sabato 30 luglio 2011

Emergenza maltempo a Fukushima, migliaia i dispersi in Giappone



Trecentomila abitanti obbligati ad abbandonare le proprie case. 

L'aerea fu colpita dal sisma lo scorso marzo, morto un 67enne.

Tokyo, 30 lug. (TMNews) - Piogge abbondanti e maltempo si sono abbattuti sulla regione di Fukushima, in Giappone, causando la morte di una persona. Numerose gli abitanti dispersi, mentre 300mila persone sono state obbligate a lasciare le proprie case.

Oltre alla prima vittima accertata, un uomo di 67 anni trovato morto a Tokamachi, località al centro del Paese già colpita dal terremoto di marzo, almeno altre quattro persone al momento risultano disperse a causa di inondazioni e frane.

Sull'arcipelago piove ininterrottamente da mercoledì scorso e molti fiumi sono usciti dagli argini, inondando strade e abitazioni. Le previsioni non inducono all'ottimismo tanto che le autorità locali della zona montagnosa di Niigata e Fukushima hanno lanciato un allerta meteo di massimo livello. All'inizio della settimana, violenti piogge nella Corea del Sud avevano provocato almeno 59 vittime e lasciato senza casa migliaia di persone.

150 ibridi animale-uomo cresciuti nei laboratori britannici


Oltre 150 embrioni ibridi uomo-animale creati dagli scienziati britannici. Tre sono i laboratori nel Regno Unito - King College di Londra, Università di Newcastle e l'Università di Warwick – a cui sono state concesse licenze per effettuare la ricerca dopo l'introduzione nel 2008 del Human Fertilisation Embryology Act, che legalizza la creazione di una varietà di ibridi, tra cui un ovulo animale fecondato da uno spermatozoo umano.
Gli scienziati dicono che le tecniche possono essere utilizzate per sviluppare le cellule staminali embrionali e trattare così una vasta gamma di malattie incurabili. Il professor Robin Lovell-Badge, del Medical Research Council's National Institute for Medical Research, ha detto che «la ragione per fare questi esperimenti è quello di capire di più su primi stadi dello sviluppo umano e trovare dei modi per curare gravi malattie, e come scienziato mi sembra che ci sia un imperativo morale di perseguire questa ricerca.
Finché abbiamo un controllo sufficiente, come si fa in questo paese, dobbiamo essere orgogliosi della ricerca». Immediate le polemiche. Josephine Quintavalle, del gruppo pro-vita Comment on Reproductive Ethics, ha detto«Io sono stupefatta che questo sta accadendo e non ne sapevamo nulla.Perché hanno mantenuto questo un segreto? Se sono orgogliosi di quello che stanno facendo, perché abbiamo bisogno di porre domande parlamentari per far venire questo alla luce?
Il problema di molti scienziati è che vogliono fare le cose perché vogliono sperimentare. Questa non è una giustificazione sufficiente». Ibridi umani-animali – scrive il DailyMail - vengono creati anche in altri paesi, molti dei quali hanno poca o nessuna regolamentazione.

NoTav, la denuncia di un uomo sfigurato da lacrimogeni sparati sulla folla


Era già successo in occasione della manifestazione del 4 luglio e, nonostante le denunce fatte da manifestanti e giornali nei giorni successivi, continua ad accadere. Ancora una volta il 24 luglio in Val di Susa, durante la manifestazione NoTav, sono stati sparati lacrimogeni ad altezza uomo. 
"Pensavo m'avesse portato via la faccia, non mi sentivo più niente". Dopo che i medici gli hanno ricucito palato e labbra (inferiore e superiore) sono state queste le parole pronunciate da Alessandro Lupi dal lettino del pronto soccorso di Susa, mentre era in attesa di essere portato a Torino per essere operato. L'uomo, quarantacinquenne, è stato riscoverato d'urgenza dopo essere stato colpito in pieno volto da un lacrimogeno sparato dalle forze dell'ordine di fronte al check point di Chiomonte.
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Bavaglio Agcom, prima vittoria della Rete


