lunedì 21 febbraio 2011

Massima allerta nella basi militari Gli italiani in fuga: "E' un inferno"

Domani il primo volo speciale

ROMA
Massima allerta nelle basi aeree italiane, due corvette a pattugliare il tratto di mare tra la Sicilia e il nord Africa, un’unità logistica di militari pronta a partire per Tripoli in caso di evacuazione degli italiani: l’esplosione della situazione in Libia, prima ancora del paventato e prevedibile arrivo delle carrette del mare cariche di immigrati, ha spinto l’Italia ad innalzare le misure di sicurezza.
Provvedimenti che, assicura il ministro della Difesa Ignazio La Russa da Abu Dhabi dove si trova in visita ufficiale, «non sono diversi da quelli presi per casi meno eclatanti». Insomma: non c’è alcun allarme specifico. Ma è evidente che la possibile caduta del colonnello Gheddafi avrebbe ripercussioni sul nostro paese che al momento nessuno è in grado di prevedere fino in fondo. Ecco perchè in attesa di capire meglio gli sviluppi della situazione, si è deciso comunque di intervenire.

Continua ...

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/390038/

Rivolte in Libia: su Internet le voci dei manifestanti che sfuggono alla censura

FEDERICO GUERRINI
Rivolte in Libia: su Internet le voci dei manifestanti che sfuggono alla censura
“Tutto questo non fa che rendere i libici più uniti. Ogni città ora ha i suoi martiri – scrive un’attivista che si fa chiamare Lybian Dude su Twitter, e aggiunge – soltanto il tempo potrà chiarire la reale portata del massacro. Prego soltanto che l’esercito e i commando facciano la scelta giusta”. Changeinlybia è uno degli account più attivi sul sito di microblogging, uno dei pochi, assieme a @ShababLibya che riescono a superare la cortina di silenzio stesa dal regime del colonnello Gheddafi sulle rivolte interne.
Le notizie che arrivano attraverso i social media sono poche e intermittenti. Internet è a singhiozzo: il governo, per nascondere le notizie dei massacri e impedire ai manifestanti di comunicare fra loro, sembra aver dato il via a una specie di coprifuoco digitale. Non un totale spegnimento della Rete, come avvenuto in Egitto, ma un oscuramento parziale che, secondo quanto riportato dall’edizione per il Medio Oriente del sito The Next Web, viene attivato ogni notte a partire dalle 22 locali, per poi cessare, col ripristino della connettività alle 5.30 della mattina del giorno dopo. Alcuni siti rimangono inaccessibili anche dopo tale ora, Facebook, You Tube, Twitter e Al Jazeera su tutti.
Continua ...
Qualcosa però filtra: ShababLybia, voce del Movimento dei giovani per la Libia, un gruppo che si ispira a quanto successo in Egitto per migliorare la situazione del proprio paese, possiede anche un profilo Facebook, dove vengono postati video e aggiornamenti sui tumulti in corso.
L’ultima testimonianza visiva è della notte scorsa e mostra un gruppo di persone che girano in tondo urlando slogan contro il regime. In precedenza, grazie al network del gruppo di attivisti Telecomix, erano stati diffusi sul Web alcuni brevi clip riprese col telefonino, immagini impressionanti di giovani feriti in barella e degli scontri di Bengasi, la seconda città del Paese, che sembra essere stata conquistata dai manifestanti.

Afghanistan, 65 civili uccisi in raid aerei Usa nell'est del paese

Afghanistan, 65 civili uccisi in raid aerei Usa nell'est del paese

KaABUL - Un raid Usa nelle montagne del nord est dell'Afghanistan ha provocato la morte di 65 civili, fra cui 22 donne e oltre 30 bambini.

Lo ha denunciato il governatore della provincia di Kunar, Fazlullah Wahidi, in una intervista al Washington Post, dopo che ieri il Presidente Hamid Karzai aveva parlato di 50 morti innocenti. I missili lanciati da elicotteri da guerra Usa contro un gruppo di talebani nella provincia orientale di Nangarahr hanno mancato il bersaglio finendo contro alcuni abitazioni civili e uccidendo 14 persone. Nella vicina provincia di Kunar, un raid aereo americano nel distretto di Ghaziabad ha causato la morte di 13 presunti talebani e 51 civili, di cui 20 uomini, 29 fra donne e bambini, e 3 anziani.

