Il leader Fi prepara anche un videomessaggio per le reti Mediaset
ROMA — Il piano di “evasione” del Cavaliere. Se lui dentro, il caos fuori. Parlamento da paralizzare, media da presidiare. E la denuncia martellante del «colpo di Stato in atto». Non sarà una rivoluzione, ma quella cosa lì insomma non potrà attendere, dovrà scattare un minuto dopo le manette. Dicono non pensi ad altro, da quando l’arresto gli è stato inculcato come un tarlo dagli avvocati Ghedini e Longo si è passati già al piano operativo. E a poco sono valse tutte le indiscrezioni dal fronte giudiziario di queste settimane — da Napoli a Milano — sull’alta improbabilità che lo spettro delle sbarre si faccia concreto.
«Figuratevi se non si trova un pm disposto a entrare nella storia arrestando da qui a breve Silvio Berlusconi», esorcizza a modo suo quando dirigenti e parlamentari che lo vanno a trovare a Grazioli — ultimi in serata i senatori forzisti delle prime quattro commissioni per gli auguri natalizi — gli chiedono conto e ragione del proclama del giorno sulla «rivoluzione » preannunciata. È una sorta di vademecum quello che Denis Verdini, Marcello Fiori, Renato Brunetta, Marcello Dell’Utri hanno quasi costretto a mettere a punto. «Si tratta di capire se ci fanno questo regalo prima delle elezioni europee o dopo» è l’unica incognita che l’ex premier lascia pendente. Convintosi comunque che il Tribunale di sorveglianza gli negherà i servizi sociali per costringerlo ai domiciliari e impedirgli così di fare campagna elettorale.
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