martedì 18 ottobre 2011

Ancora poltrone per i Responsabili e tagli per le forze dell’ordine

Sei miliardi di euro di tagli. In poco più di un’ora, il Consiglio dei ministri ha approvato dopo la fiducia il disegno di legge sulla stabilità. Le sottrazioni più dolorose arrivano per la sicurezza, drenata per circa60 milioni: tra le voci, due milioni di euro per le spese di vitto del personale fuori sede dell’Arma dei carabinieri e dellaGuardia di finanza impiegato per il servizio di ordine pubblico.

E soprattutto, "al fine di razionalizzare e riorganizzare la spesa", tagli alla sicurezza calcolati in 10 milioni di euro per l’anno 2012 e di 50 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013, nella misura del 50 per cento per la Polizia di Stato e del 50 per l’Arma dei carabinieri. Tempo di austerity anche per il personale volontario dei Vigili del fuoco, con le retribuzioni che scendono a 57 milioni di euro per il 2012 e a 30 per il 2013.
Tengono, nel senso che restano catastrofici, i tagli ai Beni culturali che vedono mantenuti intatti i fondi per il funzionamento della macchina. Cambiano destinazione d’uso, inoltre, i fondi che dovevano finanziare la banda larga. I proventi aggiuntivi dell’asta per le frequenze 4G non verranno investiti nel settore tlc. Il miliardo e mezzo finirà per metà al fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e per l’altra al fondo delministero dell’Economia per gli "interventi urgenti”. Ma c’è anche il codice La Russa, che invece ha fatto sapere che l’altro 50 sarà dirottato al comparto sicurezza e difesa.
Falcidiate Inps, Inpdap e Inail. Nell’ambito della propria autonomia dovranno ridurre le proprie spese di funzionamento "in misura non inferiore, in termini di saldo netto, di 60 milioni per il 2012; 10 milioni per il 2013 e 16,5 milioni a decorrere dal 2014”. Si dice quanto, ma non si spiega come. Anche perché sarebbe esercizio di fantasia sin troppo impegnativo.
Varata inoltre la tassa per i concorsi pubblici, dieci o quindici euro per "diritti di segreteria", arriva un’ulteriore stretta sulla scuola. Distacchi, aspettative e permessi del settore scuola saranno ridotti del 15 per cento a partire dall’anno prossimo. "Al fine di valorizzare le professionalità del personale scolastico", recita il ddl.
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I "neri", Tartaglia e i vaneggiamenti del povero Silvio

Una verità emerge, con cristallina chiarezza, da quanto è avvenuto sabato a Roma: che le uniche forze politiche a cui abbiano giovato quegli atti di violenza sono quelle che sostengono il governo.

Le loro reazioni, il tentativo di confondere le acque facendo di indignati e "neri" la stessa cosa, i vaneggiamenti a proposito di supposti cattivi maestri, ricordano da vicinissimo quel che accadde neldicembre 2009, quando Massimo Tartaglia, uno squilibrato, lanciò una statuetta ricordo del Duomo di Milano contro Silvio Berlusconi ferendolo al volto.

Per qualche giorno, proprio in un momento di gravissima crisi dell'esecutivo, l'attenzione del Paese fu distolta dalla politica per essere indirizzata verso un episodio che con la politica non c'entrava nulla.

E di ragioni per usare i black-bloc come armi di distrazione di massa, ve ne sono più di quelle che, allora, portarono alcune delle menti più brillanti del centro destra a dipingere Tartaglia come il braccio armato diRosy Bindi.

Il Governo gode ormai della fiducia di una minoranza sempre più ristretta d’italiani, mentre la maggioranza parlamentare che lo sosteneva è solo un ricordo.

Silvio Berlusconi per governare deve ricorrere continuamente al voto di fiducia e, per incassarlo, deve sborsare compensi sempre più elevati e in tempi brevissimi.

Solo una è la spiegazione della decisione di offrire, senza neppure lasciar passare qualche settimana per salvare le apparenze, quattro strapuntini ministeriali a chi ha puntellato la maggioranza nel voto sulRendiconto Generale dello Stato: anche per i parlamentari di bassa forza, Silvio Berlusconi è un uomo politico che rischia il default.

Un uomo senza credito a cui offrono aiuto solo in cambio di interessi altissimi che il poveretto deve iniziare a pagare immediatamente.

Un indegno mercimonio, ormai alla luce del sole, che rende ancor più comica l’uscita di Alfano che ha accusato Fini di aver provocato “un vulnus grave” alla Democrazia, dicendo, oddio che scandalo, che ilMinistro Romano, inquisito per mafia e sulle cui “frequentazioni” continuano ad emergere prove, dovrebbe fare “un passo indietro”.