Blogger e attivisti dell'associazione Agora Digitale, di Avaaz e di altre organizzazioni per la libertà dell'informazione in Rete, hanno consegnato ieri mattina al Presidente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò, prima della sua seconda Audizione in Senato, un volume contenente gli oltre 20.000 messaggi che da qualche giorno stanno invadendo i profili Facebook e Twitter dell'Agcom per chiedere di non adottare il nuovo regolamento-censura sul diritto d'autore. 
Il volume, intitolato "La Rete, una Sinfonia" e realizzato in collaborazione con l'editore Fakepress, contiene decine di domande poste su Internet da netizen, addetti ai lavori, giornalisti, artisti ed esperti di diritto che non hanno mai ricevuto risposta. 
Si tratta di un esperimento innovativo di dibattito in Rete che si aggiorna automaticamente di minuto in minuto aggregando tutti i nuovi commenti e le nuove domande che compaiono su blog e social network, ed è stato affidato all'entrata delle Commissioni riunite anche ai Senatori Marco Perduca (Radicali) e Vincenzo Vita (Pd), che hanno accettato di rivolgere molte delle domande contenute al Presidente Calabrò durante l'Audizione. La richiesta della società civile, di molti parlamentari e, all'ultimo momento, perfino di alcuni membri del governo è che l'Autority non si arroghi il diritto di autoattribuirsi poteri di censura di contenuti e sospenda il regolamento, per lasciare che della riforma del sistema del diritto d'autore si occupi il Parlamento.
Una richiesta fattasi talmente pressante, che alla fine l'Agcom ha dovuto decidere di mettere in moratoria il testo del regolamento fino al prossimo novembre e di chiedere un parere agli organismi competenti in sede europea. Un segnale positivo che dimostra come una mobilitazione capace di coinvolgere numerosi soggetti abbia eroso e stia erodendo le certezze e la fretta di chiudere la vicenda da parte dell'Autorità stessa. Una prima vittoria, dunque, ma che non deve far abbassare la guardia e deve incentivare ancora di più quanti insistono affinché Calabrò si assuma fino in fondo il coraggio di sospendere l'iter del regolamento in attesa dell'approvazione di una riforma del diritto d'autore.
 
Il regolamento, se approvato, avrebbe un impatto enorme nel frenare l'innovazione nel Paese, limitando di fatto le libertà della Rete ed escludendo nuovi soggetti per favorire quelli con posizioni già consolidate nel mercato dei nuovi strumenti di comunicazione. Sarebbe un ricorso a sistemi di censura senza precedenti in Italia e senza eguali in altre realtà occidentali. Il rischio, nonostante l'esito dell'audizione di ieri, rimane assolutamente intatto. Ma a questo punto, la battaglia può proseguire con una buona dose di legittimo ottimismo in più.

Giuseppe D'Avanzo, le grandi inchieste


Cosa Nostra, rapporti segreti: "Previti e Dell'Utri nel mirino" 1 (7 settembre 2002)

L'imam rapito dalla Cia, silenzi e complicità con Washington 2 (28 giugno 2005)

Doppiogiochisti e dilettanti, tutti gli italiani del Nigergate 3(24 ottobre 2005)

Le responsabilità italiane nella guerra sporca Usa 4 (11 maggio 2006)

Quella patacca del Sismi per infangare Prodi 5 (7 luglio 2006)

La riscoperta dell'America, nuovo fronte di Cosa Nostra 6 (12 luglio 2007)

Le dieci domande a Berlusconi 7 (15 maggio 2009)

Ruby: "La mia verità sulle notti di Arcore" 8 (28 ottobre 2010)

Berlusconi corruttore: illegalità per comprare un impero 9 (10 luglio 2011)

E' morto Giuseppe D'Avanzo grande firma di Repubblica


ROMA - E' morto improvvisamente, oggi, Giuseppe D'Avanzo. Nato a Napoli nel 1953, era la firma principale di Repubblica. Le sue inchieste hanno fatto la storia del quotidiano. Dal Nigergate alla vicenda Abu Omar, dal caso delle escort legate a Giampaolo Tarantini fino alle dieci domande poste al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dalle pagine di Repubblica, per chiedere conto dei suoi rapporti con Noemi Letizia. Insieme a Carlo Bonini aveva scritto Il mercato della paura. La guerra al terrorismo islamico nel grande inganno italiano, mentre con Attilio Bolzoni aveva pubblicato Il Capo dei capi. Vita e carriera criminale di Totò Riina.