Libia: Tripoli, gente sotto fuoco di aviazione e artiglieria, bilancio morti sale a 400

Libia: Tripoli, gente sotto fuoco di aviazione e artiglieria, bilancio morti sale a 400
TRIPOLI – È sotto il fuoco incrociato di aviazione e artiglieria la gente a Tripoli.Secondo una notizia di pochi istanti fa della rete Al-Jazeera, aviazione e artiglieria bombardano la gran folla che ha di fatto preso in mano il controllo della città. Intanto anche le forze dell’esercito, che usano pallottole vere e hanno l’ordine di sparare starebbero raggiungendo la città da altre zone. Tutti i colleggamenti con la città sono stati interrotti dal regime. Secondo le ultime stime, intanto, il numero delle vittime degli scontri nel paese sarebbe salito a 400.

Guerra in Libia: manifestanti bombardati Giallo su Gheddafi, voci di golpe militare

Un milione in piazza a Tripoli, la polizia spara. Tv di stato: operazione contro terroristi. Quattro tribù in marcia sulla capitale. La Ue: stop immediato a uso forza. Berlusconi allarmato.

Una vittima degli scontri in Libia (Emmevi)

ROMA - Non si placa la rivolta in Libia, nonostante la sanguinosa repressione e il paese scivola verso la guerra civile. Nel pomeriggio l'aviazione ha bombardato i manifestanti in piazza a Tripoli, dove nel mattino si contavano già 61 morti, saliti nel pomeriggio a 250.
Centinaia di migliaia di persone (alcune fonti parlano di un milione) si erano radunate sulla Piazza Verde. La polizia ha aperto il fuoco sulla folla. Secondo la tv di stato i raid aerei su Tripoli fanno parte di operazioni contro covi di sabotatori e terroristi. Nella capitale sono stati incendiati i palazzi del potere. In giornata si era diffusa la voce che diverse città, tra cui Bengasi e Sirte, erano finite nelle mani dei manifestanti dopo le defezioni nell'esercito. Ma alcuni testimoni hanno smentito. Il ministro della Giustizia si è dimesso in segno di protesta «per l'eccessivo uso di violenza contro le manifestazioni». In tutto il paese sono interrotte le comunicazioni telefoniche.
L'aeronautica libica sta prendendo di mira i dimostranti sulla via al Gumhuriya che porta alla Piazza Verde, bombardando manifestanti che si dirigevano verso una base militare per procurarsi munizioni. Sul terreno le forze di sicurezza sparano contro i dimostranti diretti verso il compound di Gheddafi. Ahmed Elgazir, un operatore per la difesa dei diritti umani, ha affermato che la Libyan News Centre di Ginevra ha ricevuto una telefonata di richiesta d'aiuto da parte di una donna «testimone del massacro in corso e che è riuscita a chiamare tramite un telefono satellitare».
Voci di golpe militare. Fonti libiche hanno fatto sapere ad Al Jazeera che all'interno dell'esercito vi sarebbero grandi tensioni, al punto da poter prevedere che il capo di stato maggiore aggiunto, El Mahdi El Arabi, possa dirigere un colpo di stato militare contro il colonnello Muhammar Gheddafi, al potere da un quarantennio. Un gruppo di leader musulmani libici ha detto che la rivolta contro la leadership è un dovere divino di ciascuno.
Continua ...

Ruby, Berlusconi punta su fuga da Fli per sollevare il conflitto di attribuzioni

Vertice dei legali del premier: per gli altri processi verrà invocato il legittimo impedimento. La spaccatura della Lega.

Berlusconi e Alfano
di Marco Conti

ROMA - Gli avvocati di Silvio Berlusconi si ritrovano oggi a Milano per mettere a punto le strategie processuali in vista della ripresa dei processi che vedono coinvolto il premier.
Il Cavaliere presto sarà chiamato in udienza non solo sul caso-Ruby (6 aprile), ma anche nei processi milanesi Mediaset, Mediatrade e Mills. Senza più lo scudo del legittimo impedimento, il premier rischia di trascorrere, a cominciare dal 28 febbraio (Mediatrade), più tempo nelle aule di tribunale che a palazzo Chigi. Gli avvocati però hanno già sintonizzato l’agenda del premier con quella dei processi e per ogni udienza verrà sollevato il legittimo impedimento.
Se i processi che riguardano l’attività di imprenditore del Cavalire sono destinati a concludersi senza una sentenza grazie alla prescrizione, molto più complicato il destino del processo per direttissima sul sexy-gate che lo vede imputato per concussione e sfruttamento della prostituzione. La cautela dei legali del premier su come e chi dovrà sollevare il conflitto d’attribuzione è legata ai numeri che la maggioranza ha nell’ufficio di presidenza della Camera. Numeri che per ora non favoriscono il presidente del consiglio, ma che potrebbero presto cambiare grazie alla costituzione di un nuovo gruppo di responsabili composto anche grazie all’apporto di ”volontari” del Pdl che si presterebbero al passaggio. Dopo il via libera dell’ufficio di presidenza della Camera, toccherà all’aula pronunciarsi e stavolta l’ostacolo sarà rappresentato dal voto segreto.
Continua ...

