venerdì 13 dicembre 2013

Destinazione Italia

Poliziotto confuso!

Riclassamento dell’immobile: il provvedimento non motivato dal Fisco è nullo

Riclassamento dell’immobile: il provvedimento non motivato dal Fisco è nullo
Il contribuente ha diritto di conoscere le ragioni del nuovo classamento dell’immobile: il Fisco deve motivare il mutamento a pena di nullità.

Il provvedimento con cui il Fisco attribuisce un nuovo classamento all’unità immobiliare è nullo se non è motivato. È quanto affermato dalla Cassazione che, con una recente sentenza [1], ha annullato un provvedimento di riclassamento emesso d’ufficio.

Secondo i giudici, l’Amministrazione finanziaria deve indicare, a pena di nullità dell’atto emesso, le ragioni per le quali ha ritenuto di discostarsi dal classamento dichiarato dal contribuente.

Si ricorda che il classamento consiste nell’attribuzione, come dice la parola stessa, di una “classe” all’unità immobiliare in modo da stabilirne il valore ai fini fiscali (per esempio per il calcolo dell’IMU).

Le eventuali operazioni di riclassamento, che il Fisco può svolgere d’ufficio o con la partecipazione dell’interessato, devono essere motivate in quanto il contribuente proprietario dell’immobile ha diritto di sapere perché all’unità immobiliare (per es. un terreno) è stata attribuita una rendita catastale diversa e di conseguenza egli dovrà pagare imposte più elevate.

La motivazione di un provvedimento tributario non è necessaria solo quando quest’ultimo si basa su dati forniti dallo stesso contribuente nella propria dichiarazione o comunque definiti dalle parti. In tutti gli altri casi in cui il Fisco si discosti da quanto dichiarato dal contribuente ed effettui una diversa valutazione (per esempio appunto un nuovo classamento), la motivazione è indispensabile. Essa costituisce la descrizione dettagliata e non sintetica delleragioni giuridiche e di fatto sulla base delle quali viene emesso un nuovo provvedimento.

Solo la motivazione consente al contribuente di conoscere le ragioni del provvedimento e di esercitare eventualmente il proprio diritto di difesa tramite l’impugnazione dello stesso.

La Cassazione [2] ha stabilito che l’Agenzia delle Entrate, qualora modifichi d’ufficio il classamento, deve avvisare il contribuente interessato e specificare se il mutamento è dovuto a:
trasformazioni specifiche subite dall’unità immobiliare: in questo caso devono essere indicate le trasformazioni edilizie che giustificano il riclassamento;
una risistemazione dei parametri inerenti alla microzona in cui si colloca l’unità immobiliare: in questo caso l’Ufficio deve indicare al contribuente l’atto con il quale si è provveduto alla revisione di tali parametri a seguito di significative modifiche del contesto urbano.

Inoltre, se il contribuente contesta il mutamento, spetta all’Agenzia delle Entrate provare la legittimità del proprio provvedimento.


[1] Cass. sent. n. 27008 del 2.12.2013.
[2] Cass. sent. n. 19656/13.

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"I politici italiani? Tutti uguali. Blocchi e presidi a oltranza finchè non cadrà il governo"

Andrea Zunino, leader dei forconi: "Italia schiava di ricchi ebrei. Il nostro esempio? L'Ungheria"di VERA SCHIAVAZZI
"I politici italiani? Tutti uguali. Blocchi e presidi a oltranza finchè non cadrà il governo"
TORINO - Andrea Zunino, classe 1953, professione agricoltore, residenza al confine tra le province di Biella e Vercelli, è il leader ("meglio: portavoce") del Movimento 9 dicembre, quello che da lunedì ha acceso i riflettori su una Torino rivoltosa, delusa, impoverita. Il suo manifesto? "Vogliamo le dimissioni del governo. Vogliamo la sovranità dell'Italia, oggi schiava dei banchieri, come i Rotschild: è curioso che 5 o 6 tra i più ricchi del mondo siano ebrei, ma è una cosa che devo approfondire. Con Grillo mi incontrerei, i 5 Stelle sono persone perbene. Con Berlusconi mai, anche se le porcate peggiori da noi le ha fatte la sinistra". E sullo sfondo un mito: il premier ungherese Viktor Orbàn: "Lui sì che sta liberando davvero il suo Paese".

