro privato) ma a lavorare fino al raggiungimento dei 40 anni di contributi o l'età prevista per la vecchiaia. I lavoratori che sono usciti con 40 anni di contributi nei primi 9 mesi dell'anno sono stati 24.000 a fronte dei 25.345 dell'intero 2010.
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REFERENDUM: FRATTINI, VA RISPETTATO, NO ALCHIMIE PER BYPASSARLO

(ASCA) - Roma, 3 ott - ''Il quesito referendario e' importante e politicoe noi dobbiamo rispettarlo, perche' quando si chiamano i cittadini a parlare serve rispetto''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parlando ai giornalisti prima di intervenire al convegno dal titolo ''Israele e palestinesi: La battaglia dell'Onu e il processo di pace''. ''Proprio perche' il quesito referendario e' politico la risposta non puo' essere burocratica. Il quesito dice che dobbiamo dare agli elettori la possibilita' di scegliere gli eletti. Il cuore di questo quesito non e' far finire la legislatura ma permettere, quando si votera', al cittadino di scegliere da chi essere governato. Questo deve essere rispettato - rimarca Frattini -. Credo che il punto sia qui, non bisogna cercare alchimie per bypassare il referendum, ma semmai fare una modifica per andare incontro al quesito del referendum, altrimenti si voti il referendum. Aggiramenti non ne vedo''. Alla domanda poi se ci saranno elezioni anticipate, il ministro Frattini ha dichiarato: ''Non lo so''.

La prima casa di riposo per gay in Spagna

Anche in Spagna al via la costruzione di un centro residenziale per omosessuali

E’ stato individuato nel centro di Madrid il terreno dove sorgerà presto una casa di riposo per omosessuali e lesbiche. Dopo la Germania e il Belgio anche gli anziani spagnoli potranno godere di un luogo in cui le proprie preferenze sessuali, in tarda età, non saranno più discriminatorie. Il progetto è nato dall’idea della Imnova e punta al superamento del problema della solitudine che gli omosessuali patiscono anche, e soprattutto, quando non sono più giovani.

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NY, i poliziotti arrestano una bambina di 13 anni

Durante la protesta degli Indignados dal web - CorriereTv

Pentito camorra trovato impiccato in casa

Dai dati rilevati al momento l'ipotesi di suicidio è improbabile. Sono in corso le indagini

ROMA - Era stato un esponente di spicco del clan camorristico dei Galasso di Poggiomarino (Napoli), il pentito e collaboratore di giustizia trovato impiccato nella sua abitazione a Viterbo. E' stato trovato morto da un amico, l'uomo di 53 anni che non era più sotto protezione ed aveva deciso di rimanere a vivere a Viterbo. La città dove era stato inviato negli anni Novanta con un'altra identità, dopo aver iniziato a collaborare con la giustizia. Il suo pentimento, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato fondamentale per fare luce sui rapporti tra la criminalità campana e alcuni ambienti politici. Sono in corso le indagini da parte della Procura.

IMPROBABILE SUICIDIO - Uno degli elementi che rende il suicidio improbabile è che il sostegno al quale era assicurata la corda, non avrebbe potuto reggere allo strattone causato dal corpo in caduta dall'alto verso il basso. Non convince gli inquirenti nemmeno il cappio che la vittima aveva intorno al collo, realizzato in modo sommario e sbrigativo. Il pm incaricato delle indagini, Stefano d'Arma, ha incaricato i poliziotti di fare luce su questi ed altri aspetti. Le indagini, tra l'altro, sono mirate ad individuare quanti hanno avuto contatti con l'uomo negli ultimi giorni.

In Austria prima consegna petrolio Libia

(ANSA) - VIENNA - Il gigante austriaco di gas e petrolio Omv ha annunciato che il suo primo ordine di petrolio libico è stato consegnato venerdì nel porto di Trieste per essere raffinato a Schwechat, vicino a Vienna. Omv ha acquistato due settimane fa 575 mila barili di petrolio dalla società Arabian Gulf Oil Company (Agoco), ha indicato il gruppo in un comunicato. "Si tratta della prima consegna (dalla Libia) per Omv da marzo scorso", con la rivolta contro Gheddafi.

Sudafrica: Johannesburg, incubo serial killer dietro omicidi gay

Johannesburg, 3 ott. (Adnkronos/Dpa) - Potrebbe esserci un serial killer dietro le morti di quattro omosessuali, avvenute a Johannesburg negli ultimi dieci mesi. Lo scrive il quotidiano The Star. Le vittime sono state ritrovate strangolate nei propri appartamenti ma la polizia ha escluso tentativi di furto, accreditando l'ipotesi di un assassino seriale. Le autorita' hanno invitato la comunita' omosessuale a evitare gli appuntamenti con sconosciuti contattati attraverso Internet. Sembra infatti che le ultime due vittime fossero utenti di un sito di incontri gay.

