lunedì 14 giugno 2010

"Siamo ostaggio del governo" - Lascia l'assessore alle politiche sociali

L'AQUILA - Fumose e lacunose norme di emergenza che limitano l'attività dell'amministrazione locale, troppe difficoltà nel poter formulare ed esporre un programma di lavoro coordinato e, soprattutto lo "strapotere del governo" su un territorio 'ferito', che cerca di rimettersi in cammino. Sono questi alcuni degli elementi che hanno spinto Giustino Masciocco, assessore comunale alle Politiche sociali dell'Aquila, a rassegnare le dimissioni dal suo incarico. Quattordici mesi dopo il sisma che ha distrutto il capoluogo abruzzese e sei mesi dopo la nomina ad assessore, Masciocco scrive al sindaco Massimo Cialente una lunga lettera, nella quale illustra i motivi per i quali si sente costretto a lasciare. "La Città è stata chiusa in un recinto blindato all'interno del quale tutti noi cittadini, amministratori, politici, ci massacriamo sulla strategia da adottare per contrastare lo strapotere, avallato dal Presidente Chiodi, del governo sul nostro territorio, ma non abbiamo la forza e la possibilità di unirci per abbattere lo steccato che ci divide dalla verità, dalla conoscenza e dalla trasparenza. Mancano i luoghi, i metodi ed il confronto". Sono ancora tantissime le persone che hanno bisogno di assistenza e alle quali non viene data una risposta: "Siamo ostaggio di un governo - aggiunge l'assessore - che non ha il coraggio di affrontare con sincerità e senza faziosità la nostra situazione prendendosi, sì, i giusti meriti per quello che è stato fatto, ma con l'obbligo di riconoscere le difficoltà che ci sono sulla via della ricostruzione e sull'emergenza abitativa... Le giuste rivendicazioni dei nostri concittadini disorientati in una selva di ordinanze, decreti, disposizioni e avvisi estemporanei, ci fanno capire che permane una fascia di popolazione che dovrebbe essere assistita con altri mezzi, risorse finanziarie ed ulteriori alloggi mai realizzati".
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http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/14/news/siamo_ostaggio_del_governo_si_dimette_assessore_a_politiche_sociali-4832532/

G8, nuove indagini dei pm di Perugia - nel mirino decine di operazioni sospette

PERUGIA - I pm di Perugia, Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, aprono un nuovo fronte di indagini nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti "Grandi eventi". Si tratta di decine di operazioni considerate sospette, con movimenti di denaro per 200-300 mila euro su conti in Italia, che sarebbero state effettuate da Alida Lucci, segretaria dell'imprenditore romano Diego Anemone. Operazioni su cui i pm perugini avevano già riferito nei giorni scorsi agli ispettori della Banca d'Italia. Alida Lucci, che non risulta indagata, è considerata dagli inquirenti uno dei prestanome di Anemone. In un'informativa, la Guardia di Finanza aveva segnalato che nella filiale della Banca delle Marche di via Romagna a Roma, la Lucci aveva intestati "30 conti correnti, di cui 23 attualmente accesi". "Tale dato - scrivevano gli uomini delle Fiamme Gialle - non appare coerente con i redditi della stessa dichiarati al fisco e con la sua posizione di dipendente dell'Impresa Anemone Costruzioni srl".
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In Spagna vogliono curare l’omosessualità. In clinica

Il Ministero della Salute della regione autonoma di Catalunya ha aperto un’inchiesta nei confronti del Policlinico barcellonese Tibidabo, che vuol riorientare sessualmente i gay con un trattamento a base di pscicoterapia e antidepressivi. Lo psichiatra che si occupa della terapia ha già collezionato decine di clienti Secondo il quotidiano El Periodico de Catalunya, oggi il Ministero della Salute di Catalogna ha aperto un’inchiesta su una pratica medica non solo discutibile ma ormai tramontata da anni: la cura all’omosessualità. Ad applicarla sarebbe un centro medico privato, il Policlinico Tibidabo di Barcellona, mediante lo psichiatra Joaquìn Muñoz. Non si esclude che questa terapia sia messa in pratica anche da altri psichiatri e da altri centri medici. Il dott. Muñoz afferma che l’omosessualità è una malattia e come tale va curata. La teoria del dott. Muñoz, consiste nel riportare il paziente ad una fase adolescenziale, perdiodo durante il quale si sviluppa il gusto sessuale, per poi riorientarlo verso l’eterosessualità. La terapia, applicata al paziente mediante lunghe sedute di psicoterapia e assunzione di farmaci antidepressivi, può durare a tempo indefinito, come nel caso del quarantatreenne Àngel Llorent, che da ben venti anni è in trattamento con questa terapia. Il sig. Llorent, secondo quanto riporta El Periodico, durante il trattamento ha tentato il suicidio per ben tre volte, a causa di una profonda depressione scaturita dall’inefficace risposta alla terapia.
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Save the children: oltre mille bambini morti in Afghanistan nel 2009