Signor Zunino, si rende conto che da questa stessa dichiarazione sulle banche "ebraiche" è nato il nazismo? Si rende conto di quel che dice?
"Non ho le prove. Ma penso che Hitler, che probabilmente era pazzo, si sia vendicato con l'antisemitismo del voltafaccia dei suoi iniziali finanziatori americani. Personalmente non mi interessa".

L'idea del movimento è stata sua? O l'ha ispirata qualcuno?
"Non è venuta solo a me. Passo molto tempo su Internet, ho visto il lancio nazionale mesi fa, ho trovato un gruppo di ragazzi di Torino che aderiva e sono andato daloro. Mi hanno chiesto di fare il portavoce, sono persone semplici, ed eccomi qui".

Quali erano le sue idee politiche? E i suoi precedenti?
"Sono incensurato e non ho mai avuto una tessera. Appartengo a una generazione che ha avuto la fortuna di non trovarsi in pieno Sessantotto, ma ha vissuto le ricadute peggiori. Per 14 anni ho praticato andavo al seggio e facevo mettere a verbale che rifiutavo la scheda perché non mi sentivo rappresentato".

Cosa pensa degli studenti che hanno manifestato a Roma?
"Ci vanno bene. Sono ragazzi, ma anche loro sanno che la politica li ha traditi, che è tutto un magna- magna. A me vanno bene tutti gli italiani, i cittadini che scendono in piazza".

E se non sono italiani? Qual è la vostra posizione sugli immigrati in Italia?
"È un argomento esplosivo, che sto cercando di far uscire su Facebook. Per me va bene chiunque rispetta le leggi, ma capisco il disoccupato che si lamenta perché al marocchino arrivato col barconedanno la casa e mille euro mentre lui deve dormire in macchina. Ha ragione, è uno scandalo, ma gli dico: non è col marocchino che te la devi prendere, ma col governo".

Vi siete accordati con altre organizzazioni nelle piazze?
"Gli unici coi quali avevamo un accordo erano una sigla di commercianti dei mercati ambulanti che si era ribellata ai sindacati. Ma non ci hanno fatto fare bella figura: io andavo in Questura a metterci la faccia e chiedere i permessi e loro in piazza facevano quel che volevano. Adesso basta".

Qual è il vero obiettivo?
"Le dimissioni del governo e delle due Camere. Ma non vogliamo una giunta militare, anzi: stiamo lanciando un appello per formare un tavolo di giuristi e costituzionalisti che ci aiutino a capire come può nascere un governo provvisorio di solidarietà. Non un governo tecnico, quello è lo strumento con cui la politica ha truffato la nostra gente".

Qualcuno vi ha corteggiato in questi giorni? Avete incontrato partiti, esponenti politici?
"Ho incontrato soprattuttoispettori Digos con i quali stiamo collaborando benissimo, anche se ora hanno avuto da Alfano l'ordine del pugno di ferro. Poi mi ha ricevuto il questore, nel suo enorme ufficio dove di solito va soltanto il sindaco. Ma gli ho ribadito che non intendevamo smettere, così abbiamo un nuovo presidio autorizzato, possiamo fare un corteo al giorno, magari anche di più, basta che avvisiamo".

Che cosa dice della violenza?

"Noi siamo contro. Il codice etico del Movimento 9 dicembre l'ho scritto io, è piaciuto ai ragazzi, è diventato nazionale. Si parla di giovani pagati, e anche molto, per venire a infiltrasi, a far casino. Anche le nostre pagine Facebook sono infiltrate, ora comunichiamo diversamente. La Digos sa quel che ho fatto per portare via la gente mentre in piazza Castello volavano le pietre. Ma sono in molti ad avere interesse che Cota vada a casa ".

Si sente responsabile?
"Abbiamo un nuovo presidio, ci troveremo lì. Siamo cittadini. Cota deve andare a casa, la Lega è ridicola quando cerca di appropriarsi delle nostre parole d'ordine. Ma la politica con i suoi scandali dei rimborsi, è tutta uguale".

Una domanda personale: lei in che cosa crede?
"Mi sono convertito all'Islam per poter praticare il sufismo. E così sono diventato un maestro del respiro consapevole".

