martedì 31 dicembre 2013

Beppe Grillo, blog in tilt: contro messaggio non visibile. Troppi utenti

ROMA – Blog di Beppe Grillo in tilt per il contro messaggio di fine anno.
Il leader del Movimento 5 Stelle infatti sta facendo un discorso in contemporanea con quello di Giorgio Napolitano.

Governo

Arma dei Carabinieri. La fine di una leggenda sta scritta sulla Gazzetta ufficiale. ARRIVA LA GENDARMERIA EUROPEA!

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-Redazione- E’ pubblicato sul sito dell’U.N.A.C oltre che sulla Gazzetta Ufficiale. ”L’Arma verso lo scioglimento. L’Unione Europea impone la smilitarizzazione della quarta Forza Armata e l’accorpamento dei carabinieri alla Polizia di Stato .
 L’Arma dei carabinieri in un futuro più o meno prossimo, ma certamente non remoto, è destinata ad un inevitabile scioglimento“.
Poco più di tre anni fa la Camera dei Deputati ratificava ad unanimità l’accordo europeo per la costituzione di una forza armata speciale, chiamata EGF.
La Forza di gendarmeria europea (Eurogendfor o EGF) è il primo Corpo militare dell’Unione Europea a carattere sovranazionale. La EGF è composta da forze di polizia ad ordinamento militare dell’UE in grado di intervenire in aree di crisi, sotto egida NATO, ONU, UE o di coalizioni costituite “ad hoc” fra diversi Paesi.
Eurogendfor può contare su una forza di 800 “gendarmi”mobilitabile in 30 giorni, più una riserva di altri 1.500; il tutto gestito da due organi centrali, uno politico e uno tecnico. Il primo è il comitato interdipartimentale di alto livello, chiamato CIMIN, acronimo di Comité InterMInistériel de haut Niveau, composto dai rappresentanti dei ministeri degli Esteri e della Difesa aderenti al trattato. L’altro è il Quartier generale permanente (PHQ), composto da 16 ufficiali e 14 sottufficiali (di cui rispettivamente 6 e 5 italiani). I sei incarichi principali (comandante, vicecomandante, capo di stato maggiore e sottocapi per operazioni, pianificazione e logistica) sono ripartiti a rotazione biennale tra le varie nazionalità, secondo gli usuali criteri per la composizione delle forze multinazionali.
Non si tratta quindi di un vero corpo armato europeo, un inizio di esercito unico europeo, nel qual caso si collocherebbe alle dipendenze di Commissione e Parlamento Europeo, ma di un semplice corpo armato sovra-nazionaleche, in quanto tale, gode di piena autonomiaInfatti, la EGF non è sottoposta al controllo dei Parlamenti nazionali o del Parlamento europeo, ma risponde direttamente ai Governi, attraverso il citato interministeriale (CIMIN)-
L’articolo 21 del trattato di Velsen, con cui viene istituito questo corpo d’armata sovranazionale, prevede l’inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi di Eurogendfor.
L’articolo 22 immunizza le proprietà ed i capitali di Eurogendfor da provvedimenti esecutivi dell’autorità giudiziaria dei singoli stati nazionali.
L’articolo 23 prevede che tutte le comunicazioni degli ufficiali di Eurogendfor non possano essere intercettate.
L’articolo 28 prevede che i Paesi firmatari rinuncino a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni.
L’articolo 29 prevede infine che gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in tutti quei casi collegati all’adempimento del loro servizio.
Nel trattato di Velsen c’è un’intera sezione intitolata “Missions and tasks“, in cui si apprende cheEurogendfor potrà operare “anche in sostituzione delle forze di polizia aventi status civile”, in tutte le fasi di gestione di una crisi e che il proprio personale potrà essere sottoposto all’autorità civile o sotto comando militare.
Tra le altre cose, rientra nei compiti dell’Eurogendfor:
garantire la pubblica sicurezza e l’ordine pubblico
eseguire compiti di polizia giudiziaria (anche se non si capisce per conto di quale Autorità Giudiziaria)
controllo, consulenza e supervisione della polizia locale, compreso il lavoro di indagine penale
dirigere la pubblica sorveglianza
operare come polizia di frontiera
acquisire informazioni e svolgere operazioni di intelligence
Il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Hanno votato sì 442: tutti, nessuno escluso. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità. Il 12 giugno 2010 il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia.
La legge di ratifica n° 84 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello. Allo stesso tempo, l’art.4 della medesima legge introduce i compiti dell’Eurogendfor, tra cui:
a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico;
c)  assolvere  a  compiti  di  sorveglianza  pubblica,  gestione  del traffico,   controllo   delle   frontiere   e   attivita’ generale d’intelligence;
e) proteggere le persone e i beni e mantenere  l’ordine  in  caso  di disordini pubblici.
In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non rispondono direttamente delle loro azioni nè allo Stato italiano, nè all’Unione Europea.

Cazzo c'è da festeggiare?