Un rapporto indipendente di un network di associazioni a tutela dei bambini, fra cui l’ONG londinese, descrive una situazione terribile: ancora troppi bambini coinvolti nel conflitto afghano. “L’Afghanistan, ad oggi, rimane il peggior posto al mondo per un bambino, secondo le agenzie a protezione dell’infanzia”. Così si apre il rapporto diramato oggi dal Watchlist on Children and Armed Conflicts, un network di associazioni umanitarie di cui fa parte Save the Children, che dirama l’allarme: nel solo 2009 sono oltre mille i bambini rimasti uccisi in Afghanistan, nell’ambito del conflitto armato contro i Talebani. “Le attuali strategie del governo afghano” scrive il rapporto “e dei suoi partner internazionali – anche se mirate a proteggere i civili – hanno ampiamente trascurato le necessità specifiche dei bambini coinvolti in conflitti armati” – il che avrebbe dovuto coinvolgere, secondo le ONG, l’evitare l’uso di ospedali e scuole come seggi elettorali nelle ultime elezioni politiche afghane, scelta che era stata sconsigliata dalle ONG per garantire la sicurezza e l’operatività di quelli che sono importanti presidi per l’infanzia, ma che è stata comunque adottata dall’ONU.
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BP firma con la Libia: via libera alle trivellazioni nel mediterraneo

Chiuso e confermato l’accordo fra il colosso petrolifero e la Grande Jamahiria Araba Popolare e Socialista di Muhammar Gheddafi: “per noi si va avanti”, spiega un dirigente del Governo. Nessun passo indietro dall’esecutivo libico: pienamente confermato l’accordo con British Petroleum per lo sfruttamento della costa del Mediterraneo meridionale.“Al punto in cui siamo non sospendiamo un bel niente, e ci prepariamo a trivellare molto presto: alcuni dei lavori saranno in acque profonde”: non sembra impensierito neanche dal disastro del Golfo del Messico Shokri Ganhem, a capo della Compagnia Petrolifera Nazionale libica. “So che stanno prendendo precauzioni: quello che è successo li aiuterà ad imparare dai propri errori“, spiega.
AVANTI TUTTA – Un portavoce del colosso petrolifero inglese, sostiene il Wall Street Journal, a domanda sul coinvolgimento di BP in Libia ha preferito non rispondere. E, continua il WSJ, il contratto in Libia di BP coinvolgerebbe la ricerca di petrolio in oltre cinquantamila chilometri quadrati d’area marina. Secondo alcuni analisti la Libia, insieme agli altri paesi dell’OPEC, non ha alcuna intenzione di “permettere alla catastrofe nel Golfo del Messico di intaccare i propri piani per lo sviluppo del settore petrolifero”. Infatti, come spiega Bill Farren-Price, amministratore delegato di Petroleum Policy Intelligence, una agenzia indipendente di consulenza e valutazione in affari petroliferi, la Libia ha scommesso troppo sullo sviluppo del settore estrattivo per tirarsi indietro proprio adesso: la grande Jamahrya ha intenzione di incrementare la sua produzione dagli attuali 2 milioni ad “almeno 3 milioni di barili al giorno”.
E I DANNI ? – Pensando a BP che trivella la costa davanti casa, non potranno non venirci in mente le immagini della catastrofe ambientale che sta travolgendo la presidenza di Barack Obama. Ma c’è un elemento che non stiamo considerando: nella terrificante ipotesi di una nuova tragedia marina, BP dovrebbe pagare un risarcimento solo a Gheddafi. Infatti, Obama è in grado di esigere i danni da BP in forza della concessione costiera accordata dal Governo americano alla compagnia inglese: allo stesso modo, qualsiasi incidente dovesse accadere, l’unico titolato ad esigere la riparazione del danno che devasterebbe il nostro mare, sarebbe Muhammad Gheddafi.
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Freedom Flotilla, l’inchiesta di Israele non convince la stampa