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La storia di Silvio Berlusconi, un paperone italiano

Pensavo ai ragazzi che nel 2012 avranno l’età per poter votare. Sono nati nell’anno della "discesa in campo di Berlusconi" e forse sono convinti che da sempre in Italia la politica sia stata quella che è adesso: una commistione di interessi personali e gestione della res publica.

Invece no, Berlusconi fu eletto nonostante l’art. 10 del DPR 361/1957 recitasse:

"Non sono eleggibili [...] coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l'obbligo di adempimenti specifici, l'osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o l’autorizzazione è sottoposta".

Trovarsi Presidente del consiglio, la terza persona più ricca d’Italia , proprietario di tre televisioni ed un impero giornalistico su carta stampata, era per noi una cosa paradossale. Ed è stato proprio grazie a questa forza mediatica persuasiva (il suo primo discorso andò in onda a reti Fininvest, oraMediaset, unificate).

Anche il governo che lo spodestò alla successiva tornata elettorale non riuscì a risolvere questo plateale conflitto d’interessi, contraccambiandolo con la famosa bicamerale. In seguito Violante in un dibattito parlamentare ebbe a dire che "era stata data piena garanzia a Berlusconi e a Letta che non sarebbero state toccate le tv".

Da quel giorno in poi non siamo più riusciti a distinguere il ruolo dei politici e nemmeno seguire i loro passaggi dai vari partiti. Si è parlato di calcio mercato, forse per stare in linea con la dialettica del capo , ma propriamente invece andrebbe definito mercato delle vacche.

Passato il primo periodo dove in Forza Italia si trovavano anche nomi illustri della politica, non soloex funzionari Publitalia, si passò ad un becero infoltimento delle liste elettorali blindate, di personaggi che erano lì per scambio di favori o ancora peggio per sfuggire al destino giudiziario. Fino ai giorni nostri, dove il peccato originale, ovvero avere a capo del Governo uno degli uomini più ricchi del Paese, sfugge alla vista della gente comune e ai giovani inesperti di politica, ma si palesa in maniera evidente e per certi versi in maniera indecente a chi ha seguito dall’inizio la storia della cosiddetta seconda Repubblica. Se è vero quello che dice Gigi Moncalvo , e non vedo perché non credergli visto che è stato direttore della Padania dal 2002 al 2004 , l’ostracismo della Lega fu comperato da Berlusconi:

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Intercettazioni: le relazioni pericolose di Lavitola-Berlusconi

Pubblicate intercettazioni d'inquietanti dialoghi tra Berlusconi e Lavitola. E' sufficiente ascoltare l'audio per rendersi conto delle reali intenzioni del Premier, sin dal 2009: sovvertire l'ordine con una rivoluzione finalizzata all'abbattimento della Giustizia e dell'odiato quotidiano Repubblica. Avevate dubbi?

Basterebbero queste scioccanti (e neanche tanto)conversazioni, per mettere all'angolo un premier sovversivo, che attenta giornalmente alla democrazia, comprando la fiducia di un governo ormai smembrato o sparando a zero sulla giustizia.

E invece siamo ancora qui a parlare di Silvio Berlusconi, il Presidente del Consiglio più sfacciato degli ultimi 150 anni. Siamo qui a stupirci ancora per le sue relazioni pericolose con ex pescivendoli comeLavitola, o manager di escort come Tarantini, o "belle di notte e di giorno" come la D'Addario, Ruby e via dicendo.

Siamo ancora qui a meravigliarci per le sue frequentazioni poco ortodosse, mentre tutto scorre inesorabilmente verso il baratro. Mentre l'ennesima manifestazione d'indignazione pacifica, viene ridotta a un campo di battaglia su cui i soliti noti fanghisti di professione spalmano melma.

Telefonate, dicevamo, tra il giornalista de "L'Avanti!" e il Cavaliere, torbidamente chiare. Inconfutabili.

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Dl sviluppo, Berlusconi non ha fretta "Senza soldi dobbiamo inventare qualcosa"

Premier ottimista sulla tenuta della maggioranza: "Situazione tranquilla, faremo tutte le riforme, anche quella elettorale". Su Bankitalia: "Anche Bini Smaghi tra i candidati". Infine attacca i pm dopo il proscioglimento per Mediatrade: "Uno scandalo"

ROMA - Lanciato il solito attacco all stampa 1 per come ha riferito del forum cattolico di Todi, nel pomeriggio Silvio Berlusconi si concede una delle sue sempre più frequenti esternazioni a tutto campo. "Stiamo cercando di inventarci qualcosa", spiega il premier riferendosi al decreto sviluppo allo studio del governo. Il presidente del Consiglio precisa però di "non avere fretta" e di avere intenzione di presentare il provvedimento "solo quando sarà convincente" con "provvedimenti che possano davvero stimolare la crescita". Il problema, aggiunge, è che "non ci sono soldi". Ma la flemma del Cavaliere si scontra duramente con le preoccupazioni delle imprese che proprio oggi hanno indirizzato una lettera a Palazzo Chigi 2 lamentando che "la situazione è sempre più difficile" e "la fiducia nel nostro paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell'Italia". "L'Italia ha mezzi e risorse per risalire la china ma il tempo è scaduto", scrivono ancora le associazioni imprenditoriali nella loro missiva.
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CENTRO AMERICA: ALLUVIONI CAUSANO 90 MORTI