La medicina ufficiale

Vaticano, poteri occulti e sacrifici umani: la stampa europea riporta la notizia di inquietanti accuse a Josef Ratzinger (Nicola Bizzi)

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Riportiamo per dovere di cronaca un’inquietante notizia, praticamente occultata dalla stampa italiana, in relazione a Josef Ratzinger, il Papa Emerito Benedetto XVI°. Notizia che sta circolando da alcuni mesi sulla stampa estera e in rete, ed è stata ripresa in Italia lo scorso mese da Manuela Di Blanca sullo spazio dedicato alla cronaca del sito Blasting News. 
Innanzitutto, una una donna avrebbe dichiarato di essere stata presente, e quindi testimone oculare, in un rituale consumatosi in un castello francese nel 1987; rituale al quale questa donna assicura che sarebbe stato presente anche l’allora Cardinale Josef Ratzinger. In tale circostanza avrebbe visto assassinare una bambina nel contesto di una cerimonia che prevedeva un sacrificio umano. La testimone avrebbe inoltre dichiarato di aver preso parte ad altri incontri simili, nel corso dei quali sarebbero stati consumati altri sacrifici analoghi a quello descritto, e ha coinvolto nella vicenda, con le sue dichiarazioni, altri personaggi illustri ed influenti, come il Cardinale olandese Bernard Jan Alfrink, Arcivescovo di Utrecht e Presidente del movimento Pax Christi, scomparso nel 1987, e nientemeno che il Principe d’Olanda Bernhard Van Lippe-Biesterfeld, scomparso nel 2004, conosciuto per essere stato uno dei fondatori del Gruppo Bilderberg. Gruppo che presiedette fino al 1976, quando dovette dimettersi per lo scandalo relativo ad una gigantesca tangente della Lockheed Corporation.
Il fatto è però che la notizia della testimonianza di questa donna è stata resa nota dall’ITCCS, il Tribunale Internazionale sui Crimini di Chiesa e Stato, che l’ha diramata ufficialmente il 28 Ottobre 2013 attraverso il suo sito internet. I principali quotidiani di molti paesi europei riportarono in quei giorni la notizia a grandi titoli.
Dal comunicato dell’ITCCS si apprende poi che alcuni politici italiani (dei quali però non figurano i nomi) si sarebbero schierati dalla parte di questo organo internazionale affinché venga intrapresa un’azione legale contro il Vaticano, all’interno  delle cui mura il Papa Emerito gode di immunità.
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Le larghe intese


Cambia!


Poverini ...


Karel Capek


Come va in campo affettivo?


Agli alluvionati sardi la Finanza regala false Hogan sequestrate

Duemila scarpe taroccate a Caserta e destinate a grossisti cinesi. Dai sandali tacco 12 ai baby doll sexy, la stravagante beneficenza per le vittime del ciclone Cleopatra

lunedì 30 dicembre 2013

IL 2014? SARA’ L’ANNO DEI DELINQUENTI! UNA LEGGE ANTI-ARRESTI AFFIANCHERA’ L’INDULTO. PER LA FELICITA’ DEI CRIMINALI

Riforma della giustizia, liberi tutti

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Provate a indovinare: qual è per il governo la prima emergenza della giustizia dopo i troppi condannati che finiscono in carcere? Non ci arriverete mai, ci vuole un aiutino: la prima emergenza della giustizia in Italia dopo i troppi condannati che finiscono in carcere sono i troppi arrestati che finiscono in carcere.
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Quindi, dopo il decreto svuota-carceri, ci vuole una bella legge anti-arresti. Vi sta provvedendo la ministra Cancellieri, coadiuvata da un’apposita commissione presieduta da Giovanni Canzio, il presidente della Corte d’appello di Milano che nel febbraio 2012 impiegò un mese per respingere la ricusazione dei giudici del processo Mills, regalando così a B. la sua ottava prescrizione. Insomma l’uomo giusto al posto giusto per una giustizia più rapida ed efficiente.
Il disegno di legge infatti è comicamente dedicato alla “velocizzazione del processo penale” e prevede alcune novità strepitose. La prima è l’obbligo per il giudice di interrogare l’indagato prima di arrestarlo: oggi infatti capita che alcuni candidati all’arresto, non sapendo di essere nel mirino dei magistrati, si facciano trovare in casa al momento del blitz e dunque finiscano sventuratamente in manette. Il governo ritiene che ciò non sia sportivo: l’arrestando dovrà essere preavvertito col dovuto anticipo della prava intenzione dei giudici, convocato per l’interrogatorio e ivi informato dettagliatamente dei sospetti che gravano sul suo capo: così, ove ritenesse ingiusto il proprio arresto, avrà modo di dileguarsi per tempo.
La seconda ideona è quella di affidare la decisione sulle richieste di cattura dei pm a un collegio di tre giudici. Oggi se ne occupa uno solo, il gip, anche perché poi l’arrestato può ricorrere al Tribunale del Riesame (tre giudici) e, se gli va buca, alla Cassazione (5 giudici). Ma, per il governo, un pm e 9 giudici non bastano ancora. Dunque ciò che oggi fa uno solo domani lo faranno in tre, così si spera che litighino fra loro e lascino perdere.
L’effetto accelerante di una simile norma non può sfuggire. Naturalmente nei tribunali più piccoli sarà difficile trovare tre giudici liberi, o non incompatibili per essersi già occupati di vicende affini: così molte catture non si faranno più o andranno alle calende greche. Il ddl governativo parla di sopprimere i tribunali del Riesame, che però oggi intervengono in seconda battuta ed esaminano un numero molto inferiore di casi (e quando il sospettato è già stato assicurato alla giustizia). In ogni caso si fa presto ad aggiungere un ente, mentre è molto complicato sopprimerne uno (vedi l’accrocco fra regioni e province).
Terza novità: niente più limiti al colloquio nei primi cinque giorni fra l’arrestato e il difensore (salvo per mafia e terrorismo). È una norma di elementare buonsenso per evitare che l’arrestato, prima dell’interrogatorio, venga istruito a tacere o a mentire secondo un copione prestabilito. Ora invece sarà un gioco da ragazzi per l’avvocato “formattare” l’arrestato per dettargli le cose da dire e quelle da non dire, i complici da inguaiare e i mandanti da salvare, specie nei processi di corruzione e criminalità finanziaria, dove spesso il difensore rappresenta non solo il singolo, ma l’intera organizzazione criminale.
L’ultima genialata è l’idea di escludere dal giudizio abbreviato le parti civili, che per il risarcimento dei danni dovranno avviare una separata causa civile, costosissima e lunghissima. Così le vittime di delitti gravissimi (l’abbreviato è previsto persino per l’omicidio) saranno escluse da molti processi: un capolavoro.
Ma non basta ancora, perché il ddl governativo verrà integrato con la legge anti-manette Ferranti & C. appena varata in commissione Giustizia. Questa fra l’altro – come spiega Valeria Pacelli sul Fatto Quotidiano di oggi – rende praticamente impossibile arrestare gli incensurati. Che non sono soltanto i delinquenti alla prima impresa, ma anche quelli rimasti impuniti e beccati per la prima volta. A questo punto manca soltanto un codicillo: l’arresto obbligatorio, per manifesta pericolosità sociale, del pm che chiede un arresto.
In galera.