Dopo diversi giorni di negoziazioni con Washington, Tel Aviv ha finalmente annunciato la creazione di una “Commissione indipendente pubblica” a partecipazione straniera, due settimane dopo l’assalto contro la flotta internazionale che ha ucciso nove persone. Le Nazioni Unite e diversi paesi, tra cui la Francia e la Gran Bretagna avevano chiesto una commissione internazionale, una proposta sempre respinta da parte di Israele, che vuole svolgere l’indagine con i propri mezzi. Secondo un comunicato dell’ufficio del primo ministro, Netanyahu, il Comitato israeliano avrà l’obiettivo di “studiare gli aspetti delle azioni intraprese da Israele per impedire alle navi di raggiungere le coste di Gaza“.
LA FARSA - Ma il quotidiano Haaretz denuncia in un editoriale: ”Gli sforzi del governo per evitare un’indagine approfondita e credibile assomiglia sempre più a una farsa” e ha invitato il giudice Yaakov Tirkel, nominato a capo della Commissione, a dimettersi. Questo ex giudice della Corte Suprema finisce in una posizione pericolosa, ha scritto Haaretz, dopo aver auspicato un diverso tipo di commissione solo pochi giorni prima della sua nomina. L’AMICO DI ISRAELE - La nomina di due osservatori internazionali – senza diritto di voto – risponde alle richieste della comunità internazionale e in particolare degli Stati Uniti, che avevano sostenuto una partecipazione internazionale nell’ inchiesta. Ma l’imparzialità di David Trimble, ex primo ministro dell’Irlanda del Nord e nominato ieri, è discutibile. Il Premio Nobel per la Pace 1998 farebbe parte degli “Amici di Israele” una iniziativa inaugurata il 31 maggio a Parigi, in particolare la notte dell’ assalto. Il gruppo si definisce come “una iniziativa di lotta contro la delegittimazione dello Stato di Israele“. Il gruppo conta fra i suoi membri Jose Maria Aznar, ex primo ministro spagnolo. La cerimonia è stata introdotta da Dore Gold, ex ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite e vicino a Netanyahu. L’altro osservatore internazionale, il generale Ken Watkin, ex consigliere per l’esercito canadese, è accolto più favorevolmente. Come spiega il quotidiano canadese The Chronicle Herald, Ken Watkin è conosciuto per il suo coinvolgimento con i militari canadesi in Afghanistan. In una nota inviata allo Stato Maggiore canadese, nel contesto del suo lavoro, ha ricordato che ignorare deliberatamente gli abusi sui prigionieri era un reato. Il ministro degli Esteri canadese si è detto sicuro che la carriera di Watkin lo raccomandava per questo ruolo.
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Intercettazioni: Di Pietro, le pubblicheremo su sito belga

Roma, 14 giu. - (Adnkronos) - ''Berlusconi continua a premere per far diventare legge il ddl intercettazioni, ennesimo provvedimento ad personam che il presidente del Consiglio si e' fatto confezionare ad hoc, e, per far cio', non si occupa delle priorita' dei cittadini e dei problemi economici del nostro Paese. Noi dell'Italia dei Valori non ci stiamo a vivere in un regime che impedisce la libera circolazione delle informazioni e indebolisce la lotta alle mafie. Per questo, abbiamo deciso di pubblicare su un nostro sito in Belgio: www.italiadeivalori.be tutte quelle intercettazioni che saranno vietate in Italia''. Lo scrive Antonio Di Pietro sul suo blog.''La Banda Bassotti che ha in mano l'Italia -insiste il leader dell'Idv- pensa sempre e solo ai suoi interessi: dopo il legittimo impedimento, il Lodo Alfano e lo scudo fiscale e le innumerevoli norme salva casta, portate all'esame del Parlamento, adesso si concentra su un provvedimento liberticida che imbavaglia la stampa, non consente ai cittadini di ottenere giustizia e ai magistrati di potere indagare''.''Sono disposizioni -rimarca Di Pietro- di cui beneficeranno solo la cricca e le organizzazioni criminali. Per contrastare queste norme, oltre a portare avanti un ostruzionismo duro e senza sconti in Parlamento, non ci rimane che lanciare una campagna di disobbedienza civile''.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Intercettazioni-Di-Pietro-le-pubblicheremo-su-sito-belga_541184315.html

Sardegna: Ballottaggi, a Nuoro vince Bianchi (Pd)

Cagliari, 14 giu. - (Adnkronos) - Il sindaco di Nuoro e' Alessandro Bianchi del Pd. Il candidato del centrosinistra ha battuto Paolo Manca, del Pdl. Bianchi al ballottaggio di ieri ed oggi ha riportato il 55,27 % dei voti, contro il 44,72% di Manca.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Sardegna-Ballottaggi-a-Nuoro-vince-Bianchi-Pd_541250736.html