Fu proprio dall'inchiesta pubblicata su Repubblica - il primo articolo comparve sul quotidiano nell'ottobre del 2005 - che prese nome la vicenda del cosiddetto Nigergate. Ovvero la vicenda secondo lui l'allora Sismi - il servizio d'intelligence militare italiano - avrebbe consegnato alla Cia falsi documenti che avrebbero dovuto provare l'importazione di uranio dal Niger da parte dell'Iraq di Saddam Hussein. Secondo la ricostruzione dell'inchiesta, firmata da D'Avanzo insieme a Carlo Bonini, il materiale sarebbe stato usato dall'allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush per provare che il dittatore iracheno stava cercando di procurarsi armamenti nucleari, e giustificare così l'avvio della prima guerra del Golfo. All'epoca, il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi. Il 31 ottobre del 2005 incontrò il capo della Casa Bianca a Washington, e riferì che Bush aveva negato di aver ricevuto alcuna informazione da Roma.

Un'altra vicenda alla quale D'Avanzo dedicò molto del suo impegno e della sua ostinazione è quella del rapimento e trasferimento in Egitto dell'imam di Milano Hassan Mustafa Osama Nasr, estremista islamico e fiancheggiatore del terrorismo, sequestrato da agenti della Cia nel capoluogo lombardo il 17 febbraio del 2003. L'operazione fermò di fatto le indagini che la Procura di Milano stava conducendo riguardo ai legami dell'imam con organizzazioni fondamentaliste islamiche.  Un episodio che D'Avanzo collegò con insistenza a un'attività clandestina dfella Cia in Italia ma anche a un'operazione congiunta degli Stati Uniti con gli 007 italiani, anche in questo caso del Sismi.

MELANIA: PAROLISI TRASFERITO DAL CARCERE ASCOLI A TERAMO

(AGI) Ascoli Piceno - Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell'esercito accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea, e' stato trasferito questa mattina dal carcere di Marino del Tronto, ad Ascoli a quello di Teramo. Il trasferimento era atteso, dopo il passaggio dell'inchiesta alla Procura teramana, per competenza territoriale. I pm di Teramo hanno gia' depositato la richiesta di arresto bis per Parolisi. Sara' ora il gip a decidere .
 

Berlusconi si prepara a scaricare Tremonti "Non muovo un dito per difenderlo"


In occasione del voto a settembre sull'arresto di Milanese, il Pdl non sarà unito sul no. La parola d'ordine del Cavaliere: "Ma non faremo nulla per assumerci la responsabilità del suo addio". 
 

di ALBERTO D'ARGENIO   ROMA - "Non muoverò nemmeno un dito per difenderlo". Silvio Berlusconi non ha dubbi: il soldato Tremonti non va salvato. Anzi. Se lascia tanto meglio. E poi, è l'incauta certezza che si respira nel Pdl in queste ore, "uno che lo sostituisca lo troviamo subito".
Una convinzione granitica che Berlusconi ha già sbattuto in faccia allo stesso Tremonti. Per la precisione martedì scorso, giorno delle dichiarazioni di Marco Milanese sull'affitto pagato in contanti che hanno aggravato la posizione del superministro. Che quando, allarmato, ha chiamato Palazzo Grazioli, dall'altro filo del telefono trova un premier in formato mastino. "Dici che devo difenderti perché altrimenti ti dimetti?", gli dice adirato il Cavaliere. "Se vuoi dimettiti pure, io le tue dimissioni le accetto anche ora!". E ancora: "Non mi pare che tu in passato ti sia speso molto per difendere me".
I rapporti tra i due sono ormai ai minimi storici. Gli scontri sulla manovra, i sospetti degli ultimi mesi sulle aspirazioni del Professore di Sondrio lievitano. Ma nel governo e nel Pdl nessuno trema. Anzi, la maggior parte dei dirigenti del partito la pensa esattamente come Berlusconi. Basta scorrere le agenzie per rendersene conto. Ieri, ad esempio, a sostenere pubblicamente il ministro c'erano solo Nitto Palma, l'ultimo arrivato nell'esecutivo, e Rotondi. Si narra dell'ira del premier nel leggere che Tremonti lo accusa di averlo fatto pedinare per giustificare il suo trasloco a casa di Milanese. Tant'è che il fedelissimo Osvaldo Napoli parla di "dichiarazioni di un uomo molto preoccupato", mentre Crosetto attacca la Guardia di Finanza per sgonfiare i sospetti sul premier e puntare il mirino su Via XX Settembre.