Testamento biologico, Saviano "Vogliono legge contro libera scelta"

A Roma al teatro Umberto l'happening "Le ragioni del cuore" sul testamento biologico, con Beppino Englaro, Ignazio Marino, personaggi del mondo del cultura e dello spettacolo. Polemica dopo il messaggio video dello scrittore: "La scelta del papà di Eluana è una battaglia di democrazia"

di CATERINA PASOLINI
ROMA - "La battaglia di Englaro è una battaglia di democrazia, di libertà. Nessuno può scegliere al posto tuo quale vita è degna di essere vissuta, ognuno può e deve poterlo decidere per se stesso. Per questo serve un testamento biologico, non la legge ora in discussione che è solo sopraffazione". Roberto Saviano avrebbe voluto essere questa sera al teatro Umberto di Roma per l'happening teatrale "Le ragioni del cuore, testamento biologico, sentimenti e diritti a confronto" con Beppino Englaro, Ignazio Marino, attori, cantanti, avvocati a raccontare le mille facce della realtà tra musica e prosa, medicina e politica con la regia di Accordino.
Saviano affida a un video il suo pensiero. "La scelta di Englaro è una battaglia di democrazia perché Beppino avrebbe potuto ottenere per Eluana la stessa cosa in maniera clandestina, perché accade, perché succede negli ospedali quando la situazione è disperata. Invece lui si è rivolto alle istituzioni, convinto del suo diritto di giustizia. E non venite a parlare di scelta di morte: il voler riconosciuto il diritto a scegliere sul proprio fine vita, serve a garantire che all'interno di una legge ognuno trovi la sua strada. Che chi vuole restare attaccato alle macchine anche se in coma profondo possa farlo, e chi la pensa in maniera diversa abbia il diritto di vedere riconosciuta la sua volontà. Questa è una scelta di liberta, libertà di pensiero".
Continua ...

SALUTE: FISIOTERAPISTI, MIGLIAIA DI ABUSIVI. 4 REGOLE PER I PAZIENTI

(ASCA) - Roma, 21 feb - ''I fisioterapisti abusivi in Italia sono 100 mila, il doppio di quelli veri (50 mila). Un vero dramma non solo per chi svolge con competenza il proprio lavoro, ma anche per i pazienti, che si trovano, spesso in buona fede, nelle mani di persone incapaci che possono peggiorare le loro gia' precarie condizioni di salute''. E' l'allarme lanciato da Antonio Bortone, presidente dell'AIFI, Associazione di Fisioterapisti accreditati presso il Ministero della Salute, rivolto a tutti i cittadini italiani, ma anche agli specialisti ortopedici e ai medici di medicina generale che spesso prescrivono o consigliano sedute fisioterapiche.
''Chiediamo ai nostri colleghi medici - spiega Bortone - di tenere sempre in allerta il paziente su questo rischio, di consigliare direttamente il nome di un fisioterapista vero, abilitato, serio. Di essere i primi loro ad informarsi sugli operatori presenti sul territorio, di contattarci in caso di dubbi''.
Ed elenca le quattro regole fondamentali che possono aiutare i cittadini ad avere una ragionevole certezza di essere in buone mani, e non in senso metaforico: 1) Verificare che il titolo di laurea sia stato rilasciato dall'Universita' Italiana e, in caso di titolo estero, che abbia ottenuto il riconoscimento dal Ministero della Salute; 2) Verificare l'iscrizione ad una delle associazioni rappresentative dei fisioterapisti, definite per decreto ministeriale; 3) Verificare se, durante la visita fisioterapica, e' richiesta la visione della documentazione clinica esistente; 4) chiedere sempre il rilascio della corrispondente ricevuta fiscale, in caso di libero professionista.