Maroni: a fine prova body scanner in tutti gli aeroporti e le stazioni

Roma, 14 giu. - (Adnkronos) - Dopo la sperimentazione, che terminerà a fine luglio, il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, spera di poter procedere alla installazione di body scanner in tutti gli aeroporti italiani e nelle stazioni ferroviarie. Lo ha annunciato lo stesso Maroni nel corso del suo intervento a Roma presso la sede della Stampa estera. "Non appena sarà conclusa la sperimentazione, verso la fine di luglio -ha detto Maroni- prenderemo delle decisioni e poi spero li installeremo progressivamente in tutti gli aeroporti italiani e nei luoghi dove è possibile provocare esplosioni, in primo luogo nelle stazioni ferroviarie". Il ministro dell'Interno ha spiegato che attualmente la sperimentazione di tre body scanner è in corso in tre aeroporti, con "macchine diverse per valutare quale è la migliore, la meno invasiva e la più sicura nell'evidenziare il trasporto, sul corpo di sistemi che possono essere innescati per esplosioni". Il titolare del Viminale ha poi aggiunto che la sperimentazione si era chiusa a fine aprile, ma che il garante per la privacy "ha dato delle indicazioni" e quindi si è dovuto chiedere alle aziende produttrici dei macchinari di "modificare l'algoritmo per rendere completamente anonima la visione delle persone". Questo, ha aggiunto Maroni, "ha reso meno efficace l'azione di allerta per cui si sta lavorando per trovare il giusto equilibrio. Io sono convinto -ha continuato Maroni- che questi sistemi funzionino, sia come deterrente sia per l'individuazione di sostanze che non sono rilevate dai metal detector".

Lo show di Silvio in Bulgaria - "Una fila di donne vuole sposarmi"

SOFIA - Con il premier bulgaro Boiko Borisov - anche se lo chiama più volte "amico Boris", storpiandone il nome - il Cavaliere si trova a suo agio. "Boris ha un solo difetto - dice Berlusconi parlando sotto un sole cocente nella piazza Garibaldi di Sofia - è che è troppo più grande di me e mi mette in soggezione". In effetti Borisov - una via di mezzo tra Guido Crosetto e Yul Brynner - a vederlo così incombente sul palco fa un po' impressione. E anche a scorrere il suo curriculum - campione di karatè ed ex guardia del corpo - non ci sarebbe da scherzarci troppo. Volato fino a Sofia per inaugurare una statua equestre di Garibaldi (e parlare un po' di affari, come gli investimenti di Eni e Enel nel settore energia), il Cavaliere si tiene alla larga dai giornalisti ma non risparmia battute durante il pranzo blindatissimo al ristorante Ariana. E' il compleanno del 51enne "Boris-Boiko" e Berlusconi si presenta con un orologio di lusso come presente. Ma il regalo più grande glielo fa con la promessa di uno strepitoso allungamento della vita. "Caro Boris, sto finanziando in Italia una ricerca per aumentare l'età media. Ti annuncio che io e te vivremo fino a 120 anni, che ne dici?". Un tempo lungo, che Berlusconi intende passare il più possibile al governo. "Capisci Boris, sono costretto a restare in campo, perché in Italia altri leader non ne vedo. Nell'opposizione non sono deboli e divisi tra di loro. Io non ho alternative, né in casa né fuori. E sì che mi piacerebbe farmi da parte, visto che ho una villa splendida ad Antigua e una barca alle Bahamas e sono 8 anni che non me le posso godere".
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La "pelata" di Berlusconi sulla TV svizzera - di: Antonio Rispoli

Mi arriva una segnalazione sul telegiornale di una TV svizzera "RSI La1", e più precisamente sull'edizione delle 20 di domenica sera, che potrete vedere all'indirizzo :
Guardando i servizi riguardo la liberazione di Max Goedli, si notano due cose: la prima è come viene spiegato l'evoluzione della vicenda dal punto di vista diplomatico, con l'intervento anche della Spagna, cosa che su nessun giornale italiano e in nessun TG viene riferito, e delle continue pretese del leader libico Gheddafi, a cui la Svizzera si è piegata per non mettere a rischio la vita di un loro concittadino. La seconda cosa che si nota è relativa al servizio sulle dichiarazioni in proposito di SIlvio Berlusconi, registrate da Sofia, capitale della Bulgaria, prima della partenza per Tripoli. In particolare, si nota lo splendido "effetto-riflesso" della pelata di Berlusconi sotto il sole di ieri, effetto che poi viene tardivamente "eliminato" da quello che sembra un ritocco al Pc. Ma quando mai in Italia si è vista una immagine del genere? Non per niente Beppe Grillo quando si riferisce al premier lo chiama "testa d'asfalto", per prendere in giro quel reimpianto di capelli che si fece nell'estate di un bel po' di anni fa. Eppure questa volta l'asfalto non si vede in TV. Un dubbio sorge spontaneo: e se è stato fatto obbligo a tutti i fotografi e gli operatori di ritoccare le foto? Sarebbe un assurdo, dal punto di vista logico, ma in linea con il personaggio.