Ecco che nelle ultime ore nell'Inner Circle del Cavaliere cade anche l'ultimo tabù: Tremonti non è più il salvatore della patria, quello che pur con tutti i suoi difetti ha garantito la tenuta della nostra economia. Oggi l'analisi è contraria. "Non mi pare che senza di lui non si possa affrontare la situazione visto che con lui le cose stanno come sappiamo", è la nuova linea dettata dal Cavaliere. E ancora: "Siamo certi che lui non sia parte del problema anziché la soluzione?". Un ragionamento accennato dal premier anche al Quirinale. Nel partito in molti mordono il freno, vorrebbero affondare subito il ministro ma l'ordine impartito dal premier è chiaro: "Non dobbiamo fare niente per difenderlo ma nemmeno per attaccarlo perché nessuno si deve assumere la responsabilità delle sue dimissioni. Devono essere una sua scelta". L'antidoto per disinnescare le temute obiezioni del Colle alle dimissioni del titolare dell'Economia nel pieno della tempesta finanziaria e la tentazione di parte della Lega di sfruttare l'uscita di scena di Tremonti per far cadere il governo. Confermano dalle parti di Via dell'Umiltà: "Tremonti va difeso tiepidamente con la consapevolezza che proteggiamo il partito e il governo, non lui".

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http://www.repubblica.it/politica/2011/07/30/news/il_cavaliere_giulio_non_muover_un_dito-19798497/

Il contrattacco della Finanza "Da sette anni Tremonti non dorme da noi"


Nel 2004 il ministro dormiva nella foresteria della caserma di via Sicilia a Roma. La rottura nel dicembre del 2010 avviene su Milanese

di CARLO BONINI  ROMA - Sostiene il ministro dell'Economia Giulio Tremonti di essere stato "pedinato" e "spiato" nel suo lavoro. E, a un certo punto, di non essersi più sentito tranquillo nemmeno durante i suoi lunghi anni da ospite di una caserma della Guardia di Finanza. La situazione era così pesante, denuncia il ministro, che l'ultima cosa che aveva voglia di fare "era di tornare a dormire in una caserma". E per questo di aver accettato nel febbraio del 2009, l'offerta dell'onorevole Milanese per l'appartamento di via di Campo Marzio. Adesso la Finanza contrattacca e dà la sua versione. Secondo fonti del Corpo, il ministro Tremonti non avrebbe più dormito in un letto di una caserma delle Fiamme gialle dal giugno-luglio del 2004. Sette anni fa. La Guardia di Finanza che doveva proteggere la sua sicurezza e la sua privacy ha violato l'una e l'altra? E quando? In che circostanza?

