Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
domenica 27 febbraio 2011
Roma, "svendopoli" di case popolari in zone pregiate: 80mila euro per 100 mq
L'indignazione dei prof corre sul web e anche i sindacati insorgono
Indignazione, ma anche una rassegnata insofferenza, di fronte alle parole del premier sulla istruzione pubblica. "Un insulta alla nostra dignità". "E' il posto in cui si può riuscire a trasformare i sudditi in cittadini, è quello che non vogliono"di SALVO INTRAVAIA
Iran: scompare il leader dell’opposizione
Prelevato assieme alla moglie dai Guardiani della rivoluzione islamica
E’ mistero sulla sorte del leader dell’opposizione iraniana, Mehdi Karrubi, e della moglie Fatima che, secondo il sito vicino all’opposizione iraniana ‘Sahamnews’ sarebbero stati prelevati dalla loro abitazioni da un gruppo di uomini in borghese, che appartengono ai Guardiani della rivoluzione islamica.La notizia non e’ stata ancora confermata dal sito dello stesso politico iraniano che da circa 15 giorni si trovava agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Teheran. Secondo ‘Sahamnews’ i due sarebbero stati portati in una non meglio precisata ‘localita’ dell’est dell’Iran’.
Il Papa denunciato per crimini contro l’umanità
La provocazione di due avvocati tedeschi che hanno presentato al tribunale dell’Aja l’accusa basata su tre capi di imputazione
Due avvocati tedeschi hanno presentato una denuncia controPapa Benedetto XVI presso la Corte penale internazionale, per crimini contro l’umanità. Christian Sailer e Gert-Joachim Hetzel, due legali residenti a Marktheidenfeldin Baviera, cioè proprio nello regione natale del Papa, la settimana scorsa hanno presentato un documento di 51 pagine al Procuratore della Corte penale internazionale dell’Aja, il dottor Luis Moreno Ocampo.
TRE CRIMINI MONDIALI – La denuncia parla di tre crimini mondiali che secondo i due avvocati “fino ad ora non sono stati denunciati. . . solo perché la riverenza tradizionale verso l’autorità ecclesiastica’ha offuscato il senso di “giusto e sbagliato”. Sailer e Hetzel sostengono il Papa “è responsabile del manteniment0 della leadership di un regime totalitario di coercizione in tutto il mondo che soggioga i suoi membri con minacce terrificanti e nocive per la salute”. Essi sostengono che è anche responsabile per “l’adesione ad un fatale proibizione dell’uso del preservativo, anche quando il pericolo di infezione da HIV-AIDS esiste” e per “l’istituzione e il mantenimento di un sistema mondiale di copertura dei criminisessuali commessi da preti cattolici e il loro trattamento preferenziale, che agevola nuovi crimini “. Non solo. I due tedeschi sostengono che la Chiesa cattolica “acquista i suoi membri attraverso un atto obbligatorio, cioè attraverso il battesimo dei bambini che ancora non hanno una volontà propria”. Questo atto è “irrevocabile” ed è difeso con le minacce di scomunica e delle fiamme dell’inferno.
NESSUNA LIBERTA’ – Questo rappresnta “un grave deterioramento della libertà di sviluppo personale e dell’integrità emotiva e mentale di una persona”. Il Papa è stato “responsabile per la sua conservazione e prosecuzione e, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è stato anche corresponsabilein passato” insieme a Papa Giovanni Paolo II. I Cattolici “minacciati dall’AIDS” secondo i legali bavaresi, si trovano”di fronte ad una terribile alternativa: se si proteggono con il preservativo durante i rapporti sessuali, diventano peccatori, se non si proteggono per paura della punizione del peccato minacciato dalla chiesa, diventano candidati alla morte “. La denuncia sottolinea anche il “forte sospetto che Joseph Ratzinger, sia come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sia da Papa, abbia fino ad oggi sistematicamente coperto gli abusi sessuali su bambini e giovani e protetto i responsabili, in tal modo favorendo ulteriori atti di violenza sessuale verso i giovani “.
Berlusconi contro la scuola: e gli insegnanti insorgono su Facebook
Dalle lettere aperte ai commenti, il corpo docente dimostra di non aver gradito l’attacco portato nei giorni scorsi dal Premier
“Presidente Berlusconi, sono un’insegnante della scuola pubblica. Cerco di trasmettere ai miei studenti quei valori che sono propri di una societa’ civile e democratica”. Così si apre una letteraaperta che in queste ore circola su Facebook, rivolta al Premier da una maestra, toccata evidentemente dal duro attacco rivolto da Berlusconi alla scuola ieri. Un’opinione che ha scatenato non poche polemiche, e a cui gli insegnanti hanno risposto piccati considerato soprattutto che proprio la scuola pubblica italiana, secondo l’Ocse, riesce ad educare gli studenti meglio delle private.