Sulmona: i soldi del terremoto per la visita del Papa

Ottocentomila euro dirottati dal Comune abruzzese per l’arrivo del Pontefice il 4 luglio.In arrivo una multa perché dovevano essere utilizzati solo ed esclusivamente per la ricostruzione. Ma serviranno per la viabilità e l’elicottero di Benedetto XVI. Cose che capitano in Italia: la giunta del Comune di Sulmona — guidata dal sindaco Pdl Fabio Federico — dirotta quasi un milione di euro di fondi stanziati per la ricostruzione post-terremoto per l’accoglienza di Benedetto XVI, atteso nella città dei confetti il prossimo 4 luglio.
VIABILITA’ ED ELICOTTERI – Scrive Repubblica che i soldi servirannoper la viabilità ma anche per l’allestimento dell’area d’atterraggio dell’elicottero di Ratzinger. Un trasferimento di fondi che costerà caro alle casse del Comune: una multa di quasi ottocentomila euro. Quei soldi, infatti, costituiscono un risarcimento assicurativo per gli immobili danneggiati dalla scossa del 6 aprile, e una precisa clausola prevede una penale in caso di utilizzo per altri scopi. MANCANO I SOLDI! - Intanto a 14 mesi dal sisma — sul quotidiano cattolico Avvenire — monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila denuncia la carenza di fondi per la ricostruzione e l’impasse burocratica. «Mancano i soldi: non si sa quando Arriveranno e quanti. E poi, forse, troppa lentezza burocratica. Questo disorienta la gente che teme di non tornare più a casa: troppi inverni di ritardo potrebbero completare l’opera del terremoto, riducendo in macerie gli edifici danneggiati ed esasperando gli animi sino alla depressione». Sempre ieri, in occasione dell’anniversario della Liberazione della città dell’Aquila, il sindaco Massimo Cialente ha partecipato alla cerimonia con la fascia tricolore in mano per chiedere la proroga delle agevolazioni per la zona colpita dal terremoto del 6 aprile 2009. È la terza volta che il primo cittadino aquilano attua questa forma di protesta contro la manovra finanziaria del governo. Finora con scarso successo.
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Il governo dei tagli fa assumere migliaia di consiglieri ai Comuni

Un comma della manovra finanziaria prevede l’istituzione dei Consigli tributari. Un aggravio di spesa per gli Enti locali stimato in almeno 100mila euro l’anno. Si tratta d’istituti inutili e lottizzate dalla politica che finora hanno causato grossi guai all’Amministrazione finanziaria centrale. “Ai Comuni sarà riconosciuta una quota pari al 33% delle maggiori somme relative ai tributi statali riscosse a titolo definitivo“, parole e musica del ministro dell’Economia Giulio Tremonti contenuti nella sua nuova hit: la manovra correttiva da 24mld di euro, ora al vaglio del Senato. Un refrain triste, magari buono per Sanremo, ripetuto fino alla noia dai telegiornali, manco fosse davvero una canzone. Peccato che a spulciare per bene nel centinaio di cartelle che compongono la manovra da 54 articoli si scopre, invece, che i comuni dovranno accollarsi un’ulteriore spesa. L’assunzione tra 100 e 150mila consiglieri tributari “entro il termine di 90 giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione”. Costo previsto, calcolando per difetto, circa 100 milioni di euro.
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Una Repubblica fondata sugli slogan (cit.)

Anche ieri Giulio Tremonti è stato morso dalla tarantola: “Abbiamo una quantità impressionante e crescente di regole, che hanno l’effetto di un blocco oltre il bisogno, di una ragnatela, che fa anche paura”, ha detto ieri, aggiungendo anche che se becca il tizio che è stato ministro dell’economia e il premier del governo che hanno permesso questo scempio e in questi dieci anni non hanno fatto nulla per evitarlo, gli fa un culo così. No, non l’ha aggiunto, in realtà: perche altrimenti avrebbe dovuto prendersela con i suoi sei anni e con Silvio Berlusconi, che invece è arrivato a sette e mezzo (su dieci), senza rendersi conto che quest’Italia è una jungla di leggi, e che signora mia bisogna deregolamentare per liberare l’impresa dai “lacci e lacciuoli” sempre citati dagli editorialisti. Tremonti però ormai è diventato un vecchio volpone, e ha capito come funziona il dibattito da queste parti: basta uscirsene con una frase a effetto – “Questo è un Paese che fa quattro chilometri di Gazzetta Ufficiale l’anno, un chilometro quadrato di regole all’anno” – e il più è fatto: pochi si ricorderanno dei precedenti. Quindi, non si adonterà il ministro se facciamo parte di questi: nemmeno dieci giorni fa Tremonti aveva annunciato modifiche alla Costituzione come priorità della crescita, oggi fa marcia indietro: una legge ordinaria per introdurre maggiore libertà di impresa e stop alla burocrazia, e un cambio di Carta per preservarla da operare con tempi meno convulsi. Ora il piano per lo meno è logico. Vediamo se sarà attuabile, certo.
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Intercettazioni: il PD grida al fascismo su FB, il PdL minimizza