Volgograd, nuova strage : esplode bomba all’interno di un filobus, 15 i morti e 23 feriti

Due attentati in meno di 24 ore. Pesante il bilancio: 32 vittime L’escalation a poche settimane dall’apertura dei giochi di Sochi

Il Filobus sventrato nell’esplosione a Volgograd, Russia (Ap)
Un’altro attentato all’alba di lunedì a Volgograd, nel sud della Russia vicino al confine con il Caucaso, a poche ore dall’attentato kamikaze alla stazione che ha provocato 17 vittime. Una bomba è esplosa all’interno di un filobus, almeno 15 i morti e 23 i feriti gravi. La violenta esplosione ha completamente sventrato il mezzo. Si sospetta ancora una volta l’azione di un kamikaze, sebbene tale particolare non sia stato finora confermato.
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Il cyber racket dell’estorsione online: il virus che ti chiede soldi

Il cyber racket dell’estorsione online: il virus che ti chiede soldi
Si chiama Cryptolocker: il virus entra nel tuo pc, lo blocca e poi ti chiede una somma di denaro per il riscatto: ecco come difendersi.    “Se stai leggendo questo testo, significa che tutti i tuoi file sono stati bloccati”. È questo il messaggio che appare sul pc del malcapitato utente infetto da “Cryptolocker”, il virus che sta facendo il giro del mondo e che, di recente, è sbarcato anche in Italia. L’accesso a tutti i file (word, fogli di calcolo, immagini, programmi, ecc.) risulta impedito e in ogni cartella compare solo un testo in cui si spiega come sbloccare il computer: pagare un riscatto di 200 euro circa. Dopo aver versato la somma, il criminale informatico provvede a sbloccare, in remoto, il pc della vittima.   Una corsa contro il tempo: il pirata informatico stabilisce una deadline, un tempo di scadenza entro cui pagare il riscatto. Se entro il giorno e l’ora indicata non avviene alcun versamento, il computer è ormai irrimediabilmente compromesso.   Cryptolocker è un ransomware, ossia un malware [1]: esegue una cifratura dei file, che possono essere sbloccati solo attraverso una chiave crittografica.   La minaccia informatica si sta diffondendo a macchia d’olio. In Italia i dati ufficiali degli utenti infetti non ricalcano quelli effettivi: la gente, piuttosto che rischiare la completa perdita dei dati, preferisce pagare subito senza informare le autorità. La denuncia non viene vista come una soluzione, per via delle lungaggini burocratiche e dello scetticismo nella capacità, da parte delle Forze dell’Ordine, di risolvere il problema. Così non si ha contezza di quanto sia davvero diffuso il virus nel nostro Paese. Certo è che, nel resto del mondo, Crypyolocker è diventato un serio problema per tutti gli utenti, piccoli e grandi. In Inghilterra sono migliaia le persone che hanno subito questo tipo di “infezione”.   Di virus simili negli ultimi tempi se ne sono visti parecchi, ma agivano in maniera differente: spesso utilizzavano loghi e strutture di enti pubblici. Famosi quelli “Polizia di Stato“, “Guardia di Finanza“, “Polizia Postale” e altri che contestavano un reato informatico alla vittima, bloccando l’accesso al computer e promettendo lo sblocco attraverso il pagamento di una sanzione amministrativa (in realtà una truffa).
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http://www.laleggepertutti.it/44678_il-cyber-racket-dellestorsione-online-il-virus-che-ti-chiede-soldi