LIBIA: LO PRESTI (FLI), REGALI A DITTATORI E ORA NE PAGHIAMO PREZZO

(ASCA) - Roma, 21 feb - ''La spaventosa crisi della Libia e del Nord Africa e' pronta a trasformarsi da emergenza politica ad emergenza umanitaria: per migliaia di disperati, infatti, la Sicilia sara' il primo approdo. Futuro e liberta' e' pronto a fare la sua parte per affrontare questo dramma, ma non dimentichiamo che stiamo pagando il prezzo di una politica estera spregiudicata, con un presidente del Consiglio che ha dispensato regali a dittatori sanguinari come il colonnello Gheddafi''. A pensarla cosi' e' Nino Lo Presti, segretario amministrativo di Futuro e liberta', che domani incontrera' il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, perche' ''l'isola non si trovi impreparata rispetto nall'ondata di immigrati che affluiranno nelle prossime ore''.
Lo Presti dichiara che ''e' necessario convocare subito un gabinetto permanente di crisi per seguire attentamente l'evoluzione della situazione in Libia, Tunisia ed Egitto''.
Per il deputato di Fli, ''il governo deve svegliarsi. Invece di sprecare tempo a cercare di varare riforme della giustizia di cui non si sente alcun bisogno - chiude l'esponente finiano - pensi a garantire la sicurezza nazionale, mettendo in campo ogni mezzo per gestire cio' che rischia di trafomarsi in uno tsunami umano devastante''.

Premiata Famiglia Gheddafi

C’è il riformista. Il calciatore con il pallino del cinema. L’avvocatessa. Il picchiatore in abiti da 4000 dollari. Il rissaiolo da discoteche. I figli del rais sono spesso finiti sulle cronache

Mentre sulle strade libiche i caccia mietono 250 morti e il vice-ambasciatore libico all’Onu parla senza mezzi termini di “genocidio”, chiedendo contestualmente l’intervento immediato della comunità internazionale e l’istituzione di una “no-fly zone”, il compito più ingrato di parlare alla nazione è toccato a Saif al-Islam, il 38enne secondogenito dei sette figli del rais. Il Sole 24 Orescrive di lui:

Saif al Islam si è sempre distinto dai fratelli, presentandosi come un convinto riformista, deciso a normalizzare i rapporti tra Tripoli e l’Occidente, dopo oltre 20 anni di isolamento, per aprire il mercato libico alle aziende straniere, soprattutto quelle petrolifere. Posizioni che hanno portato il secondogenito a scontrarsi pubblicamente con le elite più conservatrici del paese, pronte a sostenere i fratelli Mutassim, 36 anni, consigliere alla sicurezza nazionale, e Khamis, comandante delle forze di sicurezza.

Continua ...

http://www.giornalettismo.com/archives/114855/premiata-famiglia-gheddafi/

“Sinistra Pd” scende in campo per una fase 2 “Cambiare strategia, con Vendola nel partito”

“Sinistra Pd” scende in campo per una fase 2

ROMA – Si chiama “Sinistra Pd” e scende in campo con un obiettivo ben preciso. Non vuole essere una corrente tra le correnti del partito, ma “una zona di confine”, o per essere più precisi ancora “un gruppo di esploratori, che intende contribuire a spostare a sinistra i confini della mappa del Pd, costruendo ponti stabili e zone franche di confronto”. La necessità da cui prende le mosse è l’esigenza di aprire una “fase 2”: un cambiamento di strategia, insomma, che il Partito Democratico dovrebbe operare, “con l’ingresso di Vendola nel partito – dichiara Vincenzo Vita”, sposando la teoria portata avanti da diverso tempo da Nicola La Torre. Asse con Sinistra e Libertà, dunque, e quindi con Nichi Vendola in primis. Oggi a palazzo Marini si è tenuto un seminario, il primo, che segna appunto la ripresa dell’attività politica di un’area andata dissolvendosi dopo il congresso che ha eletto Pierluigi Bersani segretario. “Dopo il successo delle liste ‘A sinistra per Veltroni’ alle primarie, che elessero il primo segretario, non siamo riusciti a trovare una quadra nell’ultimo congresso. Ora -spiega Vita, tra gli organizzatori dell’iniziativa- si è pensato di riprendere il cammino perchènon vogliamo rassegnarci”. Tra i partecipanti al seminario di oggi anche Vannino Chiti, Giuseppe Giulietti, Paolo Nerozzi, Marco Miccoli, Lanfranco Turci. Vogliamo provare, spiega ancora Vita, “a ritessere le fila, allargandoci verso la sinistra fuori dal Pd, senza innaturali esclusioni, pur avendo una più netta sintonia con molta parte dell’approccio di Vendola. Ma diversi di noi -osserva- hanno seguito il recente congresso della Federazione della sinistra e sono molto attenti all’Italia dei Valori o partecipano alle mobilitazioni del popolo viola”. L’obiettivo, dunque, è quello di rappresentare un’autonomia all’interno del partito, “che comunque mantenga lealtà e trasparenza verso il segretario, aperti ai movimenti fuori dalla politica tradizionale”, facendo da ponte tra i democratici e tutto quello che c’è a sinistra .