“Il fascismo dimensione umana che si ripresenta”, “Viva l’Italia democratica!”, “Politica estera da Repubblica delle banane”. I parlamentari democratici denunciano. Ma per la maggioranza è tutto sotto controllo La sostituzione dell’inno di Mameli con Va’ pensiero voluta da Luca Zaia in occasione di una visita ad una scuola è una iniziativa sensata o un semplice spot? C’è un’emergenza democratica in Italia? I cittadini devono preoccuparsi per la libertà di informazione? Le denunce dell’opposizione e le rassicurazioni della maggioranza compaiono anche sul social network più diffuso. Gli uni percepiscono una realtà filtrata e ridimensionata dai media, gli altri ostentano la forza dei numeri, degli elettori e degli spettatori, di cui possono vantarsi. SI RIPRESENTA IL FASCISMO – Su Facebook i parlamentari del Pd e del Pdl si danno battaglia. L’opposizione accusa l’abuso di slogan. Il deputato Democratico Ivano Strizzolo, ad esempio, condanna la decisione del presidente del Veneto: “Continuano, in varie parti d’Italia - scrive aggiornando lo stato sul suo profilo - le sceneggiate leghiste sull’Inno di Mameli! E’ tutta una tecnica per distogliere l’attenzione dai problemi veri che la Lega non è in grado di risolvere dopo aver ricevuto tantissimi voti con la propaganda! Viva l’Italia, Unita, Libera e Democratica!“. L’onorevole Pd in quota radicale Matteo Mecacci, invece, considera propaganda l’incontro Berlusconi-Gheddafi: “Come previsto qui sotto, Berlusconi è andato a Tripoli per mostrare al mondo la faccia buona di Gheddafi (liberando un povero cittadino svizzero innocente e agli arresti da mesi) per far dimenticare l’espulsione dell’Agenzia Onu per i Rifugiati dalla Libia. Condividere e sostenere questa politica estera bipartisan è degno di una da repubblica delle banane“. Roberto Morassut, dal canto suo, coglie analogie col ventennio mussoliniano: “Il fascismo è una dimensione umana fatta di violenza, sopraffazione e inganno che nel Novecento ha assunto forma politica. E che non è finita nel 1945 ma si ripresenta spesso anche senza indossare la camicia nera…“.
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ITALIA - Adsl e velocità di connessione: lavori in corso per arrivare alla trasparenza

IN ITALIA cresce la fame di banda larga di qualità. Così gli operatori cominciano ad andare incontro a quest'esigenza, anche se la strada da fare è ancora molto lunga. Lo dimostrano due notizie di questi giorni: da una parte, l'arrivo di Adsl con banda minima garantita nei listini dei principali operatori italiani. Per la prima volta, quindi, gli utenti di Telecom Italia, Fastweb, Tiscali, TeleTu e Vodafone (Wind tra qualche mese) possono avere un'idea di quale sarà la velocità minima raggiungibile dalle Adsl che intendono acquistare; dall'altra, un nuovo test sulle Adsl italiane 1, a cura di Sos Tariffe.it. Che conferma il forte squilibrio tra quanto si legge nelle pubblicità e quando effettivamente si ottiene.I numeri. Il dato sulla velocità minima garantita si trova sui siti dei rispettivi operatori e va da 2,1 a 10,2 Megabit al secondo, per Adsl a 7 e 20 Megabit di velocità massima dichiarata, rispettivamente. Già, c'è una grande differenza tra il minimo e il massimo: è proprio qui il senso della delusione che può colpire gli utenti Adsl. La conferma di questa situazione arriva nel test di SosTariffe.it. "La velocità media reale per le Adsl 7 Megabit è di 4,3 Mbps e per quelle 20 Megabit è di 7,3 Mbps", spiega Alessandro Bruzzi, gestore del sito-osservatorio specializzato in offerte e prestazioni internet. SosTariffe. it è giunto a questa media analizzando e verificando i test fatti dagli utenti tramite uno strumento 2 messo a disposizione sul web. A oggi sono 15.200 i test verificati e giudicati attendibili da SosTariffe.it. Lo strumento consente di analizzare la velocità della propria connessione banda larga, di qualunque tipo, fisso o mobile. "Dai risultati appare chiaro che l'infrastruttura banda larga è molto diversa da regione a regione. Ci sono alcune che eccellono, grazie a investimenti fatti sul territorio: è il caso della Sardegna e, come ovvio, della Lombardia. Altre zone invece sono penalizzate: soprattutto nell'Appennino e nel Trentino Alto Adige". L'oscillazione di velocità, tra una regione e l'altra, arriva a 2 Megabit in media, come si legge nella mappa che pubblichiamo con quest'articolo. SosTariffe.it ha estrapolato, per Repubblica.it, anche i risultati per singolo operatore: si va in media dai 4,9 Mbps di Tiscali ai 3,6 Mbps di TeleTu e ai 3,4 Mbps di Vodafone.
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http://www.repubblica.it/tecnologia/2010/06/14/news/adsl_garantita-4789920/