DA GENNAIO PENSIONI ANCORA PIU’ LONTANE. GRAZIE ALLA FORNERO LE DONNE CI ANDRANNO CON 1 ANNO E MEZZO DI RITARDO IN PIU’

Riforma Fornero, da gennaio nuovi paletti in arrivo per andare in pensione

Nuovo ostacolo Fornero in arrivo per gli aspiranti al ritiro dal lavoro. Da gennaio le lavoratrici dipendenti del settore privato potranno andare in pensione di vecchiaia solo dopo aver compiuto i 63 anni e 9 mesi, 18 mesi in più rispetto ai requisiti previsti per il 2013 (62 anni e tre mesi). Dal 2014 scattano infatti i nuovi requisiti per il pensionamento di vecchiaia delle donne previsti dalla riforma Fornero che porteranno gradualmente alla parificazione delle età di vecchiaia all’inizio del 2018 (66 anni e tre mesi ai quali aggiungere l’adeguamento alla speranza di vita).
Ecco in sintesi i requisiti per l’uscita da lavoro nel 2014, in presenza comunque di almeno 20 anni di contributi ma solo se si hanno contributi accreditati prima del 1996. Se si è cominciato a versare dopo il 1996 è richiesto anche un importo di pensione di almeno 1,5 volte la soglia minima.
DONNE DIPENDENTI SETTORE PRIVATO: potranno andare in pensione di vecchiaia le signore con almeno 63 anni e 9 mesi di età. Dal 2016 (fino al 31 dicembre 2017) scatterà un ulteriore scalino e saranno necessari 65 anni e tre mesi ai quali aggiungere l’aumento legato alla speranza di vita. Potranno quindi andare in pensione ancora quest’anno con 62 anni e 3 mesi le lavoratrici nateprima del 30 settembre 1951 mentre se si è nate a ottobre dello stesso anno l’uscita dal lavoro sarà rimandata almeno fino a luglio del 2015.
DONNE AUTONOME E GESTIONE SEPARATA: nel 2014 le lavoratrici autonome potranno andare in pensione con almeno 64 anni e 9 mesi, con un anno in più rispetto a quanto previsto per il 2013. Per il 2016 e il 2017 saranno necessari almeno 65 anni e 9 mesi, requisito al quale andrà aggiunta la speranza di vita.
UOMINI SETTORE PRIVATO: nel 2014 vanno in pensione con gli stessi requisiti del 2013 (66 anni e tre mesi). I requisiti cambiano nel 2016 con l’adeguamento alla speranza di vita.
SETTORE PUBBLICO, UOMINI E DONNE: restano i requisiti previsti per il 2013. Si va in pensione ancora nel 2014 e fino al 2015 con 66 anni e tre mesi di età. Il requisito andrà adattato alla speranza di vita nel 2016.
PENSIONE ANTICIPATA: nel 2014 gli uomini potranno andare in pensione in anticipo rispetto all’età di vecchiaia se hanno almeno 42 anni e 6 mesi di contributi versati, un mese in più di quanto previsto nel 2013. Per le donne saranno necessari almeno 41 anni e 6 mesi di contributi (un mese in più di quanto previsto nel 2013). Anche i requisiti per la pensione anticipata andranno adeguati dal 2016 all’aumento della speranza di vita.

IN TEMPO DI CRISI CAMBIANO ANCHE GLI AUGURI.

sabato 28 dicembre 2013

Il taglio delle auto blu

Politica in Italia ...

Piccolo segreto da fare ogni Notte per Perdere fino a 3kg a Settimana

Bastano 2 cucchiaini di miele la sera, prima di coricarsi, per perdere fino a 3 Kg a settimana.
Miele
Piccolo segreto da fare ogni Notte per Perdere fino a 3kg a Settimana: il miele. Si, questo dolce nettare frutto del lavoro instancabile delle api è un vero amico della linea, oltre che della salute, perché sembra essere in grado di far perdere, senza nemmeno troppi sforzi, parte dei chili di troppo. Il miele è un antibiotico naturale, un antiossidante e altro ancora e queste sue virtù  sono ormai note da tempo, ma secondo il nutrizionista di Edimburgo Mike Mcinnes, due cucchiaini di miele prima di coricarsi aiutano a rimettersi in forma più velocemente, e questa è sicuramente una buona notizia.
Non si tratta comunque di una novità perché di questo ne ha parlato per la prima volta in nutrizionista nel 2005, ma solo ora  la notizia ha preso a circolare in rete con una certa insistenza. Mike Mcinnes è uno sportivo e un farmacista che aiuta, assieme al figlio anch’egli nutrizionista, gli atleti nell’alimentazione per metterli in condizione di potar ottenere le migliori performance possibili anche grazie a quello che si mette nel piatto. Egli sostiene che mangiare due cucchiaini di miele la sera, prima di coricarsi, consente di bruciare i grassi in eccesso,  senza quindi dover ricorrere ad una dieta che costringe a fare calcoli tra calorie, peso e quantità.
MieleSecondo il nutrizionista inglese, questa pratica consente di attivare degli ormoni durante il sonno, ormoni che sono alimentati da grassi, per cui l’organismo automaticamente brucia più grassi. Il miele, oltre alle note proprietà, sarebbe anche in grado di determinare dei cambiamenti nel metabolismo, per cui sarebbe possibile bruciare, durante la notte, gli zuccheri, e non solo, perché mangiare miele prima di coricarsi indurrebbe il cervello a fermare il desiderio di zucchero e di altri alimenti a base di carboidrati. Insomma, una sorta di difesa naturale che consentirebbe non solo di perdere i chili di troppo, molto più velocemente che non con la semplice dieta, ma eviterebbe oltre  tutto anche di prendere altri chili in eccesso in quanto si tenderebbe a non mangiare gli alimenti maggiormente responsabili dell’aumento di peso corporeo.
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Messaggio di fine anno 2013 di Beppe Grillo

