Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 3 maggio 2011
Da Bin Laden ai Casalesi, il falso mito della cattura
Non tragga in inganno la carica emotiva con la quale il popolo americano ha vissuto la notizia della cattura e dell’uccisione di Osama Bin Laden. Oltre alle lacrime agli occhi e alle urla di felicità, negli Stati Uniti si è largamente diffusa la convinzione che la morte del numero uno di Al Qaeda non significa affatto aver sradicato il fenomeno criminale del quale era il massimo rappresentante. Il terrore vive e sopravvive a colui che ne era considerato il leader mondiale. Oltreoceano ci tengono a ribadirlo.
Qualcuno, dalle nostre parti, dovrebbe fare autocritica. Per la precisione tutti coloro che provano a farci credere che sia solo ed esclusivamente attraverso l’arresto dei massimi rappresentanti dell’industria del crimine che si possa sferrare un attacco mortale ad organizzazioni malavitose come la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta. La Cia, per bocca del suo direttore Leon Panetta, ieri ha fatto sapere che l’organizzazione terroristica cercherà “quasi certamente” di vendicare la morte della sua guida: “Bin Laden è morto, ma Al Qaeda no. Dobbiamo restare determinati e vigili”, ha detto. E non è un caso che nelle prossime settimane saranno rafforzate in queste settimane tutte le misure di sicurezza anti terrorismo, in America quanto in Europa.
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http://www.giornalettismo.com/archives/123697/bin-laden-casalesi/
Forze armate, maggioranza si spacca
Rai, Lorenza Lei nuovo direttore generale. Designazione unanime del cda
Demopolis: gli italiani non vogliono i bombardamenti in Libia
Il 67% degli italiani non condivide la decisione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di dare il via libera ai bombardamenti italiani in Libia; un quarto ritiene invece opportuno il rafforzamento dell’impegno militare italiano nell’ambito della missione della Nato. È il risultato di una indagine condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis su un campione di oltre mille intervistati rappresentativo della popolazione italiana.
Una scelta sbagliata, secondo l’opinione pubblica: con molti dubbi sui raid italiani, incrementati anche dalla convinzione, ribadita dagli intervistati, che il Governo abbia operato nelle ultime settimane in modo contraddittorio, svolgendo un ruolo del tutto subalterno rispetto alla coalizione internazionale.
Brusca gola profonda: “Mangano emissario ad Arcore per parlare con Berlusconi e Dell’Utri. Revisione del maxi-processo e 41 bis o nuovi attentati”
Le dichiarazioni di Giovanni Brusca si colorano di giallo, forse a causa degli “stati di avanzamento” con le quali sono state diffuse. Mancino fu, secondo lui, il committente del famoso papello, le richieste dei boss in cambio della fine degli attentati, ma anche Berlusconi e Dell’Utri sono stati contattatti per le stesse ragioni. E Dell’Utri si mise a disposizione, tramite lo stalliere di Berlusconi, Mangano.
Le dichiarazioni sono state rese da Brusca durante l'udienza nell'aula bunker di Firenze dove e' in corso il processo a Francesco Tagliavia quale uno degli organizzatori delle stragi mafiose del 1993 a Firenze, Roma e Milano.
Agli inizi del 1994 l'allora boss mafioso Giovanni Brusca, capo mandamento di San Giovanni Jato, mando' un emissario di Cosa nostra, Vittorio Mangano a Milano "per contattare Dell'Utri e Berlusconi". Dopo un colloquio con Leoluca Bagarella, che aveva preso posto di Toto' Riina al vertice della cupola mafiosa, Brusca mando' "personalmente" Mangano, che era stato per un periodo lo stalliere di Arcore, a parlare con Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi con un messaggio preciso: "Se non avessero accettato le nostre richieste, come ad esempio la concessione della revisione del maxi processo e la fine del 41 bis, noi avremmo continuato con gli attentati, a buttare le bombe".
Ad una domanda di un avvocato delle parti civili, sui motivi per i quali erano stati individuati Dell'Utri e Berlusconi per l'invio del messaggio da parte di Cosa nostra, Brusca ha risposto: "Perche' Berlusconi si apprestava a diventare il presidente del Consiglio". E il senatore Dell'Utri, secondo il racconto di Brusca cosi' avrebbe risposto a Mangano: "Mi metto a disposizione e vi ringrazio". Poi Brusca ha aggiunto che la trattativa si areno' poco dopo: "Tutto si e' bloccato con l'arresto di Mangano".