Il debito pubblico a livelli record: ad aprile raggiunti 1812,79 mld

Roma, 14 giu. (Adnkronos/Ign) - Sale ancora il livello del debito pubblico italiano e si attesta, ad aprile, al livello record di 1.812,790 miliardi di euro, il più alto mai raggiunto. E' quanto rileva la Banca d'Italia nel supplemento al Bollettino statistico. In calo le entrate tributarie nei primi quattro mesi dell'anno a 104,794 miliardi. La flessione è dell'1,86% sullo stesso periodo del 2009. Nel solo mese di aprile le entrate si sono attestate a 25,122 miliardi, in calo di circa il 2,5% rispetto ai 25,771 miliardi di aprile 2009.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Il-debito-pubblico-a-livelli-record-ad-aprile-raggiunti-181279-mld_538738542.html

Inchiesta G8/ Lunardi: Scajola e Bertolaso hanno sbagliato

Roma, 14 giu. (Apcom) - "L'ex ministro Scajola si è fatto comprare la casa da Anemone e questa è una cosa scorretta, per non dire altro. Bertolaso, poi, è maggiorenne e responsabile. Se si è fatto pagare l'affitto da quel costruttore ne pagherà le conseguenze". E' quanto afferma l'ex ministro Pietro Lunardi, in una intervista a Repubblica nella quale parla dei sui rapporti con il costruttore Anemone e l'ex alto funzionario del Lavori Puvbblici, Balducci. Lunardi, a proposito dei suioi rapporti con Anemone afferma che dal costruttore ha solo ricevuto "favori", che male c'è?". "Mi ha ristrutturato la villa di Parma a prezzo di costo. Lo avevo aiutato ad acquistare i terreni del Salaria Sport Village".
http://www.apcom.net/newscronaca/20100614_082702_3e5c33d_90693.shtml

L' Afghanistan e il tesoro nascosto Usa scopre giacimenti inestimabili

New York, 14 giugno 2010 - Ricchezze minerarie e metallifere da mille miliardi di dollari sono state scoperte nel sottosuolo dell’Afghanistan. Lo riferisce il quotidiano americano New York Times, sottolineando che riserve simili, molto superiori a quanto stimato finora, potrebbero cambiare profondamente l’economia afgana e la stessa guerra in corso. Oltre a enormi giacimenti di ferro, rame, cobalto, oro e litio, si legge, le miniere afgane racchiudono numerosi metalli essenziali per l’industria moderna, e il paese potrebbe diventare uno dei più importanti centri estrattivi del mondo, riporta il quotidiano citando fonti ufficiali Usa. Un memo interno del Pentagono, si legge, afferma che l’Afghanistan potrebbe diventare «L’Arabia Saudita del litio», il metallo indispensabile per le batterie.
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/esteri/2010/06/14/344955-afghanistan_tesoro_nascosto.shtml

Saviano: "Gli attacchi contro di me sono un invito all'omertà"

Pietrasanta (Lucca) - «La libertà di parola dev’essere sacra e va sempre difesa». È uno dei passaggi più applauditi di Roberto Saviano che questa sera, insieme a Mario Vargas Llosa, ha chiuso ‘Anteprime', la tre giorni di incontri letterari che si è tenuta a Pietrasanta e dedicata ai libri di prossima uscita. Un richiamo all’attualità politica che Saviano ha fatto richiamando il sacrificio dei molti autori impegnati che hanno perso la vita per le loro idee. Di fronte a oltre cinquemila persone assiepate in piazza del Duomo, Saviano ha anche replicato al vicepresidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliarella («Quello che si chiama come il giocatore del Napoli», ha detto senza pronunciarne il nome) che aveva invitato il suo partito «ad insorgere contro i miei articoli» perché denigrano l’Italia. «Mi chiedo chi è il responsabile del fuoco fra chi dà l’allarme di un incendio e chi invece lo appicca».
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I pm antimafia si sentono disarmati "Follia solo tre giorni di microspie"