LETTERA APERTA -
“Cerco di formare cittadini e non sudditi – continua la lettera – cerco di sviluppare nei ragazzi la capacita’ critica, la capacita’ di interpretare cio’ che accade, il mondo nel quale vivono. La scuola statale, la scuola pubblica e’ la scuola di tutti, e’ la scuola democratica dove esiste il confronto e in questo momento e’ l’argine alla deriva antidemocratica alla quale Lei sembra mirare. Il disegno del Suo Governo e del Ministro dell”Istruzione e’ chiaro, le Leggi di riforma che avete votato mirano a dequalificare sempre piu’ la scuola pubblica, a non garantire il diritto Costituzionale di una scuola di qualita’ garantita a tutti e per tutti. Sono orgogliosa di insegnare nella Scuola statale, sono fiera di poter trasmettere quei valori che sono scritti nella nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla cultura antifascista. E’ evidente che si discostano molto da cio’ che Lei rappresenta. Io insegno l’importanza della coerenza, della dignita’, della sincerita’, dell’impegno come condizione necessaria per conseguire gli obiettivi che ognuno di noi si pone. Continuero’ a farlo Presidente, con l’impegno di sempre e con la consapevolezza che solo in questo modo noi insegnanti potremo fermare il vostro disegno di formare sudditi e non cittadini consapevoli. Abbia un sussulto di dignita’ e non venga, proprio Lei, a parlare di “valori”, di famiglia. Rispetti il lavoro di chi, per poco piu’ di mille euro al mese, fa di tutto per dare ai giovani di questo Paese cultura, dignita’, consapevolezza e onesta’. La saluto nella speranza di avere al piu’ presto un nuovo Presidente del Consiglio che possa essere preso come esempio dai giovani, un Presidente del Consiglio che non sia lo zimbello di tutto il mondo e che favorisca nel Paese una rinascita culturale, dopo lo scempio fatto in questi anni”.
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Scuola: Franceschini, in piazza come donne per difenderla da insulti Berlusconi
Tunisia, il premier Ghannouchi getta la spugna: ''Situazione difficile, mi dimetto''
Libia, Clinton: Usa pronti ad aiutare l'opposizione. E arrivano le sanzioni Onu
Francia: il ministro degli Esteri Alliot-Marie si e' dimessa
Libia: elicotteri di Gheddafi aprono fuoco su corteo funebre
I leader dell’Ue lasciano l’idea del multiculturalismo per passare al ‘muscular liberalism’
E' il multiculturalismo il nuovo spettro che si aggira per l'Europa.
La Libia cade a pezzi, i diplomatici in fuga
La polizia fa sparire i cadaveri per eliminare le prove dell'eccidio
La paura la vedi in quelle saracinesche abbassate, nelle file davanti ai panifici, nel silenzio irreale di una città pur sempre maghrebina, caotica e caciarona. La paura è dietro quelle mitragliatrici antiaeree montate su due «Tecnica», tipo pick-up, piazzate ai lati del ministero degli Esteri. La paura, quella sì davvero palpabile, l’avverti alzando gli occhi al cielo, intorno alle tre del pomeriggio, scoprendo il passaggio di mostri volanti, giganteschi elicotteri che trasferiscono truppe in direzione Sud-Ovest della città. Probabilmente verso Zawia, a una quarantina di chilometri da Tripoli, colonia di bengasini trasferitisi all'indomani del golpe del colonnello Gheddafi che depose re Idris I dei Senussi. E teatro di violenti combattimenti in questi ultimi giorni. O diretti a Sabratha, o ancora a Misurata che sarebbero inmano ai rivoltosi. Tripoli che si sente assediata e insicura era andata a dormire con il tentativo disperato di Seif Al IslamGheddafi di imporre una tregua.
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http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/390803/
“Più trote nei fiumi, meno al governo” Contestato il figlio del Senatur
“Abbiamo solo espresso la nostra idea. Veramente avremmo voluto esporre anche un secondo striscione – hanno spiegato poi i ragazzi – per protestare contro il razzismo di stampo leghista, contro le espulsioni e il trattamento riservato agli extracomunitari. Vogliamo che venga riaffermato il principio dell’uguaglianza di tutti gli individui, senza distinzioni di religione, sesso e razza”. Sulle ragioni della contestazione a Renzo Bossi sono stati altrettanto chiari: “Questa sera era lui il simbolo più forte del pensiero leghista non tanto per la carica ricoperta, quanto perché incarna il ruolo del successore designato. Noi viviamo fianco a fianco con nostri coetanei che si dichiarano leghisti e sentiamo quello che pensano, quello che dicono. Noi vogliamo far sapere che i giovani del nord non sono tutti così”.
Al tavolo dei relatori, dove erano presenti esponenti di spicco della Lega, come il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, è arrivata pronta la risposta del “Trota”, altrettanto applaudita: “Non sono al governo, sono in regione. Poi sono orgoglioso di essere una trota, perché sono pesci che nuotano nell’acqua pulita”. Mentre dal palco continuava la carrellata di interventi pro federalismo, la manifestazione di dissenso è stata sedata da un gruppo di solerti militanti leghisti che, dopo alcuni secondi di smarrimento, si sono avventati sullo striscione, strappandolo di mano ai contestatori. I ragazzi sono stati accompagnati all’esterno del teatro, non senza qualche momento di frizione lungo i corridoi, dove sono volati paroloni e qualche insulto, ma nulla più.
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In Libia gridano: "a morte Berlusconi"
Il trattato Italia - Libia impedisce intervento NATO. Chi l’ha votato?
Era il 20 Gennaio 2009 e un voto bipartisan permise l'approvazione del Trattato Italia - Libia. Oggi molti onorevoli alzano la voce contro Gheddafi ma due anni fa non lesinarono l'appoggio al dittatore libico.
PdL, Lega e Pd uniti nella ratifica del trattato, uno scempio a cui si opposero i Radicali (putroppo senza grandi risultati se non il ritardo nel voto). I seimila emendamenti presentati permisero, però, molte ore di discussione e la presa di posizione di diversi parlamentari.
Alla fine, a Montecitorio, il risultato fu il seguente:
Inoltre lo stesso trattato potrebbe rappresentare un problema nel caso di intervento NATOperché vieta esplicitamente all'Italia "l'utilizzo di qualsiasi forza militare o di provare direttamente o indirettamente di interferire con il governo libico" e, soprattutto, "vieta l'Italia di permettere l'uso del proprio territorio in qualsiasi atto ostile contro la Libia".
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