Il ministro non dorme in caserma da sette anni. Per quanto la Guardia di Finanza è in grado di documentare, "l'ultima volta che Giulio Tremonti fu ospite con cadenza regolare di una struttura del Corpo fu quando, nei primi mesi dell'estate del 2004, alloggiava in una delle foresterie al secondo piano della caserma di via Sicilia". Nemmeno un chilometro in linea d'aria dagli uffici del ministero, in via XX Settembre.
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http://www.repubblica.it/politica/2011/07/30/news/il_contrattacco_della_finanza_da_almeno_sette_anni_tremonti_non_dorme_da_noi-19798501/

I veri nemici della legge sull'omofobia

di CORRADO AUGIASGentile Augias, la Camera ha di nuovo respinto un provvedimento contro l'omofobia. Spiegazione: "Proprio perché gli omosessuali sono cittadini come gli altri, non si vede perché un'aggressione debba essere punita con leggi speciali". Se io vengo pestato, non è che mi faccia meno male di quanto lo faccia a un omosessuale. Ma il problema non è quello; il discorso è che gli omosessuali vengono spesso aggrediti proprio in quanto tali. La probabilità che un omosessuale venga aggredito è di gran lunga superiore rispetto a quanto avviene per gli eterosessuali: ai motivi per cui chiunque può essere picchiato o addirittura ucciso, si aggiunge la discriminazione sessista per cui l'introduzione dell'aggravante per omofobia tende proprio a rendere gli omosessuali "un po' più uguali" a tutti gli altri. Tanti politici cattolici non sono certo così stupidi o ingenui da non capire un discorso così elementare. L'ipotesi reale è sempre la stessa; non fare nulla che in qualche modo sia sgradito al Vaticano.
Manfredi Quatraro - mquatraro@libero. it

Oltre all'atto in sé, umilia, nel voto contro le discriminazioni sessiste, l'ipocrisia degli argomenti, il principale dei quali era quello che il signor Quatraro richiama. Rocco Buttiglione, per esempio: "Si attribuiscono ad alcuni cittadini più diritti che ad altri, perché si ritiene sia un risarcimento per torti del passato, o perché si vuole favorire uno stile di vita giudicato positivo e da diffondere. Il principio della "discriminazione positiva" contiene il pericolo di fare venire meno l'uguaglianza". Una norma di tutela diventa, in forza di un giro capzioso di tipo "scolastico" (nel senso della filosofia) addirittura l'incentivo a diffondere uno stile di vita. Orrore! In realtà il principio è già previsto dalla carta di Nizza (7 dicembre 2000) recepita dal nostro ordinamento, dove si stabilisce che tutelare la libertà d'una tendenza sessuale, quale che sia, non rappresenta discriminazione. Norme analoghe esistono negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia, in alcuni länder tedeschi. Quanto all'uguaglianza il filosofo del diritto Ronald Dworkin (N. Y. University), nel saggio Virtù sovrana. Teoria dell'uguaglianza (Feltrinelli, 2002) lavora sul concetto che esistono almeno due "uguaglianze". Una che tratta gli uomini "come se fossero uguali"; una che li tratta con equità "a partire dalle loro effettive differenze". Se un individuo o un gruppo subiscono un pregiudizio che li rendono di fatto diseguali, allora serve una reverse discrimination (una discriminazione al contrario) che ristabilisca l'uguaglianza violata. Su questo avrebbero dovuto discutere i nostri legislatori. Se ne avessero avuto la capacità. Invece di tagliare un altro dei sempre più deboli legami col mondo civilizzato.
 

Pannella riprende sciopero fame e sete "Carceri italiane rientrino nella legalità"


Il leader radicale riparte con la sua protesta non violenta. Aveva sospeso lo sciopero della sete dopo la richiesta di Napolitano e la decisione di Schifani di organizzare il convegno sull'emergenza delle condizioni di detenzione

ROMA - Marco Pannella riprende lo sciopero totale della fame e della sete. L'iniziativa non violenta, tesa a riportare le carceri italiane in condizioni di legalità, è stata interrotta perché il leader radicale ha voluto "onorare come segno positivo" l'incontro concesso la scorsa settimana dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano e l'Alto patrocinio della Presidenza della Repubblica e del presidente del Senato Renato Schifani al convegno per la riforma della giustizia italiana promosso dal Partito radicale transnazionale che si è tenuto giovedì 28 e venerdì 29 luglio nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani.

Pannella ha annunciato la ripresa dello sciopero della sete, oltre quello della fame, per denunciare quella che ha definito "una vera e propria shoah da parte dei mezzi di informazione italiani", a partire dal servizio pubblico radiotelevisivo, nei confronti dell'emergenza carceri.