(ASCA-AFP) - Citta' del Guatemala, 18 ott - Le pesanti piogge in Centro America hanno causato oltre 90 morti in Guatemala, CostaRica, Salvador e Honduras nell'ultima settimana. Il bilancio e' stato aggiornato con le ultime vittime registrate nella comunita' di Mixco, nel nord del Guatemala, paese particolarmente colpito quest'anno dalle alluvioni. L'ambasciata statunitense ha consentito l'utilizzo dei propri elicotteri per i soccorsi e ha stanziato 50 mila dollari in aiuti umanitari. In Costa Rica, dove le piogge non accennano a diminuire, le autorita' hanno lanciato lo stato di massima allerta soprattutto nelle aree montagnose, dove vivono milioni di persone. In Salvador sono state evacuate dalle loro abitazioni decine di migliaia di persone, mentre in Honduras molti villaggi risultano isolati dalla marea di fango.

Il social network che paga gli utenti

Si chiamerà Chime.In. E pagherà gli iscritti per le visite alle proprie pagine

Facebook è diventato una gallina dalle uova d’oro per gli annunci posizionati qua e là lungo le sue pagine web, ma soprattutto per l’elevatissimo numero di iscritti, circa 800 milioni di persone. Ma i suoi utenti non hanno visto nemmeno un centesimo di euro.

50% DELLA PUBBLICITA’ AGLI ISCRITTI – Ad invertire la rotta ci prova Bill Gross, Ceo di Ubermediache sta lanciando un nuovo social network che divide i propri profitti anche con i titolari di profili e bacheche. Si chiamerà Chime.In e come tutti i social media darà la possibilità ad ogni utente di condividere messaggi di testo, link e foto, ma soprattutto – questa la novità – con gli utenti dividerà il 50% degli introiti pubblicitari derivanti dai click ai banner posti sulle proprie pagine. “Gli interessi dei creatori di contenuti sono gli stessi dell’azienda”, ha detto Gross all’Huffington Post.

SFIDA A FACEBOOK - La maggior parte dei siti di social networking cercano di attirare più adesioni rispetto ai concorrenti promettendo funzioni più avanzate, ma Chime.in utilizzerà la moneta sonante per far in modo che le persone abbiano maggior interesse ad investire tempo nel proprio sito invece che in altri. Chime.in – dice l’amministratore – vuole offrire una soluzione per tutti i brand che non sono ancora riusciti a sfruttare l’elevato numero di fan su Facebook o Twitter per trarne guadagno. Finora, Disney, E! Entertainment, Universal Pictures e Bravo TV hanno già aderito con Chime.in per creare pagine dedicate ai loro marchi e magari incassare risorse.

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http://www.giornalettismo.com/archives/159099/il-social-network-che-paga-gli-utenti/

I preti gestivano il traffico di bambini in Spagna

E’ un documentario della Bbc a dimostrarlo

A breve in onda su Bbc 2 il più recente e completo resoconto sulla tragedia dei bambini trafficati in Spagna. Si tratta di una storia che abbiamo raccontatoa più riprese: fin dal termine della guerra civile spagnola, e dunque fin dall’inizio della dittatura militare di Francisco Franco, molti bambini sono stati trafugati soprattutto da famiglie di oppositori politici e consegnati in adozione irregolare – in cambio di regolare parlamento – a famiglie contigue al regime disposte a pagare per accoglierli in casa. Gli infanti venivano prelevati direttamente dagli ospedali: la Bbc mostrerà che gli esecutori materiali di questi crimini furono preti, suore e altri soggetti vicini alla Chiesa Cattolica di Spagna.

I BAMBINI SCOMPARSI – “Alle madri veniva detto che i bambini erano morti in ospedale”,sostiene il Daily Mail riprendendo alcuni passi della storia, “e che non c’era modo di vedere il corpo del bimbo”. Così una madre – spesso single – veniva deprivata di suo figlio che finiva nelle mani di famiglie considerate “più adatte” secondo il regime militare. Il coinvolgimento degli uomini di chiesa viene definito come sistematico, visto che si parla di una “rete” di preti e suore, insieme a medici e infermiere, che favorivano questa pratica “dilagante”. E il risultato è che in Spagna oggi ci sono moltissime persone che rischiano di vedersi sconvolgere la vita fino alla negazione della propria esistenza. “Almeno 300mila bambini” sono stati coinvolti nella pratica nel corso degli anni, dice il Daily Mirror, e le parole della giornalista che ha realizzato il servizio non potrebbero essere più nette.