Inchiesta P4: gip rigetta richiesta scarcerazione per Alfonso Papa

Napoli, 3 ott. - (Adnkronos) - Alfonso Papa, arrestato lo scorso 20 luglio nell'ambito dell'inchiesta sulla loggia P4 restera' in carcere. Lo ha deciso il gip Luigi Giordano che ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali di Papa, ex pm della Procura di Napoli, Luigi D'Alise e Carlo Di Casola.

Musica: Michael Jackson, il 22 novembre esce 'Immortal', nuovo album

Roma, 3 ott. - (Adnkronos) - Il 22 novembre, in collaborazione con la Estate of Michael Jackson, Epic/Sony Music pubblichera' 'Immortal', l'attesissima raccolta che accompagna il 'Michael Jackson The Immortal World Tour' del Cirque du Soleil. 'Immortal' sara' disponibile sia in un unico CD, sia in versione deluxe doppio CD.

Perugia, Kercher: ''Vogliamo la verità. Difficile pensare al perdono''

Perugia, 3 ott. (Adnkronos) - ''Crediamo nei giudici e rispetteremo il loro verdetto, ma è difficile per noi pensare al perdono". Lo ha detto la sorella di Meredith Kercher, Stephanie, nella conferenza stampa tenuta oggi a Perugia insieme alla madre e al fratello.

"Perdonare è una cosa che in questo momento non trova un'applicazione,vogliamo la verità perché è l'unico modo per loro per capire quello che è successo a Meredith", hanno detto i familiari che questa sera saranno presenti alla lettura della sentenza. ''Siamo d'accordo con Amanda, la nostra prima volontà è quella di ricercare la verità - hanno aggiunto -. Non meritava quello che le è successo, nessuno al mondo lo merita''.

Stephanie ha ricordato la sorella anche se "è difficile mantenere viva la sua memoria". "Siamo venuti a ricordare Meredith nella città che amava", ha detto, commossa, aggiungendo poi: ''Mia sorella è stata dimenticata''.

''Non ritengo che Amanda e Mez fossero intime o molto amiche - ha detto la mamma di Mez Arline Kercher - perché l'arrivo di Amanda a inizio ottobre non avrebbe favorito la possibilità di una profonda amicizia. A Perugia poi non frequentavano gli stessi giri, erano amichevoli fra di loro ma non si può dichiarare che fossero grandi amiche''.

Caso Tarantini, Lavitola indagato a Bari

Bari, 3 ott. (Adnkronos) - Il procuratore aggiunto della Procura di Bari, Pasquale Drago, ha iscritto nel registro degli indagati il giornalista Valter Lavitola.

Al momento però non si conosce con quale ipotesi di reato Lavitola sia indagato: se l'estorsione ai danni del premier Silvio Berlusconi oppure, come indicato dal Tribunale del Riesame di Napoli, per aver indotto Gianpaolo Tarantini a mentire davanti ai pm di Bari durante l'inchiesta escort.

Ruby, il processo a Berlusconi va avanti. Rinviati a giudizio Fede, Mora e Minetti

Milano, 3 ott. (Adnkronos/Ign) - I giudici milanesi del processo Ruby hanno bocciato la richiesta avanzata dai legali del premier di sospendere il dibattimento fino alla decisione della Consulta sul conflitto tra poteri dello Stato.

Dopo cinque ore di camera di consiglio i giudici del Tribunale di Milano hanno ricordato, bocciando le richieste avanzate dalla difesa del premier, che le ipotesi di sospensione del processo, "sono tassativamente previsti dalla legge", e il Tribunale "è soggetto solo alla legge e non può operare al di fuori".

Quanto alla questione di legittimità costituzionale sollevata in subordine dai legali di Berlusconi laddove non si prevede l'obbligatorietà della sospensione del procedimento, il Tribunale ha 'liquidato' la questione come "irrilevante" e "manifestamente infondata".

Il processo è stato così aggiornato a sabato 22 ottobre. In quella data le parti discuteranno sui temi di prova presentati oggi ai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Milano.

Nel frattempo il gup di Milano Maria Grazia Domanico ha deciso il rinvio a giudizio per Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, accusati di induzione e favoreggiamento della prostituzione nell'ambito del caso Ruby.

Domanico ha nominato tre periti che avranno il compito di trascrivere le intercettazioni presenti nel fascicolo sul caso Ruby. Le trascrizioni inizieranno il 22 ottobre e i periti hanno a disposizione 60 giorni. Inoltre, nella richiesta di rinvio a giudizio, ha ammesso le dichiazioni di Imane Fadil, una delle 32 ragazze presenti nelle serate ad Arcore. Nella sua ordinanza il gup ha spiegato che il processo deve restare a Milano a differenza di quanto richiesto dalle difese degli imputati che chiedevano che il processo fosse trasferito a Messina, città in cui Fede avrebbe 'reclutato' Ruby durante un concorso di bellezza. Per il giudice a Messina ci sono solo ''atti prodomici''. A Messina c'è stato solo un contatto, ma il reato si è consumato a Milano. Il processo prenderà il via il 21 novembre prossimo.
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