"Questa due giorni di importantissimo, partecipatissimo e documentatissimo dibattito sulla drammaticità e illegalità del sistema carcerario italiano - ha detto Pannella stamane a Radio Radicale - ha dimostrato e attestato, con pubblico riconoscimento delle massime autorità dello stato e dei vertici di magistratura e del mondo del diritto, la disumanità e la illegalità del nostro sistema prodotta da 60 anni di partitocrazia che hanno generato un sistema ormai antidemocratico. Ma i mezzi di informazione quando si affrontano i problemi veri di fondo del nostro paese, hanno di mostrato di essere capaci di trattare come nemico ancheil presidente della Repubblica, Napolitano 1".

Pannella terrà nel pomeriggio una conferenza stampa per formalizzare l'annuncio del nuovo sciopero della sete e le ragioni della protesta contro i mezzi di informazione e a favore di "un'amnistia che ormai non si può più considerare a favore dei singoli carcerati ma del sistema italiano, per farlo rientrare nella legalità". Il leader storico dei radicali aveva sospeso lo sciopero della sete, dopo la richiesta di Napolitano e dopo la decisione di Schifani di organizzare il convegno sull'emergenza carceri con i massimi esponenti delle istituzioni e del mondo del diritto. Non era stato, invece mai sospeso lo sciopero della fame iniziato ad aprile.

CRISI: PRODI, DOBBIAMO RISPONDERE ALL'EGOISMO TEDESCO

(ASCA) - Roma, 30 lug - ''Il ruolo degli Stti e della politica cede sempre di piu' il passo ad altri protagonisti divenuti ormai ultrapotenti e quasi incontrollati, siano essi le societa' di rating o le grandi strutturefinanziarie. Per il buon ordine del mondo e' venuto il tempo di porre rimedio a queste anomalie''.

Lo afferma l'ex premier e presidente della Commissione europea Romano Prodi in un articolo che appare oggi sul 'Messaggero' dal titolo ''Dobbiamo rispondere all'egoismo tedesco''.

E la Germania e' presa come esempio della scollatura esistente tra politica e mondo finanziario a tutto vantaggio del secondo: Prodi spiega come nonostante i giudizi positivi sull'Italia espressi in un recente rapporto dalla Deutrce Bank, la stessa banca abbia liquidato i bond italiani che aveva in portafoglio pari ad otto miliardi di euro.

Operazione che si e' e' tradotta in un messaggio negativo ai mercati internazionali.

E cosa ha fatto il governo italiano? si chiede Prodi. La risposta e' sfumata ma equivale al niente: nessuna protesta con la Merkel ne' con Schauble. ''Questo non e' certo avvenuto -commenta Prodi- per la mancanza di linee telefoniche disponibili, ma semplicemente perche' le decisioni dei nostri governanti non hanno piu' la forza e la credibilita' per arrivare a destinazione. E' necessario percio' che tale forza e tale credibilita' vengano ripristinate al piu' presto''.

ROMA: INSEGUIMENTO SU GRA, UCCISO PREGIUDICATO. 2 CARBONIZZATI AD ARTENA

(ASCA) - Roma, 30 lug - Un uomo e' morto all'alba, durante un inseguimento con una volante della polizia, dopo che intorno alle 5 di questa mattina con l'auto sulla quale viaggiava si era sottratto a un controllo in via Quintilio Varo, nel quartiere Tuscolano.

Stando a quanto si apprende, gli agenti di una volante, sul Grande raccordo anulare (all'altezza dell'uscita Nomentana), hanno esploso due colpi d'arma da fuoco contro la vettura e uno dei proiettili ha colpito il fuggitivo, un romano di 40 anni, pluripregiudicato, che e' morto dopo essere stato soccorso all'ospedale Sandro Pertini. Ad indagare sono i Carabinieri.

Ad Artena, vicino Roma, sono stati invece trovati i corpi carbonizzati di due persone davanti ad un deposito di legname, che pero' non e' stato coinvolto da alcun incendio.