Libia: protesta oppositori a Roma

(ANSA) - ROMA - 'Berlusconi fermo di fronte al massacro del popolo libico'. Con questo slogan alcune decine di manifestanti libici e nordafricani hanno protestato oggi a Roma di fronte all'ambasciata della Libia chiedendo che il governo italiano 'rompa il silenzio' di fronte al 'massacro' ordinato dal 'dittatore' Gheddafi. 'Siamo preoccupati per questo silenzio. Berlusconi non puo' liquidare la faccenda con un 'non disturbo', sottolinea il presidente della comunita' del mondo arabo in Italia, Foad Aodi.

Immunita': Bersani, no assoluto

(ANSA) - IMOLA (BOLOGNA) - La posizione del Pd su un eventuale ripristino dell'immunita' parlamentare e' 'assolutamente contraria', chiarisce Bersani. 'Noi siamo per ribaltare l'agenda - dice - e per dire che e' ora di mettere all'ordine del giorno, non l'immunita' parlamentare, ma regole, onesta', sobrieta''. 'Oggi in Italia - aggiunge - chiunque venga accusato di prostituzione minorile va a processo. Chiunque. E non possiamo accettare che ci siano leggi speciali per il presidente del Consiglio'.

Libia: allerta in basi aeree italiane

(ANSA) - ROMA - 'In tutte le basi aeree italiane il livello di allarme sarebbe massimo in relazione alla crisi libica': e' quanto apprende l'ANSA da qualificate fonti parlamentari. Secondo le stesse fonti, una consistente quota di elicotteri dell'Aeronautica militare e della Marina militare in queste ore avrebbe ricevuto l'ordine di spostarsi verso il sud.

Libia: e' giallo su dove sia Gheddafi

(ANSA) - TRIPOLI - E' giallo su dove ora si trovi il colonnello Gheddafi. Potrebbe aver lasciato Tripoli ma la sua destinazione finora e' ignota Intanto le forze aeree stanno colpendo i manifestanti a Tripoli, dice al Jazira in una scritta in sovraimpressione. Il vice-ambasciatore libico all'Onu ha invocato un intervento internazionale contro quello che ha definito 'un genocidio' perpetrato dal regime di Tripoli e ha chiesto che venga istituita una no fly zone sulla capitale. Lo riferisce la Bbc sul Web.

Libia: sui siti dell'opposizione spunta l'ipotesi di caccia italiani a Tripoli

Tripoli, 21 feb. - (Adnkronos/Aki) - La mancanza di comunicazioni dirette con la Libia, dovuta all'interruzione delle linee telefoniche e di internet, stanno provocando da giorni la diffusione di notizie incontrollate su quanto sta accadendo in Libia. Non solo il giallo sulla fuga di Gheddafi o il bilancio difficilmente verificabile delle vittime della repressione del regime di Muammar Gheddafi, da ore circola la notizia dell'uso dei caccia militari per reprimere i manifestanti a Tripoli.

Libia: si dimette ambasciatore in Bangladesh, e' in atto un massacro

Dacca, 21 feb. - (Adnkronos/Aki) - L'ambasciatore libico in Bangladesh, Ahmed Atiaal-Imam, ha rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro il ''regime'' di Tripoli. Lo rivela lo stesso Atiaal-Imam ad AKI - ADNKRONOS INTERNATIONAL in un colloquio telefonico da Dacca.

Libia, Ue: ''Stop a uso della forza''. Frattini: ''L'Italia condanna la repressione''

Bruxelles, 21 feb. (Adnkronos/Ign) - I ministri degli Esteri dell'Unione Europea riuniti a Bruxelles "condannano la repressione in corso contro i manifestanti in Libia, deplorano la violenza e la morte di civili", esortando "la fine immediata dell'uso della forza". E, come si legge nelle conclusioni del Consiglio affari esteri, chiedono che "alle legittime aspirazioni ed alle richieste del popolo per le riforme si risponda attraverso un dialogo guidato dai libici aperto, inclusivo, significativo e nazionale, che porti ad un futuro costruttivo per il Paese e per il popolo".