I dolci riducono la memoria: attenzione al Natale!

I test condotti da alcuni ricercatori australiani sui topi non lasciano spazio a dubbi: un eccesso di zuccheri può causare l'infiammazione dell'ippocampo e ridurre le proprie capacità cognitive.

I dolci riducono la memoria: attenzione al Natale.


Arriva il Natale con la sua esplosione di colori e sapori e, puntuale, giunge anche l’allarme degli esperti. Sulle tavole italiane, a chiusura di pranzi e cene epiche, si adageranno i tipici dolci natalizi. Cassate, struffoli, raffioli, pastiere e panettoni ammiccheranno al commensale stremato invitandolo all’ennesima forchettata. E questi probabilmente cederà alla provocazione, nonostante il recente studio dei ricercatori della School of medical science della University of New South Wales, a Sydney. La rivista specialistica “Brain, behavior and immunity” ha pubblicato infatti l’esito di uno studio condotto su topi di laboratorio circa l’effetto dei dolci sul cervello. Per pochi giorni ai piccoli roditori è stata fornita acqua con elevate dosi di zucchero per poi studiarne possibili effetti sul comportamento. Nonostante i topi si fossero alimentati in maniera sana nel corso dell’anno, è stata riscontrata ben presto un’alterazione delle proprie capacità cognitive.
Rispetto ai giorni precedenti al test, i piccoli animali trovavano maggiore difficoltà maggiori a ritrovare oggetti che i ricercatori riposizionavano altrove all’interno della gabbietta. La diminuzione delle capacità dei roditori è stata legata allo stato infiammatorio dell’ippocampo, zona “primitiva” del cervello che – tra le tante funzioni – volge anche quella di conservare la memoria spaziale. Margaret Morris, una delle autrici dello studio, ha sottolineato che “la scoperta è importante perché pensiamo possa fare luce anche sul processo di declino cognitivo umano. Ci ha sorpreso la velocità con cui si è verificato il deterioramentodella memoria in rapporto al consumo di zuccheri. Abbiamo anche visto che il danno permane anche quando i topi hanno ripreso a mangiare in modo sano”


continua su: http://scienze.fanpage.it/i-dolci-riducono-la-memoria-attenzione-al-natale/#ixzz2omxaqvB1 
http://scienze.fanpage.it

Londra in corsia di sorpasso: diventerà economia leader in Europa

Londra in corsia di sorpasso: diventerà economia leader in Europa

(Teleborsa) - Cambierà la geografia economica mondiale di qui al 2030, anche con sorpassi inconsueti, come quello del Regno Unito, che si prepara a spodestare la Germania dal trono d'Europa. E' quanto rivelato dall'ultima ricerca condotta dal Centre for Economics and Business Research (CEBR), che traccia una classifica delle economie di "maggior peso" al mondo. 

La Cina riuscirà a superare gli Stati Uniti molto più tardi di quanto sinora ipotizzato, attorno al 2028, mentre l'India riuscirà a superare il Giappone nella stessa data, diventando la terza maggiore economia (oggi è solo al decimo posto). L'ascesa delle economie emergenti non si fermerà e porterà il Brasile ai quinto posto ed il Messico nella top ten. 

La grande rivelazione però è il Regno Unito, che riuscirà a scalzare la Germania, diventando l'economia più florida in Europa, grazie ad una serie di politiche messe in campo dal governo di Londra: Regime fiscale leggero, aumento della popolazione ed indipendenza dai vincoli restrittivi dell'Eurozona.

Per contro, la Germania vedrà crescere la sua economia a ritmi più lenti, a causa dell'invecchiamento della popolazione, dell'incertezza che assilla l'euro e dei vincoli imposti dall'Unione monetaria. 

Note dolenti per l'Italia, che oggi è all'ottavo posto in classifica, poiché l'economia tricolore crollerà al quindicesimo posti nel 2030. fra i malati d'Europa anche la Francia, che uscirà dalla top ten, a causa di una crescita troppo debole e di un regime fiscale pesante.
http://www.teleborsa.it/News/2013/12/26/londra-in-corsia-di-sorpasso-diventera-economia-leader-in-europa-628.html#.Ur7HMPTuJ2F

Aziende ex italiane

Foto: QUESTO NON VI DICE NIENTE?