Durante la sua deposizione Brusca ha chiarito che dopo l'uccisione di Salvo Lima e quindi la fine dei contatti con i vecchi referenti di Cosa nostra, la cupola "fino al capodanno del 1993 guidata da Riina" cerco' "nuovi canali" per entrare in contatto con "politici locali con riferimenti nazionali a Roma". Ha detto Brusca tra l'altro: "La speranza era di far tornare lo Stato a trattare con noi, come aveva fatto fino al 1992 grazie all'aiuto dell'onorevole Salvo Lima. Lima era sempre disponibile, con lui potevamo contare su favori e accomodamenti. Lima si metteva a nostra disposizione e ci aiutava come poteva".
Il parlamentare democristiano Salvo Lima non era l'unico referente perche', ha detto Brusca, "avevamo contatti con altri politici locali con riferimenti nazionali" e a proposito di questi ultimi il pentito ha fatto il nome di Giulio Andreotti.
Missione in Libia, accordo Pdl-Lega Ma la Nato avverte: decidiamo noi
Roma, 3 maggio 2011 - Accordo tra Pdl e Lega sulla missione in Libia: dopo le polemiche dei giorni scorsi e al termine di una riunione di maggioranza a palazzo Chigi, la maggioranza ha presentato una mozione unica da votare in Parlamento, che riprende, con qualche modifica, i punti essenziali della mozione presentata dal Carroccio.
Firmata dai tre capigruppo di Pdl, Lega e Responsabili, chiede l’impegno del governo per una "decisa e forte azione politica sul piano internazionale", nessun intervento delle truppe in azioni di terra, un termine temporale "certo, da comunicare al Parlamento, entro cui concludere le azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico", nessun aumento delle tasse e una "graduale e concordata riduzione degli impegni del nostro Paese" sul teatro internazionale.
Le richieste della Lega sono state quindi recepite, in particolare l’indicazione del termine temporale della missione anche se questo dovrà essere stabilito "in accordo con gli organismi internazionali e con i Paesi alleati". Sul fronte della copertura inoltre, l’impegno del governo sarà quello di non imporre "un’ulteriore pressione tributaria" nei confronti dei cittadini.
Prevista infine la "razionalizzazione e riduzione" delle missioni internazionali dell’Italia, anche se il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sottolinea che "da tempo c’è un impegno, preso anche con il Presidente della Repubblica all’ultima riunione del Consiglio supremo di difesa, di ridurre gradualmente tutte le missioni con l’accordo delle organizzazioni internazionali, anche se mai unilateralmente".
BOSSI FELICE - L’intesa ha ricevuto la benedizione di Umberto Bossi, interpellato al telefono dai suoi durante l’incontro di maggioranza, mentre Silvio Berlusconi, secondo quanto hanno riferito alcune fonti presenti al vertice, avrebbe più volte rassicurato l’alleato del carroccio sulla natura della missione che ha lo scopo di colpire e distruggere l’apparato bellico delle forze governative del colonnello Gheddafi, ma che non deve avere alcun ‘effetto collaterale’ sui civili.
Caccia israeliani preparano aggressione a Iran in una base Usa in Iraq
BAGHDAD - Aerei militari israeliani hanno partecipato a delle esercitazioni aeree in Iraq.
A rivelare la notizia è stata una fonte vicina al movimento di Moqtada al Sadr, citata da Press Tv. Gli F15, F16, F18, F22 israeliani avrebbero condotto per una settimana intera esercitazioni notturne con l'obiettivo di prepararsi ad attaccare il sistema iraniano di difesa aerea, colpendo anche in profondità il Paese. Alle autorità irachene nessuno avrebbe comunicato la presenza degli aerei israeliani.
Giulietto Chiesa: la vera fine di Osama, morto da anni
11 Settembre: ufficiale Usa, schianto aereo contro Torri previsto in esercitazione prima di attacchi
Bin Laden è morto. Ma era il 2007: l'aveva detto Bhutto prima di essere uccisa
ISLAMABAD - L'ex premier del Pakistan, Benazir Bhutto, assassinata nel dicembre 2007, aveva affermato in una intervista 3 mesi prima, che Osama Bin Laden era morto già da anni.