ROMA - "Microspie per tre giorni? Una follia". "Un arretramento ingiustificato". "Un colpo a Falcone". "Un regalo alla mafia". "Una norma scritta in modo ambiguo e incomprensibile". Intercettazioni ambientali, cimici o microspie che le si voglia chiamare, nella versione prevista dal ddl Alfano? "Un meccanismo assurdo e inaccettabile destinato a favorire i criminali". Parola di magistrati e poliziotti. E dei finiani, come il numero due della commissione Antimafia Fabio Granata, che esige "un'immediata marcia indietro". E del dipietrista Luigi Li Gotti, che accusa il Guardasigilli Angelino Alfano "di aver abolito una legge importantissima voluta da Falcone". Una premessa su quali dovrebbero essere le nuove regole. A partire dalle norme oggi in vigore. Che parificano l'ambientale alle intercettazioni foniche. E la consentono, se ricorrono i "gravi indizi di reato", finché l'indagine lo richiede. Con un'eccezione: per i luoghi "di privata dimora" essa è possibile "se vi è fondato motivo di ritenere che ivi si stia svolgendo l'attività criminosa". Cosa escogita il governo? Nei "luoghi privati" sarà possibile piazzare la cimice per tre giorni solo se lì "si sta svolgendo l'attività criminosa". Per quelli pubblici i giorni saranno sempre tre, ma non ci vorrà il sospetto del delitto in corso. Per mafia e terrorismo microspie senza limiti.
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Privacy: Boffo, Eluana e Mesiano le violazioni che piacevano a Berlusconi

Nella primavera del 2001, in campagna elettorale, un'inchiesta del quotidiano spagnolo El Mundo diede conto e procurò parecchi problemi, pure di natura giudiziaria oltre che politica ed affaristica, a Telecinco, la tv che Mediaset aveva impiantato a Madrid. Si trattava dunque di reagire: ma come?Il Cavaliere scelse allora la platea più selezionata possibile, quella dei nobili romani che l'avevano invitato a Palazzo Pallavicini, di fronte al Quirinale. I giornalisti fuori della porta, in sala anche Fini, Casini, Martino, Fisichella, Storace, Tajani, l'ambasciatore Vattani e Bruno Vespa. Non appena si accennò a quell'inchiesta, Berlusconi cacciò finalmente il rospo che si era tenuto in gola da 24 ore: "Dovete sapere che El Mundo, che l'ha pubblicata, è un giornalaccio il cui direttore - e qui disse il nome e cognome - è stato ripreso insieme a una donna a pagamento mentre si faceva frustare".Ora, a parte la singolare evocazione di donne a pagamento e di nastri video o audio che fossero, quello schizzetto di veleno già sarebbe bastato. Ma l'imminente presidente del Consiglio volle aggiungere: "Speriamo che Striscia la notizia possa avere quel filmato e trasmetterlo". L'indomani, per la verità, Antonio Ricci fece sapere che lui mai e poi mai avrebbe diffuso quell'ipotetica cassetta. Ma quel piccolo saggio di ritorsione mediatica senz'altro getta luce sugli orizzonti di coerenza morale dell'odierno arcangelo della privacy. Continua ...
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Nuovo pentito svela alleanze tra clan di Palermo, 9 fermi

PALERMO - Agenti della Dia, della Squadra Mobile e dei carabinieri del Ros di Palermo hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla Dda del capoluogo siciliano, a carico di nove persone accusate di associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni. La misura è l'esito di un'indagine sui clan palermitani di San Lorenzo, Tommaso Natale e Acquasanta. Dall'inchiesta, che ha ricevuto il contributo di un nuovo pentito, è emersa un'inedita alleanza tra le tre cosche, finalizzata alla gestione degli affari illeciti. Intercettazioni ambientali e telefoniche e servizi di osservazione hanno consentito agli inquirenti di 'fotografare' i meccanismi criminali dei tre mandamenti mafiosi principali della città - Resuttana, San Lorenzo e Tommaso Natale - e di svelare la nuova strategia associativa delle cosche. Sono stati individuati, inoltre, i nuovi capi della famiglia di San Lorenzo e dell'Arenella-Acquasanta, e i loro uomini di fiducia.
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Berlusconi nella tenda di Gheddafi

ROMA - Il Colonnello Muammar Gheddafi ha accolto la richiesta del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di liberare i tre motopescherecci di Mazara del Vallo sequestrati nei giorni scorsi dalla Marina libica. Lo si e' appreso da fonti italiane a Tripoli. I tre pescherecci che saranno liberati appartengono alla flotta di Mazara del Vallo e sono: l'''Alibut'', il ''Mariner 10'' e il ''Vincenza Giacalone''. Le tre imbarcazioni erano state sequestrate all'alba di tre giorni fa da una motovedetta libica mentre erano impegnate in una battuta di pesca nel Golfo della Sirte in una zona, a trenta miglia dalla costa, che i libici considerano di propria esclusiva competenza. Scortati dalla nave militare, hanno poi fatto rotta verso Bengasi dove si trovano tuttora. Nell'operazione erano stati coinvolti in tutto sei pescherecci italiani ma tre di loro, il ''Pietro Giacalone'', il ''Twenty four'' e il ''Twenty two'', erano riusciti a sfuggire al sequestro.
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