Essere cristiani

Foto

Miracolo del governo Letta: pioggia di milioni sulla Scuola privata

Per le paritarie la crisi non esiste: arrivano 500 milioni dalla legge di Stabilità. Esulta l'aera catto-ciellina, che trova nel Pd il suo nuovo referente.


Il Vaticano con tutte le sue diramazioni politiche esulta per la Legge di Stabilità, che foraggia le scuole paritarie al di là delle aspettative. In barba alla crisi, gli istituti privati parificati potranno contare su 500 milioni di euro per quest'anno e 500 per il prossimo. 

Intervistato dalla rivista ciellina Tempi, il sottosegretario all'Istruzione Gabriele Toccafondi, anch'egli ciellino, esulta: «Se questi fondi non fossero stati reintegrati, le scuole paritarie sarebbero sicuramente andate incontro a un taglio degli stanziamenti pari al 45 per cento, che sarebbe automaticamente corrisposto a un raddoppio delle rette». Ma non basta: Imu e Tares ne minano ancora la sopravvivenza. «Secondo me - continua Toccafondi - il vero tema è riuscire a far comprendere che, così come sarebbe assurdo far pagare l'Imu alle scuole statali, lo è altrettanto farla pagare a quelle paritarie, che non sono affatto scuole "di élite" o in alcun modo esclusive, ma sono scuole normalissime, gestite da enti no profit e senza scopo di lucro, la cui unica ragione d'esistere è l'educazione degli studenti. Scuole che, pertanto, al pari di quelle statali, svolgono un servizio pubblico e aiutano tanto le famiglie quanto lo Stato a risparmiare». 
Gli «enti no profit e senza scopo di lucro», naturalmente, sono la Chiesa. E l'«educazione degli studenti» di cui parla il sottosegretario è quella cattolica, in un Paese laico che dovrebbe garantire istruzione gratuita e aconfessionale a tutti i cittadini. 

Ma alla fine Toccafondi tutti i torti non li ha, nonostante l'articolo 33 della Costituzione dica espressamente che «enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato». Già, perché dal 2000 le scuole paritarie fanno parte a tutti gli effetti del sistema pubblico di istruzione. E non certo grazie a uno dei ministri clericali dei governi Berlusconi, ma per mano di un ministro di sinistra, Luigi Berlinguer (oggi Pd), che con apposita legge stabilì: «Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali». Il che non annulla certo il veto costituzionale al finanziamento degli istituti privati, ma lo annacqua e ne rende incerti i confini. 
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http://cronachelaiche.globalist.it/Detail_News_Display?ID=93913&typeb=0

Nella vita c'è sempre chi sta peggio ...

Gli smemorati di Berlino

La Germania, che fa tanto la moralizzatrice con gli altri Paesi europei, è andata in default due volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre mondiali per consentirle di riprendersi. Fra i Paesi che le hanno condonato i debiti, la Grecia, prima di tutto, che pure era molto povera, e l’Italia. 

Dopo la Grande Guerra, John Maynard Keynes sostenne che il conto salato chiesto dai Paesi vincitori agli sconfitti avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la rinascita. L’ammontare del debito di guerra equivaleva, in effetti, al 100% del Pil tedesco. Fatalmemte, nel 1923 si arrivò al grande default tedesco, con l’iperinflazione che distrusse la repubblica di Weimar. Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa, con una seconda guerra, ben peggiore, in seguito alla quale a Berlino si richiese un secondo, enorme quantitativo di denaro da parte di numerosi Paesi. L’ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora!)
La Germania sconfitta non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre, peraltro da essa stessa provocate.
Mentre i sovietici pretesero e ottennero il pagamento della somma loro spettante, fino all’ultimo centesimo, ottenuta anche facendo lavorare a costo zero migliaia di civili e prigionieri, il 24 agosto 1953 ben 21 Paesi, Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia, con un trattato firmato a Londra le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c’era di fatto. L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l’eventuale riunificazione delle due Germanie, ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo, che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto.
Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell’ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro.
Senza l’accordo di Londra che l’ha favorita come pochi, la Germania dovrebbe rimborsare debiti per altri 50 anni. E non ci sarebbe stata la forte crescita del secondo dopoguerra dell’economia tedesca, né Berlino avrebbe potuto entrare nella Banca Mondiale, nel Fondo Monetario Internazionale e nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Quindi: che cos’ha da lamentare la Merkel, dal momento che il suo Paese ha subito e procurato difficoltà ben maggiori e che proprio dall’Italia e dalla Grecia ha ottenuto il dimezzamento delle somme dovute per i disastri provocati con la prima e la seconda guerra mondiale? La Grecia nel 1953 era molto povera, aveva un grande bisogno di quei soldi, e ne aveva sicuramente diritto, perché aggredita dalla Germania. Eppure… Perché nessun politico italiano ricorda ai tedeschi il debito non esigito?

venerdì 27 dicembre 2013

Rifiuti a Roma: i cittadini pagano le tasse per assistere al banchetto dei maiali