"L'Unione europea è estremamente preoccupata dal livello delle violenze raggiunto in Libia" ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton al termine del Consiglio Ue affari esteri.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki moon ha telefonato al leader libico Muammar Gheddafi per dirgli che la violenza nel Paese "deve cessare immediatamente" e ha chiesto l'apertura di un ampio dialogo. Lo ha riferito il portavoce dell'Onu Martin Nesirki, spiegando che si è trattato di una conversazione "approfondita". Il segretario generale "ha espresso profonda preoccupazione per l'escalation della violenza e sottolineato che deve cessare imemdiatamente", ha riferito il portavoce. Ban ha anche ribadito la richiesta del rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani, fra cui quelli di pacifica assemblea e informazione.
Continua ...

Raid aerei a Tripoli: 250 morti

Tripoli, 21 feb. (Adnkronos/Aki/Ign) - Il regime continua a soffocare nel sangue le proteste del popolo libico. La polizia oggi ha compiuto una durissima repressione contro la manifestazione di questo pomeriggio nel centro di Tripoli contro Muammar Gheddafi. Secondo la tv araba 'al-Jazeera', approfittando dell'interruzione delle linee telefoniche in tutto il Paese, la polizia ha sparato contro i manifestanti in piazza, che si ritiene siano almeno un milione.

Non solo. Caccia militari dell'aviazione libica hanno anche eseguito dei raid contro i manifestanti. I morti sarebbero 250 secondo quanto riferiscono testimoni citati da 'al-Jazeera'. "Ho assistito a un attacco aereo barbaro - ha affermato un testimone - ho visto bambini piagere da soli al centro della strada mentre avvenivano i raid".

Da ore circola la notizia dell'uso dei caccia militari per reprimere i manifestanti a Tripoli. Secondo la pagina 'Facebook' del sito 'al-Manaralink.com, molto usato per seguire le proteste in corso nel paese e legato ai gruppi di opposizione, "circolano notizie secondo le quali i due caccia che hanno bombardato oggi Tripoli non sono libici bensì italiani.

In precedenza nella capitale i manifestanti hanno dato alle fiamme la sede centrale del governo a Tripoli e altre sedi istituzionali. Anche la tv di Stato e diverse stazioni di polizia sono state prese di mira e incendiate. Secondo un testimone contattato da 'al-Jazeera' sono andate in fiamme anche le sedi governative che si trovano nella piazza 'al-Shuhada' della capitale.

Seifulislam Gheddafi, figlio del Colonnello, ha formato una commissione d'inchiesta sulle violenze in corso in Libia. Lo ha annunciato la tv di Stato libica con un banner apparso sullo schermo.
Continua ...

Libia, in fiamme sede del governo

Tripoli, 21 feb. (Adnkronos/Aki/Ign) - E' caos in Libia. A Tripoli la situazione sta peggiorando di minuto in minuto. I manifestanti hanno dato alle fiamme la sede centrale del governo a Tripoli e altre sedi istituzionali. Anche la tv di Stato e diverse stazioni di polizia sono state prese di mira e incendiate. Secondo il giornalista libico Nazar Ahmed, questa mattina la polizia e la sicurezza libica è completamente assente dal centro della capitale. Per questo i manifestanti hanno potuto assaltare oltre alla sede del governo e alla tv pubblica, anche altri uffici pubblici cittadini in particolare nella zona di al-Azizia. Secondo un testimone contattato dalla tv 'al-Jazeera' sono in fiamme anche le sedi governative che si trovano nella piazza 'al-Shuhada' della capitale. Secondo 'al-Arabiya', la sede dell'emittente di stato è stata razziata. Secondo il sito informativo libico 'al-Manara', bande armate stanno circolando per il quartiere di al-Azizia a Tripoli, dove si trova la sede della tv pubblica e diversi palazzi istituzionali, oltre alla residenza del Colonnello. Queste bande starebbero assaltando e razziando gli uffici pubblici, approfittando dell'assenza della polizia. Gruppi armati hanno anche attaccato la caserma di al-Baraim, che dista 10 chilometri dal centro di Tripoli. La Libia è a rischio guerra civile. Così nella notte, in un messaggio lanciato alla nazione alla tv, si è espresso Saif al Islam, il figlio di Muammar Gheddafi che - secondo al Jazeera', avrebbe lasciato il Paese. ''Siamo a un bivio - ha detto il figlio del Colonnello - la guerra civile tra le tribù con decine di migliaia di morti. Oppure l'avvio di un dialogo nazionale già da domani, in 48 ore".
Continua ...