Una delle vittime sarebbe il titolare dell'attivita', mentre il secondo corpo sarebbe di un suo conoscente. Entrambi, secondo quanto si apprende, riportano lesioni alla testa provocate, presumibilmente, da un oggetto contundente. Al vaglio degli investigatori tutte le ipotesi, compresa quella dell'omicidio. Sulla vicenda indagano i Carabinieri della compagnia di Colleferro e del nucleo investigativo di Frascati.

Ha 29 anni ma anche 900:il nuovo Dalai Lama



Il probabile prossimo leader del buddismo tibetano parla al New York Times
Di lui si dice che ‘ha 26 anni e allo stesso tempo ne ha 900′: e’ il 17/mo KarMapa, ovvero il capo della corrente del buddismo tibetano denominata Karma Kagyu, la setta ‘del Cappello Nero’, e soprattutto da quando e’ stato visto a Washington a fianco del Dalai Lama, che ha 76 anni e ha da tempo annunciato il suo ritiro, molti lo vedono gia’ come prossimo leader spirituale dei tibetani.
UNO DEI TANTI – Compreso il New York Times, che lo ha intervistato nel suo ritiro americano in un monastero a Woodstock, sottolineando che nell’esilio in India dove entrambi vivono, l’anzianoDalai Lama lo ha preso sotto la sua ala, facendogli da padre e maestro, dopo aver detto che le sue speranze per il futuro del Tibet sono nelle mani dei suoi giovani leader. ‘Sua santita’ e’ stato molto gentile con me, e’ stato il mio mentore e mi guida…ma io sono solo uno dei tanti’, ha risposto con modestia il giovane Karnapa, il cui vero nome e’ Ogyen Trinley Dorje.
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Giulio Tremonti e quell’affitto pagato in nero che viola le sue leggi



Il ministro dell’Economia racconta di aver subaffittato la casa di Milanese. E la finanziaria 2005 diceva che..
Sul Fatto Quotidiano di oggi Luca Telese ci spiega con dovizia di particolari che Giulio Tremonti ha violato qualche legge nel pagare l’affitto in nero a Marco Milanese. In particolare le sue:
Quando era scoppiato lo scandalo di Milanese, Tremonti aveva annunciato di essere “ospite”, e di aver lasciato la casa. All’epoca non aveva parlato di nessun affitto, come mai? E il contratto? La stessa Finanziaria di Tremonti del 2005 (art. 1 comma 346) ha rinforzato la lotta all’evasione estendendo “l’obbli – go di registrazione a tutti i contratti di locazione nonché ai contratti di godimento”. Inoltre: diceva di condividere l’appar tamento con Milanese, ma il portiere e i vicini dicevano di aver sempre pensato che l’af fittuario fosse lui.
 Oltre al contratto c’è la questioncella dell’antiriciclaggio:
Poi il colpo di scena: L’interrogatorio del deputato azzurro Papa e il pranzo con il “cacciatore di fondi” di D’Alema Tremonti scherza sulle dimissioni da inquilino, e poi aggiunge che pagava metà della cifra. 4.000, che è la metà di 8.000. 4.000 – in contanti e senza fattura – che è appunto inferiore a 5.000: soglia limite per cui le norme “anti-riciclaggio”prescrivono il pagamento “traccia bile” tramite bonifico o assegno. COME MAI, dunque, questa “metà”, visto che non godeva di “metà” appartamento? Perché? Perché nel frattempo è stato Milanese a sostenere la sua tesi nella memoria difensiva. Quindi il ministro non può “scopr ire” il suo collaboratore, che ai pm deve giustificare spese fuori da ogni possibile tenore. Ed è qui che nasce la giornata di esternazioni. Dice Tremonti che la tracciabilità, non c’entra nulla. Dice di essere stato “distratto dal peso del terzo debito pubblico” più grande del mondo, ma che c’en – tra? Ma anche qui sbaglia: a essere tracciabile, se non fosse stato elevato il livello imposto da Visco, sarebbe stato in ogni caso Milanese. È per corroborare la sua versione che Tremonti, ieri, si è messo nei guai.