sabato 30 luglio 2011

Giulio Tremonti e quell’affitto pagato in nero che viola le sue leggi



Il ministro dell’Economia racconta di aver subaffittato la casa di Milanese. E la finanziaria 2005 diceva che..
Sul Fatto Quotidiano di oggi Luca Telese ci spiega con dovizia di particolari che Giulio Tremonti ha violato qualche legge nel pagare l’affitto in nero a Marco Milanese. In particolare le sue:
Quando era scoppiato lo scandalo di Milanese, Tremonti aveva annunciato di essere “ospite”, e di aver lasciato la casa. All’epoca non aveva parlato di nessun affitto, come mai? E il contratto? La stessa Finanziaria di Tremonti del 2005 (art. 1 comma 346) ha rinforzato la lotta all’evasione estendendo “l’obbli – go di registrazione a tutti i contratti di locazione nonché ai contratti di godimento”. Inoltre: diceva di condividere l’appar tamento con Milanese, ma il portiere e i vicini dicevano di aver sempre pensato che l’af fittuario fosse lui.
 Oltre al contratto c’è la questioncella dell’antiriciclaggio:
Poi il colpo di scena: L’interrogatorio del deputato azzurro Papa e il pranzo con il “cacciatore di fondi” di D’Alema Tremonti scherza sulle dimissioni da inquilino, e poi aggiunge che pagava metà della cifra. 4.000, che è la metà di 8.000. 4.000 – in contanti e senza fattura – che è appunto inferiore a 5.000: soglia limite per cui le norme “anti-riciclaggio”prescrivono il pagamento “traccia bile” tramite bonifico o assegno. COME MAI, dunque, questa “metà”, visto che non godeva di “metà” appartamento? Perché? Perché nel frattempo è stato Milanese a sostenere la sua tesi nella memoria difensiva. Quindi il ministro non può “scopr ire” il suo collaboratore, che ai pm deve giustificare spese fuori da ogni possibile tenore. Ed è qui che nasce la giornata di esternazioni. Dice Tremonti che la tracciabilità, non c’entra nulla. Dice di essere stato “distratto dal peso del terzo debito pubblico” più grande del mondo, ma che c’en – tra? Ma anche qui sbaglia: a essere tracciabile, se non fosse stato elevato il livello imposto da Visco, sarebbe stato in ogni caso Milanese. È per corroborare la sua versione che Tremonti, ieri, si è messo nei guai.

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