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http://www.giornalettismo.com/archives/159133/i-preti-gestivano-il-traffico-di-bambini-in-spagna/

Facebook prepara profili fantasma?

Anche gli utenti non iscritti sono tracciati, secondo una denuncia Non c’è dubbio che uno dei crucci di Facebook sarà sempre la privacy, sia per motivi provati che a causa di allarmismi infondati. Nasce a questo proposito una sorta di movimento messo in piedi da Max Schrems contro la gestione dei dati personali degli utenti che Facebook fa.

EUROPE VS FACEBOOK – Max è uno studente di legge 24enne che vive a Vienna, si appassiona di tecnologia ed è preoccupato della privacy sul social network. Prendendo in considerazione un obbligo europeo che costringe le realtà web a rilasciare all’utente tutti i dati collezionati su di esso, Max ha ottenuto un CD da Facebook nel quale erano contenute più di mille pagine di dati. Dopo averli analizzati, il ragazzo è giunto alla conclusione che il social network non rispetta un gran numero di norme europee sulla protezione dei dati. Il passo successivo è questo quello di inviare una denuncia corredata da 22 lucidi con spiegazioni dettagliate all’Irish Data Protection Commissioner (Facebook rimanda gli utenti europei al sussidiario Facebook Irlandese), seguita dall’apertura di un sito chiamato “Europe versus Facebook“. La pagina web si è trasformata una sorta di organizzazione con canale YouTube; un video che spiegava come ottenere il CD con i propri dati entro 40 giorni ha smosso tanti di quegli utenti che Facebook stesso ha dovuto ammettere di non poter rispettare i requisiti. Le scoperte di Max non si sono fermate qui: tra le informazioni richieste al social network, ne mancavano alcune fondamentali. Alla richiesta di spiegazioni, Facebook Irlanda ha risposto che “Fino ad oggi, abbiamo divulgato tutti i dati personali a cui si ha accesso per diritto ai sensi dell’articolo 4 della protezione dei dati irlandese del 1988 e 2003 (gli Atti). Si prega di notare che alcune categorie di dati personali sono esenti da richieste di accesso ai dati“. Come spiega l’arguto 24enne, i “Like” che facciamo su Facebook raccolgono informazioni ogni volta che visitiamo una pagina e i cookie del social network associano questa pagina a tutte le altre con tasto “Like” visitate negli ultimi tre mesi. Se utilizziamo il network, i dati di queste visite vengono collegati, tramite i cookie, al nostro profilo Facebook. Questi dati non vengono inclusi nel CD che possiamo richiedere.

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Forze dell’ordine in piazza contro i “tagli” del governo

Forze dell’ordine in piazza contro i “tagli” del governo

La modalità: “elemosina” per comprare il carburante

ROMA – In piazza con i bidoni di benzina vuoti. Alle prese con la guerriglia urbana di Roma e poi con i blitz in tutta Italia per ricercarne i responsabili, le forze dell’ordine hanno comunque deciso di scendere in piazza, per una protesta contro gli eccessivi tagli al loro settore. La scelta dei bidoni vuoti ovviamente non è casuale: rappresenta metaforicamente “l’elemosina” che gli stessi chiedono ai cittadini per fare il pieno di carburante ai loro mezzi di lavoro, volanti e automezzi. Questa la modalità della protesta conto i tagli al comparto sicurezza, che da questa mattina ha portato per le strade i sindacati della polizia (Siulp, Sap, Ugl e Consap), della polizia penitenziaria, (Sappe Uilpe, Fns Cisl e Ugl), della forestale, (Sapaf, Ugl, Fesifo, Fns Cisl e Uil) e dei vigili del fuoco (Fns Cis, Uil Vvff, Conapo e Ugl). L’iniziativa è stata organizzata, oltre che a Roma, in molte altre piazze italiane. “La nostra mobilitazione si rende necessaria perché il governo negli ultimi tre anni non ha tenuto fede ai vari impegni presi, riducendo i comparti sicurezza e soccorso pubblico sul lastrico - spiegano i sindacati -. Appena tre giorni fa l’esecutivo ha tagliato altri 60 milioni di euro alle voci di bilancio destinate all’ordine pubblico e alle missioni. Quasi ci vergogniamo a chiedere un contributo economico ai cittadini, ma siamo davvero arrivati al game over. Entro poche settimane termineranno gli ultimi buoni benzina necessari per le nostre volanti, dopodiché non potremo più presidiare i quartieri della città. E la responsabilità di tutto questo è del Governo”.