La situazione dei rifiuti a Roma ha raggiunto livelli incresciosi: ora, nella periferia nord della città, i maiali banchettano tra i cassonetti. 
Rifiuti a Roma: i cittadini pagano le tasse per assistere al banchetto dei maiali-Redazione- I cittadini di Roma, le tasse, le pagano. Forse non tutti, ma la maggior parte, sì. Onesti cittadini che versano al fisco parte dei loro soldi, compresi quelli per la tassa sui rifiuti,l'Irpef, che nella capitale è a livelli record. E non solo: presto potrebbe ulteriormente aumentare. 
Questo dovrebbe, in linea teorica, esser sufficiente per garantire a chi la abita servizi idonei. Tra cui, appunto, lo smaltimento dei rifiuti, che da sempre, però, appare una tematica tabù. Tanto più che, in giro per Roma è un'eccezione incrociare un cassonetto vuoto: più usuale, infatti, trovarli al collasso, con montagne di spazzatura riverse tutt'attorno. Una situazione d'emergenza che ha più volte scatenato l'indignazione di buona parte della politica, ma, soprattutto, dei cittadini. Che ora, come se non bastasse, si ritrovano a fare i conti anche con i maiali. E non è uno scherzo. 
La situazione, infatti, è giunta a livelli incresciosi: non si è in aperta campagna, vicino a fattorie, ma nella periferia nord della città, a Boccea, e qui gli abitanti, per buttare via i sacchetti dell'immondizia, devono fare attenzione a non incrociare i maiali che allegramente grufolano pasteggiando tra i rifiuti. Gli stessi animali che ultimamente incuriosiscono e spaventano le persone.
Per cui, i romani se ne facciano una ragione: considerino il pagamento delle tasse  per una città pulita una sorta di biglietto per assistere allo spettacolo dei suini, rovistanti e banchettanti, felici, loro, di incappare in un tugurio. 

Governo, approvato il Milleproroghe. Letta: “Sì a parti essenziali del Salva Roma”

Nel testo le norme per il riequilibrio di bilancio del Comune di Roma e sugli affitti d'oro. L'esecutivo ha anche varato un intervento per salvare oltre 6 miliardi di fondi europei: oltre 2 sono destinati alle imprese, 700 milioni a sostegno dell'occupazione. Per il contrasto alla povertà sono previsti interventi per 800 milioni

Governo, approvato il Milleproroghe. Letta: “Sì a parti essenziali del Salva Roma”
Accanto al decreto Milleproroghe sono state approvate “le norme essenziali” del decreto salva Roma. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Enrico Letta dopo che – nel caos della vigilia di Natale – il governo ha deciso di non portare a termine in Parlamento il provvedimento 2per l’eterogeneità che era venuta fuori”. Le norme principali del decreto Salva Roma che confluiscono nel Milleproroghe “riguardano la materia fiscale, che ha a che fare col bilancio di Roma, e gli affitti d’oro”, ha spiegato Letta. Una vicenda, quella del Salva Roma, che con le “difficoltà incontrate” ha reso evidente come “in questo Paese sia essenziale una riforma complessiva del procedimento legislativo” che deve essere fatta “nel 2014″. La necessità di una riforma, ha aggiunto il presidente al termine del consiglio dei ministri, è dimostrata anche da “questo ingorgo di fine anno”. Secondo Letta l’attuale “procedimento legislativo non è più quello di una democrazia moderna”.
Il consiglio dei ministri ha varato anche un “complesso intervento per salvare i finanziamenti deifondi strutturali” che altrimenti si sarebbero persi. Si tratta, ha precisato il presidente del Consiglio, di una riallocazione di fondi per 6 miliardi e 200 milioni.  “Con questa operazione – ha spiegato Letta – abbiamo voluto raggiungere alcuni obiettivi: evitare di buttare via i fondi europei, concentrarci sul disagio sociale maggiore, intervenire per sostenere la ripresa economica. E’ un’operazione con cui non si distolgono soldi dal Sud”. ”Questo intervento, che non è un attonormativo ma amministrativo – ha spiegato Letta – assegna 2,2 miliardi a sostegno delle imprese, 700 milioni a misure a sostegno del lavoro e dell’occupazione, 300 milioni a misure per il contrasto alla povertà e 3 miliardi a misure a sostegno delle economie locali”. Letta ha poi specificato che “di questo complesso di 6,2 miliardi, 1,2 miliardi riguardano la questione del credito alle imprese che è già stata messa in legge di Stabilità”, mentre “tutto il resto è costruito ex novo attraverso una riallocazione dei fondi”. Letta ha anche annunciato che “un miliardo di nuove risorse vanno all’auto-imprenditorialità, in particolare giovanile“.