Parlamento occupato e Rai presidiata Il piano d'attacco del Cavaliere

Il leader Fi prepara anche un videomessaggio per le reti Mediaset

ROMA — Il piano di “evasione” del Cavaliere. Se lui dentro, il caos fuori. Parlamento da paralizzare, media da presidiare. E la denuncia martellante del «colpo di Stato in atto». Non sarà una rivoluzione, ma quella cosa lì insomma non potrà attendere, dovrà scattare un minuto dopo le manette. Dicono non pensi ad altro, da quando l’arresto gli è stato inculcato come un tarlo dagli avvocati Ghedini e Longo si è passati già al piano operativo. E a poco sono valse tutte le indiscrezioni dal fronte giudiziario di queste settimane — da Napoli a Milano — sull’alta improbabilità che lo spettro delle sbarre si faccia concreto.

«Figuratevi se non si trova un pm disposto a entrare nella storia arrestando da qui a breve Silvio Berlusconi», esorcizza a modo suo quando dirigenti e parlamentari che lo vanno a trovare a Grazioli — ultimi in serata i senatori forzisti delle prime quattro commissioni per gli auguri natalizi — gli chiedono conto e ragione del proclama del giorno sulla «rivoluzione » preannunciata. È una sorta di vademecum quello che Denis Verdini, Marcello Fiori, Renato Brunetta, Marcello Dell’Utri hanno quasi costretto a mettere a punto. «Si tratta di capire se ci fanno questo regalo prima delle elezioni europee o dopo» è l’unica incognita che l’ex premier lascia pendente. Convintosi comunque che il Tribunale di sorveglianza gli negherà i servizi sociali per costringerlo ai domiciliari e impedirgli così di fare campagna elettorale.
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Mafia, 30 arresti fra Trapani e Palermo Al vertice la sorella di Messina Denaro

di RICCARDO LO VERSO Patrizia Messina Denaro manterebbe i contatti fra il fratello e i boss detenuti. La conferma in alcune intercettazioni. Da lei passerebbero le direttive per gestire gli affari. E Matteo su Giuseppe Grigoli disse: "Non lo toccate perché se parla...".  Fatta luce sui rapporti con i mafiosi di San Lorenzo, Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
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PALERMO - "Matteo dice... ", il fratello ordinava e lei eseguiva. Ci sarebbe una donna al vertice della mafia trapanese. Una donna dal cognome pesante. Patrizia Messina Denaro. È una delle quattro sorelle dell'ultimo padrino latitante di Cosa nostra. Da lui avrebbe ricevuto le direttive per guidare il clan, ma soprattutto per gestire gli affari.

Patrizia Messina Denaro, 43 anni, da alcune ore è finita in carcere assieme ad altre ventinove persone. Un blitz interforze - Ros, Dia, Squadre mobili di Palermo e Trapani, carabinieri e Guardia di finanza - che azzera la rete di protezione del capomafia di Castelvetrano e fornisce la prova della sua presenza sul territorio.

L'operazione è coordinata dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Maria Teresa Principato, e dai sostituti Paolo Guido e Marzia Sabella.

Matteo Messina Denaro tiene in mano saldamente il bastone del comando. La conferma arriva da un'intercettazione. Patrizia avrebbe fatto da trait d'union fra il latitante e i mafiosi trapanesi finiti in carcere. A cominciare dal marito, Vincenzo Panicola. E sono loro i protagonisti di una stagione di fibrillazioni.

Si era sparsa la voce che Giuseppe Grigoli, il braccio economnico di matteo Mesisna Denaro, l'uomo del business della grande distribuzione targata Cosa nostra, avesse iniziato a parlare con i magistrati. E Panicola aveva incaricato la moglie di sondare il terreno, di capire quale contromisura prendere. In ballo, forse, c'era addirittura l'ipotesi estrema di eliminare Grigoli. Poi, arrivò il diktat di Matteo: “Non toccatelo, perché se parla può fare danno”.

Come arrivò l'ordine? Stavolta non ci sarebbero pizzini di mezzo. La comunicazione sarebbe stata diretta. A voce. Un incontro faccia a faccia o forse una telefonata. Una cosa, secondo gli investigatori, è certa: fratello e sorella sono entrati in contatto. Circostanza che emergerebbe dalle parole pronunciata dalla stessa donna che portò l'ambasciata di Messina Denaro in carcere al Panicola.