Nel frattempo, un funzionario degli Stati Uniti ha detto che il corpo di Bin Laden è stato sepolto in mare, sostenendo che il suo funerale è stato accelerato secondo la legge islamica, che impone la sepoltura entro 24 ore dal decesso. La sepoltura in mare "non è una pratica islamica" e l'Islam non determina alcun orario specifico per lo svolgimento dei funerali. Gli Usa hanno aggiunto che trovare un paese disposto ad accettare i resti di Bin Laden era difficile, quindi "hanno deciso di seppellirlo in mare". Rimane un mistero come sia potuto accadere che nemmeno la Cia si affrettasse a confermare o smentire la dichiarazione della Bhutto, uccisa pochi giorni dopo quell’intervista.
UE: tra 2 giorni al bando le erbe medicinali. Le case farmaceutiche colpiscono ancora?
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http://www.agoravox.it/UE-tra-2-giorni-al-bando-le-erbe.html
Totò Cuffaro licenziato dalla Regione siciliana
L'ex governatore, che sta scontando a Rebibbia sette anni di carcere per favoreggiamento aggravato, era ancora alle dipendenze dell'Ispettorato regionale alla Sanità
di ANTONIO FRASCHILLASi radunano i popolari europei domani arriverà Berlusconi
Convegno al San Paolo Palace per i parlamentari del Ppe. Il premier dovrebbe intervenire domani, annunciati sit-in di protesta. Il programma prevede la partecipazione, tra gli altri, dei ministri Alfano, Prestigiacomo e Romano e del presidente del Senato Schifani
OCSE: AUMENTA DISUGUAGLIANZA SOCIALE, ITALIA TRA PEGGIORI IN EUROPA
BIN LADEN: I 'VICINI DI CASA' DI OSAMA NON CREDONO ALLA SUA MORTE
Striscia urla: “Ci censurano!” E consegna tapiri giganti ai giornalisti
Il Tg satirico a tutto campo contro chi vuole mettere “il bavaglio”, dice, alla sua attività.
Roma è invasa. E non se n’è accorto (quasi) nessuno. Le truppe ostili sono di polistirolo dipinto, sono di taglia extra-large e sono a forma di tapiro, dorato. Si tratta dei grandi Tapiri d’Oro che Valerio Staffelli “tapiroforo” di Striscia la Notizia da tre giorni sta consegnando alla federazione nazionale della Stampa Italiana, colpevole, secondo il programma della rete Mediaset, di aver iniziato a mettere addirittura il “bavaglio” al tg satirico, fra omissioni, critiche e attacchi. Il più delle volte, provenienti da una sola fonte, come vedremo.
TAPIRI GIGANTI – In ogni caso l’ultima puntata delle lamentazioni di Striscia la Notizia va in scena in queste ore: Valerio Staffelli sta consegnando, pronto per la puntata di stasera, l’ennesimo tapiro ai giornalisti italiani.
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Sarà diffuso video della sepoltura in mare Ma per i talebani non c'è prova della morte
Washington vuole mostrare anche le foto del corpo. Il governo pakistano: «Non sapevamo del blitz». La Cia: «Temevano che il Pakistan avvertisse Osama».
USA NON SI FIDAVANO DEL PAKISTAN - dell'imminente raid contro di lui. Lo ha detto il capo della Cia, Leon Panetta.Poco prima il presidente del Pakistan aveva dichiarato che le forze di sicurezza non erano state informate, nè avevano preso parte all'operazione Usa che ha portato all'uccisione di Osama Bin Laden, seguita in diretta video da Obama da una stanza dell'area di Washington, ma ha fatto poco per dissipare gli interrogativi su come sia stato possibile che il leader di Al Qaeda vivesse indisturbato vicino a Islamabad. La rivelazione che Bin Laden si nascondesse forse da anni in un complesso nella cittadina di Abbottabad, che ospita una guarnigione militare, ha rischiato di aggravare le relazioni tra gli Usa e il Pakistan, paese che dispone dell'arma atomica. «Non era in nessun posto dove avevamo immaginato che fosse, ma ora non c'è più», ha scritto il presidente Ali Zardari in un commento sul quotidiano Usa Washington Post, senza però replicare ulteriormente alle accuse secondo cui i servizi segreti pakistani avrebbero dovuto sapere dove Bin Laden si nascondeva. «Certa stampa negli Usa ha suggerito che il Pakistan mancasse di vitalità nella sua lotta al terrorismo o peggio, che noi proteggevamo i terroristi a cui dicevamo di dare la caccia - ha concluso Zardari - ma queste sono solo speculazioni infondate che non rispecchiano i fatti».
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