Berlusconi perde in tribunale contro Marco Travaglio

Berlusconi perde in tribunale contro Marco Travaglio
“L’odore dei soldi”, il libro di Elio Veltri e Marco Travaglio che fu protagonista della campagna elettorale delle politiche del 2001, non ha diffamato Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia ha subito una nuova sconfitta nell’ormai infinita battaglia contro il vice direttore del “Fatto Quotidiano”, iniziata ormai dodici anni fa. L’annuncio della nuova sconfitta in tribunale, questa volta in sede d’appello, è stata definita come un “regalo di Natale” dallo stesso Travaglio, che sul suo blog sul sito del “Fatto” ricostruisce la storia giudiziaria del libro. Nella primavera del 2001, prima delle elezioni che furono vinte dalla Casa della Libertà guidata da Silvio Berlusconi, l’allora deputato dell’Italia dei Valori Elio Veltri ed il giornalista pubblicarono presso i tipi di Edizioni Riuniti “L’odore dei soldi”, un volume che ricostruiva l’inizio della carriera del leader di Forza Italia. Nel libro erano contenute carte giudiziarie provenienti dalle varie inchieste condotte dalla magistratura contro Berlusconi, più una serie di giudizi che lo stesso Berlusconi, Fedele Confalonieri per Mediaset, Fininvest, Beppe Pisanu e Giulio Tremonti giudicarono gravemente lesive della loro dignità, tanto da sporgere querele miliardarie contro gli autori. Marco Travaglio sottolinea come il fondatore di Mediaset abbia chiesto risarcimenti danni per 16 milioni di euro – da sommare alle altre, per un totale di circa 70 miliardi dell’epoca. Le querele erano state sporte non solo contro gli autori del libro, ma anche contro Daniele Luttazzi e Carlo Freccero. Il volume “L’odore dei soldi” era stato infatti presentato durante la trasmissione “Satyricon” condotta dal comico romagnolo su Rai 2, che creò una delle polemiche più forti della campagna elettorale del 2001. Berlusconi, nel famoso “Editto di Sofia”, ne fece infatti riferimento per manifestare il suo desiderio di non vedere più in Rai Luttazzi come Michele Santoro ed Enzo Biagi. In questo video pubblicato su Youtube si può rivedere l’intervista tra Travaglio e Luttazzi durante la quale era stato presentato “L’odore dei soldi”.

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Poliziotto che convince a non denunciare: è favoreggiamento

Anche se non in servizio, l’ufficiale di polizia giudiziaria è tenuto sempre all’obbligo di denuncia qualora venga a conoscenza di reati: in tali casi, se c’è anche la volontà (dolo) di aiutare il reo ad eludere le indagini, insieme al reato di omissione della denuncia scatta anche quello di favoreggiamento.

Una sentenza estremamente interessante e severa quella appena uscita dalle aule della Cassazione [1]. La Corte, infatti, ha appena sposato la linea dell’intransigenza verso tutti i pubblici ufficiali non ligi al proprio dovere. Vediamo di che si tratta.

Stando a quello che scrivono i giudici supremi, l’agente di polizia che, anche fuori dagli orari di servizio, venga a conoscenza di una notizia di reato, ha l’obbligo di effettuare il rapporto alle autorità giudiziarie. Egli, infatti, è tenuto a osservare i doveri inerenti alla propria funzione, a prescindere dalle concrete modalità di acquisizione della notizia.

Per esempio: se in via confidenziale, un cittadino confessi al poliziotto di essere vittima di ripetute estorsioni per il pagamento del “pizzo”, e il poliziotto, anche se fuori dall’orario di servizio, omette di effettuare la denuncia, quest’ultimo è responsabile per il reato di omessa denuncia di reato [2].

Non solo. La parte più interessante della sentenza arriva ora. La Cassazione afferma che, se l’intento del pubblico ufficiale – che abbia omesso il proprio obbligo – era proprio quello di consentire al malvivente di sottrarsi alle indagini e “farla franca”, egli commette, insieme al reato di omessa denuncia, anche quello di favoreggiamento [3].

Perché la sentenza è importante?
Perché si pone fine a un dibattito e ad un dubbio venutosi a creare all’interno della dottrina. Secondo alcuni, infatti, in tali casi, il reato più grave (quello di favoreggiamento) assorbe ed esclude quello meno grave (di omessa denuncia). Proprio per commettersi il favoreggiamento – si sostiene – è necessario compiere il delitto di “omessa denuncia” [4], sicché le due condotte sono espressione del medesimo reato.
Invece, contro questa interpretazione per così dire “buonista”, la Cassazione ha appunto precisato che i due reati possono ben convivere contemporaneamente. Pertanto, in definitiva, il poliziotto che dissuada il cittadino dallo sporgere denuncia, e ometta di effettuare rapporto proprio allo scopo di tutelare il criminale, non solo commette l’illecito di “omessa denuncia”, ma anche quello di “favoreggiamento” [5]

[1] Cass. sent. n. 51508/13 del 19.12.2013.
[2] Art. 361 comma 2, cod. pen.
[3] Art. 378 cod. pen.
[4] Infatti, secondo parte autorevole della dottrina, qualora il fatto sia commesso con il dolo del delitto di favoreggiamento si configura un concorso apparente di norme, in quanto l’omessa o ritardata denuncia è uno dei modi in cui può commettersi il delitto di favoreggiamento personale e quindi ne è elemento costitutivo. Non dunque di concorso di reati si tratterebbe, ma di concorso apparente di norme con conseguente applicabilità della sola fattispecie più grave ed assorbente o consumante di cui all’art. 378 cod. pen.
[5] I due delitti, infatti, sono offensivi di interessi giuridici diversi, come risultante dal fatto che il delitto di favoreggiamento ben possa commettersi anche con condotte diverse. Secondo tale impostazione deve escludersi che fra dette norme esista un rapporto di specialità ovvero di consunzione o di sussidiarietà, con la conseguenza che i due reati ben possono concorrere.

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