“Di a tuo marito - le avrebbe detto il fratello latitante - di mettersi nella stessa cella con lui”. Per controllare Grigoli, per tenerlo buono. Per evitare che facesse danno. Anche se Patrizia non era d'accordo. “Mica se lo può accudire in carcere”, avrebbe risposto al latitante energica com'era. Il pericolo Grigoli alla fine rientrò. E i Messina Denaro tornarono ad occuparsi di affari. Di appalti, di impianti eolici e persino della costruzione del Mcdonald's su cui la mafia, all'insaputa del colosso americano del fast food, avrebbe messo le mani.
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http://livesicilia.it/2013/12/13/mafia-retata-messina-denaro_416743/

Retata a Trapani I nomi degli arrestati

Ecco l'elenco delle persone raggiunte dal provvedimento di custodia cautelare: Antonella Agosta (Germania), Matteo Agosta (Palermo), Francesca Maria Barresi (Castelvetrano), Girolamo Cangialosi (Carini), Lea Cataldo (Campobello di Mazara), Lorenzo Cimarosa (Castelvetrano), Aldo Tonino Di Stefano (Campobello di Mazara), Francesco Fabiano (Paceco), Floriana Filardo (Salemi), Giovanni Filardo (Castelvetrano), Valentina Filardo (Salemi), Francesco Guttadauro (Palermo), Girolama La Cascia (Castelvetrano, è accusata di favoreggiamento per non avere denunciato una presunta estorsione subita), Aldo Roberto Licata (Palermo), Antonino Lo Sciuto (Castelvetrano), Francesco Luppino (Campobello di Mazara), Giuseppe Marino (Palermo), Michele Mazzara (Paceco), Mario Messina Denaro (Castelvetrano), Patrizia Messina Denaro (Castelvetrano), Antonella Montagnini (Milano), Vincenzo Peruzza (Castelvetrano), Giuseppe Pilato (Erice), Rosario Pinto (Palermo), Nicolò Polizzi (Campobello di Mazara), Pietro Luca Polizzi (Castelvetrano), Francesco Spezia (Erice), Salvatore Torcivia (Palermo), Vincenzo Torino (Napoli), Giovanni Faraone (Palermo).






Legge di Stabilità: niente contanti per pagare gli affitti

Legge stabilità: rivalutate al 95% pensioni fino a 2000 euro
Il governo aveva promesso di destinare al taglio del cuneo fiscale gli introiti della lotta all'evasione, e lotta all'evasione sarà: la commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato un emendamento alla legge di stabilità che vieta il pagamento degli affitti in contanti, compresi quelli per le vacanze. E sempre al taglio delle tasse sul lavoro finiranno le risorse del rientro dei capitali esteri, per incentivare i quali il governo sta mettendo a punto un emendamento che riduce le sanzioni, alleggerendo anche il carcere che rimane per i reati più gravi. L'inizio del voto degli emendamenti in commissione Senato ha registrato però anche due fatti politici: l'asse tra Forza Italia e M5s, nonché il primo imprinting della segreteria Renzi, con un emendamento del relatore Maino Marchi (Pd) che taglia i vitalizi ai politici.

Legge di Stabilita, procede l'iter - La commissione Bilancio nella prima seduta dedicata al voto dei circa 470 emendamenti, ha esaurito l'esame dei primi 33 commi della legge di stabilità, sui 531 complessivi. Venerdì 13 dicembre e sabato 14 saranno affrontati temi delicati, come la Google tax, che impone ai giganti del Web di aprire la partita Iva in Italia.

Affitti: stop a pagamento in contanti  - Ma sono già arrivate le prime sorprese, a partire dal sì all'emendamento di Marco Causi (Pd), che vieta il pagamento in contanti degli affitti, pena la perdita "delle agevolazioni e detrazioni fiscali da parte del locatore e del conduttore". Approvata anche una proposta di Sel, con il sì del relatore e del governo, che ribadisce in concreto quanto già stabilito in passato con un ordine del giorno: lo stop ad ulteriori finanziamenti per gli F35.

Il nodo pensioni - E significativi i quattro emendamenti depositati dal relatore Marchi che verranno votati il 13 dicembre. Il primo alza dal 90 al 95% l'indicizzazione delle pensioni fino a quattro volte il minimo (circa 2.000 euro). Il secondo stabilisce l'assunzione di 120 persone con alta professionalità nella nuova Agenzia che darà supporto agli Enti Locali nell'utilizzo dei Fondi Ue 2014-2020, che ammonteranno a 107 miliardi. "Marchette", definisce quest'ultima misura il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta.

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L'altra casta

Disegno di legge


Chi paga le basi militari Usa in Italia? Noi, con le nostre tasse: ci costano 400 milioni !!!

zzz

Chi paga le basi militari Usa in Italia? Noi, con le nostre tasse: ci costano 400 milioni 

Mauro Bulgarelli, ex deputato verde, denuncia: ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro per mantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa sul nostro territorio, da Aviano alla Maddalena, da Ghedi a Camp Derby. Non solo: esistono in Italia, oltre alle oltre 120 basi dichiarate, più di 20 basi militari Usa totalmente segrete: non si sa dove sono, né che armi e che mezzi vi siano. Bulgarelli, promosse di un referendum per smantellare qualsiasi armamento nucleare sul territorio italiano, ha anche redatto una proposta di legge per la desecretazione dei documenti di Stato, per fare luce sulle troppe questioni che rimangono nascoste all’opinione pubblica, dalle basi militari alle stragi. 
GENERALITÀ
Una base è essenzialmente una località circondata da segreto che, per definizione, può nascondere segreti. Ciò che esiste al suo interno, uomini e materiali, è difficile, quando non impossibile, da conoscere nel dettaglio. Una base si configura come un’isola incastonata all’interno del nostro territorio nazionale, una porzione di superficie alla quale non si può avere libero accesso (cosa che sarebbe, invece, legittimo concedere, se non altro, alle Autorità preposte) e che, nel contempo, alla pari delle sedi diplomatiche (ma queste ultime avendone pieno diritto) gode di prerogative di extraterritorialità. Non solo. Gli USA hanno basi sparse in tutto il Mondo. Quelle ospitate in alcune porzioni di superficie del nostro territorio da una parte non sono accessibili ai diretti controlli istituzionali (e quando lo sono, lo sono segretamente, cioè con formule truccate), dall’altra fanno parte di una ragnatela che le connette ad altre basi. La loro stessa esistenza, in tal modo, viola i confini statali senza alcun riguardo per gli accordi internazionali. Viene quasi da ridere al pensiero che i nostri confini siano violati dagli immigrati clandestini. Mi pare che nel caso delle basi si sia in presenza di ben altri immigrati e di ben altri clandestini. Anche qui, come in altre faccende, ciò che manca, innanzitutto, è la decenza! 
FUNZIONI
Da un punto di vista specificamente militare, una base è un luogo dove possono essere custodite delle forze ma anche un luogo di ridistribuzione e proiezione delle stesse. All’interno essa permette l’addestramento d’uomini e mezzi e lo svolgimento di “operazioni di spionaggio e sabotaggio”. Il riserbo mantenuto su tali luoghi consente anche la sperimentazione d’apparecchiature segrete e può essere un punto di riferimento per la condotta della navigazione elettronica.
A quanto risulta da una serie di inchieste giudiziarie, in Italia le basi NATO sono state utilizzate come nascondiglio clandestino per operazioni speciali che facevano capo a “Gladio” (esercito anticomunista organizzato da NATO-CIA) e anche da deposito di armi per la medesima organizzazione. Si è ipotizzato inoltre che le “operazioni” consistessero in organizzazioni di “colpi di stato” e in “attentati” (1960-1985).
In particolare, attraverso accordi “sotterranei” tra i servizi Usa (la Cia) e quelli italiani (Sifar) fu a suo tempo possibile la costituzione di “Basi Nazionali Clandestine” (BNC, come quelle operanti con la Gladio) e di depositi di armi nascosti (i cosiddetti Nasco), oltre alla costruzione di gruppi di operatori speciali dei servizi chiamati “Ossi”, la cui identità rimaneva celata tramite l’uso di documenti segreti. In seguito, la seconda Corte di Assise di Roma con sentenza del 21 dicembre 1996, dichiarò tali gruppi “eversivi dell’ordine costituzionale”. Ma ciò non è tutto. Sin dal 1952, con uno dei primissimi accordi segreti, i servizi americani ed italiani si accordarono per la costruzione della base di Capo Marargiu di Gladio in Sardegna. Si trattava “ufficialmente” di una base italiana, tuttavia progettata e pagata dagli Usa, che avrebbe ospitato, in caso di colpo di Stato (auspicato per evitare l’ingresso del PCI nell’area di governo) i personaggi considerati politicamente pericolosi (i cosiddetti enucleandi). La lista di questi “deportabili”, circa seicento fra uomini di cultura, politici e professionisti di varia estrazione politica e sociale, esiste tuttora, ma nessuno si è mai fatto carico di renderla pubblica.
In maniera più che esplicita. nell’accordo italo-statuniitense del cosiddetto piano Demagnetize (smagnetizzare i comunisti), un’altra diavoleria uscita fuori dalle menti malate degli ultra-atlantici, si legge: “I governi italiano e francese non devono essere a conoscenza, essendo evidente che l’accordo può interferire con la loro rispettiva sovranità nazionale”. Com’è evidente, nel caso specifico, erano addirittura esclusi dalla conoscenza i governi italiano e francese, mentre tutto si svolgeva a livello dei Servizi Segreti dei rispettivi Paesi, in combutta con la CIA.
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Lotta alla mafia

Al via i rimborsi sulla bolletta dell’acqua per tutti gli utenti

Al via i rimborsi sulla bolletta dell’acqua per tutti gli utenti
I rimborsi saranno automatici e se il gestore della rete idrica non si regolarizzerà, i criteri di calcolo saranno calcolati in modo forfettario, in modo più vantaggioso per l’utente.

L’autorità Garante per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) ha finalmente firmato il provvedimento [1] che dispone i rimborsi per gli esuberi, pagati da tutti i cittadini, sulle bollette dell’acqua pervenute nel periodo tra il 21 luglio e il 31 dicembre del 2007. Ciò perché, in tale arco di tempo, i gestori ha richiesto delle somme che, invece, non erano più dovute per via del referendum del 2011 [2]. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Il referendum del 2011 aveva eliminato per sempre, dalle nostre bollette idriche, la voce “remunerazione del capitale investito”. Si trattava di un balzello pagato dagli utenti ai gestori idrici per finanziare gli investimenti effettuati da questi ultimi per il rinnovo delle reti (o meglio, per consentire ai gestori di pagare gli interessi passivi sui prestiti ricevuti dalle banche per gli investimenti).

In realtà, poi, tali “remunerazioni” finivano per diventare un vero e proprio lucro a favore dei fornitori di acqua. Così è intervenuto il referendum che ha eliminato, una volta per tutte, tale voce dalle bollette.
In realtà, anche la magistratura si era già espressa per l’illegittimità di questi prelievi non autorizzati [2].

La cancellazione effettiva della “remunerazione del capitale investito” è avvenuta solo a gennaio 2012, ben 163 giorni dopo dall’entrata in vigore del decreto che aveva confermato i risultati del referendum.

Ebbene, durante tali 163 giorni i gestori dei servizi idrici hanno fatto orecchie da mercanti, continuando ad esigere il pagamento di tale balzello, benché fosse stato già eliminato: e lo hanno fatto, appunto, dal 21 luglio al 31 dicembre del 2007.

Dunque, proprio per tale periodo, il Garante ha disposto il rimborso in favore degli utenti, rimborsi che variano a seconda del gestore (perché sono stati ritenuti non rimborsabili i costi effettivamente sostenuti dal gestore per gli investimenti).

Dalla prossima bolletta utile, dovrebbero partire quindi tali restituzioni. Alcuni gestori lo faranno immediatamente; altri invece hanno 30 giorni di tempo per mettersi in regola.

Se la regolarizzazione non avverrà spontaneamente da parte dei gestori, i rimborsi dovranno partire comunque, ma saranno calcolati con un metodo forfettario e più a favore al cittadino  [3].

Una nota conclusiva. Per il periodo tra il 2012 e il 2013 l’AEEG ha creato una voce tariffaria denominata “costo della risorsa finanziaria” volta a coprire i costi effettivi degli investimenti. Sembrerebbe, con ciò, che sia rientrato dalla finestra ciò che era uscito dalla porta. Secondo buon costume italiano.


[1]  Delibera AEEG 561/2013 del 5/12/2013 emessa a seguito della Delibera 273/2013 del 25/6/2013
[2] Ci si riferisce al referendum del Giugno 2011, il cui risultato è stato proclamato formalmente a partire dal 21/7/2011 con l’entrata in vigore di una legge (Dpr 116/2011) che ha abrogato la norma che prevedeva l’addebito (D.lgs.152/2006 art.154 comma 1).
[3] Cons. Stato parere n. 267 del 23.01.2013; TAR Toscana sent. n. 436 del 21.03.2013.
[4] Dpr 116/2011.
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